Alan Turing
Alan Mathison Turing (Londra, 23 giugno 1912 – Wilmslow, 7 giugno 1954) è stato un matematico, logico, crittografo e filosofo britannico, considerato uno dei padri dell'informatica e uno dei più grandi matematici del XX secolo.
Il suo lavoro influenzó la nascita della disciplina dell'informatica, grazie alla sua formalizzazione dei concetti di algoritmo e calcolo mediante l'omonima macchina, che a sua volta costituì un significativo passo avanti nell'evoluzione verso il moderno computer. Per questo contributo è solitamente considerato il padre della scienza informatica e dell'intelligenza artificiale, da lui teorizzate già negli anni trenta del '900, ed anche uno dei più brillanti crittoanalisti che operarono nel Regno Unito durante la seconda guerra mondiale, per decifrare i messaggi scambiati da diplomatici e militari delle Potenze dell'Asse.
Turing lavorò infatti a Bletchley Park, il principale centro di crittoanalisi del Regno Unito, dove ideò una serie di tecniche per violare i cifrari tedeschi, incluso l'utilizzo di una macchina elettromeccanica (chiamata "Bomba") in grado di decodificare codici creati dalla macchina crittografica Enigma.
Biografia
modificaAlan Turing nacque a Maida Vale, quartiere di Londra, il 23 giugno 1912. Era figlio di Julius (1873-1947) e Ethel Turing (1881-1976), entrambi impiegati della famiglia reale in India. Già in tenera età Turing diede segno della genialità che negli anni futuri lo avrebbe reso famoso in tutto il mondo.[1]
Tuttavia, a causa della sua enorme passione per le materie scientifiche, divenne malvisto dai professori del St. Michael, la sua prima scuola, che da sempre ponevano più enfasi sugli studi classici. Durante i primi anni ebbe quindi enormi difficoltà e ottenne il diploma a stento. Poco appassionato al latino e alla religione, preferiva letture riguardanti la teoria della relatività, i calcoli astronomici, la chimica o il gioco degli scacchi. Nel 1931 fu ammesso al King's College dell'Università di Cambridge, dove fu allievo di Ludwig Wittgenstein e dove approfondì i suoi studi sulla meccanica quantistica, la logica e la teoria della probabilità (dimostrò autonomamente il teorema centrale del limite, già dimostrato nel 1922 dal matematico Lindeberg).
Nel 1934 si laureò con il massimo dei voti e nel 1936 vinse il premio Smith (assegnato ai due migliori studenti ricercatori in Fisica e Matematica presso l'Università di Cambridge). Nello stesso anno si trasferì alla Princeton University dove studiò per due anni, ottenendo infine un Ph.D. In quegli anni pubblicò l'articolo "On computable Numbers, with an application to the Entscheidungsproblem" nel quale descriveva per la prima volta la futura "macchina di Turing". Nel 1940, a 28 anni, era a capo del gruppo di ricercatori impegnati nella decrittazione delle macchine usate dalla marina tedesca, fra le quali Enigma.[2] Fu perseguitato per essere omosessuale ed indotto alla castrazione chimica. Morì a 41 anni.
Il lavoro come crittoanalista
modificaDurante la seconda guerra mondiale, Turing mise le sue capacità matematiche al servizio del Department of Communications del Regno Unito per decifrare i codici usati nelle comunicazioni tedesche, criptate tramite il cosiddetto sistema Enigma da Arthur Scherbius. Con l'entrata in guerra del Regno Unito, Turing fu arruolato nel gruppo di crittografi stabilitosi a Bletchley Park e con i suoi compagni lavorò per tutta la guerra alla decrittazione, sviluppando ricerche già svolte dall'Ufficio Cifra polacco con la macchina Bomba, progettata in Polonia da Marian Rejewski nel 1932 e ultimata nel 1938.[N 1]
Basandosi su tali esperienze, Turing realizzò una nuova versione, molto più efficace, della bomba di Rejewski. Nel 1942 un matematico di Bletchley Park, Max Newman, progettò una macchina chiamata Colossus (lontana antesignana dei computer) che decifrava in modo veloce ed efficiente i codici tedeschi creati con la cifratrice Lorenz SZ40/42, perfezionamento della cifratrice Enigma. La macchina, a dispetto dello scetticismo dei suoi superiori, fu realizzata, su progetto di Newman, dall'ingegnere Tommy Flowers, che la consegnò a fine 1943.[3]
Dopo essere passato alla base di Hanslope Park, al termine della guerra Turing fu invitato al National Physical Laboratory (NPL, Laboratorio Nazionale di Fisica) situato a Teddington, nei pressi di Londra, per progettare il modello di un computer. Il suo rapporto che proponeva l'Automatic Computing Engine (ACE, Motore per il Calcolo Automatico) fu presentato nel marzo 1946, ma suscitò scarso interesse a causa degli alti costi preventivati.
