Utente:Brunokito/Sandbox62

XVII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Tipo leggeLegge costituzionale
Proponente62° Congresso degli Stati Uniti del 1912
Promulgazione8 aprile 1913
In vigore4 marzo 1919
Testo
(EN) XVII Emendamento, in The Bill of Rights: A Transcription, National Archives. URL consultato il 21 gennaio 2023.

Il XVII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America (Emendamento XVII) ha stabilito l'elezione diretta dei senatori degli Stati Uniti in ogni Stato. L'emendamento sostituisce l'Articolo I, Sezione 3, Clausole 1 e 2 della Costituzione, in base al quale i senatori erano eletti dalle legislature statali.[1] L'emendamento modifica anche la procedura di copertura dei posti vacanti al Senato, consentendo alle legislature statali di permettere ai loro governatori di effettuare nomine temporanee fino a quando non sarà possibile tenere un'elezione speciale.[2]

L'emendamento è stato proposto dal 62° Congresso nel 1912[3] ed è entrato a far parte della Costituzione l'8 aprile 1913, con la ratifica dei tre quarti (36) delle legislature statali. I senatori in carica non furono interessati fino alla scadenza del loro mandato. La transizione iniziò con due elezioni speciali in Georgia[4] e nel Maryland, per poi entrare nel vivo con le elezioni del novembre 1914;[5] fu completata il 4 marzo 1919, quando entrarono in carica i senatori scelti con le elezioni del novembre 1918.[6]

«Il Senato degli Stati Uniti sarà composto da due senatori per ogni Stato, eletti dal popolo per sei anni; ogni senatore avrà un voto. Gli elettori di ogni Stato dovranno avere i requisiti richiesti per gli elettori del ramo più numeroso delle legislature statali. Quando si verifichino posti vacanti nella rappresentanza di uno Stato al Senato, l'autorità esecutiva di tale Stato emetterà mandati elettorali per coprire tali posti vacanti: A condizione che il legislatore di qualsiasi Stato possa autorizzare l'esecutivo a procedere a nomine temporanee fino a quando il popolo non provveda a coprire i posti vacanti mediante elezioni, come stabilito dal legislatore stesso.

Questo emendamento non potrà essere interpretato in modo da influire sull'elezione o sul mandato di un senatore scelto prima che diventi valido come parte della Costituzione.[7]»

Contesto storico

modifica

Composizione originale

modifica
 
James Wilson fu l'unico membro della Convenzione costituzionale a sostenere l'elezione del Senato degli Stati Uniti con il voto popolare.

In origine, in base all'Articolo I, Sezione 3, Clausole 1 e 2 della Costituzione, ogni legislatura statale[8] eleggeva i senatori del proprio Stato per un mandato di sei anni.[9] Ogni Stato, indipendentemente dalle sue dimensioni, ha diritto a due senatori, come parte del Compromesso del Connecticut[10] tra Stati piccoli e grandi.[11] Questo metodo si contrapponeva alla Camera dei Rappresentanti, un organo eletto dal voto popolare, e fu descritto come una decisione non controversa; all'epoca, James Wilson era l'unico sostenitore dell'elezione popolare del Senato, ma la sua proposta fu bocciata per 10 a 1.[12] Il metodo originario di elezione dei senatori presentava molti vantaggi. Prima della Costituzione, un organismo federale era un organismo in cui gli Stati di fatto non formavano altro che trattati permanenti, con i cittadini che mantenevano la loro fedeltà allo Stato di origine. Tuttavia, con la nuova Costituzione, al governo federale fu concesso un potere sostanzialmente maggiore rispetto al passato. Il fatto che le legislature statali eleggessero i senatori rassicurava gli antifederalisti sul fatto che ci sarebbe stata una certa protezione contro la fagocitazione degli Stati e dei loro poteri da parte del governo federale, fornendo un controllo sul potere del governo federale.[13]

Inoltre, la durata del mandato e l'assenza di elezioni popolari trasformarono il Senato in un organo in grado di contrastare il populismo della Camera. Mentre i rappresentanti operavano in un ciclo biennale di elezioni dirette, rendendoli spesso responsabili nei confronti dei loro elettori, i senatori potevano permettersi di “avere una visione più distaccata delle questioni che venivano sottoposte al Congresso”.[14] Le legislature statali mantenevano il diritto teorico di “istruire” i propri senatori a votare a favore o contro le proposte,[15] dando così agli Stati una rappresentanza sia diretta che indiretta nel governo federale.[16] Il Senato faceva parte di un bicameralismo formale, con i membri del Senato e della Camera responsabili di circoscrizioni elettorali completamente distinte; ciò contribuì a sconfiggere il problema del governo federale soggetto a “interessi particolari”.[17] I membri della Convenzione costituzionale ritenevano che il Senato fosse parallelo alla Camera dei Lord britannica come “camera alta”, contenente gli “uomini migliori” della società, ma migliorato in quanto sarebbero stati scelti coscienziosamente dalle camere alte delle legislature statali per mandati fissi, e non semplicemente ereditati a vita come nel sistema britannico, soggetti all'espansione arbitraria di un monarca. Si sperava che, grazie allo status di senatori, avrebbero fornito una deliberazione più intelligente e una maggiore stabilità rispetto alla Camera dei Rappresentanti.[18]

Problemi

modifica

Those in favor of popular elections for senators believed two primary problems were caused by the original provisions: legislative corruption and electoral deadlocks.[19] There was a sense that senatorial elections were "bought and sold", changing hands for favors and sums of money rather than because of the competence of the candidate. Between 1857 and 1900, the Senate investigated three elections over corruption. In 1900, for example, William A. Clark had his election voided after the Senate concluded that he had bought votes in the Montana legislature. But conservative analysts Bybee and Todd Zywicki believe this concern was largely unfounded; there was a "dearth of hard information" on the subject.[20] In more than a century of legislative elections of U.S. senators, only ten cases were contested for allegations of impropriety.[21]

