Francesco Bacone

filosofo, politico, giurista e saggista inglese (1561-1626)
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Francis Bacon (1561 – 1626), filosofo, politico e saggista britannico.

Francis Bacon

Citazioni di Francesco Bacone

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  • Fine della nostra istituzione è la conoscenza delle cause e dei segreti movimenti delle cose per allargare i confini del potere umano verso la realizzazione di ogni possibile obiettivo.[1]
  • I monumenti all'intelligenza sopravvivono ai monumenti del potere.
The monuments of wit survive the monuments of power.[2]
  • Il dominio dell'uomo consiste solo nella conoscenza: l'uomo tanto può quanto sa; nessuna forza può spezzare la catena delle cause naturali; la natura infatti non si vince se non ubbidendole.[3]
  • L'instaurazione deve investire i primi fondamenti, se non ci si vuole aggirare perpetuamente in un circolo con un progresso scarso e quasi trascurabile.[4]
  • Là dove l'uomo scopre un minimo d'ordine, immediatamente ne suppone troppo.[5]
  • La prova di gran lunga migliore è sicuramente l'esperienza.
By far the best proof is experience.[6]
  • La rabbia rende arguti anche gli uomini ottusi, ma li conserva poveri.
Anger makes dull men witty, but it keeps them poor.[7]
Hope is a good breakfast, but it is a bad supper.[9]
  • La verità è figlia del tempo.[10]
  • Non diamo arbitrariamente leggi all'intelletto o ad altre cose, ma come scribi fedeli le riceviamo e copiamo dalla voce rivelata della Natura.[11]
  • Non si ottiene tanto... né a mani nude, né con la mente. Per fare un lavoro ci vogliono strumenti e aiuti.[12]
  • [Bernardino Telesio] Primo fra i moderni che abbia meritato il titolo di filosofo.[13]
  • Quegli influssi che si è notato fascinare o stregare non esistono, ma vi sono amore e invidia; entrambi hanno desideri veementi, si strutturano prontamente nelle immaginazioni e nelle suggestioni, e giungono facilmente all'occhio, specialmente alla presenza degli oggetti che sono i punti che conducono alla fascinazione, se ve ne sono. Al contempo vediamo che le Scritture definiscono l'invidia come malocchio (...) Lì pare essere riconosciuta, nell'atto dell'invidia, una eiaculazione o irradiazione dell'occhio. Ma qualcuno è stato tanto curioso da notare che quando il battere o il colpire di un occhio invidioso fa la gran parte del male, è quando la parte invidiata è tenuta in gloria; poiché ciò pone un confine all'invidia.[14]
  • Ritengo che ogni uomo sia debitore alla sua professione, e come si cerca naturalmente di ricavare appoggio e profitto da essa, così ci si dovrebbe per dovere sforzare di esserle d'aiuto e di ornamento in via di compenso.[15]
  • Scrivere per ozio quello che si legge per ozio, non importa molto, ma ciò che io voglio è rendere più ordinata la vita e gli affari dell'uomo, con tutti gli affanni che recano, mediante speculazioni sane e vere.[16]
  • Se l'uomo vuole cominciare con certezze, allora finirà con dei dubbi; ma se sarà contento di cominciare con dei dubbi, allora finirà con certezze.
If a man will begin with certainties, he shall end in doubts; but if he will be content to begin with doubts he shall end in certainties.[17]
  • Se qualcosa è conoscibile o meno, può essere stabilito non con il ragionamento, ma con gli esperimenti.[18]
  • Venga dunque alla sbarra Aristotele, il peggiore dei Sofisti, stordito da un'inutile sottigliezza, spregevole ludibrio delle parole. Ha osato persino, se la mente umana si fermasse per caso e quasi spinta da un buon vento sulla spiaggia di qualche verità, stringerle attorno durissimi ceppi, e mettere insieme una specie di arte fatta di pazzia per asservirci alle parole. Nel suo seno si sono generati e di lui si sono nutriti quegli astutissimi spacciatori di nuvole [i peripatetici] i quali, tenendosi ben lontani dalla luce della storia e delle singole cose e senza curarsi di intraprendere la descrizione del mondo, ci hanno propinato le innumerevoli sciocchezze delle Scuole, ricavandole con l'irrequieto agitarsi della loro mente dalla duttile materia dei precetti e delle affermazioni di Aristotele. Ma il loro dittatore è da riprovare più di loro, perché, pur essendosi rivolto alle libere ricerche della storia, ha conservato intatti gli idoli più oscuri di qualche caverna sotterranea, e ha costruito sopra la sua storia delle cose particolari una specie di tela di ragno, che vuol far apparire come la trama delle cause, mentre è affatto priva di forza e di pregio.[19]

«Cos'è la verità?» disse scherzando Pilato; e non s'aspettava una risposta.