L'attività di Alan Turing nel gruppo di Bletchley Park fu coperta da un segreto assoluto. Finita la guerra il governo britannico impose a tutti coloro che avevano lavorato alla decrittazione, realizzando macchine e sistemi per violare i codici crittografici tedeschi, giapponesi e italiani,[N 2] il divieto di parlare o scrivere di qualsiasi argomento trattato in quel periodo. Tale "silenzio" impedì che Turing e suoi colleghi anche meno famosi ricevessero i riconoscimenti che in altro ambito sarebbero stati loro ampiamente e pubblicamente riconosciuti. Dati e informazioni su queste attività cominciarono a essere pubblicate, previa autorizzazione dei servizi segreti inglesi, nel 1974, quando Turing e molti suoi colleghi nella decrittazione erano morti da tempo.[4]
Per l'anno accademico 1947/1948 tornò a Cambridge e spostò i suoi interessi verso la neurologia e la fisiologia, iniziando ad esplorare la relazione tra computer e natura. Iniziò a frequentare gli incontri del Ratio Club, un gruppo interdisciplinare di giovani scienziati britannici vicini agli interessi del movimento cibernetico.[5]
Ebbe interessi al di fuori dell'ambito accademico: divenne membro del Walton Athletic Club e vinse alcune gare di corsa sulle tre e sulle dieci miglia. Raggiunse inoltre ottimi livelli nella maratona, correndo con un record personale di 2 ore 46 minuti e 11 secondi (il vincitore della XIV Olimpiade nel 1948 vinse con un tempo inferiore di soli 11 minuti[6]).
Nel 1950, sulla rivista Mind, scrisse un articolo dal titolo Computing machinery and intelligence, in cui descriveva quello che sarebbe divenuto noto come il test di Turing: era convinto che si potesse raggiungere un'intelligenza artificiale solo seguendo gli schemi del cervello umano. Su questo articolo si basa buona parte dei successivi studi sull'intelligenza artificiale.[N 3][7]
L'anno seguente fu eletto Membro della Royal Society di Londra. Si trasferì all'Università di Manchester, dove lavorò alla realizzazione del Manchester Automatic Digital Machine (MADM). Convinto che entro l'anno 2000 sarebbero state create macchine in grado di replicare la mente umana, lavorò alacremente creando algoritmi e programmi per il MADM, partecipò alla stesura del manuale operativo e ne divenne uno dei principali utilizzatori. Nel 1952 sviluppò un approccio matematico all'embriologia. Quello stesso anno Turochamp, un programma di software scacchistico di sua creazione, giocò una partita contro il collega Alick Glennie, considerata la prima giocata da un programma, anche se le insufficienti capacità di calcolo dei computer dell'epoca costrinsero Turing a fare i calcoli lui stesso.[8]
L'arresto e la morte
modificaIl 31 marzo 1952 Alan Turing fu arrestato per omosessualità e portato in tribunale, dove a sua difesa disse semplicemente che «non scorgeva niente di male nelle sue azioni». Secondo alcune fonti, Turing avrebbe denunciato per furto un amico ospite in casa sua e avrebbe ammesso il proprio orientamento sessuale in risposta alle domande pressanti della polizia. In quel periodo, nel parlamento britannico si discuteva l'abrogazione del reato di omosessualità ed è possibile che il clima mutato abbia indotto Turing a un comportamento incauto.[9]
Condannato per omosessualità, fu costretto a scegliere tra una pena a due anni di carcere o la castrazione chimica mediante assunzione di estrogeni. Lo scienziato optò per la seconda alternativa. Per oltre un anno si sottopose a trattamenti che provocarono in lui un calo della libido e lo sviluppo del seno (ginecomastia). Turing cadde in depressione per il trattamento e l'umiliazione subita.[10]