Electoral deadlocks were another issue. Because state legislatures were charged with deciding whom to appoint as senators, the system relied on their ability to agree. Some states could not, and thus delayed sending senators to Congress; in a few cases, the system broke down to the point where states completely lacked representation in the Senate.[22] Deadlocks started to become an issue in the 1850s, with a deadlocked Indiana legislature allowing a Senate seat to sit vacant for two years.[23] The tipping point came in 1865 with the election of John P. Stockton (D-NJ), which happened after the New Jersey legislature changed its rules regarding the definition of a quorum and was thus by plurality instead of by absolute majority.[24]

In 1866, Congress acted to standardize a two-step process for Senate elections. [25] In the first step, each chamber of the state legislature would meet separately to vote. The following day, the chambers would meet in "joint assembly" to assess the results, and if a majority in both chambers had voted for the same person, he would be elected. If not, the joint assembly would vote for a senator, with each member receiving a vote. If no person received a majority, the joint assembly was required to keep convening every day to take at least one vote until a senator was elected.[26] Nevertheless, between 1891 and 1905, 46 elections were deadlocked across 20 states;[21] in one extreme example, a Senate seat for Delaware went unfilled from 1899 until 1903.[27] The business of holding elections also caused great disruption in the state legislatures, with a full third of the La Camera dei Rappresentanti dell'Oregon sceglie di non prestare giuramento nel 1897, due to a dispute over an open Senate seat. The result was that Oregon's legislature was unable to pass legislation that year.[27]

Zywicki again argues that this was not a serious issue. Deadlocks were a problem, but they were the exception rather than the norm; many legislatures did not deadlock over elections at all. Most of those that did in the 19th century were the newly admitted western states, which suffered from "inexperienced legislatures and weak party discipline ... as western legislatures gained experience, deadlocks became less frequent." While Utah suffered from deadlocks in 1897 and 1899, they became what Zywicki refers to as "a good teaching experience", and Utah never again failed to elect senators.[28] Another concern was that when deadlocks occurred, state legislatures were unable to conduct their other normal business; James Christian Ure, writing in the South Texas Law Review, notes that this did not in fact occur. In a deadlock situation, state legislatures would deal with the matter by holding "one vote at the beginning of the day—then the legislators would continue with their normal affairs".[29]

Eventually, legislative elections held in a state's Senate election years were perceived to have become so dominated by the business of picking senators that the state's choice for senator distracted the electorate from all other pertinent issues.[30] Senator John H. Mitchell noted that the Senate became the "vital issue" in all legislative campaigns, with the policy stances and qualifications of state legislative candidates ignored by voters who were more interested in the indirect Senate election.[31] To remedy this, some state legislatures created "advisory elections" that served as de facto general elections, allowing legislative campaigns to focus on local issues.[31]

Richieste di riforma

modifica
 
William Jennings Bryan campaigned for the popular election of U.S. senators.

Calls for a constitutional amendment regarding Senate elections started in the early 19th century, with Henry R. Storrs in 1826 proposing an amendment to provide for popular election.[32] Similar amendments were introduced in 1829 and 1855, with the "most prominent" proponent being Andrew Johnson, who raised the issue in 1868 and considered the idea's merits "so palpable" that no additional explanation was necessary.[33] As noted above, in the 1860s, there was a major congressional dispute over the issue, with the House and Senate voting to veto the appointment of John P. Stockton to the Senate due to his approval by a plurality of the New Jersey Legislature rather than a majority. In reaction, the Congress passed a bill in July 1866 that required state legislatures to elect senators by an absolute majority.[33]

By the 1890s, support for the introduction of direct election for the Senate had substantially increased, and reformers worked on two fronts. On the first front, the Partito del Popolo incorporated the direct election of senators into its Omaha Platform,[34] adopted in 1892.[35] In 1908, Oregon passed the first law basing the selection of U.S. senators on a popular vote. Oregon was soon followed by Nebraska.[36] Proponents for popular election noted that ten states already had non-binding primaries for Senate candidates,[37] in which the candidates would be voted on by the public, effectively serving as advisory referendums instructing state legislatures how to vote;[37] reformers campaigned for more states to introduce a similar method.

William Randolph Hearst opened a nationwide popular readership for direct election of U.S. senators in a 1906 series of articles using flamboyant language attacking "The Treason of the Senate" in his Cosmopolitan magazine. David Graham Philips, a muckraker, described Nelson Aldrich of Rhode Island as the principal "traitor" among the "scurvy lot" in control of the Senate by theft, perjury, and bribes corrupting the state legislatures to gain election to the Senate. A few state legislatures began to petition the Congress for direct election of senators. By 1893, the House had the two-thirds vote for just such an amendment. However, when the joint resolution reached the Senate, it failed from neglect, as it did again in 1900, 1904 and 1908; each time the House approved the appropriate resolution, and each time it died in the Senate.[38]

On the second national legislative front, reformers worked toward a constitutional amendment, which was strongly supported in the House of Representatives but initially opposed by the Senate. Bybee notes that the state legislatures, which would lose power if the reforms went through, were supportive of the campaign. By 1910, 31 state legislatures had passed resolutions calling for a constitutional amendment allowing direct election, and in the same year ten Republican senators who were opposed to reform were forced out of their seats, acting as a "wake-up call to the Senate".[37]

Reformers included William Jennings Bryan, while opponents counted respected figures such as Elihu Root and George Frisbie Hoar among their number; Root cared so strongly about the issue that after the passage of the Seventeenth Amendment he refused to stand for re‑election to the Senate.[19] Bryan and the reformers argued for popular election through highlighting flaws they saw within the existing system, specifically corruption and electoral deadlocks, and through arousing populist sentiment. Most important was the populist argument; that there was a need to "Awaken, in the senators ... a more acute sense of responsibility to the people", which it was felt they lacked; election through state legislatures was seen as an anachronism that was out of step with the wishes of the American people, and one that had led to the Senate becoming "a sort of aristocratic body—too far removed from the people, beyond their reach, and with no special interest in their welfare".[39] The settlement of the West and continuing absorption of hundreds of thousands of immigrants expanded the sense of "the people".

