L'inizio della crisi dell'Impero romano

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L'inizio della crisi dell'Impero romano
Tipo di risorsa Tipo: lezione
Materia di appartenenza Materia: Storia romana

I problemi dell'Impero

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Con la fine delle guerre d'espansione, finirono anche le ingenti ricchezze conquistate dai nemici; inoltre l'unico fattore attivo era l'agricoltura, poiché lo sviluppo del commercio era ristretto alla cerchia degli aristocratici; ma i vasti territori attorno al Mediterraneo non erano abbastanza produttivi e dei cambiamenti non sarebbero stati accettati dalla parte della popolazione più conservatrice. Oltre a queste difficoltà, esistevano altri 3 limiti dello stato:

  • La schiavitù e la tecnologia: la maggior parte delle popolazioni conquistate diventavano schiavi, anche se questo assicurava il benessere dell'aristocrazia, il lavoro non era stimolato poiché obbligatorio; inoltre questa gran massa di persone al lavoro portò a un grande disinteresse per la tecnologia.
  • Problemi economici: per far fronte alle numerose spese che il bilancio (sistema di difesa, burocrazia e spese pubbliche) e il deficit comportavano, l'impero si trovò ad aumentare le imposte e a dover svalutare la moneta; di conseguenza nessuno volle più ricoprire cariche pubbliche per non trovarsi di fronte al problema della riscossione delle tasse; inoltre, con la riduzione del valore della moneta i prezzi salirono vertiginosamente.
  • La difesa: l'esercito composto da 28 legioni e da truppe ausiliarie poteva contare anche sul limes, una linea fortificata che poteva contare su ostacoli naturali e artificiali; i successori di Augusto non si preoccuparono di finanziare questo sistema difensivo, poiché erano i soldati a costruirla. Ma col tempo questa barriera difensiva si rivelò debole.

Per placare un attacco dei Parti, le truppe di Marco Aurelio, vittoriose, portarono al loro rientro la peste; che provocò un pandemia che dilaniò Roma e l'Italia nel 166, con il conseguente calo della popolazione e del lavoro agricolo. Nel 167 il confine su superato dai Quadi e Marcomanni, che si stanziarono ad Aquilea concentrando 12 legioni per la difesa del territorio fino alla pace. Inoltre nel 175, sparsa una falsa notizia sulla morte dell'imperatore Marco Aurelio, le legioni stanziate a Oriente proclamarono il loro comandante: Avidio Cassio, nuovo imperatore. Questi fatti ci dimostrano che:

  • Il limes poteva reggere modesti attacchi, ma le grosse incursioni lo distruggevano; inoltre l'esercito non poteva spostarsi con facilità in un territorio così vasto
  • La rivolta dell'esercito d'Oriente, dimostrava che la vita politica era in bilico, con il rischio di una guerra civile.
 
Settimio Severo

Marco Aurelio, tornò alla successione ereditaria affidando il potere al figlio Commodo che cercò di instaurare un governo sul modello orientale; nel frattempo i Severi erano appoggiati dalle legioni ed estesero la cittadinanza a tutti gli abitanti dell'impero. Alla morte di Commodo il senato con i pretoriani cercavano di assicurarsi la nomina del successore, mentre in nel territorio dell'impero tre diverse legioni sceglievano come imperatore il proprio generale; scoppiò così una guerra civile che fu vinta da Settimio Severo. Settimio Severo era un provinciale dell'Africa e aveva fondato il suo potere con le legioni, quando giunge a Roma fa tre importanti azioni:

  • elimina i suoi avversari dal senato e lo mette sotto controllo
  • obbliga i pretoriani a risiedere fuori Roma
  • costituisce una nuova guardia imperiale formata dai veterani dell'esercito

Dal punto di vista militare Settimio sconfigge dopo quattro anni i Parti, mentre da quello amministrativo privilegiò le cariche pubbliche ed il ceto dei cavalieri. Naturalmente apportò maggiori cure all'esercito, concentrando la maggior parte delle risorse per difendere il confine dall'aumento della pressione dei barbari e per pagare bene i soldati per continuare ad avere il loro appoggio. Per le ingenti somme che l'esercito doveva avere e per fronteggiare l'inflazione fu costituita l'annona militare, ovvero gli agricoltori dovevano fornire l'alimentazione all'esercito, ma in questo modo anche il commercio ebbe un crollo. Nel 211 durante un'offensiva contro i barbari nel Vallo di Adriano, l'imperatore morì.

Alla morte di Settimio andò al potere il figlio Bassiano detto Caracalla; come il padre cercò di proteggere i confini e per aggiudicarsi nuove entrate per l'esercito nel 212 con la Costituitio Antoniniana estese la cittadinanza a tutti gli abitanti dell'impero romano, in questo modo oltre alle altre tasse i cittadini dovevano versare una somma per l'eredità. Durante una nuova spedizione contro i Parti fu assassinato.

Crisi III secolo

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Busto in bronzo di Aureliano

Dopo i Severi continue guerre su tutti i fronti occuparono l'impero romano, infatti:

  • la tribù dei Goti spinse le altre popolazioni barbariche oltre il Reno e il Danubio e nel 251 entrarono ad Atene
  • gli Alamanni e Franchi distrussero la Gallia
  • i Persiani dopo aver sconfitto i Parti e nel 256 occuparono la Siria, l'Antiochia e l'Armenia

L'imperatore Valeriano, che guidava le spedizione contro i Persiani fu fatto prigioniero. Ma la morte dei Severi non portò solo una militarizzazione dell'impero, ma anche 21 imperatori che furono eletti dalle legioni tra il 235 e il 284; c'è da dire che il senato non fu in grado di fermare questo potere militare. Infatti, in questo periodo i militari di professione, ovvero i cittadini di classi inferiori, sostituirono in tutti gli strati i personaggi che facevano parte, o discendevano dal senato; alcuni di questi militari, per la loro capacità furono eletti anche imperatori e formarono così una nuova classe dirigente. Fra i massimi esponenti, che cercarono di ricostruire l'ordine amministrativo e militare, ricordiamo due imperatori: Decio e Valeriano, che oltre a essere i primi ad attuare delle persecuzioni contro i cristiani, cercarono di opporsi alle invasioni sempre più crescenti, fino ad arrivare alla separazione dell'impero; così in Gallia troviamo l'imperium Galliarum ed in Siria nel 267 si costituì il principato indipendente del regno di Palmira. Oltre alla scorrerie dei barbari, anche calamità naturali misero a dura prova la popolazione romana, ma negli ultimi decenni del secolo, due imperatori riformarono lo stato e l'organizzazione militare:

  • Gallieno che si preoccupò della organizzazione dell'esercito apportando delle modifiche importanti
  1. abolì il limes
  2. sostituì la difesa in profondità con forze mobili di riserva, formate da cavalleria corazzata
  3. sconfisse i Goti e gli Alamanni
  • Aureliano, a differenza di Gallieno sotto il punto di vista militare, fortificò le maggiori città con una cinta muraria; inoltre per consolidare il proprio potere e restaurare la figura dell'imperatore Aureliano assunse il titolo di dominus et deuas (signore e dio) e fu il primo che portò il diadema.

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