Barocco

movimento culturale

Citazioni sul barocco.

Roma: Estasi di santa Teresa d'Avila, scultura barocca di Gian Lorenzo Bernini
  • Anche negli interni barocchi, come e più che in quelli gotici, il senso spaziale è soverchiato dal senso coloristico e di movimento. Non bastandogli di violentare le pareti e gli architravi rettilinei, che si incurvano come compressi, con un risultato dinamico e coloristico vivacissimo, il barocco ha sentito il bisogno di inventare la pianta ovale, assai più movimentata che quella circolare, già di per sé tanto più mossa che la quadrangolare, quanto la sfera può esserlo rispetto al cubo. (Matteo Marangoni)
  • Barocco è il superlativo del bizzarro, l'eccesso del ridicolo. (Francesco Milizia)
  • Checché ne dicano i suoi esaltatori, il barocco è aria fritta. Fritta – qualche volta – benissimo, con grande maestria, ma sempre inficiata dal virtuosismo di mestiere. Le manca l'anima. Ed anzi è proprio per nascondere questo vuoto che si abbandona a quell'orgia di forme e di colori, a quella teatralità di sfondi, a quei contorsionismi muscolari nella scultura, a quella solennità scenografica nell'architettura. (Indro Montanelli e Roberto Gervaso)
  • È strano che molte etichette di cui ci serviamo per indicare uno stile fossero in origine termini spregiativi. [...] Il termine «barocco» fu impiegato più tardi dai critici che, scesi in campo contro le tendenze secentesche, volevano sottolinearne l'aspetto ridicolo. Barocco in realtà significa assurdo o grottesco, e fu usato da chi sosteneva l'opinione che le forme classiche si dovessero usare o combinare solo nei modi adottati dai greci e dai romani. (Ernst Gombrich)
  • Il barocco è un'arte ricca che nasce nei Paesi poveri. Non a caso la sua culla sono l'Italia e la Spagna. (Indro Montanelli e Roberto Gervaso)
  • Il barocco è una reazione «coloristica» e fantastica alla «forma» e al razionalismo rinascimentale, col quale come spirito non ha niente di comune. (Matteo Marangoni)
  • L'architettura, che con termine ingiustamente dispregiativo noi diciamo barocca non è, a veder bene, che la logica naturale evoluzione della cinquecentesca, non dissimile da quella che era apparsa nell'architettura imperiale romana, causata dalla stanchezza delle forme semplici, dalla ricerca degli effetti grandiosi e nuovi. Ma la invenzione immaginosa non abbandona il freno delle norme in cui si concreta e si schematizza la grande tradizione nostra, dalla quale anche i più arditi novatori, come il Borromini, si dicono seguaci. Soltanto, la composizione ritmica diviene più complessa e fa capo a più figure fondamentali, simile a polifonia che si sostituisce alla limpidezza semplice del canto del Palestrina. (Gustavo Giovannoni)
  • "La maraviglia" ecco il sentimento prevalente cui corrispose il barocco. (Corrado Ricci)
  • La negazione più assoluta dell'ideale estetico barocco [...] doveva formularla l'estetica razionalista: di quel razionalismo che insieme con la storia, o almeno con una storia concepita come nostalgia e proiezione in avanti alla maniera neoclassica, doveva rifiutare anche la natura, non importa se la natura graziosa rococò o quella appassionata dell'ormai prossimo romanticismo: ed asserire una discontinuità di uomo e natura, rimettendo in onore, e spingendo agli estremi, certi lontani insegnamenti cartesiani. (Rosario Assunto)
  • La storia, o cronistoria, della polemica contro il barocco, condotta nel Settecento (ma anche prima, come vedremo; e dopo ...) all'insegna del classicismo in quanto determinazione storica della categoria estetica, coincide, si può dire, con la storia stessa del vocabolo «barocco», sostantivo e aggettivo, nel senso che, per la nostra lingua, doveva essere codificato, tra il 1830 e il 1860, nel Dizionario di Tommaseo-Bellini — «... quello Stile goffo e bizzarro che incominciò a prevalere alla fine del Secolo XVI e durò quasi tutto il XVIII...». (Rosario Assunto)