Hoar replied that "the people" were both a less permanent and a less trusted body than state legislatures, and moving the responsibility for the election of senators to them would see it passing into the hands of a body that "[lasted] but a day" before changing. Other counterarguments were that renowned senators could not have been elected directly and that, since a large number of senators had experience in the House (which was already directly elected), a constitutional amendment would be pointless.[40] The reform was considered by opponents to threaten the rights and independence of the states, who were "sovereign, entitled ... to have a separate branch of Congress ... to which they could send their ambassadors." This was countered by the argument that a change in the mode in which senators were elected would not change their responsibilities.[41]

The Senate freshman class of 1910 brought new hope to the reformers. Fourteen of the thirty newly elected senators had been elected through party primaries, which amounted to popular choice in their states. More than half of the states had some form of primary selection for the Senate. The Senate finally joined the House to submit the Seventeenth Amendment to the states for ratification, nearly ninety years after it first was presented to the Senate in 1826.[42]

By 1912, 239 political parties at both the state and national level had pledged some form of direct election, and 33 states had introduced the use of direct primaries.[43] Twenty-seven states had called for a constitutional convention on the subject, with 31 states needed to reach the threshold; Arizona and New Mexico each achieved statehood that year (bringing the total number of states to 48), and were expected to support the motion. Alabama and Wyoming, already states, had passed resolutions in favor of a convention without formally calling for one.[44]

Proposta e ratifica

modifica

Proposta al Congresso

modifica

In 1911, the House of Representatives passed House Joint Resolution 39 proposing a constitutional amendment for direct election of senators. The original resolution passed by the House contained the following clause:[45]

«I tempi, i luoghi e le modalità di svolgimento delle elezioni dei senatori sono stabiliti in ogni Stato dal governo dello stesso.»

Questa cosiddetta clausola del “pilota da corsa” avrebbe rafforzato i poteri degli Stati sulle elezioni senatoriali e indebolito quelli del Congresso, annullando il potere di quest'ultimo di annullare le leggi statali che influiscono sulle modalità delle elezioni senatoriali.[46]

Dagli anni Novanta del XIX secolo, quasi tutti i neri del Sud e molti bianchi poveri erano stati privati del diritto di voto a causa delle nuove disposizioni delle costituzioni statali, che nella pratica erano discriminatorie. Ciò significava che questi milioni di persone non avevano alcuna rappresentanza politica e la maggior parte del Sud era di fatto uno Stato a partito unico. La “clausola aggiuntiva” intendeva consentire a questi Stati di continuare queste pratiche, al riparo da qualsiasi interferenza federale.

Quando la risoluzione fu presentata al Senato, il senatore Joseph L. Bristow (R-KS) propose un emendamento che eliminava la clausola. L'emendamento fu approvato con 45 voti favorevoli e 44 contrari, dopo che il Vicepresidente Sherman aveva espresso un voto “sì” di spareggio.[47]

La risoluzione emendata fu quindi adottata con un voto di 64 a 24, con quattro non votanti.[48] Quasi un anno dopo, la Camera accettò la modifica. La relazione di conferenza[49] che sarebbe diventata il Diciassettesimo Emendamento fu approvata dal Senato con un voto 42 a 36 il 12 aprile 1912 e dalla Camera 238 a 39, con 110 non votanti, il 13 maggio 1912.

Ratifica da parte degli Stati

modifica
 

     Ratificatore originale dell'emendamento

     Ratificato dopo aver adottato il provvedimento

     Emendamento respinto

     Non è stata presa alcuna decisione in merito all'emendamento

Essendo stato approvato dal Congresso, l'emendamento venne inviato agli Stati per la ratifica e fu ratificato da:[50]

  1. Massachusetts: 22 maggio 1912
  2. Arizona: 3 giugno 1912
  3. Minnesota: 10 giugno 1912
  4. New York: 15 gennaio 1913
  5. Kansas: 17 gennaio 1913
  6. Oregon: 23 gennaio 1913
  7. Carolina del Nord: 25 gennaio 1913
  8. California: 28 gennaio 1913
  9. Michigan: 28 gennaio 1913
  10. Iowa: 30 gennaio 1913
  11. Montana: 30 gennaio 1913
  12. Idaho: 31 gennaio 1913
  13. Virginia Occidentale: 4 febbraio 1913
  14. Colorado: 5 febbraio 1913
  15. Nevada: 6 febbraio 1913
  16. Texas: 7 febbraio 1913
  17. Washington: 7 febbraio 1913
  18. Wyoming: 8 febbraio 1913
  19. Arkansas: 11 febbraio 1913
  20. Maine: 11 febbraio 1913
  21. Illinois: 13 febbraio 1913
  22. Dakota del Nord: 14 febbraio 1913
  23. Wisconsin: 18 febbraio 1913
  24. Indiana: 19 febbraio 1913
  25. New Hampshire: 19 febbraio 1913
  26. Vermont: 19 febbraio 1913
  27. Dakota del Sud: 19 febbraio 1913
  28. Oklahoma: 24 febbraio 1913
  29. Ohio: 25 febbraio 1913
  30. Missouri: 7 marzo 1913
  31. Nuovo Messico: 13 marzo 1913
  32. Nebraska: 14 marzo 1913
  33. New Jersey: 17 marzo 1913
  34. Tennessee: 1 aprile 1913
  35. Pennsylvania: 2 aprile 1913
  36. Connecticut: 8 aprile 1913
    Con 36 Stati che avevano ratificato il Diciassettesimo Emendamento, esso fu certificato dal Segretario di Stato William Jennings Bryan il 31 maggio 1913 come parte della Costituzione.[50] L'emendamento fu successivamente ratificato da:
  37. Louisiana: 11 giugno 1914
  38. Alabama: 11 aprile 2002[51]
  39. Delaware: 1 luglio 2010[52] (dopo aver respinto l'emendamento il 18 marzo 1913)
  40. Maryland: 1 aprile 2012[53][54][55]
  41. Rhode Island: 20 giugno 2014

