Taddeo McCarthy

vescovo cattolico irlandese

Taddeo McCarthy (in irlandese: Tadhg Mac Cárthaigh; West Cork, 1455 circa – Ivrea, 24 ottobre 1492) è stato un vescovo cattolico irlandese, che, al termine di notevoli travagli legati all'assegnazione di una cattedra episcopale, trovò la morte ad Ivrea in un ospedale lungo la via francigena.

Beato Taddeo McCarthy
Ritratto e reliquia del Beato nella chiesa di Sant'Antonio abate a Ivrea
 

Vescovo

 
NascitaWest Cork, 1455 circa
MorteIvrea, 24 ottobre 1492
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Beatificazioneda papa Leone XIII nel 1896
Santuario principaleDuomo di Ivrea, cappella di San Sebastiano
Ricorrenza24 ottobre

Il suo sepolcro nel Duomo di Ivrea fu presto oggetto di culto; la sua beatificazione fu confermata solo nel 1896 da papa Leone XIII.

Biografia

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Relativamente poco si sa dei primi anni di vita di Taddeo McCarthy. Nacque a West Cork, attorno al 1455. È probabile che egli appartenesse al clan dei Rabhach McCarthy di Carbery. Sua madre potrebbe essere stata figlia di Edward Fitzmaurice, nono Lord of Kerry. Laurence Rehenan, professore di Storia Ecclesiastica al Maynooth College, suggerisce che egli sia stato educato dai frati francescani di Timoleague (villaggio di County Cork). Sembrerebbe che Taddeo, prima della nomina a vescovo di Ross, occupasse una qualche carica in uno dei tribunali di Roma.

All'età di circa 27 anni, fu nominato vescovo di Ross da papa Sisto IV. Il 3 maggio 1482 Taddeo venne consacrato nella chiesa di Santo Stefano del Cacco a Roma da Stephanus Teglatius (o de Taleazis), arcivescovo di Antivari.

Quando tornò nel Munster, scoprì che la sede vescovile era già occupata da Ugo O'Driscoll, che reclamava di essere stato nominato alla sede nel 1473 dallo stesso papa Sisto. Il vescovo O'Driscoll dichiarò pertanto che Taddeo era un impostore e fece giungere le sue rimostranze alla corte papale. Le vicende vanno inquadrate in quel turbolento periodo storico caratterizzato dalle lotte tra clan rivali: il clan dei McCarthy era costantemente in guerra con la casata anglo-normanna dei Geraldine che aveva invaso il suo territorio; anche il clan degli O'Driscoll di Ross era in lotta con il clan McCarthy[1]. A seguito delle pressioni ricevute dall'Irlanda, nel 1483 papa Sisto scomunicò Taddeo.

Costretto a lasciare la diocesi ed a stabilirsi in un'abbazia cistercense messa a sua disposizione dal vescovo di Clogher, Taddeo decise presto di farsi pellegrino sino a Roma, lungo l'itinerario di Sigerico, per perorare la sua causa.

Due anni dopo papa Innocenzo VIII, pur confermando Ugo O'Driscoll alla cattedra vescovile di Ross, tolse la scomunica e lo destinò alla diocesi unita di Cork e Cloyne: la nomina avvenne il 21 aprile 1490. Tuttavia quando giunse alla nuova sede episcopale trovò che essa era stata usurpata da Gerald FitzGerald, ottavo conte di Kildare. Non riuscendo a farsi riconoscere i propri diritti si dovette rassegnare a far ritorno a Roma per far valere le proprie ragioni presso Innocenzo VIII. Il papa gli affidò alcune lettere nelle quali si ordinava al conte di Kildare e agli altri potentati irlandesi, pena la scomunica, di consentire al vescovo di insediarsi nella sua diocesi.

Presa la strada di ritorno e giunto ad Ivrea, Taddeo, gravemente ammalato, venne accolto nell'Ospedale dei "Vigintiuno" (antico ricovero per i pellegrini che percorrevano la via Francigena), avendo chiesto ospitalità come semplice pellegrino. Ivi morì il 24 ottobre 1492. Solo dopo la sua morte fu trovato nei suoi bagagli l'anello vescovile (a tutt'oggi conservato dal vescovo di Ivrea)[2].

 
L'altare con l'urna funeraria del beato Taddeo McCarthy, Duomo di Ivrea, cappella di San Sebastiano

La storia di Taddeo McCarthy vescovo irlandese, esule e pellegrino, colpì molto la gente di Ivrea e del Canavese: la sua salma, trasportata nel duomo di Ivrea, fu presto oggetto di venerazione e ritenuta fonte di miracoli[3]. Il suo culto venne confermato solo nel 1896 da papa Leone XIII.

Parlando dell'altare che raccoglieva le sue spoglie, il canonico Boggio racconta:

«Ma quello che rese celebre quest'altare [fu] il corpo del beato Taddeo, che, in vista dei miracoli avvenuti al tempo della sua morte, nel 1492, fu collocato sotto la mensa dell'altare stesso, e venerato fin d'allora come il corpo di un santo. A perpetua memoria si era scritto sulla lastra, che faceva da contraltare: Sepulcrum beati Thaddaei episcopi Hiberniae; e sulla parete laterale ad oriente: Tenet hic lapis ossa Thaddaei praesulis Hiberniae geniti de stirpe Hialar. Rimase il sacro corpo sotto quest'altare fino al 1742, quando Mons. De Villa, fattane la ricognizione secondo le prescritte formalità, solennemente lo trasportò nel reliquiario comune presso l'altar maggiore. Spettava poi a Mons. Agostino Richelmy, d'accordo coi Vescovi irlandesi, promuovere la causa per la ricognizione del culto, e preparare le grandiose feste del 1896, dopo che si ottenne da Roma la sentenza favorevole»

Oggi l'urna funeraria è posta sotto l'altare di marmo della prima cappella della navata sinistra.

Galleria d'immagini

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  1. ^ Scheda su "Blessed Thaddeus McCarthy" nel sito della Diocesi Cattolica di Cork e Ross Archiviato il 16 novembre 2011 in Internet Archive. Sito consultato il 05-12-2009
  2. ^ Cfr, "Un Antico ospizio sulla via Francigena" Sito consultato il 05-12-2009
  3. ^ Un resoconto agiografico dell'inizio della venerazione è contenuto in Scheda su "Blessed Thaddeus McCarthy" nel sito delladiocesi di Cork e Ross Archiviato il 16 novembre 2011 in Internet Archive. Sito consultato il 05-12-2009

Bibliografia

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  • C. G. Boggio, Il duomo d'Ivrea, 1926, Ivrea, Scuola Tipografica Artigianelli
  • L. Gaffuri, Attorno alle spoglie di un pellegrino-vescovo: il culto dell’irlandese Taddeo in Ivrea, in Scritti in onore di Girolamo Arnaldi. Offerti dalla Scuola nazionale di studi medioevali, Roma 2001 (Nuovi Studi Storici, 54), pp. 183-215.

Voci correlate

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