  • Le accuse di falsità e di pazzia date al barocco oggi vanno ripudiate. Esse nacquero nel momento in cui il sovrabbondante, ma poderoso stile, durato più che due secoli, venne a nausea. Riconosciamo esser appunto la stanchezza delle forme troppo usate la benefica causa per cui nel campo delle arti belle le società camminano e, cercando nuovi aspetti, ci danno nuove felicità; ma, passato il momento della reazione, anzi dell'odio, la critica e la storia debbono riprendere la loro misura e la loro missione di giustizia. (Corrado Ricci)
  • Machar[1] trovò a Roma la classicità. È strano. Per quanto mi riguarda, vi ho trovato principalmente il barocco. Il Colosseo è barocco. Tutta la Roma imperiale è interamente barocca. Poi arrivò il cristianesimo e in un attimo pose fine al barocco imperiale. Di conseguenza, Roma si addormentò artisticamente, si svegliò solo alla prima occasione, quando glielo permisero le strette briglie che le aveva messo il cristianesimo, e quando poté ribollire in una nuova ondata di barocco, questa volta nel segno del papato. (Karel Čapek)
  • Nel barocco l'arte non è stata, in fondo, se non la manifestazione sensibile dell'indirizzo storico del Cattolicismo e sopra tutto di quello preso dal Papato dopo Trento. (Giacomo Barzellotti)
  • Ora che si è, nella critica e nel pubblico gusto, rivalutato il periodo barocco, si è visto che è desso l'ultimo tempo in cui si è avuto un vero stile architettonico, padrone dei suoi principi e dei suoi mezzi, ancora aderente alla classica tradizione, ancora rispettoso dei concetti elementari di proporzione ereditati, attraverso i trattati diffusissimi, dal periodo precedente, ma libero, vivace, compatto nel collegamento delle varie arti, unite in un solo pensiero, in una energia unica. (Gustavo Giovannoni)
  • Se si guardano attentamente, sopra tutto nella parte decorativa che vi primeggia, i più tra i monumenti di Roma papale, ci si sente quello che il barocco esprime nella storia dell'arte, e che ha sua ragione più intima nella vita e nella cultura italiana de' due ultimi secoli: lo sforzo ingegnoso, spesso anche geniale, ma pur sempre lo sforzo del produrre, accumulando, mettendo l'una accanto all' altra le forme più varie e i segni sensibili, quell'impressione del bello e del grandioso che ormai il sentimento e la fantasia non colgono più immediatamente nell'unica loro espressione appropriata e più vera: l'efficacia dell'arte, cercata faticosamente nella quantità e nel lusso, più che nella qualità e nell'elegante semplicità de' mezzi; in scultura e in pittura, nel moto tutto esteriore dei corpi più che nella correttezza del disegno; in letteratura, nella vuota pompa rettorica del periodo e delle figure; – ciò che in ognuna di queste arti e nell'animo e nella vita contemporanea del nostro popolo attesta un gran difetto d'intima fede, di fini e ideali certi, chiaramente intuiti, fortemente consentiti. (Giacomo Barzellotti)
  • Se volete avere un'idea complessiva di quell'epoca [la fine del Seicento] odiosamente barocca, guardate di quali immagini, di quali simboli, di quali forme, circondavano il luogo dell'ultimo riposo; di quale immenso catafalco di pesanti vanità e di dorate menzogne volevan coperti i loro nobili scheletri! Non vi è grande chiesa di Roma, di Napoli, di Venezia, di Milano e di Firenze, che non sia profanata (è la vera parola) da uno di questi monumenti pomposi della vanità impotente, e della ridicola adulazione. Sono ammassi di marmo e di stucco dorato, cariatidi di Mori orribili in marmo nero, draghi impossibili che sorreggono un barocco sarcofago, e sopra, in alto, l'eroe guerriero o magistrato o erudito, in armi o in toga, ma sempre in parrucca, stendente il braccio con un gesto di attore applaudito, sotto un gran tendone di marmo giallo o sanguigno. Ai suoi lati, figure allegoriche vestite alla Romana, la Virtù, il Valore, la Vittoria, la Giustizia con le solite bilance da droghiere, la Fama con la solita tromba di saltimbanco, gesticolano e si contorcono come prese da un attacco di epilessia. La iscrizione in pomposo latino, incisa a lettere cubitali, è anche più barocca del monumento. (Enrico Nencioni)