La legislatura dello Utah respinse l'emendamento il 26 febbraio 1913. La Florida,[N 1] la Georgia, il Kentucky, il Mississippi, la Carolina del Sud e la Virginia non hanno ancora ratificato l'emendamento. L'Alaska e le Hawaii non erano ancora Stati al momento della proposta dell'emendamento e hanno quindi ratificato l'emendamento insieme al resto della Costituzione con l'adesione all'Unione nel 1959.

Effetto

modifica

The Seventeenth Amendment altered the process for electing United States senators and changed the way vacancies would be filled. Originally, the Constitution required state legislatures to fill Senate vacancies.

According to Judge Bybee, the Seventeenth Amendment had a dramatic impact on the political composition of the U.S. Senate.[56] Before the Supreme Court required "one man, one vote" in Reynolds v. Sims (1964),[57] cattiva distribuzione[58] of state legislatures was common. For example, rural counties and cities could be given "equal weight" in the state legislatures, enabling one rural vote to equal 200 city votes. The malapportioned state legislatures would have given the Republicans control of the Senate in the 1916 Senate elections. With direct election, each vote represented equally, the Democrats held their stronghold in the South and offset net Republican gains in the Northeast by picking up new seats in New Mexico, Utah and Wyoming, retaining control of the Senate.[59] Similarly, Bybee believes the Rivoluzione repubblicana of 1994 would not have happened without direct election of Senators; instead, the Democrats would have controlled 70 seats in the Senate to the Republicans' 30.[60]

The reputation of corrupt and arbitrary state legislatures continued to decline as the Senate joined the House of Representatives in implementing popular reforms. Bybee has argued that the amendment led to complete "ignominy" for state legislatures without the buttress of a state-based check on Congress. In the decades following the Seventeenth Amendment, the federal government was enabled to enact progressive measures.[61]. Questo è stato in parte alimentato dai senatori; egli ha scritto nella Northwestern University Law Review:

«La politica, come la natura, aborriva il vuoto, quindi i senatori sentivano la pressione di dover fare qualcosa, cioè emanare leggi. Una volta che i senatori non erano più responsabili e vincolati dalle legislature statali, la funzione di massimizzazione dei senatori era illimitata; i senatori trovavano quasi sempre nel loro interesse procurare la legislazione federale, anche a scapito del controllo statale delle funzioni statali tradizionali.»

Vedi [62] However, Schleiches argues that the separation of state legislatures and the Senate had a beneficial effect on the states, as it led state legislative campaigns to focus on local rather than national issues.[31]

New Deal legislation is another example of expanding federal regulation overruling the state legislatures promoting their local state interests in coal, oil, corn and cotton.[63] Ure agrees, saying that not only is each senator now free to ignore his state's interests, senators "have incentive to use their advice-and-consent powers to install Supreme Court justices who are inclined to increase federal power at the expense of state sovereignty".[64] Over the first half of the 20th century, with a popularly elected Senate confirming nominations, both Republican and Democratic, the Supreme Court began to apply the Bill of Rights to the states, overturning state laws whenever they harmed individual state citizens.[65]. Donald J. Kochan, in un articolo pubblicato sulla Albany Law Review, ha analizzato l'effetto del Diciassettesimo Emendamento sulle decisioni della Corte Suprema in merito alla costituzionalità della legislazione statale. Ha riscontrato una “differenza statisticamente significativa” nel numero di casi di incostituzionalità della legislazione statale prima e dopo l'approvazione del Diciassettesimo Emendamento, con un aumento di sei volte del numero di sentenze di incostituzionalità. Oltre al Diciassettesimo Emendamento, il declino dell'influenza degli Stati seguì anche i cambiamenti economici. Zywicki osserva che i gruppi di interesse di tutti i tipi cominciarono a concentrare gli sforzi sul governo federale, poiché le questioni nazionali non potevano essere gestite influenzando solo alcune legislature statali, con i senatori di maggiore anzianità che presiedevano le principali commissioni. L'autore attribuisce l'aumento della forza dei gruppi di interesse in parte allo sviluppo dell'economia statunitense a livello interstatale e nazionale. Cfr. Zywicki (1997) p. 215. Ure sostiene anche che il Diciassettesimo Emendamento ha portato alla nascita di gruppi di interesse speciali per riempire il vuoto; con i cittadini che sostituiscono i legislatori statali come elettorato del Senato, e con i cittadini che sono meno in grado di controllare le azioni dei loro senatori, il Senato è diventato più suscettibile alle pressioni dei gruppi di interesse, che a loro volta erano più influenti a causa della centralizzazione del potere nel governo federale; un gruppo di interesse non aveva più bisogno di fare pressioni su molte legislature statali, e poteva invece concentrare i suoi sforzi sul governo federale. [66] It aimed to limit the influence of the wealthy.[67]

Copertura dei posti vacanti

modifica

The Seventeenth Amendment requires a governor to call a elezione suppletiva to fill vacancies in the Senate.[68] It also allows a state's legislature to permit its governor to make temporary appointments, which last until a special election is held to fill the vacancy. Currently, all but four states (North Dakota, Oregon, Rhode Island, and Wisconsin) permit such appointments.[69] The Constitution does not set out how the temporary appointee is to be selected.

