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cisti che spingono l’amore dell’arte fino alla passione. Le lodi dei suoi devoti gli avevano fatto dei gelosi, e questi lo criticavano perchè consacrava il suo tempo all’arte severa piuttosto che al giuoco e ai cavalli. Ma se un intelligente entrava nella chiesa de’ Servi quando il Mandelli era in vena, il trionfo non si faceva aspettare. Ogni prevenzione cadeva dinanzi alla potenza, alla finezza, al fuoco sacro dell’artista che si rivelava in quell’angolo dimenticato della provincia.
Un giorno, un mestierante, cui non garbavano quei trionfi, nè quegli entusiasmi, disse in un publico caffè:
— Il signor Mandelli non è un organista: non è il vostro organista. È un signore che suona per suo divertimento. Se fosse uno da farsi pagare vi avrebbe piantati da un pezzo.
Dopo quel giorno gli entusiasmi diminuirono sensibilmente. Dal momento che non era il loro organista!....
Ignaro di tali chiacchiere, il Mandelli continuava a suonare come prima, contento anzi di essere meno seccato.
Le fanciulle, entrate nella chiesetta, si erano inginocchiate sull’ultimo banco.
Gli occhi fissi nel vuoto, Emma si lasciava cullare dolcemente dal ritmo soave.
Intanto il suo pensiero ritornava ai saltimbanchi; alla notizia lungamente attesa a cui aveva accennato