  • Subito dopo le prime opere del Bernini, e lui ancor vivente, il barocco trionfò, divenuto un contagioso delirio, nelle lettere, nelle arti e nella vita: nei poemi, nei drammi, negli edifizi, nelle statue, nei quadri, nel lusso, negli spettacoli, nelle mode, nelle questioni d'onore, nel cerimoniale, a Corte, in chiesa, nei conventi, in casa, dappertutto. Chiese e palazzi a piante poligone, come il San Francesco di Paola in Milano, che rappresenta un violoncello; colonne festonate e bistorte, un perpetuo aborrire dalle linee rette, ondulazioni che danno il capogiro, come se i marmi patissero di convulsioni; frontespizi rotti, e sul loro pendio santi e angeli coricati; figure sedenti sui cornicioni a gambe spenzolate, che è una passione a vederle... (Enrico Nencioni)
  • "Barocco" rimane ancor oggi, dopo un'annosissima questione sul modo d'intenderne il significato, un termine sfuggente, un termine da gran disputa.
    Sono ormai quasi due secoli che se ne parla; e la questione ha toccato anche punte di oziosissimo discorso, fino ad apparire tutta dilatata e gonfia, inturgidita, contorta e piena di svolazzi, come per l'appunto è il peggior Barocco, anzi il Barocco più falso e più vuoto di significato. Così è avvenuto che la disputa sul Barocco, snervata da eccessi di eleganza e di paradossalità, si dovesse offrire come una costruzione incredibilmente falso-barocca.
  • Esso [il barocco] non è solo un ideale d'arte, ma anche un ideale di vita. Per questo, in esso, la riscoperta funzionalità dell'arte appare così strettamente legata con l'infinita dinamicità e con l'irrazionale contraddittorietà della vita.
  • L'arte barocca italiana è nata, quasi per un'improvvisa esplosione (come chiaramente han detto da tempo noti storici italiani dell'arte), dalla generazione artistica del 1630: cioè a dire, da un gruppo di audaci e geniali giovani, allora sui trent'anni, che facevan capo a Bernini, a Borromini e a Pietro da Cortona.
  • Cronologicamente e stilisticamente, la scuola michelangiolesca rappresenta la anticamera [del barocco].
  • Dopo Michelangelo la scoltura, per dir come dicono tutti, si imbarocchisce, cioè non cerca più il bello, ma il bizzarro, lo stravagante: – i muscoli delle figure si gonfiano, i manti onde sono vestite si avvolgono, si ripiegano goffamente; la personalità soverchia s'impone alla riproduzione del vero.
  • Il barocco, perché sia veramente tale, bisogna che innalzi[2] la ricchezza qualche volta ammucchiata piucché ordinata; bisogna che la innalzi alla maggiore potenza la quale si sostiene e si coordina ed appaga l'occhio in un effetto generale. Come se un grande decoratore vedesse tutto, dirigesse tutto ad onorare la sua dote più alta: la inesauribilità.
  • Stile della ricchezza, della maestà pomposa, il barocco; e stile dell'amabilità elegante il roccoccò, il Secento e il Settecento. Essi non vantano un organismo statico proprio come il greco o il gotico, e prolungano il rinascimento cuoprendolo di curve, spezzando le cornici, tagliando i frontoni in una gioia di linee irrefrenabile e dilagano, stimolando, la libera fantasia. Stile decorativo, il barocco e il roccoccò, intende a meravigliare, a sbalordire.
  1. Josef Svatopluk Machar (1864 – 1942), poeta e saggista ceco.
  2. Nel testo "inalzi".

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Idea 5
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