Turing venne trovato morto sul suo letto l'8 giugno 1954 dalla sua domestica, Eliza Clayton. Il medico legale stabilì che la morte era avvenuta il giorno prima. Un esame post mortem stabilì come causa del decesso un avvelenamento da cianuro di potassio. Al momento della scoperta, vicino al letto, accanto al suo orologio, fu trovata una mela non terminata, come era sua abitudine.[11] La sbrigativa inchiesta del giudice si concluse in appena due giorni e la mela non fu nemmeno sottoposta ad analisi per accertare se all'interno vi fosse del veleno.[12] L'inchiesta concluse per il suicidio e il suo corpo fu cremato il 12 giugno 1954 al Woking Crematorium, nel Surrey, e le sue ceneri furono sparse sul posto, come era avvenuto per suo padre.[13] Attualmente rimane oggetto di discussione se si fosse trattato di suicido o di un incidente.[14]
La grazia postuma
modificaNel 2012, centenario della nascita di Turing, la Royal Mail ha dedicato un francobollo alla sua memoria; però, è solo leggendone l'iscrizione ("Alan Turing 1912-1954 – Mathematician and WWII code breaker") che si può risalire all'identità del commemorato, dato che il francobollo non ne ritrae il volto bensì mostra la macchina Bomba britannica di cui Turing sviluppò il progetto.
Nel dicembre 2012, importanti esponenti del mondo scientifico internazionale, tra cui il premio Nobel per la medicina Paul Nurse, il matematico e cosmologo Stephen Hawking, il matematico Timothy Gowers, il presidente del National Museum of Science, Douglas Gurr, l'astronomo Martin Rees, mandarono una lettera aperta al Primo Ministro britannico David Cameron, intitolata Pardon for Alan Turing, per sollecitare la grazia postuma, appello pubblicato dal Daily Telegraph;[15][16] vi fu anche una campagna su Internet.[17]
Precedentemente, a 55 anni dalla morte di Alan Turing, secondo alcuni suicidio spiegabile con le torture a lui riservate, il 10 settembre 2009 vi fu una dichiarazione di scuse ufficiali da parte del governo del Regno Unito, formulata dal primo ministro Gordon Brown. Brown riconobbe che Turing fu oggetto di un trattamento omofobo:[18]
«Per quelli fra noi che sono nati dopo il 1945, in un'Europa unita, democratica e in pace, è difficile immaginare che il nostro continente fu un tempo teatro del momento più buio dell'umanità. È difficile credere che in tempi ancora alla portata della memoria di chi è ancora vivo oggi, la gente potesse essere così consumata dall'odio – dall'antisemitismo, dall'omofobia, dalla xenofobia e da altri pregiudizi assassini – da far sì che le camere a gas e i crematori diventassero parte del paesaggio europeo tanto quanto le gallerie d'arte e le università e le sale da concerto che avevano contraddistinto la civiltà europea per secoli. [...] Così, per conto del governo britannico, e di tutti coloro che vivono liberi grazie al lavoro di Alan, sono orgoglioso di dire: ci dispiace, avresti meritato di meglio.»
Il 24 dicembre 2013 la regina Elisabetta II concesse la grazia postuma ad Alan Turing.[19]
Nella cultura di massa
modificaCinema
modifica- Breaking the Code (1996), film TV britannico di Herbert Wise sulla vita di Alan Turing.
- Enigma (2001), film di Michael Apted ispirato alla figura di Alan Turing e tratto dall'omonimo romanzo di Robert Harris.
- The Imitation Game, regia di Morten Tyldum (2014), con Benedict Cumberbatch nel ruolo di Turing.
