Supplemento alla Storia d'Italia/XXIX

XXIX - Bonaparte scrive al General Vaubois come debba munir Livorno, e la condotta che vi abbia a tenere

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XXIX - Bonaparte scrive al General Vaubois come debba munir Livorno, e la condotta che vi abbia a tenere
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Dal Quartier Generale di Livorno, 9 messidoro anno 4

(27 Giugno 1796)


XXIX - Al Generale Vaubois.


Il General Vaubois terrà presidio in Livorno con la settantesima quinta mezza brigata, una compagnia d’artiglieria ed uno squadrone del primo reggimento di ussari; egli farà mettere in buono stato di difesa le batterie, che guardano l’ingresso del porto; le farà disporre in modo che ciascuna batteria non abbia se non pezzi di uno, o al più di due calibri; farà mettere in assetto dei fornelli da roventar palle, ed avrà cura che i pezzi abbiano munizione per cento colpi: sceglierà un Forte della Città, quello che sia più al caso di difendersi, e che abbia comunicazioni con l’interno, e lo farà mettere in istato di difesa; al quale oggetto farà quei tramutamenti d’artiglieria che crederà necessarj; stabilirà un magazzino dove si contenga di che nutrire 2,000 uomini per quaranta giorni con tutti gli accessorj per sostener l’assedio.

Non tralascierà d’usare alcun mezzo per mantenere in Livorno una perfetta tranquillità; cercherà di affezionarsi le truppe del Granduca di Toscana, alle quali terrà [p. 51 modifica]l’occhio continuamente; si manterrà in buon’armonia col Governatore; ad esso rimetterà tutti gli affari minuti; gli userà molti riguardi, specialmente in privato. Se in Livorno si tramassero congiure o qualunque altra cosa che riguardi alla esistenza delle truppe francesi, in tal caso egli prenderà i necessarj spedienti all’oggetto di ristabilir la calma e punire i malevoli. Egli non risparmierà nè le persone, nè le proprietà, nè le case.

In tutti gli affari difficili che potessero sopravvenirgli, consulterà il cittadino Miot Ministro della Repubblica francese a Firenze, il quale sarà in grado di dargli dei buoni consigli. Egli proteggerà il Console nella importante operazione che gli è affidata; e, come primo agente della Repubblica a Livorno, ne veglierà gl’interessi tutti, e darammi ragguaglio di tutti gli abusi, che non fosse in sua facoltà di reprimere. Egli terrà vita condecente; chiamerà sovente alla sua tavola gli Uffiziali del Granduca ed i Consoli dei Potentati esteri: a tale effetto gli saranno accordate le spese straordinarie. Destinerà un uffiziale alla guardia del porto; eleggerà un Comandante di ciascun Forte; terrà sotto severa disciplina i Corsari, ed invigilerà che da essi rispettate sieno le bandiere neutrali, e specialmente la spagnuola. Si farà ogni giorno render conto dei rapporti delle sentinelle; mi terrà informato di tutto ciò che avviene nel paese, e mi spedirà il rapporto di tutte le notizie di Corsica che a lui perverranno. Scriverà ai Feudi imperiali, che riconoscano la Repubblica, e mi darà parte del numero di questi Feudi, della loro popolazione, della loro ricchezza e dello spirito che vi regna. Farà osservare alle sue truppe la più rigorosa disciplina; avrà cura che tutti i soldati sieno alloggiati nelle Caserme, e che nessuno, dal Generale sino all’infimo impiegato, lo sia nelle case degli abitanti.

Egli avrà seco un ajutante generale, un commissario di guerra, ed un impiegato di ciascuna branca dell’amministrazione.

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