Il termine anidro (dal greco ἄνυδρος, senza acqua) viene utilizzato per indicare un composto o una sostanza privi di acqua, indipendentemente dallo stato fisico. In genere si riferisce a quelle sostanze chimiche che hanno subito un processo di essiccamento o che hanno perso acqua di cristallizzazione[1]. I composti e le sostanze anidre sono generalmente igroscopiche e tendono ad assorbire acqua; è necessario quindi conservarle in contenitori a chiusura ermetica in modo che non vengano a contatto con l'umidità presente nell'atmosfera.

L'anidrite è un minerale formato da solfato di calcio anidro.

Solventi anidri

modifica
 
L'acido acetico anidro, conosciuto col nome di acido acetico glaciale, viene spesso utilizzato come solvente.

I solventi anidri sono sostanze pure, generalmente liquide, largamente utilizzate in tutte quelle operazioni chimiche e fisiche che richiedono un ambiente anidro al fine di prevenire reazioni collaterali indesiderate. Tipiche reazioni che richiedono un ambiente anidro sono la preparazione dei reattivi di Grignard[2] e la fusione alcalina.

Anidri e anidridi

modifica

Nonostante la radice sia la stessa, il concetto di "anidro" non va confuso con quello di "anidride", infatti un'anidride non è necessariamente anidra. Mentre una sostanza anidra è stata privata dell'acqua senza intaccare la sua struttura chimica, le anidridi sono il risultato di una reazione di deidratazione, che prevede l'allontanamento di H2O e la condensazione di due molecole di acido carbossilico

2R-COOH → R-CO-O-CO-R + H2O.

Lo stesso ragionamento vale per le anidridi inorganiche.

  1. ^ Ànidro, su treccani.it, Vocabolario Treccani online.
  2. ^ I reattivi di Grignard, su federica.unina.it, Federica, l'e-Learning gratuito e aperto a tutti dell'Università di Napoli Federico II.

Voci correlate

modifica
  Portale Chimica: il portale della scienza della composizione, delle proprietà e delle trasformazioni della materia
  NODES
Note 2