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288 I Vicerè

Concilio di Trento li aumentò di due.... Studiai queste cose tempo addietro; oggi, se mai, — aggiunse voltandosi verso Lucrezia, — piuttosto che gl’impedimenti dovrei studiare le ragioni del sacramento magno....

— Il Sacramento?... — fece Lucrezia che era già nelle nuvole. — È esposto alla Cattedrale.

Tutti sorrisero, e per quella sera il discorso restò lì. Ma qualche giorno dopo Raimondo ridomandò curiosamente al futuro cognato:

— E così, non hai rammentato quali sono gli impedimenti dirimenti?

— Sì.... ma non tutti — rispose Benedetto, che in presenza della promessa non voleva spiegar certe cose. E li disse in latino: — Error, conditio, votum, cognatio, crimen....

— Basta! Basta! È inutile, non capisco.... — E gli voltò le spalle.

Però, prima d’andar via, Benedetto lo chiamò da parte:

— Non potevo spiegarmi dinanzi alle donne. Gli impedimenti sono questi: — E li enumerò e li spiegò tutti, in italiano.


Qualche giorno dopo quel discorso vi fu un gran ciarlare tra la servitù, giù nella corte: correva in paese la voce che il duca stesse per tornare da Torino, unicamente allo scopo d’accomodare l’imbroglio del contino. Baldassarre, al quale domandavano se la notizia era vera, si stringeva nelle spalle: «So molto, io! Avanzate nulla dal duca, che l’aspettate?...» Ma la notizia era vera: la ripetevano Giulente, suo zio don Lorenzo, tutti gli amici politici del deputato, e anzi parlavasi d’andargli incontro, se veniva per via di terra, e di preparargli una dimostrazione. Egli giunse per via di mare e non era solo: il barone Palmi, nominato senatore dopo la rivoluzione, lo accompagnava. Questi, invece che al palazzo, come le altre volte, scese all’albergo. La cosa

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