Citazioni sul merito.

Citazioni

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  • A lei piace tanto ragionare sul merito. Allora, mi permetto di rivolgerle qualche domanda sul punto. Un giovane merita di lavorare tutto il giorno per 3-4 euro l’ora? Un padre di famiglia, dopo una vita lavorativa, viene rottamato, ad esempio, a cinquant’anni e chiede un sostegno: merita di essere rappresentato come un tossicodipendente, che, sono parole sue, vuole il metadone di Stato? La sua soluzione per i percettori di reddito che non trovano lavoro è quello di tagliare l’assegno, lasciandoli in totale indigenza? Chi ottiene 500 euro di sostegno al mese merita di essere messo alla gogna da chi guadagna, in quest’Aula, 500 euro al giorno? [Rivolgendosi a Giorgia Meloni] (Giuseppe Conte)
  • Al Governo bisogna chiedere di realizzare il merito, non di abolirlo, bisogna chiedere di evitare che il merito diventi oggetto di una vuota retorica e che sia semplicemente declamato nella definizione del titolo di un Ministero. (Mara Carfagna)
  • All'epoca dell'Assemblea costituente questo era molto chiaro. Poi è successo qualcosa - non so, forse il Sessantotto - ed è venuta una sorta di orticaria per questa parola che, invece, dai padri costituenti era considerata un punto fondante della nostra Repubblica. Le classi dirigenti devono essere formate in base al merito personale - ripeto: merito personale - e questo merito personale funge da correttore proprio dei privilegi di classe, perché altrimenti restano soltanto quelli: le appartenenze, la famiglia in cui si è nati, le opportunità che la tua famiglia è riuscita a metterti a disposizione. (Elisabetta Gardini)
  • Bisogna chiedere di realizzare dovunque il merito, a tutti i livelli, penso ai tanti ragazzi che escono dalle nostre scuole e dalle nostre università, studenti talentuosi e meritevoli che, poi, non trovano lavoro nel nostro Paese o ai ragazzi talentuosi del Sud che non trovano lavoro al Sud e che spesso sono costretti ad emigrare nel Nord oppure all'estero. (Mara Carfagna)
  • Cosa significa merito in una società dove le diseguaglianze sono sotto gli occhi di tutti, dove, in Calabria, l'aspettativa di vita di un bambino di vivere in salute è di 55 anni, contro i 66 del Veneto, dove chi nasce in una famiglia di origine straniera deve aspettare, in media, trent'anni per accedere alla cittadinanza e a tutto ciò che ne consegue, come, ad esempio, i concorsi pubblici, in una società in cui appare non politicamente corretto parlare di misoginia, omofobia, transfobia e discriminazioni varie? Dare la colpa a chi non ce la fa, non è la soluzione. (Anna Laura Orrico)
  • Da insegnante dico che chi parla di merito nella scuola non ci ha mai lavorato. Forse nelle aziende, ma nella scuola no! (Sara Ferrari)
  • È curioso a vedere, che gli uomini di molto merito hanno sempre le maniere semplici, e che sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco merito. (Giacomo Leopardi)
