Tranvia Pisa-Marina di Pisa
La tranvia Pisa-Marina di Pisa, inaugurata nel 1892, rappresentò il principale strumento di sviluppo dell'abitato della frazione costiera di Pisa. La linea fu sostituita nel 1932 dalla parallela ferrovia elettrica per Tirrenia e Livorno.
Tranvia Pisa-Marina di Pisa | |
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Città | Pisa |
Inizio | Pisa |
Fine | Marina di Pisa |
Inaugurazione | 1892 |
Chiusura | 1932 |
Gestore | PPC - Tranvia Pisa Pontedera Calci |
Lunghezza | 13 km |
Tipo | tranvia |
Scartamento | 1435 mm |
Trasporto pubblico | |
Storia
modificaIl 12 gennaio 1891 la Società Italiana per le Ferrovie Economiche e Tramvie a Vapore della Provincia di Pisa (PPC) presentò domanda al comune di Pisa per la costruzione e l'esercizio di una linea tranviaria che, come prolungamento della Pisa-Pontedera/Calci già in esercizio, avrebbe consentito un collegamento veloce con la frazione di Marina di Pisa. Tale progetto si sarebbe finanziato attraverso l'incremento di valore dei terreni interessati dal nuovo servizio. La relativa convenzione con la PPC, rappresentata dall'ing. Francesco Benedetto Rognetta, fu stipulata il successivo 15 marzo[1].
L'avvio dell'esercizio sul nuovo impianto, costruito in tempi molto brevi, avvenne il 18 giugno 1892[2], in tempo per l'avvio della stagione balneare. Il traffico crebbe in maniera significativa negli anni seguenti, portando ad un'espansione significativa dell'abitato di Marina.
Il traffico si attestò ben presto su livelli molto elevati, tanto da suscitare sulla stampa locale critiche all'indirizzo della PPC, il cui parco trazione era costituito solo da 6 locomotive impiegate anche sulla linea per Pontedera/Calci suscitando qualche problema di disponibilità[1].
Il 5 maggio 1922 la tranvia finì tristemente sui giornali: una travata del ponte metallico descritto in seguito crollò sul sottostante canale di Navicelli durante il passaggio di un treno misto che recava in composizione 4 carri merci carichi di pietrisco. Il crollo causò sfortunatamente una vittima, il frenatore Benedetto Demi[3].
Attivata ormai la parallela ferrovia elettrica per Tirrenia e Livorno, l'esercizio sulla tranvia cessò nel novembre 1932[1].
Caratteristiche
modificaL'opera più significativa della tranvia era senza dubbio il lungo viadotto in ferro che consentiva di superare tanto la darsena del canale dei Navicelli, quanto la ferrovia Genova-Pisa. Tale opera, che caratterizzava fortemente il panorama urbano nella tratta attraversata, era costituita da 10 campate metalliche realizzate dalle Officine Meccaniche di Savigliano. La più lunga di tali campate, che appoggiava direttamente sul bastione Stampace, misurava 30,60 m. L'intera opera di scavalco, che comprendeva anche un tratto di viadotto in muratura con 7 arcate da 10 m ciascuna, aveva una lunghezza di 727,60 m.
Il tracciato della tranvia, fatta eccezione per il suo percorso iniziale, era prevalentemente pianeggiante snodandosi quasi per intero lungo la strada d'argine. Lunga 13,024 km, la sede promiscua risultava di 11,624 km, con curva di raggio minimo di 100 m. Il binario era costituito da rotaie Vignoles da 21 kg/m, sostituite nel 1920 per un breve tratto con altre da 25,4 kg/m.
Presso la stazione capolinea di Marina di Pisa, che veniva raggiunta attraverso un'ampia e caratteristica curva all'interno dell'abitato, era ubicata una piattaforma per la giratura delle locomotive un serbatoio d'acqua per il loro rifornimento.
Percorso
modificaStazioni e fermate | ||||||||
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linea per Pontedera/Calci | |||||||
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Pisa STEFET/Pisa PPC | |||||||
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Deposito PPC | |||||||
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Darsena canale dei Navicelli | |||||||
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Canale dei Navicelli | |||||||
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Ferrovia Pisa-Genova | |||||||
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via Livornese | |||||||
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San Giovanni al Gatano / Scalo industriale | |||||||
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Ponte delle Cascine Tenuta di San Rossore | |||||||
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San Piero a Grado | |||||||
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Cipollini | |||||||
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Bufalotti | |||||||
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La Fornacina | |||||||
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Canale Lamone | |||||||
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Fortino / Bocca d'Arno | |||||||
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CMASA | |||||||
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Rotonda / Piazza delle Baleari | |||||||
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Pineta | |||||||
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Piazza della Gorgona | |||||||
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Marina di Pisa | |||||||
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linea per Livorno |
Superata la stazione di Pisa, non distante dal deposito-officina della rete tranviaria di Pisa e comune con la tranvia per Pontedera e Calci, e lasciato sulla sinistra il deposito ed i fabbricati di servizio, i convogli tranviari diretti a Marina imboccavano un piano inclinato del 10,5 per mille che li conduceva sopra al bastione Stampace. Da qui veniva impegnato il sopra citato viadotto in ferro che caratterizzava il sobborgo di Porta a Mare. Al termine dello stesso, la linea seguiva la via Livornese, con un percorso iniziale in sede propria, fino a raggiungere la strada d'argine dell'Arno, che veniva seguita per quasi l'intero percorso fino a Marina di Pisa.