Letteratura
modifica- Alan Turing. Una biografia (1983), ripubblicato poi col titolo Alan Turing. Storia di un enigma, biografia scritta da Andrew Hodges.
- Cryptonomicon (1999), romanzo di Neal Stephenson.
- Enigma (1995), romanzo di Robert Harris.
- Enigma: La strana vita di Alan Turing (2012), fumetto di Tuono Pettinato e Francesca Riccioni.
- Avrei fatto la fine di Turing, di Franco Buffoni (2015, Donzelli)
- La caduta di un uomo, di David Lagercrantz.
Musica
modifica- A Man from the Future, colonna sonora composta dai Pet Shop Boys nel 2012 ispirata a Turing.[20]
- Alan et la pomme, canzone di Salvatore Adamo dedicata a Turing.[21]
Teatro
modifica- Breaking the Code (1986), opera teatrale di Hugh Whitemore.
- TURING a staged case history (2012), spettacolo multimediale di Maria Elisabetta Marelli, prodotto da AGON.[22]
Onorificenze
modificaNote
modifica- Annotazioni
- ^ Al momento dell'invasione della Polonia da parte delle truppe del Terzo Reich, le "bombe" di Marian Rejewski furono inviate nel Regno Unito, ove si trasferì lo stesso Rejewski.
- ^ L'insieme delle informazioni raccolte era denominato Ultra
- ^ L'articolo comincia così: "Mi propongo di considerare la domanda: Le macchine possono pensare?".
- Fonti
- ^ G. James Jones, Alan Turing - Towards a Digital Mind: Part 1, su systemtoolbox.com (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2007).
- ^ (EN) David Cox, The Imitation Game: how Alan Turing played dumb to fool US intelligence, su the Guardian, 28 novembre 2014. URL consultato il 15 ottobre 2021.
- ^ Singh, pp. 249-250.
- ^ Singh, p. 190.
- ^ Hodges, p. 535 ediz. italiana.
- ^ (EN) Turing honoured with bronze statue, su theregister.co.uk.
- ^ Anniversario. Così Alan Turing ci mise in guardia dagli inganni delle macchine, su www.avvenire.it, 7 giugno 2024. URL consultato il 12 giugno 2024.
- ^ Partita e informazioni su chessgames, su chessgames.com. URL consultato il 9 gennaio 2017.
- ^ J. Resh, L'uovo di Archimede
- ^ (EN) The Independent: The Turing enigma: Campaigners demand pardon for mathematics genius, su independent.co.uk.
- ^ Charbonnier, p. 23.
- ^ Hodges, p. 488
- ^ Hodges, p. 529
- ^ (EN) Alan Turing: Inquest's suicide verdict 'not supportable', su bbc.com.
- ^ (EN) Britain still owes Alan Turing a debt - Telegraph, su telegraph.co.uk, 7 giugno 2012.
- ^ (EN) Enigma hero Alan Turing should be pardoned, leading scientists claim - Telegraph, su telegraph.co.uk, 14 dicembre 2012.
- ^ a b (EN) We the undersigned petition the Prime Minister to apologize for the prosecution of Alan Turing that led to his untimely death, su petitions.number10.gov.uk (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2010).
- ^ (EN) Treatment of Alan Turing was “appalling” - PM, su number10.gov.uk (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2011).
- ^ (EN) Emma G. Fitzsimmons, Alan Turing, Enigma Code-Breaker and Computer Pioneer, Wins Royal Pardon, in International News Times, 24 dicembre 2013. URL consultato il 24 dicembre 2013.
- ^ Pet Shop Boys — News — Sónar Barcelona, su petshopboys.co.uk.
- ^ Salvatore ADAMO - Album: La Grande Roue - Lyrics, Paroles, Testi, Songtext, Letras, su adamosalvatore-dc.com. URL consultato il 23 giugno 2022.
- ^ TURING, su turingcasehistory.net. URL consultato il 23 giugno 2022.