  • Guardate che il merito è il primo ascensore sociale. È tutto là, perché, se non c’è il merito nella scuola, se a scuola escono tutti livellati verso il basso, con il 6 politico della memoria ex sessantottina chi è avvantaggiato non è il più bravo e il più intelligente, è quello con la famiglia più ricca alle spalle! (Giovanni Donzelli)
  • Il merito è un valore fondante della nostra Carta costituzionale; esso, infatti, è connaturato all'esigenza primaria di assicurare l'eguaglianza sostanziale dei cittadini ed è chiaramente affermato dall'articolo 34 della nostra Costituzione, con particolare riferimento all'istruzione. (Giuseppe Valditara)
  • Il merito non può servire a banalizzare il ruolo della scuola. Questo è un discorso serio: la scuola non è il luogo di selezione, è il luogo del riscatto. (Giuseppe Conte)
  • Il merito senza uguaglianza si traduce con una parola più antica ma più chiara: “censo”. (Giuseppe Provenzano)
  • Il millantatore è colui il quale fa mostra di titoli di merito che non possiede, esagerando il suo controllo del mondo di cui in realtà è privo. (Aristotele)
  • Introdurre il concetto di merito sin nella denominazione di un Ministero, quello dell'Istruzione e del merito, appunto, significa, secondo noi, accendere una luce, ricordare alle ragazze e ai ragazzi che l'Italia sostiene e premia l'impegno e il talento, che ripaga della fatica e del sudore, che il nostro modello non è quello dell'assistenzialismo e del reddito di cittadinanza universale, anche per chi potrebbe studiare per imparare un mestiere o, appunto, lavorare. Bisogna riaccendere l'ascensore sociale, che da quasi quarant'anni non funziona più e condanna chi è nato in una condizione più difficile a rimanerci. (Paolo Emilio Russo)
  • Io ho avuto a che fare, nella mia carriera sportiva, con la performance, ma nello sport c'è uno strumento oggettivo per definire il merito: un tempo, una prestazione o un risultato. Invece, Presidente, qual è lo strumento oggettivo per definire il merito, non solo, di uno studente, ma per esempio di un docente? È realizzare il talento del suo miglior studente o far migliorare i tanti che quel talento magari non lo possiedono? Perché a noi quei tanti interessano. (Mauro Berruto)
  • Merito (s.m.). Le qualità che dimostrano il nostro buon diritto a ottenere ciò che qualcun altro si prende. (Ambrose Bierce)
  • Mi chiedo, se noi parliamo di merito, se noi abbiamo in una classe dei bambini che hanno degli handicap o hanno dei problemi, cosa facciamo? Diventano bambini di serie B perché non ce la fanno a stare allo stesso livello degli altri? Mi spiace, ma di questo mi sto preoccupando. Devo dare pari opportunità, devo includere queste persone. (Patty L'Abbate)
  • Mi sarebbe piaciuto che la parola “merito”, invece di essere messa accanto alla parola “istruzione”, fosse stata messa accanto alla parola “lavoro”, perché in un Paese come questo, dove il lavoro si trova solo attraverso contatti familiari e spesso attraverso metodologie che poco hanno a che fare con il merito, in un Paese dove i meritevoli che lavorano hanno spesso dei salari da fame, forse sarebbe stato meglio imprimere questo principio nel mondo del lavoro e cominciare a lavorare sul fatto che, appunto, salgano i salari e salgano le tutele per tutti coloro che, dalla mattina alla sera, si impegnano nel proprio lavoro e ottengono tanti risultati. (Elisabetta Piccolotti)