Prima elezione diretta del Senato

modifica

Oklahoma, admitted to statehood in 1907, chose a senator by legislative election three times: twice in 1907, when admitted, and once in 1908. In 1912, Oklahoma reelected Robert Owen by advisory popular vote.[70]

Oregon held primaries in 1908 in which the parties would run candidates for that position, and the state legislature pledged to choose the winner as the new senator.[71]

New Mexico, admitted to statehood in 1912, chose only its first two senators legislatively. Arizona, admitted to statehood in 1912, chose its first two senators by advisory popular vote. Alaska, and Hawaii, admitted to statehood in 1959, have never chosen a U.S. senator legislatively.[70]

The first election subject to the Seventeenth Amendment was a late election in Georgia held June 15, 1913. Augustus Octavius Bacon was however unopposed.

The first direct elections to the Senate following the Seventeenth Amendment being adopted were:[70]

  • In Maryland, il 4 novembre 1913: elezione speciale di classe 1 a causa di un posto vacante, per un mandato con scadenza nel 1917.
  • In Alabama l'11 maggio 1914: elezioni speciali di classe 3 a causa di un posto vacante, per un mandato con scadenza nel 1915.
  • A livello nazionale nel 1914: Tutti i 32 senatori della terza classe, mandato 1915-1921.
  • A livello nazionale nel 1916: Tutti i 32 senatori di prima classe, mandato 1917-1923.
  • A livello nazionale nel 1918: Tutti i 32 senatori di classe 2, legislatura 1919-1925

Casi giudiziari e controversie interpretative

modifica

In Trinsey v. Pennsylvania (1991),[72][73] the Corte d'Appello degli Stati Uniti per il Terzo Circuito was faced with a situation where, following the death of Senator John Heinz of Pennsylvania, Governor Bob Casey had provided for a replacement and for a special election that did not include a primary.[74] A voter and prospective candidate, John S. Trinsey Jr., argued that the lack of a primary violated the Seventeenth Amendment and his right to vote under the Quattordicesimo emendamento.[75] The Third Circuit rejected these arguments, ruling that the Seventeenth Amendment does not require primaries.[76]

Another subject of analysis is whether statutes restricting the authority of governors to appoint temporary replacements are constitutional. Vikram Amar, writing in the Hastings Constitutional Law Quarterly, claims Wyoming's requirement that its governor fill a senatorial vacancy by nominating a person of the same party as the person who vacated that seat violates the Seventeenth Amendment.[77] This is based on the text of the Seventeenth Amendment, which states that "the legislature of any state may empower the executive thereof to make temporary appointments". The amendment only empowers the legislature to delegate the authority to the governor and, once that authority has been delegated, does not permit the legislature to intervene. The authority is to decide whether the governor shall have the power to appoint temporary senators, not whom the governor may appoint.[78] Sanford Levinson, in his rebuttal to Amar, argues that rather than engaging in a textual interpretation,[79] those examining the meaning of constitutional provisions should interpret them in the fashion that provides the most benefit, and that legislatures' being able to restrict gubernatorial appointment authority provides a substantial benefit to the states.[80]

Sforzi di riforma e abrogazione

modifica

Notwithstanding controversies over the effects of the Seventeenth Amendment, advocates have emerged to reform or repeal the amendment. At the beginning of President Barack Obama's administration in 2009, four sitting Democratic senators left the Senate for executive branch positions: Obama himself (President), Joe Biden (Vice President), Hillary Clinton (Secretary of State), and Ken Salazar (Secretary of the Interior). Controversies developed about the successor appointments made by Illinois governor Rod Blagojevich and New York governor David Paterson. New interest was aroused in abolishing the provision for the Senate appointment by the governor.[81] Accordingly, Senator Russ Feingold of Wisconsin[82] and Representative David Dreier of California proposed an amendment to remove this power; senators John McCain and Dick Durbin became co-sponsors, as did Representative John Conyers.[81]

Some members of the Tea Party movement argued for repealing the Seventeenth Amendment entirely, claiming it would protect diritti degli Stati and reduce the power of the federal government.[83] On March 2, 2016, the Utah legislature approved Senate Joint Resolution n.2 asking Congress to offer an amendment to the United States Constitution that would repeal the Seventeenth Amendment.[84] Dal 2010 no other states had supported such an amendment, and some politicians who had made statements in favor of repealing the amendment had subsequently reversed their position on this.[83]

On July 28, 2017, after Republican senators John McCain, Susan Collins and Lisa Murkowski voted against the Health Care Freedom Act, which would have repealed the Affordable Care Act, former Arkansas governor Mike Huckabee endorsed the repeal of the Seventeenth Amendment. He claimed that senators chosen by state legislatures "will work for their states and respect [the Tenth Amendment]",[85] and also that direct election of senators is a major cause of the "swamp".[86]

In September 2020, Senator Ben Sasse of Nebraska endorsed the repeal of the Seventeenth Amendment in a Wall Street Journal opinion piece.[87][88]

