Tenzin Gyatso

14º Dalai Lama e Premio Nobel per la pace 1989 (1935-)

Tenzin Gyatso, nato Lhamo Dondrub (1935 – vivente), XIV Dalai Lama.

Dalai Lama nel 2007
Medaglia del Premio Nobel
Medaglia del Premio Nobel
Per la pace (1989)

Citazioni di Tenzin Gyatso

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  • Benché ci si possa trovare in un ambiente ostile, se l'atteggiamento mentale è fermo e stabile, l'ostilità non sarà causa di grande disturbo.[1]
  • Di fronte alla distruzione del mio popolo, mi dedico nell'esilio alla sola linea d'azione che mi è stata lasciata: ricordare al mondo per mezzo delle Nazioni Unite e di questo libro, quel che è accaduto e sta accadendo nel Tibet: e far piani per il futuro.[2]
  • Difendiamo gli altri dalla sofferenza come difenderemmo noi stessi, occupiamoci del loro benessere come del nostro. Quando proteggiamo il nostro corpo lo consideriamo come un'unica entità e ne proteggiamo ugualmente tutte le parti; ora, gli esseri formano un insieme perché hanno in comune il dolore e la gioia, e tutte le parti di questo insieme vanno trattate nella stessa maniera.[3]
  • Il vero problema del Terzo Mondo è l'ignoranza. Insieme al desiderio di possesso e all'odio, l'ignoranza è uno dei tre klesha. Nel terzo mondo è senz'altro il più potente. [...] Bisogna dunque educare le popolazioni del Terzo Mondo. Poiché esse sono completamente all'oscuro, lo vedo qui intorno a me. E bisogna farlo energicamente, senza reticenze di tipo sentimentale. È una necessità impellente, un'urgenza. Bisogna dire loro, con tutti i malintesi che possono nascere: «State sbagliando strada, la vostra smodata crescita demografica vi sta portando a una miseria ancora più grave. Voi desiderate, ed è normale, che il vostro livello di vita migliori, ma non è possibile per tutti. È vero piuttosto il contrario.»[4]
  • La mia speranza s'appoggia sul coraggio dei Tibetani, e sull'amore per la verità e la giustizia che è tuttora nei cuori della razza umana.[2]
  • Non c'è oppressione che possa, alla lunga, vincere sul diritto e la giustizia.[2]
  • Non vedo ragione per cui si dovrebbero uccidere gli animali e farli diventare cibo per l'uomo, quando esistono tanti altri alimenti che sostituiscono la carne. Dopo tutto, l'uomo può vivere senza carne...[5]
  • Ogni uomo ha una precisa responsabilità nei confronti del genere umano e del pianeta terra, perché esso è la sola nostra casa. Non abbiamo altro luogo, nell'universo, in cui rifugiarci. Ognuno di noi quindi non può venir meno alla propria responsabilità di operare non solo in difesa della razza umana, ma anche degli insetti, delle piante, degli animali che, con noi, abitano questo pianeta.[6]
  • [Sulla morte di Osama bin Laden] Perdonare non vuol dire dimenticare cosa è successo. Se c’è qualcosa di grave che richiede delle contromisure, bisogna prendere quelle contromisure.[7]
  • [Rispondendo ai giornalisti sull'emergenza migranti nel Mediterraneo] Se si chiamano rifugiati vuol dire che hanno dei problemi, stanno male e sono in pericolo di vita, e fuggono da qualcosa ma il buon cuore per accoglierli non basta e bisogna avere il coraggio di dire quando sono troppi e di intervenire nei loro Paesi per costruire lì una società migliore. [...] Non è possibile pensare che sia sufficiente l'accoglienza a risolvere il problema. Gli italiani, e i siciliani soprattutto, stanno dimostrando un gran cuore ma per risolvere il problema dei profughi è necessario intervenire in quei Paesi, impegnarsi per superare le guerre, spesso a sfondo religioso, che provocano gli esodi e superare anche il grande divario tra ricchi e poveri per costruire una società migliore. Serve quindi un pensiero a lunga scadenza per ottenere un risultato davvero efficace.[8]
  • Se sono un dio vivente, perché non riesco a guarire questo mio ginocchio malandato?[9]
  • Senza dubbio ci troviamo un gradino più sopra rispetto agli animali per la nostra intelligenza e la nostra forza spirituale. Ma per quel che riguarda il diritto alla vita ci troviamo sul loro medesimo piano.[10]