Citazioni

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  • La prima creatura di Dio, fra le opere della creazione, fu la luce del senso; l'ultima fu la luce della ragione; e la sua opera del sabato, da allora, è l'illuminazione del suo Spirito. (I, Della verità)
  • La vendetta è una specie di giustizia selvaggia. (IV, Della vendetta)
  • Uno che medita vendetta, mantiene fresche le proprie ferite. (IV, Della vendetta)
  • La dissimulazione è solo una specie debole di politica, o di saggezza; perché ci vuole uno spirito forte e un forte cuor, per sapere quando dire la verità, e dirla: perciò sono i più deboli politici, che sono grandi dissimulatori. (VI, Della simulazione e dissimulazione)
  • Le gioie dei genitori sono segrete, e così le loro preoccupazioni e paure; essi non possono esprimere le prime, né vogliono esprimere le seconde. I figli addolciscono le fatiche, ma rendono le disgrazie più amare; aumentano le cure della vita, ma mitigano il ricordo della morte. (VII, Dei genitori e dei figli)
  • C'è nell'umana natura generalmente più dello stolto che del savio; e perciò sono più potenti quelle qualità da cui la parte folle della mente umana è trasportata. Straordinariamente simile è il caso dell'audacia negli affari civili. Che cosa è prima? «L'audacia». Che cosa è seconda e terza? «L'audacia». Eppure l'audacia è figlia dell'ignoranza e della bassezza. (XII, Dell'audacia)
  • L'audacia è una cattiva mantenitrice di promesse. (XII, Dell'audacia)
  • Se la montagna non andrà da Maometto, Maometto andrà dalla montagna. (XII, Dell'audacia)
  • La moneta è come il letame, che non è buono se non è sparso. (XV, Delle sedizioni e dei torbidi)
  • Che l'ateismo sia piuttosto sul labbro che nel cuore dell'uomo, da nulla appare di più che da questo, che gli atei parleranno sempre di quella loro opinione, come se essi perdessero la fiducia in sé stessi e fossero contenti di essere rafforzati dal consenso degli altri. (XVI, Dell'ateismo)
  • Una mediocre filosofia dispone la mente dell'uomo all'ateismo, ma la profondità in filosofia porta le menti degli uomini alla religione. (XVI, Dell'ateismo)
  • Sarebbe meglio non avere nessuna opinione di Dio che averne una che sia indegna di lui. (XVII, Della superstizione)
  • È un miserabile stato d'animo aver poche cose da desiderare e molte da temere. (XIX, Del comando)
  • Chi non applicherà nuovi rimedi, deve aspettare nuovi mali: perché il tempo è il più grande innovatore. (XXIV, Delle innovazioni)
  • Scegliere il tempo significa risparmiar tempo. (XXV, Della sveltezza)
  • Una folla non è compagnia; e i visi sono soltanto una galleria di quadri; e la conversazione solo un cembalo risuonante, quando non c'è amore. (XXVII, Dell'amicizia)
  • Le ricchezze sono destinate alle spese; e le spese all'onore e alle buone azioni. (XXVIII, Delle spese)
  • Non c'è nulla che faccia tanto sospettare un uomo, quanto il saper poco. (XXXI, Dei sospetti)
  • La virtù è simile a una pietra preziosa, bellissima se montata semplicemente. (XLIII, Della bellezza)
  • Non c'è bellezza perfetta che non abbia qualcosa di sproporzionato. (XLIII, Della bellezza)[20]
  • C'è poca amicizia nel mondo, e pochissima tra eguali. (XLVIII, Dei clienti e degli amici)
  • Alcuni libri si debbono assaggiare, altri inghiottire, e altri pochi masticare e digerire. (L, Degli studi)
  • Il leggere rende un uomo completo; il parlare lo rende pronto; e lo scrivere lo rende preciso. (L, Degli studi)
  • Spendere troppo tempo negli studi è pedanteria. (L, Degli studi)
  • La fama è come un fiume, che fa galleggiare le cose leggere e rigonfie, e sommerge le cose pesanti e solide. (LIII, Della lode)
  • Il luogo della giustizia è un luogo sacro. (LVI, Dell'ufficio del giudice)
  • La natura è spesso nascosta, qualche volta sopraffatta, molto raramente estinta.
Nature is often hidden; sometimes overcome; seldom extinguished.[21]
  • Le case sono fatte per viverci, non per essere guardate.
Houses are built to live in, not to look on.[22]
  • Nel discorrere, la discrezione vale più dell'eloquenza.
Discretion of speech, is more than eloquence.[23]
  • Se un uomo è gentile e cortese con gli estranei si dimostra cittadino del mondo.
If a man be gracious and courteous to strangers, it shows he is a citizen of the world.[24]
  • Un uomo saggio coglie più occasioni di quante ne trova.
A wise man will make more opportunities, than he finds.[25]

