Il posto delle fragole

film del 1957 diretto da Ingmar Bergman

Il posto delle fragole

Immagine Ingmar Bergman Smultronstallet.jpg.
Titolo originale

Smultronstället

Lingua originale svedese
Paese Svezia
Anno 1957
Genere drammatico, sentimentale
Regia Ingmar Bergman
Soggetto Ingmar Bergman
Sceneggiatura Ingmar Bergman
Produttore Allan Ekelund
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il posto delle fragole, film svedese del 1957, regia di Ingmar Bergman.

I nostri rapporti con il prossimo si limitano per la maggior parte al pettegolezzo e ad una sterile critica del suo comportamento. Questa constatazione mi ha lentamente portato a isolarmi dalla cosiddetta vita sociale e mondana. Le mie giornate trascorrono in solitudine e senza troppe emozioni. (Isak)

  • La religione è come l'oppio per i malati. (Viktor)
  • Una volta credevi in Babbo Natale, e adesso in Dio. (Viktor)
  • Il bene e il male non esistono, ma solo le necessità, e si vive secondo le proprie esigenze. (Evald)
  • Lei non è altro che un vecchio egoista. Non ha riguardo per nessuno e in vita sua non ha ascoltato che se stesso. Si cela dietro una maschera, un paravento di bonarietà e di modi molto raffinati, ma è solo un perfetto egoista. Anche se tutti la definiscono "l'amico dell'umanità", noi che la conosciamo da vicino sappiamo chi è, e non ci può ingannare. (Marianne)
  • Dov'è l'amico che il mio cuore ansioso | ricerca ovunque senza avere mai riposo? | Finito il dì ancor non l'ho trovato | e resto sconsolato. | La Sua presenza è indubbia ed io la sento | in ogni fiore e in ogni spiga al vento. | L'aria che io respiro e dà vigore | del Suo Amore è piena. | Nel vento dell'estate | la Sua voce intendo. (Isak)

Dialoghi

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  • Isak: Dov'è andata?
    Sten: Lo sa, no? Via, lontano: tutti spariti. Non sente il silenzio che c'è? Una perfetta operazione chirurgica. Ogni cosa è stata asportata: più niente che dolga, più niente che sanguini o palpiti.
    Isak: C'è veramente un grande silenzio.
    Sten: Nel suo genere è un capolavoro, professore.
    Isak: E qual è la punizione?
    Sten: Qual è? Non saprei. La solita, immagino.
    Isak: Cosa sarebbe la solita?
    Sten: È chiaro: la solitudine.
    Isak: La solitudine?
    Sten: Già: la solitudine.
    Isak: E non vi sarà clemenza?
    Sten: Non lo chieda a me, non è compito mio.
  • Evald: Lo sai che io non voglio bambini, perciò sai che dovrai scegliere tra me e lui. La vita è una cosa assurda ed è bestiale mettere al mondo dei figli con la sciocca speranza che possano vivere meglio di noi. Io stesso fui un figlio indesiderato di un matrimonio che era la copia dell'inferno, figlio di chissà quale padre.
    Marianne: Sei un vigliacco.
    Evald: Sì, ne convengo, quando penso alla vita ho un senso di nausea e non voglio responsabilità che mi leghino ad essa più di quanto lo sia già. Parlo sul serio, e non si tratta di una forma di isterismo come forse hai sempre creduto.
    Marianne: Quello che dici è male.
    Evald: Il bene e il male non esistono, ma solo le necessità, e si vive secondo le proprie esigenze.
    Marianne: E quali sarebbero?
    Evald: Tu hai un dannato bisogno di sentirti viva, di vivere, di esistere in pieno e di creare la vita.
    Marianne: E tu invece?
    Evald: Io vorrei essere morto, completamente morto.

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