Amadeo Bordiga

politico italiano, fondatore e primo segretario generale del Partito Comunista Italiano (1889-1970)

Amadeo Bordiga (1889 – 1970), politico italiano.

Amadeo Bordiga

Citazioni di Amadeo Bordiga

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  • Dopo certi risultati della tattica sindacalista ogni rivoluzionario cosciente deve riconoscere la necessità della esistenza di un partito.[1]
  • Il movimento rivoluzionario scevro da servile ammirazione del mondo libero americano, da soggezione alla corruzione moscovita, da vulnerabilità alla lue tremenda dell'opportunismo, risorgerà solo in quanto ritroverà la radicale piattaforma originaria marxista, e sulla decisa formula che il socialismo, per suo contenuto, supera, nega e disonora come concetti adatti alla difesa e conservazione del capitalismo la libertà, la democrazia, il parlamentarismo elettivo, la suprema menzogna e risorsa controrivoluzionaria di rivendicare uno Stato inerte e neutrale davanti agli interessi delle classi ed alle proposte dei partiti, e quindi alla balorda libertà delle opinioni – essendo un tale Stato e una tale libertà mostruose invenzioni che la storia non ha mai conosciute e mai conoscerà.[2]
  • La dialettica di Marx è la più potente forza di distruzione. I filosofi si affannavano a costruire teoremi. I rivoluzionari dialettici distruggono con la forza le forme consolidate, che vogliono sbarrare la strada all'avvenire. La dialettica è l'arma per spezzare le barriere, rotte le quali è rotto l'incanto della eterna immutabilità delle forme del pensiero, che si svelano come incessantemente mutevoli, si plasmano sul mutamento rivoluzionario delle forme sociali.[3]
  • La liberazione delle coscienze dagli ammassi delle vecchie superstizioni non è affare di educazionismo propagandistico ma soprattutto di forza. La violenza non solo è un agente economico, ma un professore di filosofia.[4]
  • La scuola del benessere [welfare], con la sua pretesa che l'assorbimento individuale di consumo possa salire oltre ogni limite, gonfiando le poche ore, che il lavoro obbligato e il riposo lasciano a ciascuno, di passi e riti e morbose follie parimenti obbligate, esprime in realtà il malessere di una società in rovina, e volendo scrivere le leggi della sua sopravvivenza non fa che confermare il decorso, forse ineguale, ma inesorabile, della sua orribile agonia.[5]
  • Non si creano né i partiti né le rivoluzioni. Si dirigono i partiti e le rivoluzioni, nella unificazione delle utili esperienze rivoluzionarie internazionali.[6]
  • Quando la catastrofe distrugge abitazioni coltivazioni e fabbriche e piomba nella inattività popolazioni lavoratrici, essa indubbiamente distrugge una ricchezza. Ma non è possibile rimediarvi con un prelievo sulla ricchezza altrove esistente, come con la miserabile operazione di razzolare in giro pastrani vecchi, quando la propaganda, raccolta e trasporto costano assai più del valore del logoro indumento.
    Quella ricchezza sparita era accumulo di lavoro passato, secolare. Per eliminare l'effetto della catastrofe occorre una massa enorme di lavoro attuale, vivente. Se quindi della ricchezza diamo la definizione non astratta, ma concreta e sociale, essa ci appare come il diritto in certi individui formanti la classe dominante di prelevare sul lavoro vivo e contemporaneo. Nella nuova mobilitazione di lavoro si formeranno nuovi redditi e nuova ricchezza privilegiata; e l'economia capitalista non offre nessun mezzo di «spostare» ricchezza altrove accumulata per sanare il vuoto fatto in quella sarda o veneta, come non si potrebbe pigliar pari pari gli argini del Tevere per ristabilire quelli inghiottiti dal Po.
    Ecco perché è una cretinata l'idea di fare un prelievo patrimoniale contro i titolari di campi e case e officine intatti, per ripristinare quelli sconvolti.
    Centro del capitalismo non è la titolarità su tali immobili, ma un tipo di economia che consente prelievo e profitto su quanto in cicli incessanti crea il lavoro dell'uomo, e subordina a quel prelievo l'impiego di questo lavoro.[7]
  • Vi è anche un modo di leggere i libri che è simile a quello con cui lo scassinatore sfoglia i pacchi di biglietti da mille.[8]

Citazioni su Amadeo Bordiga

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  • Bordiga vive oggi tranquillamente in Italia come una canaglia trotskista, protetto dalla polizia e dai fascisti, odiato dagli operai come deve essere odiato un traditore. (Palmiro Togliatti)
  • Un caro amicone, freddo quando entrava nella politica, ma allegro, pieno di espansività anche nel lavoro. (Umberto Terracini)
  • Una creatura molto simpatica, molto settaria: iscritti pochi, ma sicuri, affermava, e che non perdono tempo a dibattere. Quando c'è un ordine si obbedisce e si agisce. (Camilla Ravera)
  1. Da L'Avanguardia, 20 luglio 1913.
  2. Da I fondamenti del Comunismo Rivoluzionario, Edizioni "Il programma comunista".
  3. Da Sul metodo dialettico; in Prometeo, n. 1, 1950.
  4. Da Marxismo e «persona umana», Sul filo del tempo, XXII; in Battaglia Comunista, n. 34, 1949.
  5. Da Vulcano della produzione o palude del mercato?; in Il Programma Comunista, 1954, nn. 13 ÷ 19.
  6. Da Partito e azione di classe, in Rassegna Comunista, anno 1, n. 4, 31 maggio 1921.
  7. Da Omicidio dei morti, Sul filo del tempo, LXXXIV; in Battaglia Comunista, n. 24, 19-31 dicembre 1951.
  8. Da La batracomiomachia, Sul filo del tempo, CXV; in Il Programma Comunista, 1953, n. 10.

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