La cultura cinematografica cilena si sviluppò durante gli anni sessanta del Novecento, con la fondazione di una cineteca nazionale e di un dipartimento di cinema sperimentale presso l'Università del Cile, cui si recò ad insegnare il regista neerlandese Joris Ivens. La produzione di film fu minima fino al 1967, quando il governo moderato di Eduardo Frei cominciò ad offrire sostegno economico all'industria. In quel periodo emersero alcuni registi come Raúl Ruiz, Aldo Francia e Helvio Soto. La maggior parte dei giovani registi si allineò con il marxista Partito di Unità Popolare di Salvador Allende.

Manuel Rodríguez, 1910 (fragment)

Tra il 1970 e il 1973, durante il governo di Allende, il cinema cileno ebbe ulteriore impulso grazie ai contributi governativi, nonostante il boicottaggio statunitense delle compagnie dell'MPEAA che bloccarono di fatto l'importazione di pellicola in Cile.

Dopo il colpo di Stato del generale Augusto Pinochet, i militari distrussero le scuole cinematografiche e i centri di produzione, bruciando i film e distruggendo gli impianti. Molti intellettuali vennero arrestati, e la maggior parte dei giovani registi fuggì all'estero; tra di essi Ruiz e Alejandro Jodorowsky. Jodorowsky ha girato El Topo, Il paese incantato e La montagna sacra mentre Ruiz lavora da molti anni in Francia.

Un altro regista di origini cilene è l'acclamato autore di The Others e di Mare dentro, Alejandro Amenábar, nato a Santiago nel 1972 da madre spagnola e padre cileno, si trasferì in Spagna subito dopo il golpe di Pinochet.

Il film del regista cileno Miguel Littín Alsino e il Condor venne nominato agli Oscar come miglior film straniero nel 1983 (ma per il Nicaragua).

Dopo la caduta della dittatura hanno cominciato a uscire film interessanti come La frontera di Ricardo Larraín (1991), Amnesia di Gonzalo Justiniano (1994), Johnny 100 Pesos di Gustavo Graef-Marino (1994), Taxi para tres di Orlando Lubbert (2001) e La febbre del loco di Andrés Wood (2001).

El Chacotero sentimental di Cristián Galaz (1999) è uno dei maggiori successi in patria mentre un altro regista di successo è Silvio Caiozzi che ha girato Coronación nel 2000 e Cachimba nel 2004.

Nel 2004 è stato presentato a Cannes nella Quinzaine des réalisateurs l'ultimo film di Andrés Wood, Machuca che ha riscosso un notevole successo a livello internazionale.

Anche lo scrittore Luis Sepúlveda ha girato un paio di film.

Il documentarista Patricio Guzmán è conosciuto a livello internazionale per aver diretto i tre documentari sulla Battaglia del Cile, La Battaglia del Cile: L'insurrezione della borghesia (La Batalla de Chile: La insurrección de la burguesía, 1975), La Battaglia del Cile: Il colpo di Stato (La Batalla de Chile: El golpe de estado, 1977) e La Battaglia del Cile: Il potere popolare (La Batalla de Chile: El poder popular, 1979). Ha diretto inoltre Il caso Pinochet (Le Cas Pinochet, 2001) e Salvador Allende (Salvador Allende, 2004). Primo film cileno candidato per l'Oscar al miglior film straniero fu, nel 2013, No - I giorni dell'arcobaleno diretto da Pablo Larraín. Nel 2018 un film cileno vince l'Oscar al miglior film straniero con Una donna fantastica diretto da Sebastián Lelio.

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