Dal documentario Kalachakra, la ruota del tempo, 2003

  • Il mio sogno, la mia visione per il mondo… Naturalmente maggiore prosperità, uguaglianza e questo vuol dire minore divario tra ricchi e poveri. E un ambiente complessivamente più pulito, puro. E che la gente, gli esseri umani del pianeta possano vivere realmente come fratelli e sorelle.
  • Noi stessi, come individui, siamo il centro dell'universo. Quindi, per me questo luogo è il centro dell'universo, perché la concezione dell'intero universo proviene da qui. Pertanto, io sono il centro dell'universo. Analogamente, nel tuo caso, tu sei il centro di tutto l'universo.
  • Questi dipinti, in questo caso il mandala è una forma di pittura con sabbia. In realtà si tratta della memoria, della nostra visualizzazione. Il vero mandala… Prima si medita sul vuoto, il "sunyata". Quindi la mente, che è completamente assorbita da quella natura suprema, si trasforma nel mondo fisico. E così è per il mandala… un mandala interiore. E contiene anche delle divinità 700, 720… ora non ricordo. Troppo complicato. Così, tutte queste divinità, in luoghi diversi, simboleggiano tanto la struttura del nostro corpo quanto la cosmologia. È così. Pertanto, l'elemento principale è la visualizzazione. Non un mandala esteriore, ma un mandala interiore. Un certo tipo di visualizzazione.
  • Tutte le religioni portano lo stesso messaggio. Un messaggio d'amore, di compassione, di perdono, di tolleranza. appagamento, autodisciplina. Come esseri umani abbiamo bisogno di queste qualità, indipendentemente dal fatto che si sia credenti o meno, perché queste sono le fonti della nostra vita felice.

Felicità & meditazione

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  • Quindi per i praticanti è importante impegnarsi nella pratica degli stadi del sentiero delle più elevate capacità iniziando con la generazione di bodhicitta, l'aspirazione altruistica a raggiungere l'Illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Bodhicitta è il fattore che determina l'appartenenza alla scuola Mahayana e rappresenta il suo unico ingresso. (cap. 10)
  • Osservate gli animali. Sebbene non siano come gli umani, quando danno alla luce un cucciolo le madri hanno per lui ogni attenzione. Da un certo punto di vista il loro amore è ancora meno egoistico di quello degli esseri umani. Infatti questi ultimi possono sempre pensare che l'amore che stanno donando ritornerà loro quando saranno anziani. Ma questo non accade con gli animali. (cap. 11)
  • Dopo aver riflettuto sulla gentilezza delle madri, dovreste visualizzare coloro che vi sono particolarmente distanti e antipatici, e usateli come oggetto della visualizzazione. (cap. 11)

I consigli del cuore

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  • È importante rendersi conto abbastanza presto che la vita umana non è una questione semplice. Per viverla bene e non scoraggiarsi quando sorgono problemi è indispensabile acquisire una forza interiore.
  • Secondo il buddhismo uomini e donne possiedono senza alcuna differenza, ciò che si chiama la natura del Buddha, o potenziale per il Risveglio. Nella sostanza dunque perfettamente uguali.
  • A scuola, in famiglia, quando scoppia un litigio innanzitutto instauriamo un dialogo, e approfittiamo di questo scambio verbale per riflettere. Abbiamo la tendenza di pensare che essere in disaccordo significhi automaticamente essere in conflitto, e che un conflitto si concluda con un vincitore e un vinto o, come si dice, con un orgoglio umiliato. Evitiamo di vedere le cose in quest'ottica. Cerchiamo sempre un terreno d'intesa.
  • Aiutare i poveri non vuol dire semplicemente distribuire denaro. Vuol dire soprattutto permettere loro di istruirsi e curarsi, metterli in condizione di provvedere ai propri bisogni.
  • Oggi la medicina fa grandi progressi. Ma tanto nella prevenzione come nella cura continua a svolgere un ruolo cruciale l'atteggiamento mentale. È un dato di fatto. Il corpo e lo spirito sono strettamente connessi e si influenzano reciprocamente.
  • Per essere veramente felici in modo duraturo è necessario riconoscere innanzitutto la realtà della sofferenza. Forse all'inizio è deprimente, ma alla lunga ci si guadagna.
  • A quelli che sono pessimisti e si tormentano di continuo mi viene voglia di dire: quanto siete stupidi!
  • Chi non si imbatte in nessun problema e passa la vita nella bambagia si dissocia dalla vita reale. Di fronte alla prima difficoltà «invade il paese di lamenti».
  • Agire in modo impulsivo significa correre grandi rischi di sbagliare. Poiché siamo capaci di riflettere, è bene che aspettiamo di sentirci calmi e distesi prima di commettere l'irreparabile.
  • Quando ci troviamo sotto l'influenza della collera o dell'odio non ci sentiamo bene, né sul piano fisico né su quello mentale. Tutti se ne rendono conto, e nessuno ha voglia di stare con noi.
  • I nostri veri nemici sono i veleni mentali: l'ignoranza, l'odio, il desiderio, la gelosia, l'orgoglio. Sono gli unici capaci di distruggere la nostra felicità.
  • Il desiderio ha per scopo la soddisfazione. Se ci domina e vogliamo sempre di più, questo scopo non viene mai raggiunto e invece di trovare la felicità troviamo la sofferenza.
  • Spesso la timidezza deriva dalla mancanza di fiducia in se stessi e dall'attaccamento eccessivo alle formalità, alle convenzioni sociali. Siamo prigionieri di un'immagine che vogliamo presentare agli altri.
  • Per rimediare all'odio per voi stessi prendete coscienza della falsa immagine che avete di voi stessi e coltivate la fiducia autentica e sana, quella che si basa sulle vostre qualità umane fondamentali. Siate umili e apritevi di più verso gli altri.
  • Da un certo punto di vista è bene parlare poco e solo quando si ha qualcosa di importante da dire.
  • Parlare molto senza vera necessità è come lasciar spuntare migliaia di erbe inutili in un giardino.
  • Riconosciamo i nostri errori, ma senza pensare di condannarci in modo da non poter più vivere normalmente. Non dimentichiamo quello che abbiamo fatto, ma non lasciamoci deprimere o spezzare dal rimorso.
  • Le religioni sono un po' come dei rimedi. I rimedi mostrano la loro efficacia quando si è malati, non quando si è in buona salute.
  • Il Buddha diceva che bisogna insegnare agli altri secondo i loro bisogni, e conformarsi a quello che si insegna. Mettiamo dunque in pratica i precetti prima di farne materia di insegnamento.
  • Praticando il buddhismo non aspettatevi di volare subito nel cielo, di attraversare la materia e conoscere l'avvenire. Lo scopo principale della pratica non è acquisire poteri miracolosi, ma dominare il proprio spirito.
  • Il buon senso ci indica che la vita umana è breve, e che è meglio trasformare il nostro fugace passaggio sulla Terra in qualcosa di utile, per noi e per gli altri.
  • Paradossalmente, non si può essere utili a se stessi senza esserlo agli altri. Che lo vogliamo o no, siamo tutti collegati, ed è inimmaginabile riusciere a conseguire la felicità soltanto per sé. Chi tenta di farlo finisce nella sofferenza.

