Mazarine Pingeot

scrittrice francese

Mazarine Mitterrand Pingeot (1974 – vivente), scrittrice, storica della filosofia francese.

Mazarine Pingeot nel 2019

«Così ho vissuto nascosta da figlia segreta di Mitterrand. Soltanto al primo amore confessai chi era mio padre»

Intervista di Stefano Montefiori, Corriere della Sera, 30 novembre 2024.

  • [Sulla casa dov'è vissuta, nascosta con la madre, Anne Pingeot, dai 9 ai 16 anni] Non era un casa dove una mia compagna di scuola potesse passare e suonare il citofono, per esempio. Quando mi hanno proposto di tornare per scrivere il libro [Bon petit soldat] non mi ricordavo neppure l'indirizzo, 11 quai Branly 75007, perché non lo davo mai a nessuno. Non ho mai ricevuto o scritto una lettera usando quell'indirizzo.
  • [Il telefono squillava?] Sì, ma era il primo ministro Michel Rocard, in piena notte, per annunciare a mio padre le dimissioni, o qualche altro leader mondiale che chiamava in orari strani per noi, per colpa del fuso. Non ho mai imparato il numero di telefono, non lo davo a nessuno. L'ho passato solo al mio primo ragazzo, l'unico al quale ho confidato chi fossi io veramente. A casa nostra chiamavano George Bush, e il mio primo amore.
  • [Suo padre con lei com'era?] Molto tenero, anche se con un grande pudore. Era una generazione diversa, più trattenuta. Ai miei figli io l'amore l'ho dimostrato quasi mangiandomeli, su queste cose noi genitori oggi siamo più dimostrativi. A mio padre piaceva guardare le partite di calcio con noi, seduti sul nostro divano a righe bianche e rosse. Platini, Giresse, la nazionale o la squadra del Saint-Etienne... Si agitava, era capace di gridare nei momenti più concitati. Poi riprendeva la calma e allora mi spiegava le regole. Mia madre ogni tanto dava un'occhiata allo schermo ma non era interessata. Quel che le piaceva era che fossimo tutti e tre, uno accanto all'altro.
  • [Che cosa resta dell'eredità di suo padre?] Mi sembra che quando si evoca François Mitterrand ci sia sempre una forma di rispetto, associato all'amore oppure all'odio. Prova che il suo ricordo è ancora molto vivo. Quando incontro i lettori alle presentazioni vengo spesso avvicinata da persone che con le lacrime agli occhi mi parlano della vittoria del 1981, la sinistra per la prima volta al potere, la speranza in un mondo finalmente pronto a cambiare.
  • [E l'odio? Perché?] Bizzarramente lo trovo soprattutto in certi ambienti di sinistra. Il solito problema della gauche che dovrebbe restare pura e all'opposizione, perché se va al governo viene poi accusata di sporcarsi le mani.

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