La dignità e il progresso del sapere divino ed umano

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  • I discepoli devono ai loro maestri solo un credito temporaneo e una sospensione di giudizio, finché non abbiano bene imparato, e non una resa incondizionata e una cattività perpetua. (libro I)
  • Cattivi esploratori son quelli che giudicano non esservi terra là dove vedono solo mare. (libro II)
  • L'animo dell'uomo, infatti, è ben lungi dall'essere uno specchio limpido e regolare, dove i raggi delle cose si riflettono secondo la loro vera incidenza; anzi, è piuttosto come uno specchio incantato pieno di superstizioni e imposture se non lo si libera e corregge. (libro II)[26]
  • La storia è storia naturale, civile, ecclesiastica e letteraria: le prime tre riconosco che esistono, la quarta manca. Infatti nessuno si è mai proposto di seguire e descrivere lo stato generale della cultura da un secolo all'altro, come molti hanno fatto invece per le opere della natura o per le condizioni civili e religiose. Senza di che, la storia del mondo mi sembra come una statua di Polifemo senza occhio, mancando proprio quella parte che meglio rivela lo spirito e le consuetudini di vita della persona. (libro II)
  • Ma gli uomini devono sapere che in questo teatro che è la vita umana spetta solo a Dio e agli angeli di far da spettatori. (libro II)

Citazioni su Francesco Bacone

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  • All'antica e disperante maledizione del Genesi, che faceva apparire il mondo come un luogo di pena e il lavoro come il marchio della schiavitù e dell'abiezione umana, egli ha sostituito in un lampo di genio la vera carta dei rapporti dell'uomo con il mondo: «L'uomo comanda alla natura obbedendole». Questa formula così semplice dovrebbe costituire da sola la Bibbia della nostra epoca. Essa è sufficiente a definire il lavoro vero, quello che rende gli uomini liberi, e questo nella misura stessa in cui è un atto di sottomissione cosciente alla necessità. (Simone Weil)
  • Bacone da Verulamio, uno dei più grandi, forse il più grande dei precursori della filosofia moderna, con la sua «Instauratio magna» creò il più logico dei metodi per dirigere negli studi le intelligenze e sostituì questo metodo, fondato unicamente sulla testimonianza dei sensi, sull'osservazione della natura e sugli esperimenti, a quello di Aristotele, che derivava tutto dal ragionare. Perciò fu detto che Bacone fu il primo a battere in breccia la scuola Aristotelica, mentre tutti, o per timore o per deficienza di ingegno, la veneravano. (Ulisse Bacci)
  • I Bacone, gli Spinoza, gli Hume, gli Schelling, i Kant e chiunque altro vi proponga una filosofia della mente, sono soltanto traduttori più o meno adeguati di cose che esistono nella vostra coscienza, che anche voi avete modo di vedere, e forse anche di esprimere. (Ralph Waldo Emerson)
  • La filosofia di Bacone ricca di promesse è povera poverissima di scoperte, splendida di forme è rachitica nella struttura, ha vita apparente non reale e rigogliosa. (Saverio Fausto De Dominicis)
  • Quando finalmente venne a lui in notizia Francesco Bacone signor di Verulamio, uomo ugualmente d'incomparabile sapienza e volgare e riposta, siccome quello che fu insieme insieme un uomo universale in dottrina ed in pratica, come raro filosofo e gran ministro di stato dell'Inghilterra. (Giambattista Vico)

  Citazioni in ordine temporale.

