Conclave del 1823
Il conclave del 1823 venne convocato a seguito della morte del papa Pio VII, avvenuta il 20 agosto 1823, e si concluse con l'elezione del cardinale Annibale della Genga col nome di Leone XII.
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Papa Leone XII | |||
Durata | Dal 2 al 28 settembre 1823 | ||
Luogo | Palazzo del Quirinale, Roma | ||
Partecipanti | 49 (4 assenti) | ||
Decano | Giulio Maria della Somaglia | ||
Vice Decano | Bartolomeo Pacca | ||
Camerlengo | Bartolomeo Pacca | ||
Protodiacono | Fabrizio Ruffo | ||
Segretario del conclave | Raffaele Mazzio | ||
Veto | Di Francesco II d'Asburgo-Lorena contro il cardinale Antonio Gabriele Severoli | ||
Eletto | Leone XII (Annibale della Genga) | ||
Situazione generale
modificaIl 7 luglio 1823 Pio VII si ruppe una gamba in seguito a una grave caduta e le complicazioni che ne derivarono lo portarono alla fine. Il 16 luglio un incendio devastò la Basilica di San Paolo fuori le Mura della quale era stato abate, ma non gli fu detto nulla per non aggravare la sua penosa agonia. Spirò il 20 agosto nel Palazzo del Quirinale all'età di 81 anni e 6 giorni, quando numerosi cardinali erano già giunti nell'Urbe consci dell'imminente morte del pontefice.[1]
Appena morto il papa, il cardinale Giulio Maria della Somaglia fece sapere di essere in possesso di alcuni plichi con l'ordine tassativo di aprirli subito dopo il decesso di Pio VII. Aperto l'incartamento si vide erano stati scritti a Fontainebleau durante l'esilio napoleonico. Pio VII ordinava per iscritto che i cardinali si riunissero subito dopo la sua morte, e, derogando a tutte le antiche costituzioni e prendendo in considerazione solo l'impero delle condizioni de' tempi e i pericoli della Chiesa, eleggessero un papa in tempi brevissimi, anche immediatamente ed a pluralità di voci. Il documento aggiungeva che il papa si eleggesse con i due terzi dei voti, come avveniva di consueto.
Intervenne allora il segretario del Sacro Collegio, monsignor Mazio, che si disse depositario di un altro documento firmato da Pio VII nel 1821. Mazio disse che il pontefice ordinava che si procedesse istantaneamente alla scelta del successore, possibilmente per acclamazione alla presenza del suo cadavere ancora tiepido, e che non perdessero tempo con esequie e sepoltura, ma pensassero prima all'elezione, da farsi in segreto e senza attendere i cardinali fuori Roma né avvisare e ragguagliare le Corti estere, prima che il grave atto fosse compiuto. I cardinali, tuttavia, dichiararono che le circostanze in cui furono scritti quei documenti non erano più applicabili a' tempi attuali.
I decreti d'urgenza di Pio VII, dunque, in quel momento non avevano più ragione d'essere[2].
Il primo conclave al Palazzo del Quirinale
modificaIl conclave del 1823 fu il primo ad essere riunito nel Palazzo del Quirinale anziché in quello del Vaticano[3]. Erano trascorsi quasi cinquant’anni dall’ultimo conclave romano, che nel 1775 aveva eletto Pio VI. Infatti, nel 1799 Roma era occupata dalle truppe francesi e il Sacro Collegio Cardinalizio si era rifugiato a Venezia, sotto l’Impero asburgico, dove nel 1800 elesse Pio VII.
Già dal XVII secolo il Palazzo del Quirinale era stato preferito come residenza dai pontefici rispetto al Vaticano, periferico e in un’area malsana, vicino alle sponde paludose del Tevere. Ciò malgrado, il Quirinale era comunemente percepito solo come residenza stagionale, estiva, del romano pontefice.
