Simeone II di Bulgaria

politico bulgaro, ultimo zar di Bulgaria (r. 1943-1946)
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Simeone di Sassonia-Coburgo-Gotha (in bulgaro Симеон Борисов Сакскобургготски?, traslitterazione Simeon Borisov Sakskoburggotski; Sofia, 16 giugno 1937) è un politico e nobile bulgaro. È stato zar di Bulgaria dal 1943 al 1946 e 62º primo ministro della Bulgaria dal 21 luglio 2001 al 16 agosto 2005. Dalla morte del sovrano rumeno Michele I, avvenuta il 5 dicembre 2017, è l'unico capo di Stato della seconda guerra mondiale ad essere ancora in vita insieme al Dalai Lama, Tenzin Gyatso.

Simeon Sakskoburggotski
Simeon Sakskoburggotski nel 2017

Primo ministro della Bulgaria
Durata mandato24 luglio 2001 –
17 agosto 2005
PresidentePetăr Stojanov
Georgi Părvanov
PredecessoreIvan Kostov
SuccessoreSergej Stanišev

Dati generali
Partito politicoMovimento Nazionale per la Stabilità e il Progresso
FirmaFirma di Simeon Sakskoburggotski
Simeone II di Bulgaria
Fotografia di Simeone II come Principe di Turnovo, prima del 1943
Zar di Bulgaria
Stemma
Stemma
In carica28 agosto 1943 –
15 settembre 1946
PredecessoreBoris III
SuccessoreMonarchia abolita
Nome completoSimeon Borisov
NascitaSofia, 16 giugno 1937 (87 anni)
Casa realeSassonia-Coburgo-Gotha
PadreBoris III di Bulgaria
MadreGiovanna di Savoia
ConsorteMargarita Gómez-Acebo
FigliKardam
Kiril
Kubrat
Konstantin-Assen
Kalina
ReligioneChiesa ortodossa bulgara

Biografia

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I primi anni e il breve regno in Bulgaria

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Simeone era il secondogenito ed erede al trono dello zar Boris III di Bulgaria e della zarina Giovanna di Savoia (figlia di Vittorio Emanuele III); fu zar di Bulgaria dal 1943 al 1946, dopo l'improvvisa morte del padre Boris III. Vista la giovane età di Simeone, 6 anni, fu nominato un consiglio di reggenti, a capo del quale vi era suo zio principe Kyril di Bulgaria.

Nel 1946 la monarchia fu abolita con un referendum pilotato dai comunisti al governo, nel quale attribuirono il 90,72% a favore della Repubblica.

L'esilio

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La famiglia reale (la regina Giovanna, Simeone II e sua sorella Maria Luisa di Bulgaria) rimasero al Palazzo Vrana presso Sofia mentre il nuovo regime comunista si installava. Il 15 settembre 1946 si tenne un plebiscito col quale il popolo bulgaro accettava la presenza dell'esercito russo in paese per riportare l'ordine.

Dopo il referendum, il 16 settembre 1946, Simeone partì insieme alla famiglia per l'Egitto, ad Alessandria d'Egitto, ove risiedeva il padre di Giovanna, il re Vittorio Emanuele III, in esilio dall'Italia. Qui Simeone II terminò i propri studi al Collegio Victoria di Alessandria d'Egitto (assieme al principe ereditario Leka di Albania). Nel 1950 si trasferì in Spagna su invito del dittatore Francisco Franco che offrì ospitalità alla famiglia reale in esilio, e dove Simeone visse fino al 2000.

La carriera nel business

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A Madrid, Simeone studiò al Lycée Français, ma non si diplomò. Nel 1958 entrò nella Valley Forge Military Academy and College negli Stati Uniti ove divenne noto col nome di "Cadet Rylski No. 6883", ottenendo il grado di Secondo Luogotenente. Tornato nuovamente in Spagna, Simeone studiò legge ed amministrazione commerciale. Simeone II, che non aveva mai siglato alcun atto di abdicazione, divenuto trentenne, nel 1966, si proclamò re, secondo le disposizioni della Costituzione di Tărnovo. Malgrado questa proclamazione fosse solo formale, Simeone costituì a Madrid una propria cancelleria dalla quale emise diverse dichiarazioni politiche ufficiali e prese di posizioni sul regime comunista in Bulgaria e sulla sua amministrazione dello Stato, facendo convogliare presso di sé molti compatrioti esiliati.[senza fonte] Egli tentò anche di creare un governo ufficiale in esilio, ma senza successo.[senza fonte]

Divenuto uomo d'affari, per trent'anni rimase a capo del consiglio d'amministrazione della Thomson SA, un gruppo elettronico francese. Fu anche consigliere di molte banche, hotels, ditte di elettronica e di catering.

