Corrado Formigli

giornalista e conduttore televisivo italiano

Corrado Formigli (1968 – vivente), giornalista e conduttore televisivo italiano.

Corrado Formigli (2014)

Citazioni di Corrado Formigli

modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Parlo come papà. Credo che i bambini percepiscano soprattutto l'amore, non importa di che sesso siano i genitori. Certo, nel caso di un bambino adottato servono delle accortezze in più. I genitori dovranno raccontargli in modo equilibrato e attento cosa significa l'amore tra due persone dello stesso sesso e il loro desiderio di avere un figlio. Ma penso che una coppia gay che vuole adottare su questo abbia già riflettuto a lungo.[1]
  • [Marco Pannella] Se solo un decimo dei consensi che ha avuto da malato li avesse avuti prima, l'Italia sarebbe un paese migliore. Grazie soprattutto a lui alcune battaglie sono state vinte: divorzio e aborto su tutte. Un'altra, quella sulle unioni civili, se avesse potuto combatterla in prima linea ci avrebbe dato una legge più coraggiosa. Se ne va prima di aver visto nascere una nazione veramente moderna, dove il testamento biologico è norma, l'eutanasia un diritto, la legalizzazione delle droghe leggere un'ovvia e severa risposta alla criminalità organizzata. Marco è stato un grande, insopportabile combattente sempre dalla parte del torto. Un torto tutto apparente, come quando, nel 2003, chiese di risparmiare la vita di Saddam Hussein, la cui morte ha alimentato i futuri estremisti. Oppure quando, per tutta la vita, ha lottato contro l'indecente e sistematica violazione del principio costituzionale secondo il quale il carcere deve rieducare e non solo affliggere i detenuti. Carissimo Marco, volevi un paese laico e libertario. Lo hai lasciato troppo presto, ma quello che hai seminato un giorno fiorirà.[2]
  • Oggi l'obiettivo dello Stato islamico è la nostra implosione sociale. La sua speranza è che la crisi dell'accoglienza faccia da detonatore. Il califfo ha una logica stringente e una spiccata propensione per l'autolesionismo occidentale. Tifa per il suprematismo bianco, il parrucchino di Donald Trump, le banlieue in fiamme, le leggi speciali, le carceri nel deserto, le comunità chiuse, le moschee vietate, i burkini al bando. In tre parole: lo «scontro di civiltà». Concederglielo sarebbe fatale.[3]
  • Con tutti i servitori dello Stato ed esponenti politici, proprio Ignazio Benito Maria La Russa doveva diventare il vicepresidente della Repubblica? È la seconda carica del Paese, di famiglia solidamente fascista e di essere un nostalgico del ventennio non ne fa mistero. Magari sarà anche una buona carica dello Stato, ma vedere passare il testimone da Liliana Segre ad un uomo che si rifiuta di festeggiare il 25 aprile e che custodisce in casa tante statue e memorabilie del Duce fa impressione e non solo a me.[4]

Intervista di Massimo Falcioni, tvblog.it, 7 settembre 2022.

  • Ad essere sincero, non è che ami tanto le campagne elettorali. Vedere tutti i giorni i politici affermare le stesse cose non è interessante [...] prediligo un racconto più profondo che non vada dietro all'ultima polemica di giornata. Parlare solamente di bollette è un po' l'alibi per non affrontare dell'altro.
  • Non credo che la Meloni sia fascista, anzi lo escludo. Non credo che torneranno i balilla. Però temo un arretramento della democrazia e che il modello polacco-ungherese autoritario avanzi pure nel nostro Paese. Orban ha definito nel 2014 l'Ungheria una democrazia illiberale. Giorgia Meloni è d'accordo? Penso abbia un problema di fascismo nel suo partito, nei quadri dirigenti inferiori, nelle periferie. Che ci sia un fastidio per la democrazia in alcuni suoi quadri e in una parte dell'elettorato è acclarato e lei lo sa benissimo. Vorrei domandarle se le risulta che ci siano dei nostalgici in Fratelli d'Italia e se le andrebbe di affermare che i voti dei fascisti non li vuole. Mi piacerebbe inoltre che togliesse la fiamma, è un simbolo fascista. Rivendico il diritto di porre questi argomenti, anche se so che reagirebbe malissimo.
  • Io realizzo servizi allo scopo di informare gli elettori. Non avremmo dovuto parlare di Lega, Fratelli d'Italia e della Lobby Nera sotto campagna elettorale? E quando avremmo dovuto farlo? Democrazia per me è sostenere che una persona fa il saluto romano ad un incontro pubblico ed è democrazia anche il fatto che quella persona venga votata ed eletta ugualmente.
  • Le interviste in carrozza che vediamo in molti programmi servono solo a rafforzare le convinzioni di ciascuno, non spostano un voto e secondo me sono inutili.
  • Sono convinto che la destra abbia fomentato delle paure e contribuito in questi anni a costruire un clima di aggressività verso gli stranieri.
  • La missione fondamentale per i talk show è superare la pigrizia. Quando certi schemi funzionano e hanno una buona resa, tendiamo a ripeterli all'infinito. La mia ossessione è al contrario provare ad avere una situazione o un ospite inaspettato. Noi conduttori siamo dei maratoneti, siamo in video per tante settimane. A volte la tentazione di rifugiarsi in una costruzione sicura c'è. Ed è un grande pericolo.