  • Nessuno confidi nei merito di servizi passati. (Antonio Pérez)
  • Noi non abbiamo alcun problema con la parola “merito”, ma abbiamo un punto molto chiaro e semplice: la parola “merito” nella nostra Costituzione è all’articolo 34; i principi di solidarietà e di uguaglianza sono agli articoli 2 e 3 ed è chiarissimo qual è il punto. (Enrico Letta)
  • Non ho un'avversione a prescindere sul termine “merito”, ma il merito si calcola dopo che si è adempiuto alla responsabilità repubblicana di rimuovere gli ostacoli. (Sara Ferrari)
  • Parlare di merito nella scuola dell'obbligo non può essere disgiunto dal riaffermare il tema dell'uguaglianza delle opportunità. (Sara Ferrari)
  • Perché il merito è segno di civiltà, oltre che di equità. Premiare chi merita significa riconoscere le persone per quello che valgono, per il loro impegno e non per la loro estrazione sociale. (Luca Cordero di Montezemolo)
  • Più parliamo dei nostri meriti, e meno gli altri ci credono. (Edme-Pierre Beauchêne)
  • Premiare il merito non significa lasciare indietro qualcuno. A tutti dobbiamo garantire le stesse condizioni di partenza, ma è giusto che chi si impegna di più, chi studia di più, chi si sacrifica di più, debba vedere premiato il proprio impegno. (Wanda Ferro)
  • Quando ho sentito il termine “merito” ho immaginato un attimo una classe, purtroppo per certe situazioni è una cosa che personalmente conosco. E se abbiamo un bambino che è portatore di handicap, che facciamo? Creiamo serie A e serie B? Già adesso, lo devo dire, abbiamo dei problemi con l'inclusione di bambini che hanno delle difficoltà. Immagino che con questo merito chi magari ha un'intelligenza elevata o la famiglia dietro che gli dà supporto va avanti, e l'altro? (Patty L'Abbate)
  • Riconoscere il merito è più difficile che entusiasmarsi. (Hugo von Hofmannsthal)
  • Ricordo l’articolo 34 della nostra Costituzione. È proprio l’articolo che si riferisce all’istruzione che parla di valorizzare i capaci e i meritevoli. E cosa sono i capaci e i meritevoli, se non sintetizzati nella parola “merito”? (Maurizio Lupi)
  • Se una scuola diventa mezzo di riproduzione di un destino sociale già scritto, il merito è solo una menzogna. (Marco Grimaldi)
  • Stiamo attenti ad utilizzare questa espressione, il “merito”, perché, come ammonisce Papa Francesco nella sua enciclica, può diventare una legittimazione etica della disuguaglianza, soprattutto nei primi anni di istruzione e formazione. (Vittoria Baldino)
  • Uguaglianza e merito non sono l’uno avversario dell’altro, uguaglianza e merito sono l’uno fratello dell’altro. (Giorgia Meloni)
  • Vorrei semplicemente riportare quello che c'è scritto nel vocabolario della lingua italiana rispetto alla parola “merito”: diritto alla stima, alla riconoscenza, alla giusta ricompensa, acquisito in virtù delle proprie capacità, impegno, opere, prestazioni, qualità, valore, punto. Essere contro il merito vuol dire essere contro quello che ho appena letto. Giudicate voi! (Salvatore Caiata)