Osservazioni

modifica
  1. ^ All'epoca, l'articolo XVI, sezione 19, della Costituzione della Florida stabiliva che “nessuna Convenzione o legislatura di questo Stato potrà agire su un emendamento della Costituzione degli Stati Uniti proposto dal Congresso ai vari Stati, a meno che tale Convenzione o legislatura non sia stata eletta dopo la presentazione di tale emendamento”. La prima legislatura eletta dopo tale presentazione si riunì solo il 5 aprile 1913. Vedi Fla. Cost. del 1885, Art. III, § 2. A quel punto, l'emendamento era stato ratificato da 35 Stati e, come già detto, sarebbe stato ratificato dal 36° Stato l'8 aprile 1913, circostanza che rendeva superflua qualsiasi azione da parte della legislatura della Florida.
  1. ^ (EN) An Overview of State Legislatures, su www.adea.org. URL consultato il 4 ottobre 2024.
  2. ^ (EN) Special election, su LII / Legal Information Institute. URL consultato il 4 ottobre 2024.
  3. ^ (EN) 62nd Congress (1911-1913), su The Congress Project. URL consultato il 4 ottobre 2024.
  4. ^ (EN) BACON, Augustus Octavius (1839–1914), su Biographical Directory of the U.S. Congress. URL consultato il 24 febbraio 2020 (archiviato il 24 febbraio 2020).
    «è stato il primo senatore degli Stati Uniti eletto con voto popolare dopo la ratifica del 17° emendamento, il 15 luglio 1913.»
  5. ^ (EN) 1914 United States Senate Elections (Strong as a Bull Moose), su Alternative History. URL consultato il 4 ottobre 2024.
  6. ^ (EN) United States Senate Elections, 1918, su www.magersandquinn.com. URL consultato il 4 ottobre 2024.
  7. ^ (EN) The Constitution of the United States Amendments 11–27, su archives.gov, National Archives and Records Administration. URL consultato il 7 gennaio 2011 (archiviato il 26 maggio 2013).
  8. ^ (EN) State Legislature Websites, su http://www.loc.gov/, Biblioteca del Congresso. URL consultato il 23 ottobre 2024.
  9. ^ Zywicki, 1997, p.169
  10. ^ (EN) Connecticut Compromise | Date, Context, & Key Details | Britannica, su www.britannica.com. URL consultato il 23 ottobre 2024.
  11. ^ Vile, 2003, p.404
  12. ^ Zywicki, 1994, p.1013
  13. ^ Bybee, 1997, p.516
  14. ^ Bybee, 1997, p.515
  15. ^ Riker, 1955, p.452
  16. ^ Zywicki, 1994, p.1019
  17. ^ Zywicki, 1997, p.176
  18. ^ Zywicki, 1997, p.180
  19. ^ a b Bybee, 1997, p.538
  20. ^ Bybee, 1997, p.539
  21. ^ a b Zywicki, 1994, p.1022
  22. ^ Bybee, 1997, p.541
  23. ^ (EN) Direct Election of Senators, su United States Senate. URL consultato il 26 giugno 2014 (archiviato il 6 dicembre 2017).
  24. ^ (EN) Schiller et al., luglio 2013, p. 836.
  25. ^ (EN) Una Legge per regolare i tempi e le modalità di svolgimento delle elezioni dei senatori del Congresso, su legislink.org, 25 luglio 1866, cap. 245.
  26. ^ (EN) Schiller et al., luglio 2013, pp. 836–37.
  27. ^ a b Bybee, 1997, p.542
  28. ^ Zywicki, 1994, p.1024
  29. ^ Ure, 2007, p.286
  30. ^ Bybee, 1997, p.543
  31. ^ a b c (EN) David Schleicher, States' Wrongs, in Slate, 27 febbraio 2014. URL consultato il 9 ottobre 2014 (archiviato il 15 ottobre 2014).
  32. ^ (EN) Stephen W. Stathis, Dibattiti storici al Congresso: dalla Dichiarazione d'indipendenza alla guerra in Iraq, CQ Press, 2009, p. 253, ISBN 978-0-87289-976-6, OCLC 232129877, 232129877.
  33. ^ a b Bybee, 1997
  34. ^ (EN) The “Omaha Platform” of the People’s Party (1892) | The American Yawp Reader, su americanyawp.com. URL consultato il 23 ottobre 2024.
  35. ^ (EN) Paul S. Boyer e Melvyn Dubofsky, The Oxford companion to United States history, Oxford University Press, 2001, p. 612, ISBN 978-0-19-508209-8, OCLC 185508759.
  36. ^ "Direct Election of Senators" Archiviato il 6 dicembre 2017 in Internet Archive., United States Senate webpage, Origins and Development—Institutional.
  37. ^ a b c Bybee, 1997, p.537
  38. ^ MacNeil, Neil and Richard A. Baker, The American Senate: An Insider's History 2013, ISBN 978-0-19-536761-4. pp. 22–23.
  39. ^ Bybee, 1997, p.544
  40. ^ Bybee, 1997, p.545
  41. ^ Bybee, 1997, p.546
  42. ^ MacNeil, Neil and Richard A. Baker, The American Senate: An Insider's History 2013, ISBN 978-0-19-536761-4. p. 23.
  43. ^ Rossum, 1999, p.708
  44. ^ Rossum, 1999, p.710
  45. ^ (EN) 17th Amendment: Direct Election of U.S. Senators, su archives.gov, 15 agosto 2016. URL consultato il 3 aprile 2017 (archiviato il 4 aprile 2017).
  46. ^ Zachary Clopton & Steven E. Art, "The Meaning of the Seventeenth Amendment and a Century of State Defiance" Archiviato il 4 aprile 2017 in Internet Archive., 107 Northwestern University Law Review 1181 (2013), pp. 1191–1192
  47. ^ Proceedings of the US Senate, 12 giugno 1911. Congressional Record, vol. 47, pt. 2, pg. 1923.
  48. ^ (EN) 17th Amendment to the U.S. Constitution: Direct Election of U.S. Senators, su archives.gov, 15 agosto 2016. URL consultato il 3 aprile 2017 (archiviato il 28 aprile 2017).
  49. ^ (EN) FQS, Information on Conference Reports-Forum Qualitative Sozialforschung-Forum: Qualitative Social Research, su www.qualitative-research.net. URL consultato il 23 ottobre 2024.