Le ragioni di tale preferenza risiedono nella vicinanza del Quirinale alle sedi delle congregazioni pontificie, ovvero i dicasteri attraverso i quali la Curia governava la Chiesa e lo Stato. Il Quirinale divenne così di fatto la residenza del pontefice nella sua qualità di sovrano temporale, complementare a quella del Vaticano, che costituiva la sede del papa capo della Chiesa. Il palazzo del Quirinale non sostituì quindi il Vaticano, dedicato soprattutto ai riti e alle cerimonie religiose, ma gli si affiancò nella prassi[4].
I drammatici avvenimenti che a seguito della Rivoluzione francese segnarono la fine dell’Antico Regime investirono la Santa Sede con le occupazioni di Roma e le prigionie di Pio VI e di Pio VII, e portarono di necessità ad una generale e profonda riconfigurazione della Chiesa.
Alla morte di Pio VII, avvenuta il 20 agosto 1823, si prospettò un conclave dall’esito imprevedibile, agitato da forti tensioni interne ed insidiato dall’interferenza delle corone europee[5]. La stessa sede tradizionale del conclave, il Palazzo del Vaticano, era messa in discussione. Con varie motivazioni furono proposti in alternativa la Chiesa Nuova, Santa Maria sopra Minerva o Sant’Agostino, financo la monumentale Sacrestia di San Pietro. Oltre al motivo dell’aria cattiva, attribuita all’area vaticana, altre considerazioni, di ordine politico, facevano propendere per una sede più centrale, dove fosse più facile il controllo dell’ordine pubblico. Poco tempo era trascorso dai moti del '20 e del '21, e appena qualche settimana dall’incendio che aveva semidistrutto l’antica basilica di San Paolo fuori le mura, un disastro attribuito con convinzione dall’opinione pubblica romana all’opera dei rivoluzionari[6]
Fu scelto infine il Palazzo del Quirinale. Non fu facile adattare la residenza pontificia alla nuova funzione. Le persiane del palazzo furono serrate, la finestra della Loggia delle Benedizioni venne murata, il portone principale restò aperto ma presidiato da soldati e le due estremità della via Pia (oggi via del Quirinale) vennero chiuse da cancelli di legno. Con tramezzi di legno furono anche costruite le celle dove avrebbero vissuto i cardinali durante il conclave, segregati, ma non troppo, dalle interferenze esterne.
La scelta della nuova sede causò anche molte incertezze nel cerimoniale e alcuni adattamenti del momento, mancando i testimoni diretti dell’ultimo conclave romano a causa del lungo intervallo di tempo intercorso[7].
La sicurezza della città in tempo di sede vacante e del Sacro Collegio dei cardinali riuniti per l’elezione al Quirinale fu assicurata dal principe Agostino Chigi, che aveva la carica ereditaria di maresciallo del conclave e di custode di Santa Romana Chiesa[8].
Nella nuova sede non mancarono episodi divertenti, rilevati con la consueta arguzia dal popolo romano. A causa del caldo della stagione estiva ed al fumo proveniente dalle stufe dove si bruciavano le schede di votazione, era necessario tenere aperte le finestre. Così, una notte un barbagianni entrò nelle ampie gallerie del palazzo seminando il panico. Nelle satire romane “il sinistro augello notturno” che pretende di sostituirsi alla colomba dello Spirito Santo visualizza plasticamente il timore delle interferenze esterne sui cardinali riuniti nel conclave[9].
Il 28 settembre 1823 il cardinale Annibale della Genga venne eletto papa, prendendo il nome di Leone XII. È il primo dei pochi pontefici eletti al Quirinale: seguiranno Pio VIII (1829), Gregorio XVI (1831) e Pio IX (1846), il papa che subirà la fine del potere temporale della Chiesa a seguito della presa di Roma, nel 1870. Di qui il forzato abbandono della residenza del Quirinale e il definitivo ritiro nel Palazzo del Vaticano.
Le votazioni
modificaLa lunghezza del papato di Pio VII, 23 anni, portò a un completo rinnovamento del collegio cardinalizio. Solamente Giulio Maria della Somaglia e Fabrizio Ruffo, infatti, erano già cardinali quando Pio VII venne eletto nel 1800. In questo modo, 47 dei 49 cardinali presenti (su un totale di 54) non avevano alcuna esperienza di un conclave.
