Il cartalismo è una teoria macroeconomica eterodossa della moneta sviluppata dall'economista tedesco Georg Friedrich Knapp,[1][2] con l'importante contributo di Alfred Mitchell-Innes.

Si sostiene che la moneta ha avuto origine storicamente con i tentativi degli Stati di dirigere l'attività economica piuttosto che come soluzione spontanea ai problemi del baratto o come mezzo con cui gettonare il debito, e che la moneta a corso fisso ha valore di scambio grazie al potere sovrano di imporre tasse sull'attività economica pagabili nella valuta emessa.

Il termine "cartalismo" deriva dall'inglese chartalism, che a sua volta deriva dal latino charta cioè "carta", in attinenza alla natura della moneta cartacea prevista nel sistema della moneta a corso legale e in contrapposizione con la teoria monetaria del metallismo.

La teoria è stata ripresa negli ultimi anni dall'economista statunitense Warren Mosler come fondamenta della teoria post-keynesiana della moneta moderna.

  1. ^ Knapp, George Friedrich, The State Theory of Money, Macmillan and Company, 1924, pp. vii.
  2. ^ Cartalismo e Metallismo. Archiviato l'11 marzo 2015 in Internet Archive. Due visioni sulle origini e lo sviluppo della moneta
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