    «Nel Congresso degli Stati Uniti, la relazione di conferenza si riferisce alla versione finale di un disegno di legge che viene negoziata tra la Camera dei rappresentanti e il Senato attraverso una commissione di conferenza. Questo rapporto è fondamentale per risolvere le differenze tra le versioni di un disegno di legge delle due camere, assicurando che un testo legislativo unificato e coerente possa essere presentato per l'approvazione finale. Viene stampata e presentata a ciascuna camera per le sue considerazioni, come l'approvazione o la disapprovazione. Contiene una dichiarazione dei responsabili, una spiegazione dell'accordo sezione per sezione.»
  50. ^ a b (EN) James J. Kilpatrick (a cura di), The Constitution of the United States and Amendments Thereto, Virginia Commission on Constitutional Government, 1961, p. 49.
  51. ^ (EN) POM-309 (PDF), in Volume 148: Congressional Record, Risoluzione congiunta della Camera dei Deputati n. 12, “Risoluzione congiunta che la legislatura dello Stato dell'Alabama ha adottato in merito alla ratifica del diciassettesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti”., 26 settembre 2002, p. 18241: edizione definitiva, rilegata e pagina S9419: edizione preliminare, con copertina morbida. URL consultato il 10 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2013).
  52. ^ (EN) Ratifica formale del 17° Emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti che prevede l'elezione popolare dei senatori al Senato degli Stati Uniti., su legis.delaware.gov, State of Delaware. URL consultato il 9 febbraio 2015 (archiviato il 10 febbraio 2015).
  53. ^ (EN) Senate Joint Resolution 2, 1º aprile 2012. URL consultato il 29 aprile 2012 (archiviato il 14 dicembre 2013).
  54. ^ (EN) House Joint Resolution 3, 1º aprile 2012. URL consultato il 29 aprile 2012 (archiviato il 14 dicembre 2013).
  55. ^ (EN) Bills signing May 22, 2012 (PDF), 22 maggio 2012. URL consultato il 23 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2013).
  56. ^ Bybee, 1997, p.552
  57. ^ (EN) Reynolds v. Sims, 377 U.S. 533 (1964), su justia.com.
  58. ^ (EN) Definition of MALAPPORTIONED, su www.merriam-webster.com. URL consultato il 23 ottobre 2024.
  59. ^ Bybee, 1997, p.552
  60. ^ Bybee, 1997, p.553
  61. ^ Bybee, 1997, p.535
  62. ^ Bybee, 1997, p.536
  63. ^ Rossum, 1999, p.715
  64. ^ Ure, 2007, p.288
  65. ^ Kochan, 2003, p.1053
  66. ^ Ure, 2007, p.293
  67. ^ (EN) Richard L. Berke, Money Talks; Don't Discount the Fat Cats, in The New York Times, 17 febbraio 2002. URL consultato il 13 febbraio 2021.
  68. ^ Vile, 2010, p.197
  69. ^ (EN) Thomas H. Neale, U.S. Senate Vacancies: Contemporary Developments and Perspectives (PDF), su fas.org, Congressional Research Service, 12 aprile 2018. URL consultato il 13 ottobre 2018 (archiviato il 5 giugno 2018). Ospitato su fas.org.
  70. ^ a b c (EN) Dubin, Michael J., United States Congressional elections, 1788–1997: the official results of the elections of the 1st through 105th Congresses, Jefferson, NC, McFarland & Co., 1998, ISBN 0-7864-0283-0.
  71. ^ (EN) Speech to the People of Washington by Senator Jonathan Bourne Jr. of Oregon, n.d., su visitthecapitol.gov, U.S. Capitol Visitor Center. URL consultato il 22 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2022).
  72. ^ (EN) Trinsey v. Pennsylvania, 766 U.S. 1338 (1991), su justia.com.
  73. ^ (EN) Trinsey v. Pennsylvania, su casetext.com, vol. 941, 941 F.2d 224 (3d Cir. 1991), 1991.
  74. ^ Gold, 1992, p.202
  75. ^ Novakovic, 1992, p.940
  76. ^ Novakovic, 1992, p.945
  77. ^ Amar, 2008, p.728
  78. ^ Amar, 2008, pp.729–30
  79. ^ (EN) The English Inventory - Textual Interpretation, su www.englishinventory.com. URL consultato il 23 ottobre 2024.
  80. ^ Levinson, 2008, pp.718–9
  81. ^ a b (EN) Carl Hulse, New Idea on Capitol Hill: To Join Senate, Get Votes, in The New York Times, 10 marzo 2009. URL consultato il 19 settembre 2011 (archiviato il 30 agosto 2011).
  82. ^ (EN) S.J.Res.7—A joint resolution proposing an amendment to the Constitution of the United States relative to the election of Senators., su beta.congress.gov, 6 agosto 2009. URL consultato il 15 giugno 2014 (archiviato il 15 giugno 2014).
  83. ^ a b (EN) David Firestone, So You Still Want to Choose Your Senator?, in The New York Times, 31 maggio 2010. URL consultato il 19 settembre 2011 (archiviato il 13 gennaio 2012).
  84. ^ (EN) SJR002, su le.utah.gov, State of Utah. URL consultato il 22 marzo 2016 (archiviato il 29 marzo 2016).
  85. ^ (EN) Il governatore Mike Huckabee su Twitter: È ora di abrogare il 17° emendamento. I fondatori avevano ragione: i senatori sono scelti dalle legislature statali. Lavoreranno per i loro Stati e rispetteranno il 10° emendamento”., su twitter.com. URL consultato il 27 settembre 2020 (archiviato il 4 ottobre 2020).
  86. ^ (EN) Direct election of Senate, su twitter.com. URL consultato il 27 settembre 2020 (archiviato il 25 novembre 2020).
    «Ignorance of history of 17th Amendment is revealed by response to my earlier Tweet. Direct election of Senate is major cause of #swamp.»
  87. ^ (EN) Ben Sasse Calls for Repealing 17th Amendment, Eliminating Popular-Vote Senate Elections, in National Review, 9 settembre 2020. URL consultato il 22 settembre 2020 (archiviato il 28 settembre 2020).
  88. ^ (EN) Ben Sasse, Opinion | Make the Senate Great Again, in Wall Street Journal, 8 settembre 2020, ISSN 0099-9660 (WC · ACNP). URL consultato il 27 agosto 2023.