Primo ministro bulgaro

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Nel 2001 il partito da lui fondato Movimento Nazionale Simeone Secondo (NDSV) vinse le elezioni parlamentari sulla base di un programma nel quale nel giro di 800 giorni si prometteva di portare la Bulgaria a un livello di vita europeo occidentale. Simeone di Sassonia-Coburgo Gotha divenne capo del governo di coalizione tra NDSV e DPS (Movimento per i Diritti e le Libertà - rappresentante della minoranza turca) in cui entrarono anche, a titolo personale, alcuni rappresentanti di Partito Socialista Bulgaro (BSP). Nel 2005 apportò alcuni cambiamenti nel gabinetto, includendo rappresentanti del partito Novoto Vreme.

In seguito alle elezioni del 2005 e alla secca sconfitta del suo movimento che perse quasi 2/3 dei consensi, NDSV formò un governo tripartito con BSP e DSP, guidato da Sergej Stanišev del Partito Socialista Bulgaro.

A Simeone di Sassonia-Coburgo-Gotha sono stati restituiti in Bulgaria terre e possedimenti, appartenenti alla casa regnante e confiscati dopo la proclamazione della Repubblica.[senza fonte]

Visione sulla restaurazione della monarchia in Bulgaria

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Dal suo ritorno in Bulgaria, col suo conseguente impegno politico, Simeone II ha accantonato le sue intenzioni di restaurare una monarchia e di tornare sul trono bulgaro (nonostante la maggioranza dei bulgari all'inizio degli anni 2000 fosse a favore). Ricoprendo poi l'incarico di primo ministro, ha dovuto giurare di proteggere il suo paese secondo la Costituzione dello Stato repubblicano[1].

Erede della Casa di Sassonia-Coburgo-Gotha-Koháry

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Dopo la morte del suo lontano cugino il principe Giovanni Enrico di Sassonia-Coburgo-Gotha nell'aprile del 2010 e per via dell'esclusione dello zio di quest'ultimo Philipp Josias Maria Joseph Ignatius Michael Gabriel Raphael Gonzaga (Walterskirchen, 18 agosto 1901 – 31 dicembre 1994) nonché dei suoi figli e discendenti per matrimonio morganatico con Sarah Aurelia Halasz, Simeone è divenuto il capo della Casa di Sassonia-Coburgo-Gotha-Koháry col titolo di Magnate d'Ungheria e pretendente ai castelli di Čabraď e Svätý Anton, entrambi nell'attuale Slovacchia. Nel 2012 egli ha ceduto i propri diritti come capo della casa di Koháry a sua sorella Maria Luisa.[2]

Matrimonio e figli

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Il 20 gennaio 1962 Simeone di Sassonia-Coburgo Gotha ha sposato a Losanna l'aristocratica spagnola Margarita Gómez-Acebo y Cejuela (Madrid, 6 gennaio 1935), parente del marito di Pilar di Borbone-Spagna, sorella del re Juan Carlos I di Spagna, dalla quale ha avuto cinque figli:

  • Kardam, principe di Tărnovo (Madrid, 2 dicembre 1962 - Madrid, 7 aprile 2015[3]), sposa a Madrid l'11 luglio 1996 Miriam Ungría y López (2 settembre 1963):
    • Boris, principe di Tărnovo (Madrid, 12 ottobre 1997)
    • Beltram (Madrid, 23 marzo 1999)
  • Kiril, principe di Preslav (Madrid, 11 luglio 1964), sposa a Palma di Maiorca il 15 settembre 1989 Rosario Nadal y Fuster-Puigdórfila (22 ottobre 1968):
    • Mafalda Cecilia (Londra, 27 luglio 1994)
    • Olimpia (Londra, 13 dicembre 1995)
    • Tassilo (Londra, 20 gennaio 2002)
  • Kubrat, principe di Panagjurište (Madrid, 5 novembre 1965), sposa a Madrid il 2 luglio 1993 Carla María de la Soledad Royo-Villanova y Urrestarazu (3 gennaio 1969):
    • Mirko (Madrid, 26 aprile 1995)
    • Lukás (Madrid, 15 luglio 1997)
    • Tirso (Madrid, 3 giugno 2002)
  • Kostantin-Assen, principe di Vidin (Madrid, 5 dicembre 1967), sposa a Madrid il 7 luglio 1994 María García de la Rasilla y Gortázar (13 maggio 1970):
    • Umberto (Madrid, 20 novembre 1999)
    • Sofia (Madrid, 20 novembre 1999)
  • Kalina, contessa di Murány (Madrid, 19 gennaio 1972), sposa a Sofia il 26 ottobre 2002 Antonio José Muñoz y Valcárcel (19 settembre 1958):
    • Simeon-Hassan Muñoz (Sofia, 14 marzo 2007)

Albero genealogico

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Augusto di Sassonia-Coburgo-Koháry Ferdinando di Sassonia-Coburgo-Koháry  
 
Maria Antonia di Koháry  
Ferdinando I di Bulgaria  
Clementina d'Orléans Luigi Filippo di Francia  
 
Maria Amalia di Borbone-Due Sicilie  
Boris III di Bulgaria  
Roberto I di Parma Carlo III di Parma  
 
Luisa Maria di Borbone-Francia  
Maria Luisa di Borbone-Parma  
Maria Pia di Borbone-Due Sicilie Ferdinando II delle Due Sicilie  
 
Maria Teresa d'Asburgo-Teschen  
Simeone II di Bulgaria  
Umberto I di Savoia Vittorio Emanuele II di Savoia  
 
Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena  
Vittorio Emanuele III di Savoia  
Margherita di Savoia Ferdinando di Savoia-Genova  
 
Elisabetta di Sassonia  
Giovanna di Savoia  
Nicola I del Montenegro Granduca Mirko Petrović-Njegoš  
 
Anastasija Martinović  
Elena del Montenegro  
Milena Vukotić voivoda Petar Šćepanov Vukotić  
 
Jelena Voivodić  
 

Simeone II è anche discendente di due papi, Papa Innocenzo VIII e Papa Alessandro VI:

  1. Papa Innocenzo VIII
  2. Franceschetto Cybo
  3. Lorenzo Cybo
  4. Alberico I Cybo-Malaspina
  5. Alderano Cybo Malaspina
  6. Carlo I Cybo-Malaspina (sua madre Marfisa d'Este era discendente di Papa Alessandro VI)
  7. Alberico II Cybo-Malaspina
  8. Carlo II Cybo-Malaspina
  9. Alderano I Cybo-Malaspina
  10. Maria Teresa Cybo-Malaspina
  11. Maria Beatrice d'Este
  12. Maria Teresa d'Austria-Este
  13. Maria Teresa di Savoia
  14. Carlo III di Parma
  15. Roberto I di Parma
  16. Maria Luisa di Borbone-Parma
  17. Boris III di Bulgaria
  18. Simeone II di Bulgaria

Onorificenze

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Onorificenze bulgare

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Onorificenze del Regno di Bulgaria

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Onorificenze della Repubblica di Bulgaria

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Onorificenze straniere

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  1. ^ bulgaria-italia.com, https://www.bulgaria-italia.com/bg/news/news/00357.asp.
  2. ^ Bulgaria
  3. ^ (EN) Prince Kardam of Turnovo dies aged 52, su Hello!. URL consultato il 7 aprile 2015.
  4. ^ Bollettino Ufficiale di Stato
  5. ^ Noblesse et Royautés Archiviato il 24 ottobre 2012 in Internet Archive., Photo Archiviato il 17 marzo 2013 in Internet Archive. di Margarita e Simeone II, con la stella di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona (Belgio)
  6. ^ Rif. elenco sul sito dell'Ordine Costantiniano, su constantinianorder.org. URL consultato il 28 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2016).
  7. ^ Bollettino Ufficiale di Stato
  8. ^ Dal sito web del Sovrano Militare Ordine di Malta. Archiviato l'8 dicembre 2015 in Internet Archive.
  9. ^ Daily Mail

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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