Intervista di Massimo Falcioni, tvblog.it, 13 Settembre 2023.

  • [Parlando di Piazzapulita] [...] l mio problema non è Rete4, bensì Rai3. Ho sempre guardato all'offerta di Rai3, perché tra la Rai – e in special modo la terza rete – e La7 avviene uno scambio maggiore. Lo spettatore sceglie per affinità di rete. Se da Rai3 uno spettatore cambia canale, passa da noi e viceversa. Sono mondi più contigui. Motivo per cui per me è molto più importante vincere la sfida con Rai3. Poi se riesco a catturare del pubblico a Rete4 sono felice, ma credo che siano universi più separati.
  • [«Dopo quasi un anno, sembra continuare la luna di miele tra gli italiani e il governo [Meloni]. I talk di "opposizione" come il suo ne stanno risentendo»] [...] c'è un Paese che ha desiderio di rivalsa e che si è sentito per anni sottorappresentato. Questa voglia di esistere, di contare e di prendersi una rivincita rispetto ad un blocco di potere di sinistra si riverbera nei programmi di Rete4. Il desiderio di rivalsa ha tenuto alto il pubblico di Mediaset. Alle ultime elezioni, obiettivamente, si è verificata una rottura storica, nel bene e nel male. Questo fatto epocale si sta consumando sulle reti Mediaset e non ne sono stupito.
  • [«Ha ancora senso gridare al pericolo fascista, o si corre il rischio di alimentare una narrazione ormai superata?»] Che ci sia anche un problema legato alla memoria è evidente. Non sopporto chi si infastidisce perché si solleva il problema del fascismo. Abbiamo esempi eclatanti, a partire da un presidente del Senato che non festeggia il 25 aprile e che ha affermato che quelli uccisi in via Rasella erano musicanti semi-pensionati. [...] Senza dimenticare che i saluti fascisti continuano a fioccare nelle basse sfere di Fratelli d'Italia, ogni tanto ne esce qualcuno. Quando la Meloni si dichiarerà apertamente antifascista, secondo me le polemiche si chiuderanno. Ma a quel punto dovrà cacciare certi elementi dal suo partito.
  • [«Era nella squadra di Michele Santoro e subì le conseguenze dell'editto bulgaro»] Quell'editto cambiò la mia vita. A ripensarci oggi è stato la mia fortuna, ma né Mauro Masi, né Silvio Berlusconi potevano saperlo. Avevo 34 anni e la carica di inviato speciale di Rai1 e Rai2. Rimasi per un anno chiuso in una stanzetta a non fare niente dalla mattina alla sera. Provai a traslocare al Tg3 ma me lo impedirono. Non riuscivo a muovermi, fu un vero episodio di mobbing. Nel 2003 passai a Sky, poco prima di ferragosto. In Rai avevo un contratto a tempo indeterminato e mi licenziai per andare a fare il precario sul satellite. Con il programma Controcorrente imparai a condurre e a confrontarmi con un editore. Lì costruii una mia squadra e ancora oggi alcune di quelle persone continuano a stare con me.
  • A me un ragazzo che si batte per l'ambiente, seppur con la sua ingenuità e irruenza, sta simpatico e non lo criminalizzo. È sempre meglio che stare a casa a rincoglionirsi su Tik Tok. Mi piace tanto questo ditino alzato contro dei ragazzi che lanciano vernice lavabile ai monumenti. A condannarli sono gli stessi che negli anni settanta teorizzavano la lotta armata e lanciavano molotov. Le proteste sono sempre estreme, preferisco loro a chi se ne frega. [«Esisterà una via di mezzo...»] Con le vie di mezzo si va da poche parti. Queste proteste vanno guardate con attenzione. Mi dà fastidio che vengano ridicolizzate. Ho dei figli e mi preoccupo del loro futuro. Fossi giovane sarei arrabbiato come o più di loro.
  • Io non ho preclusioni. Ho avuto in studio esponenti di Casa Pound, ho intervistato David Irving che affermò robe terribili sulle camere a gas. Non ho mai regalato nulla, faccio semplicemente il mio lavoro. [...] I talk registrano quello che già c'è, siamo dei sismografi.
  • [«A Mediaset ci andò anche lei, quando Silvio Berlusconi c'era»] Ma Forza Italia stava all'opposizione e c'era sul piatto un tema forte come la guerra in Kosovo. Berlusconi era sensibile all'argomento, non è mai stato un guerrafondaio e le ultime sue uscite sul conflitto in Ucraina lo dimostrano. La linea di Michele Santoro, con cui lavoravo, era critica. Diciamo che ci fu una comune sensibilità. Successivamente, quando affrontammo altre vicende e parlammo di Dell'Utri, il rapporto si guastò e ce ne tornammo in Rai.
  1. Citato in Antonella Trentin, È giusto che le coppie gay possano adottare?, donnamoderna.com, 12 ottobre 2012.
  2. Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 19 maggio 2016.
  3. Da Formigli, il reportage da Kobane: «Ecco perché l'Isis spera che l'Europa metta al bando i burkini», corriere.it, 29 settembre 2016.
  4. Da Piazzapulita, LA7; citato in Massimo Falcioni, Piazzapulita, l'attacco di Formigli a La Russa e quel ritorno al 2011, tvblog.it, 14 ottobre 2022.

Altri progetti

modifica
  NODES
Note 2