  • Fu un grand'uomo il Lord Cancelliere? Possiamo dubitarne se attribuiamo all'amicizia, alla gratitudine e al retto comportamento, tutte figure non retoriche che Bacon calpestò per arrivismo o avidità, un valore insostituibile nel nostro giudizio sulla vita umana. Ma una grande mente questo lo fu. La determinazione del principio conoscitivo induttivo, il coraggio intellettuale di fronte alla inerte autorità delle idee ricevute, la coscienza della decisiva importanza storico-politica delle invenzioni tecniche, la padronanza dell'animo umano che traluce da molte sue considerazioni, sono tali da imporre il massimo rispetto. Eppure, che pose ridicole, che impotenza di costruzione, quale puerilità di applicazione in questo filosofo-scienziato mancato.
  • Per rendere lo spirito più inventivo e pronto, egli crede che basti applicare sulla nuca o sulla testa di un uomo il cuore di una scimmia, che è un animale molto ingegnoso. Il procedimento avrebbe purtroppo il difetto di favorire le fantasticherie. Se vengono dei porri sulle dita, si struscino con una cotenna di lardo e la si sospenda poi fuori dalla finestra. Quindi si attenda con pazienza. È un esperimento , e Bacon lo ha fatto, annotando questo risultato: quando la cotenna comincia a imputridire, anche i porri si riducono e alla fine scompaiono. Per Bacon non è impossibile fare dell'oro, e dice seriamente come bisogna procedere. Prendere un metallo e conferirgli intanto il colore dell'oro, quindi il suo peso, poi l'inalterabilità, procedendo gradatamente con tutte le altre caratteristiche e qualità, infine avremo oro.
  • Niente è impossibile, in teoria, per Bacon. Prolungare la vita, restituire la giovinezza, ritardare la vecchiaia, escogitare purghe che abbiano un dolce sapore, modificare la statura e le sembianze degli individui, accrescere ed esaltare le facoltà intellettuali di un soggetto, trasformare corpi in altri corpi, creare nuove specie, e trapiantare una specie in un'altra, conferire all'immaginazione un potere sul corpo proprio e altrui, accelerare i tempi di maturazione, di germinazione e di cottura, ricavare nuovi generi alimentari da sostanze non ancora usate a tale scopo, leggere il futuro scientificamente, rendere più intensi i piaceri dei sensi, creare minerali e cementi artificiali... È Bacon che enumera in quest'ordine i possibili portenti naturali, e ci mostra come sia al tempo stesso forte e debole, ammirevole e ridicolo.
  1. Da La nuova Atlantide, in Opere.
  2. Da Essex's Device, 1595.
  3. Da Pensieri e conclusioni sulla interpretazione della natura o sulla scienza operativa (1607-1609), in Scritti filosofici, a cura di Paolo Rossi, UTET, Torino, 1975, p. 389
  4. Da Aforismi sull'interpretazione della natura e sul regno dell'uomo, libro I, in Opere.
  5. Citato in Georg Christoph Lichtenberg, Osservazioni e pensieri; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  6. Da Novum Organum, aforisma 70
  7. Da Apophthegms, 1857.
  8. Da Praise of Knowlodge; citato in Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, Il libro dei mille savi, Hoepli, 1927, n. 6199.
  9. Da Apoftegmi, 1661.
  10. Da Pensieri e conclusioni sulla interpretazione della natura o sulla scienza operativa, in Opere.
  11. Citato in The Art of the Infinite, p. 257.
  12. Citato in AA.VV., Il libro della biologia, traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2022, p. 137. ISBN 9788858039595
  13. Citato in Alberto Mario, La schiavitù e il pensiero, Tipografia del Diritto, Torino, 1860, p. 38.
  14. Sull'invidia, 1625. Citato da Rupert Sheldrake La mente estesa, Feltrinelli pp. 205-206 ISBN 978-88-07-89109-0
  15. Dalla prefazione a Massime giuridiche, in Scritti politici, giuridici e storici, vol. II, a cura di Enrico De Mas, UTET, Torino, 1971.
  16. Da Lettera a Casaubon, in Scritti politici, giuridici e storici, vol. I.
  17. Da The Advancement of Learning, 1605, I, v, 8.
  18. Citato in AA.VV., Il libro della scienza, traduzione di Martina Dominici e Olga Amagliani, Gribaudo, 2018, p. 45. ISBN 9788858015001
  19. Da Il parto maschio del tempo, in Opere filosofiche, a cura di Enrico De Mas, Laterza, Bari, 1965, vol. 1, pp. 39-40; citato in Giovanni Reale, Guida alla lettura della Metafisica di Aristotele, Roma-Bari, Laterza, 1997, p. 189. ISBN 88-420-5247-7
  20. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  21. Da Of Nature in Men.
  22. Da Of Building.
  23. Da Of Discourse.
  24. Da Of Goodness and Goodness of Nature.
  25. Da Of Ceremonies and Respect.
  26. Citato in Michael Shermer, Homo credens, traduzione di Michele Piumini, NessunDogma, 2015. ISBN 9788898602070

Bibliografia

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  • Francesco Bacone, La dignità e il progresso del sapere divino ed umano, in Opere, a cura di Benedino Gemelli e Paolo Rossi, UTET, Torino, 2013.
  • Francesco Bacone, Saggi, traduzione di Cordelia Guzzo, in Scritti politici, giuridici e storici, vol. I, a cura di Enrico De Mas, UTET, Torino, 1971.

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