Degli edifizii/Libro secondo/Capo XI

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CAPO XI.

Le Mura di Calcide riparate; ristaurata Ciro.
Fortificata Palmira.


Nello stesso modo Giustiniano ristaurò le mura della città di Calcide, che fin da principio deboli, il tempo avea ridotto a pessimo stato; e lo stesso fece del muro esterno. Fu quell’opera assai più forte della prima; e come l’una e l’altra veggiamo al presente, alla solidità egli aggiunse in esse bellezza ed eleganza.

Nella Siria non facevasi più conto alcuno di una città, o borgo, chiamato Ciro, anticamente fondato da Giudei, i quali dalla Palestina tratti nell’Assiria prigionieri dall’esercito de’ Medi, lasciati poi in libertà dal re Ciro, chiamarono dal nome di lui quel luogo in riconoscenza del benefizio ricevuto. Ma coll’andare del tempo Ciro venne trascurata a segno che perdette le sue mura. Giustiniano Augusto pertanto e per provvedere agl’interessi dello Stato, e per divozione verso i SS. Cosma e Damiano, i cui corpi anche oggigiorno hanno sepoltura nella vicinanza, con salde mura che vi pose, col forte presidio collocatovi, colla grandezza de’ pubblici edifizii, e col complesso di varie altre magnifiche cose, di che l’adornò, Ciro divenne una fortunata e bellissima città. Fino dagli antichi tempi essa nell’interno soffriva grande penuria d’acqua, perchè vero è che fuori v’era una fonte copiosissima di acqua dolce; ma questa si rendeva quasi affatto inutile agli abitanti, poichè non potevano trarne l’acqua se non con grande fatica, e con pericolo. La [p. 389 modifica]ragione di ciò è questa, che bisognava per attingerne andare per luoghi scoscesi e diritti; facili soltanto agli uccelli, e per gli uomini presentanti un inevitabile precipizio; e gli uccelli soli, se alcuno tendesse insidie ad essi colà, potrebbero liberarsene. Fu dunque tratta fuori della città una fossa fino a quella fonte, non aperta alla vista, ma per quanto fu possibile, coperta; e per essa potè aversi l’acqua senza pericolo, e senza difficoltà.

Le mura della città di Calcide, già rovinose, e da nessuna opera protette, con lavori saldissimi furono parimente dall’Imperadore riparate, e vi fu aggiunto un muro esterno. Similmente egli fortificò le altre città, e i castelli della Siria a segno che ora possono fare invidia.

Di questa maniera Giustiniano Augusto mise quella provincia in sicurezza. La Fenicia che stendesi al Libano, ha Palmira, città in addietro fondata in luogo circondato da un deserto, e collocata intanto in sito opportunissimo per tenere d’occhio le mosse de’ Saraceni nostri nemici. Ed infatti fu piantata colà per vedere le improvvise incursioni di que’ barbari sulle terre dell’Impero romano. Questa città pertanto di poco non desolata dal tempo, Giustiniano fortificò oltre quanto possa dirsi; la provvide abbondantemente d’acqua; e postovi grosso presidio, mise i Saraceni fuori di stato di fare scorrerie sulle nostre terre.

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