Nell'ordine, venivano raggiunte la fermata di San Giovanni al Gatano, la stazione di San Piero a Grado, dotata di binario di raddoppio, e la fermata a servizio della tenuta di San Rossore, allora raggiungibile attraverso un ponte sull'Arno (detto ponte dei moccoli) che univa il lungarno D'Annunzio con la località Cascine Nuove.
In corrispondenza della curva che immetteva nell'abitato di Marina di Pisa era presente un raccordo merci a servizio del cantiere navale Gallinari, trasformato in seguito nel noto stabilimento CMASA.
Materiale rotabile
modificaIl materiale motore delle tranvie Pisa-Marina di Pisa e Pisa-Pontedera/Calci era inizialmente costituito da un gruppo di 6 locomotive tranviarie a vapore da 106 kW ordinate appositamente ad Henschel di Kassel e battezzate, come d'uso ai tempi, ciascuna con un nome: in questo caso si trattava di personaggi della storia di Pisa. Una settima unità successivamente prestò servizio sulla Ferrovia Marmifera di Carrara)[1]. Notizie non certe portano a valutare la consistenza del parco locomotive, negli anni a cavallo fra i due secoli, a 10 unità.
Un'undicesima locomotiva, costruita per le Tranvie provinciali di Napoli e successivamente passata alle Ferrovie e Tramvie Vicentine (FTV), prestò servizio sulle tranvie pisane negli anni venti. Le ultime locomotive a vapore in servizio furono demolite fra il 1953 e il 1957[1] ad eccezione della n. 3 Dante Alighieri; quest'ultima, immessa in servizio il 19 settembre 1883, fu ceduta alla tranvia Bologna-Pieve di Cento/Malalbergo (TBPM) ed in seguito, alla chiusura della stessa, prestò servizio presso uno zuccherificio per poi venire acquistata da un gruppo di privati bolognesi[4].
Completavano la dotazione delle tranvie del parco numerose carrozze e carri merci di vario tipo.
Materiale motore - prospetto di sintesi
modificaUnità | Anno di acquisizione | Costruttore | N. costruzione | Tipo | Note |
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1 - Vittorio Emanuele | 1883 | Henschel | 1684 | Locomotiva tranviaria a 2 assi | |
2 - Galileo Galilei | 1883 | Henschel | 1685 | Locomotiva tranviaria a 2 assi | |
3 - Dante Alighieri | 1883 | Henschel | 1868 | Locomotiva tranviaria a 2 assi | Ancora esistente[5] |
3 (II) | 1881 | Krauss | 986 | Locomotiva a 3 assi | soprannominata Vicentina, ex FTV, ex TPN |
4 - Leonardo Fibonacci | 1884 | Henschel | 1687 | Locomotiva tranviaria a 2 assi | |
5 - Alfredo Cappellini | 1884 | Henschel | 1688 | Locomotiva tranviaria a 2 assi | |
6 - Camilla Del Lante | 1884 | Henschel | 1689 | Locomotiva tranviaria a 2 assi | |
7 - Andrea da Pontedera | 1885 | Henschel | Locomotiva a 2 assi | ||
8 - Marina | 1905 | Henschel | 7219 | Locomotiva a 2 assi | |
9 - Nicolò Pisano | 1906 | Henschel | 7220 | Locomotiva a 2 assi | |
Nicolò Machiavelli | 1885 | Henschel | 2038 | Locomotiva a 3 assi |
Note
modifica- ^ a b c d e Betti Carboncini A. & Bedini M. 1986, Livorno e Pisa.
- ^ La Nazione, Firenze, 23 giugno 1892.
- ^ Gazzetta Livornese, n. 106, 7 maggio 1922.
- ^ Notizia si I treni, n. 142, novembre 1993, p. 7.
- ^ La storica locomotiva del Trammino torna a Pisa, in PisaToday, 5 maggio 2021. URL consultato il 6 maggio 2021.
Bibliografia
modifica- Adriano Betti Carboncini e Marco Bedini, Livorno e Pisa, Cortona, Calosci, 1986, ISBN 8877850019.
- Umberto Ascani, La ferrovia elettrica Pisa-Livorno, in Tutto treno, n. 64, aprile 1994, pp. 12–15.
- Michele Quirici, Enrico Agonigi, Pontedera e le strade ferrate. Il tram e il treno, L'Ancora, Fornacette Calcinaia (PI), 1999. ISBN 88-87748-01-2.
- Angelo Uleri, Le tranvie a vapore della Toscana, Alinea, Firenze, 1999. ISBN 88-8125-356-9.
- Annalisa Giovani, Stefano Maggi, Muoversi in Toscana. Ferrovie e trasporti dal Granducato alla Regione, Il Mulino, Bologna, 2005. ISBN 88-15-10814-9.
- Fabio Vasarelli, Il nostro trammino, Bandecchi & Vivaldi, Pisa, 2006.
- Michele Quirici, In città, fuori città, sul mare. Il tram a Pisa tra '800 e '900, in Locus, n. 1, pp. 36–41, 2006. ISSN 1827-7772.
- Giovanni Cornolò, Nico Molino, Locomotive ad Accumulatori, Duegi, Padova, 2007.
- Fabio Vasarelli, Il trammino. Passato, presente e futuro della ferrovia del litorale pisano, ETS, 2012. ISBN 978-88-467-3383-2.
Voci correlate
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