Bibliografia

modifica
  • (EN) Vikram David Amar, Are Statutes Constraining Gubernatorial Power to Make Temporary Appointments to the United States Senate Constitutional Under the Seventeenth Amendment?, in Hastings Constitutional Law Quarterly, vol. 35, 4ª ed., University of California, Hastings College of the Law, 2008, ISSN 0094-5617 (WC · ACNP), SSRN 1103590.
  • (EN) Jay S. Bybee, Ulysses at the Mast: Democracy, Federalism, and the Sirens' Song of the Seventeenth Amendment, in Northwestern University Law Review, vol. 91, 1ª ed., Northwestern University School of Law, 1997, ISSN 0029-3571 (WC · ACNP).
  • (EN) Kevin M. Gold, Trinsey v. Pennsylvania: State Discretion to Regulate United States Senate Vacancy, in Widener Journal of Law and Public Policy, vol. 2, 1ª ed., Widener University School of Law, 1992, ISSN 1064-5012 (WC · ACNP).
  • (EN) George Henry Haynes, The Election of Senators, a cura di Ralph Curtis Ringwalt, H. Holt, 1912.
  • (EN) Christopher Hyde Hoebeke, The road to mass democracy: original intent and the Seventeenth Amendment, Transaction Publishers, 1995, ISBN 1-56000-217-4.
  • (EN) Donald J. Kochan, State Laws and the Independent Judiciary: An Analysis of the Effects of the Seventeenth Amendment on the Number of Supreme Court Cases Holding State Laws Unconstitutional, in Albany Law Review, vol. 66, 1ª ed., 2003, ISSN 0002-4678 (WC · ACNP), SSRN 907518.
  • (EN) Sanford Levinson, Political Party and Senatorial Succession: A Response to Vikram Amar on How Best to Interpret the Seventeenth Amendment, in Hastings Constitutional Law Quarterly, vol. 35, 4ª ed., University of California, Hastings College of the Law, 2008, ISSN 0094-5617 (WC · ACNP).
  • (EN) Michael B. Novakovic, Constitutional Law: Filling Senate Vacancies, in Villanova Law Review, vol. 37, 1ª ed., Villanova University School of Law, 1992, ISSN 0042-6229 (WC · ACNP).
  • (EN) William H. Riker, The Senate and American Federalism, in American Political Science Review, vol. 49, 2ª ed., American Political Science Association, 1955, pp. 452–469, DOI:10.2307/1951814, ISSN 0003-0554 (WC · ACNP), JSTOR 1951814.
  • (EN) Ralph A. Rossum, The Irony of Constitutional Democracy: Federalism, the Supreme Court, and the Seventeenth Amendment, in San Diego Law Review, vol. 36, 3ª ed., University of San Diego School of Law, 1999, ISSN 0886-3210 (WC · ACNP).
  • (EN) Mark Tushnet, The Constitution of the United States of America: A Contextual Analysis, Hart Publishing, 2010, ISBN 978-1-84113-738-4.
  • (EN) James Christian Ure, You Scratch My Back and I'll Scratch Yours: Why the Federal Marriage Amendment Should Also Repeal the Seventeenth Amendment, in South Texas Law Review, vol. 49, 1ª ed., South Texas College of Law, 2007, ISSN 1052-343X (WC · ACNP).
  • (EN) John R. Vile, Encyclopedia of constitutional amendments, proposed amendments, and amending issues, 1789–2002, 2ª ed., ABC-CLIO, 2003, ISBN 978-1-85109-428-8.
  • (EN) John R. Vile, A companion to the United States Constitution and its amendments, 5ª ed., ABC-CLIO, 2010, ISBN 978-0-313-38008-2.
  • (EN) Todd J. Zywicki, Senators and Special Interests: A Public Choice Analysis of the Seventeenth Amendment (PDF), in Oregon Law Review, vol. 73, 1ª ed., University of Oregon School of Law, 1994, ISSN 0196-2043 (WC · ACNP).
  • (EN) Todd J. Zywicki, Beyond the Shell and Husk of History: The History of the Seventeenth Amendment and its Implications for Current Reform Proposals (PDF), in Cleveland State Law Review, vol. 45, 1ª ed., Cleveland-Marshall College of Law, 1997, ISSN 0009-8876 (WC · ACNP).
  • (EN) Wendy J. Schiller, Charles Stewart III, The 100th Anniversary of the 17th Amendment: A Promise Unfulfilled?, Issues in Governance Studies, n. 59, maggio 2013.
  • (EN) Wendy J. Schiller, Charles Stewart e Benjamin Xiong, U.S. Senate Elections before the 17th Amendment: Political Party Cohesion and Conflict 1871–1913, in The Journal of Politics, vol. 75, 3ª ed., luglio 2013, pp. 835–847, DOI:10.1017/S0022381613000479.

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica

{{Ussc|volume=|pagina=|anno=|fonte=|nome=|accesso=}}

  NODES
eth 3
orte 8
see 3
Story 7
twitter 3