Jean Meslier

presbitero e filosofo francese

Jean Meslier (1664 – 1729), presbitero e filosofo francese.

Jean Meslier

Citazioni di Jean Meslier

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  • Benedette siano le nazioni che trattano benignamente e favorevolmente gli animali, che compatiscono le loro miserie e i loro dolori. Maledette siano le nazioni che li trattano crudelmente, che li tirannizzano, che amano spargere il loro sangue, che sono avide di mangiare la loro carne.[1]
  • È una crudeltà, una barbarie uccidere, accoppare, sgozzare animali che non fanno niente di male; essi sono sensibili al male e al dolore come noi, malgrado ciò che dicono vanamente, falsamente e ridicolmente i nostri nuovi cartesiani che guardano a loro come pure macchine senz'anima e senza alcun sentimento e che per questa ragione – e su un vano ragionamento che fanno sulla natura del pensiero di cui pretendono l'incapacità a produrlo da parte della materia – li dicono interamente privi di ogni conoscenza e di ogni sentimento di piacere e di dolore. Ridicola opinione, massimamente perniciosa, detestabile dottrina che tende manifestamente a soffocare nel cuore degli uomini tutti i sentimenti di bontà, di dolcezza e di umanità che potrebbero avere per questi poveri animali.[2]

Il Testamento

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  • Io vorrei, e questo sia l'ultimo ed il più ardente dei miei desideri, io vorrei che l'ultimo dei re fosse strangolato con gli intestini dell'ultimo dei preti.
Je voudrais, et ce sera le dernier et le plus ardent de mes souhaits, je voudrais que le dernier des rois fût étranglé avec les boyaux du dernier prêtre.
  • Come sarebbe sciocco prestar fede ai miracoli del paganesimo, così è estremamente sciocco prestare fede a quelli del cristianesimo, poiché gli uni e gli altri scaturiscono da uno stesso principio di errori, di illusioni, di menzogne.
  • E come sarebbe ridicolo affermare che gli animali non vivono, col pretesto che la loro vita non è né rotonda né quadrata, ugualmente è ridicolo sostenere che essi non hanno conoscenze e sensazioni col pretesto che le loro conoscenze e sensazioni non possono essere cose rotonde o quadrate; e così i cartesiani si rendono ridicoli, quando, servendosi di un pretesto così sciocco e basandosi su motivazioni tanto inconsistenti, affermano che gli animali mangiano senza provare alcun piacere, gridano senza sentir dolore, non sanno niente, non desiderano niente, non temono niente. L'esperienza dimostra chiaramente il contrario.[3]
  • È evidente, quindi, che i suddetti libri Sacri, non essendo stati scritti sotto ispirazione divina, non possono in alcun modo servire come testimonianza della verità; di conseguenza, i nostri Christicoles pretendono invano di utilizzarli come testimonianza infallibile, per provare la verità della loro religione.
  • Finitela dunque di ingannare gli uomini con sciocche paure e vane speranze, e smettetela anche di propinare loro idee false sulla grandezza, potenza, bontà, saggezza infinita di un Dio che non esiste, non è mai esistito e non esisterà mai.
  • I selvaggi, come tutti gli ignoranti, attribuiscono a qualche "spirito" tutti gli effetti dei quali, per la loro inesperienza, non riescono a rintracciare le vere cause. Chiedete a un selvaggio che cosa fa muovere il vostro orologio: vi risponderà: «Uno spirito». Chiedete ai nostri savi che cosa fa muovere l'universo: vi risponderanno: «Uno spirito».
  • La fede, credenza cieca che serve da fondamento a tutte le religioni, non è che fonte di errori, illusioni, imposture. […] Questo modo di credere è nondimeno sempre cieco, poiché le religioni non dànno, né riuscirebbero mai a dare, alcuna prova chiara, sicura e convincente, della verità dei loro presunti santi Misteri o delle loro Rivelazioni divine.
  • Non ci sia religione diversa da quella che consiste nell'abolire completamente la tirannide e il culto degli dèi e dei loro idoli.
  • Pochissima gente avrebbe un Dio se tanta gente non avesse fatto di tutto per dargliene uno.
  • Quand'anche tutti i monaci e tutti i preti celebrassero ognuno venti, trenta e persino cinquanta messe al giorno, tutte queste insieme non varrebbero un chiodo, come si dice abitualmente. Un chiodo è utile e necessario, e non si potrebbe farne a meno in svariate occasioni; ma tutte le preghiere, le orazioni e le messe che i monaci e gli altri preti potrebbero dire, non servono a nulla, e valgono solo a far guadagnare danaro a coloro che le dicono.
  • Se crediamo a delle assurdità, commetteremo delle atrocità.

Citazioni su Jean Meslier

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  • È ancor oggi quasi incomprensibile il modo con cui quest'uomo dall'intelligenza straordinaria […] abbia potuto ripercorrere – ed in qualche modo ricavarsi da solo – tutti i fili del complesso discorso che dal libertinismo portano al materialismo e al radicalismo settecenteschi. Un solo esempio: ci sono molti tratti del suo pensiero che hanno fatto pensare a critici non sprovveduti (da Lanson a Verniére) ad un'influenza di Spinoza. È stato invece dimostrato incontrovertibilmente che il Meslier non aveva letto nulla di Spinoza e che aveva ricavato il suo «spinozismo» dalle letture di Descartes e Malebranche. (Giuseppe Ricuperati)
  1. Da Oeuvres complètes, t. I, p. 205; citato in Ditadi 1994, vol. I, p. 142.
  2. Da Oeuvres complètes, t. I, p. 216; citato in Ditadi 1994, vol. I, p. 141.
  3. Citato in Ditadi 1994, vol. II, p. 647.

Bibliografia

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  • Gino Ditadi, I filosofi e gli animali, Isonomia editrice, Este, 1994. ISBN 88-85944-12-4
  • Jean Meslier, Il Testamento. Le ultime volontà di un prete ateo, comunista e rivoluzionario del '700, a cura di Itala Tosi Gallo, La Fiaccola, Ragusa, 1989.

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