L'arte della pace interiore

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  • Quando sei in preda ad un'emozione distruttiva, hai perduto uno dei beni più preziosi, la tua indipendenza. Almeno per il momento, la tua mente è turbata, la tua capacità di formulare giudizi equilibrati è indebolita.
  • La rabbia può procurare un momentaneo successo dandoti una certa soddisfazione per un breve periodo, ma alla fine causerà ulteriori difficoltà.
  • Durante un periodo difficile puoi imparare a sviluppare la forza interiore, la determinazione e il coraggio necessari ad affrontare i problemi. Il vero fallimento è scoraggiarsi, perché così perdi un'occasione preziosa di progredire.
  • Se la vita scorre troppo facilmente, ci si rammolisce.
  • Tu vuoi la felicità e non vuoi la sofferenza, e se agli altri mostri gentilezza, amore e rispetto, gli altri faranno lo stesso con te, aumentando la tua felicità. Se agli altri mostri rabbia e odio, gli altri mostreranno gli stessi sentimenti, e la tua stessa felicità andrà perduta.
  • Se sei calmo, neppure i nemici riusciranno a turbarti. Al contrario, se di solito sei irascibile, non sarai davvero felice neppure quando viene a trovarti il tuo migliore amico.
  • Nessuno può affermare con certezza che morirà proprio stanotte, ma chi coltiva la consapevolezza della morte accetta l'eventualità di morire proprio stanotte. Forte di un simile atteggiamento, darai la precedenza alle azioni che possono rivelarsi utili sia nel presente sia nel futuro, rispetto a quelle la cui utilità è solo superficiale.
  • Se comprendiamo che la vera natura delle cose è transitoria, non saremo sconvolti dal cambiamento, quando avverrà, neppure da quello prodotto dall'invecchiamento e dalla morte.
  • Cerca di tenere a mente il famoso proverbio indiano: «Un domani in cui non ci sarai più sta inevitabilmente arrivando».
  • Come ho spiegato, l'ignoranza porta a esagerare l'importanza della bellezza, della bruttezza, e di altre caratteristiche, generando bramosia, odio, invidia e aggressività.
  • Il cielo esisteva già prima che le nubi si ammassassero, e continuerà a esistere quando saranno scomparse. È presente anche quando le nubi sembrano coprirne ogni centimetro a noi visibile.
  • È essenziale rendersi conto che le emozioni controproducenti quali il rancore, l'invidia e l'aggressività dimorano non nell'essenza della mente, ma alla sua periferia.
  • Tutti gli esseri viventi vogliono la felicità e non vogliono la sofferenza.
  • In circostanze personali difficili conviene adottare quanto più possibile un atteggiamento di apertura, onestà e sincerità. Se reagiamo con durezza o in modo egoista, non facciamo che peggiorare le cose.
  • Se le azioni passate sono la causa della tua situazione attuale, usa il presente per dar forma a un futuro migliore.
  • Le avversità ti aiutano anche a comprendere quanto sia vantaggioso sbarazzarsi degli atteggiamenti negativi.
  • Non perdere in nessun caso la speranza. La vera causa del fallimento è la perdita della speranza. Non rinunciare. Se sei pessimista, non hai alcuna possibilità di riuscire, perciò non ti scoraggiare.
  • Anche i bambini piccoli non si preoccupano della religione o della nazionalità, della ricchezza o della povertà: vogliono soltanto giocare insieme. Da piccoli, la sensazione che l'umanità sia un tutt'uno è molto più forte. Crescendo, impariamo a fare molte distinzioni; viene data un'indebita importanza a parecchie differenze secondarie e, di conseguenza, la nostra fondamentale sollecitudine verso gli esseri umani diminuisce. Questo è un problema.
  • La società in cui la gentilezza non viene apprezzata si disgrega. Come ho già detto, da bambini dipendiamo in larga misura dalla gentilezza dei nostri genitori, e durante la vecchiaia torniamo a diipendere dalla gentilezza altrui, ma tra l'infanzia e la vecchiaia crediamo, sbagliando, di essere indipendenti. Non è così.
  • Se ne sei capace, dovresti aiutare gli altri; se non ne sei capace, dovresti perlomeno non fare loro del male.
  • Anche una piccola esperienza di altruismo procura immediatamente un po' di pace mentale.