Bibliografia
modifica- Herbert Bruderer, Konrad Zuse und die Schweiz. Wer hat den Computer erfunden? Charles Babbage, Alan Turing und John von Neumann, XXVI, München, Oldenbourg Verlag, 2012, pp. 224, ISBN 978-3-486-71366-4.
- Simone Buttazzi, Alan Turing. Il genio che inventò il computer, Di Area51 Publishing Editore, 2012, ISBN 978-88-6574-077-4.
- Yurij Castelfranchi, Macchine come noi. La scommessa dell'Intelligenza Artificiale, Roma, Bari, Laterza, 2000, ISBN 88-420-6125-5.
- Nigel Cawthorne, L'enigma di un genio. La vera storia di Alan Turing il matematico inglese che decrittò il codice nazista, Roma, Newton Compton, 2014, ISBN 978-88-541-7582-2.
- Alain Charbonnier (pseud.), Il mistero di Alan Turing, l'uomo che svelò l'Enigma. Dalla macchina universale all'Intelligenza artificiale, in Gnosis. Rivista italiana di intelligence, n. 1, 2005, pp. 23-27. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2016).
- B. Jack Copeland, The Turing Guide, Oxford University Press, 2017, ISBN 978-0-19-874783-3.
- B. Jack Copeland, The Essential Turing. The ideas that gave birth to the computer age, Oxford, Oxford University Press, 2004, ISBN 978-0-19-825080-7.
- Greg Egan, Oracolo, in AA.VV., Mille e una galassia, Supplemento al n. 1493 di "Urania", Milano, Mondadori, 2004, pp. 167–229. un racconto ispirato alla vita di Turing.
- Andrew Hodges, Alan Turing, The Enigma [Alan Turing: una biografia], Torino, Bollati Boringhieri, 2006, ISBN 88-339-1654-5.
- Andrew Hodges, Alan Turing. Storia di un enigma, Torino, Bollati Boringhieri, giugno 2012, ISBN 88-339-2349-5.
- David Leavitt, The Man Who Knew too Much. Alan Turing and the Invention of the Computer [L'uomo che sapeva troppo. Alan Turing e l'invenzione del computer], Torino, Codice Edizioni, 2007, ISBN 978-88-7578-069-2.
- Piergiorgio Odifreddi, Un matematico eclettico e stravagante. Conferenza su Alan Turing, Bellinzona, Casagrande, 2012, ISBN 978-88-7713-638-1.
- Valeria Patera, La mela di Alan. Hacking the Turing test, Roma, Di Renzo Editore, 2007, ISBN 88-8323-170-8.
- Simon Singh, Codici & Segreti, Milano, Rizzoli, 1999, ISBN 88-451-8014-X.
- Alan M. Turing, Collect Works of A.M.Turing: Mechanical Intelligence [Intelligenza meccanica], a cura di Gabriele Lolli, Torino, Bollati Boringhieri, 1994 (ristampa 2007), ISBN 978-88-339-0880-9.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Alan Turing
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alan Turing
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Sito ufficiale, su turingarchive.org.
- Turing, Alan Mathison, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Turing, Alan Mathison, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
- Turing, in Enciclopedia della Matematica, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013.
- (EN) B.J. Copeland, Alan Turing, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Alan Turing, su Stanford Encyclopedia of Philosophy.
- (EN) Alan Turing, su MacTutor, University of St Andrews, Scotland.
- (EN) Alan Turing, su Mathematics Genealogy Project, North Dakota State University.
- (EN) Opere di Alan Turing, su Open Library, Internet Archive.
- Registrazioni audiovisive di Alan Turing, su Rai Teche, Rai.
- (EN) Alan Turing, su IMDb, IMDb.com.
- I giganti del pensiero contemporaneo: Alan Turing, su drive.google.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 41887917 · ISNI (EN) 0000 0001 1058 9902 · SBN MILV072363 · LCCN (EN) n83171546 · GND (DE) 118802976 · BNE (ES) XX945020 (data) · BNF (FR) cb12205670t (data) · J9U (EN, HE) 987007268998905171 · NDL (EN, JA) 00621580 · CONOR.SI (SL) 76161123 |
---|