  Citazioni in ordine temporale.

  • Riconoscere i meriti e valorizzarli fa senza dubbio parte del buon funzionamento di una società. Penso che nessuno tra noi accetterebbe con serenità di farsi operare da un pessimo chirurgo, ma in quel caso è più logico parlare di competenza, di preparazione, di esperienza. Per definizione il merito è un'altra cosa perché riguarda l'intreccio tra sfere diverse della persona e, sul versante sociale, investe per prima la casualità - chiamatela pure “la sorte” - del dove si nasce, si cresce, si studia, ci si forma come donne e uomini adulti e come cittadini consapevoli.
  • Il tema sta nel comprendere che il merito, senza parità di condizioni, mezzi e risorse e - se parliamo di istruzione - di libri, di laboratori, di borse di studio, di contesti di accoglienza e di inclusione, si riduce a quella misera cosa che è il privilegio (di nascita, di reddito o di potere).
  • Il problema, colleghi, non è il concetto di merito, il punto è dove lo collochi e come lo interpreti. Per dire, non vi sembri un fuor d'opera, ma, una decina di giorni fa, la storica Filarmonica di New York, fondata nel 1842, ha visto per la prima volta il numero di donne superare quello dei colleghi uomini. È accaduto perché nella selezione dei nuovi musicisti è stato adottato un metodo innovativo: le audizioni avvengono dietro un sipario chiuso e la commissione non conosce il nome, il volto, il genere dei candidati. Concetto, fatemelo dire, che, se applicato alla selezione meritocratica dei nostri docenti universitari, vedrebbe un drastico calo dei cognomi che con maggiore frequenza segnalano una peculiarità tutta italiana: la curiosa trasmissione antropologica delle cattedre e dei meriti per via ereditaria.
  • Nel caso della scuola dell'obbligo in particolare, quel concetto in sé nobile - merito - si adatta malissimo al traguardo che io immagino tutti condividiamo dentro quest'Aula e che è consentire, anche a chi non nasce in un contesto o in una famiglia ricca, di affrontare la pagina della sua crescita, della sua formazione con gli stessi diritti e le stesse opportunità di coetanei più fortunati.
  • Le idee che nella mente degli uomini corrispondono alla parola merito, sono, come tutti sanno, infinitamente diverse: esse cambiano d'oggetto di grado di scopo di misura non solo tra popoli e popoli, ma anco tra classi e classi nella stessa città. E certamente v'ha differenza infinita tra la nozione del selvaggio che desume il suo merito dal numero de' nemici trucidati, e la nozione dell'uomo incivilito che lo deduce dal numero delle persone che beneficò.
  • Nell'opinione del volgo il merito comincia ove comincia la vittoria sopra un ostacolo, cresce con esso e da lui si misura.
  • Più centinaja di volumi versano sui delitti e sulle pene; solamente qualcuno sul merito e sulle ricompense.
  • Il merito è quella cosa che sovverte le posizioni relative; non può non essere così, perché altrimenti, seguendo la vostra linea, premiando il demerito dovrei favorire chi sono gli svantaggiati.
  • Il concetto di merito è intrinsecamente e ontologicamente inscindibile dal concetto di pari opportunità.
  • Il punto fondamentale è comprendere che non esiste un'attenzione al merito senza un'ossessione verso l'uguaglianza delle condizioni di partenza, non di arrivo. Sentendovi parlare è troppo forte in me la tentazione di credere che voi [l'opposizione], in realtà, vogliate l'uguaglianza delle condizioni di arrivo e non di partenza. Essa stessa, questa sarebbe il contrario del merito.

  Citazioni in ordine temporale.

  • Ministro Valditara, ha fatto molto discutere la nuova denominazione del Dicastero da lei guidato, dell'Istruzione e del merito, come se accostare queste due parole fosse inopportuno, fosse pericoloso; probabilmente lo è per chi ha professato per anni la scorciatoia del disimpegno e ha tollerato la mancanza di merito sia in riferimento agli studenti, sia in riferimento ai lavoratori della scuola, in particolare ai docenti.
  • Per anni [...] nella nostra scuola è stato difficile parlare di merito. Ricorderete, colleghi, il 6 politico, tutti uguali, tutti promossi: una vera e propria deriva progressista, che ha penalizzato il merito, derubricandolo a peccato contro l'ideologia dell'uguaglianza, uguali a tutti i costi.
  • Fa veramente dispiacere vedere come, nel dibattito parlamentare, sia considerata una colpa affiancare due parole: merito e istruzione.
  • Capisco come, per una determinata parte politica, che per anni ha causato la deriva progressista, così come stigmatizzata dall'intellettuale Luca Ricolfi, capisco come, per chi abbia utilizzato per anni la scorciatoia del disimpegno, del 6 politico, del tutti promossi, il merito possa essere una colpa.
  • Capisco che, per chi professa l'ideologia della falce e il martello, l'ideologia dell'uguaglianza a tutti i costi, sia indispensabile! Guardate, il merito vuol dire riconoscere pari diritti nelle condizioni di partenza, non in quelle di arrivo!
  • Al merito le sue corone, e ai porci le loro fave.
  • Chi non ha meriti propri, non può giudicare i meriti altrui.
  • I propri meriti sono i migliori antenati.
  • Il merito aspetta a chi comincia, anche se migliora chi vien dopo.
  • Il merito più grande è il più modesto.
  • Il merito senza fama è come sepolto.
  • Merito non conosciuto poco vale.
  • Nessun merito è senza fatica.

Bibliografia

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Voci correlate

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