Le religioni sono tutte sorelle

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  • Le razze dell'umanità non potranno mai più tornare ad arroccarsi nell'esclusività delle loro cittadelle fortificate. Esse sono ormai a stretto contatto l'una con l'altra, fisicamente e intellettualmente. [Citando Tagore]
  • In tutta la storia dell'umanità, uno dei contesti in cui la coesistenza pacifica si è rilevata più problematica è proprio quello dei rapporti tra le diverse religioni storiche.
  • È venuta l'ora che ogni singolo seguace di una qualsiasi delle principali religioni del mondo si chieda: Nel profondo del mio cuore, come vedo e giudico realmente i seguaci delle altre fedi?

Citazioni su Tenzin Gyatso

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  • Si cercherebbe invano in tutto il mondo odierno un personaggio dalla posizione più tragica di quella del Dalai Lama, il ventisettenne dio-re del Tibet. Per secoli il suo Paese è stato un «orizzonte perduto» per il resto del mondo, una terra di mistero e di pace che pochi abitanti dell'Occidente avevano mai visitata. Poi, fu brutalmente infranta. Le truppe comuniste cinesi dilagarono oltre i confini e cominciarono una campagna di terrore e di genocidio. Dal 1959 i Cinesi hanno trucidato oltre 100.000 Tibetani in uno degli episodi più truci della storia. Il Dalai Lama fu costretto dal suo popolo ad abbandonare il Paese per poter continuare la lotta, e circa 75.000 Tibetani lo seguirono, cercando rifugio in India, nel Nepal, nel Bhutan e nel Sikkim. (Clarence W. Hall)
  1. Da Trasformare la mente: riflessioni su vita, amore e felicità, Oscar Mondadori, 2012. ISBN 978-88-04-58644-9
  2. a b c Citato in Selezione dal Reader's Digest, dicembre 1962.
  3. Da Come un fulmine che squarcia la notte; citato in Matthieu Ricard, Sei un animale!, Sperling & Kupfer, Milano, 2016, p. 36. ISBN 978-88-200-6028-2
  4. Da La compassione e la purezza: conversazioni con Jean-Claude Carrière, Fabbri Editori, 1997, p. 34.
  5. Citato in Steven Rosen, Il vegetarianesimo e le religioni del mondo, traduzione di Giulia Amici, Gruppo Futura – Jackson Libri, 1995, p. 131. ISBN 88-256-0826-8
  6. Citato in Virgilio Bettini, Scorie: l'irrisolto nucleare, prefazione di Giorgio Nebbia, UTET, 2006, p. 1.
  7. Citato in [1], ilpost.it, 30 aprile 2011
  8. Dalla conferenza a Pomaia, Pisa presso l'Istituto Lama Tzong Khapa, 12 giugno 2014.
  9. Citato in Pankaj Mishra, L'ultimo dalai lama, Internazionale, n. 1141, 19 febbraio 2016, p. 52.
  10. Citato in Claus Leitzmann, Vegetariani: fondamenti, vantaggi e rischi, traduzione di Margherita Cavalleri, Bruno Mondadori, 2002, pp. 21-22. ISBN 88-424-9584-0

Bibliografia

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