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cavano tovaglie et orciuoli, bicchieri et altri vasi, che facevano mestiere a tanta moltitudine. E beato si riputava chi piú cose poteva recare o piú sollecitamente servire; intanto ch’eziandio i baroni et i cavalieri et altri gentili uomini che erano venuti a vedere, con grande umilità e devozione servivano loro innanzi. Per la qual cosa sancto Domenico, veggendo queste cose, conoscendo veramente che la Provvidenzia divina sí adoperava in loro, umilemente si riconobbe avere male giudicato sancto Francesco di comandamento indiscreto; et inginocchiandoglisi innanzi umilemente ne disse sua colpa et aggiunse: — Veramente Iddio à cura ispeziale di questi sancti poverelli, io non lo sapeva; et io da ora innanzi prometto d’osservare la evangelica povertà sancta; e maladico dalla parte di Dio tutt’i frati dello Ordine mio, i quali nello detto Ordine prosomeranno d’avere proprio. — Sicché sancto Domenico fu molto edificato dalla fede dello sanctissimo Francesco e dalla obbedienza e dalla povertà di cosí grande ordinato collegio, e dalla Provvidenza divina e dalla copiosa abbondanza d’ogni bene. In quello medesimo Capitolo fu detto a sancto Francesco, che molti frati portavano il coretto in sulle carni e cerchi di ferro; per la qual cosa molti ne infermavano, et alquanti ne moriano, e molti n’erano impediti dall’orare. Di che sancto Francesco, come discretissimo padre, comandò per sancta obbedienza che chiunque avesse co-

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