Il collegio cardinalizio era diviso in due tendenze: una parte desiderava una chiesa fortemente accentratrice e opposta alla riforme nate dalla rivoluzione, mentre l'altra preferiva favorire un approccio per risolvere i problemi nati dalle nuove ideologie. Il portabandiera di questo secondo gruppo era il cardinale Ercole Consalvi. Ma a parte la consueta divisione tra "zelanti" e "moderati", secondo quanto riferisce l'ambasciatore austriaco Apponyi, "lo spirito dominante era quello della passione, dell'odio e della vendetta... Umiliare il cardinal Consalvi, distruggere la sua creazione, era diventato, per così dire, il prezzo del papato".[1] Il candidato dei conservatori era Antonio Gabriele Severoli, considerato contrario alla politica interventista di Metternich. Il candidato dell'altro fronte era il Castiglioni, apertamente votato all'Austria. In ultima istanza, considerata l'imponente eredità lasciata dall'epopea rivoluzionaria e l'approccio moderato e conciliatore del Consalvi nei confronti del nuovo scenario europeo, con la lunga serie di concordati, il conclave diventò un referendum sulla continuazione o abbandono della sua politica.
Il conclave ebbe inizio il 2 settembre, ma le votazioni ebbero luogo solamente a partire dal giorno dopo. Nel primo scrutinio, Severoli ricevette 8 voti, Castiglioni 5, Pacca, il camerlengo, 2, mentre Consalvi solamente 1. Nelle giornate successive gli scrutini si susseguirono infruttuosi, risultando appaiati della Somaglia e Severoli, i cui suffragi oscillavano tra i 15 e i 20. Il 14 settembre l'ambasciatore Apponyi, ricevuto dai cardinali, dichiarò che il cardinale Albani rappresenterebbe un gradito candidato alla corte asburgica. Il 15 settembre della Somaglia aveva 15 voti mentre Severoli 19. Nella giornata successiva i moderati vicini a Consalvi, sostenuti dai francesi proposero Castiglioni che raggiunse i 9 suffragi facendo perdere consensi a Severoli. Tuttavia il 17 settembre Severoli aveva 20 voti, mentre della Somaglia 16, seguito da Castiglioni con 9. I sostenitori del Severoli riuscirono a guadagnare qualche voto riuscendo a fargli raggiungere la quota di 26 nella giornata del 21, cioè 7 voti in meno del quorum. Era nell'aria che lo scrutinio successivo si sarebbe rivelato decisivo ai fini dell'elezione per cui si tenne un incontro di emergenza tra il cardinale Albani e i cardinali francesi e del Regno delle due Sicilie per fermare Severoli.[10] Quando dunque il cardinale Antonio Gabriele Severoli arrivò a soli sette voti dall'elezione, il cardinale Giuseppe Albani si alzò in piedi e lesse un foglio che teneva in tasca:
«Nella qualità di ambasciatore straordinario di sua maestà imperiale e reale presso il sacro collegio riunito in conclave, e in virtù di istruzioni che mi sono state date, compio il penoso dovere di dichiarare che la corte imperiale di Vienna non può accettare per sommo pontefice sua eminenza il cardinale Severoli, e gli dà l'esclusiva formale[11]»
Contro Severoli, dunque, si abbatté lo ius exclusivae di Francesco I d'Austria. Il giorno successivo l'ambasciatore francese, il duca di Laval, fece pervenire ai cardinali francesi una lettera nella quale la corte Borbone si esprimeva non favorevole a qualsiasi candidato degli "zelanti", compreso Annibale della Genga. Il gruppo di Severoli, chiese al loro escluso candidato di scegliere un'alternativa da sostenere ed egli indicò Della Genga, mentre la fazione di Consalvi puntò su Castiglioni. Ma poiché quest'ultimo era molto vicino a Ercole Consalvi e poiché era in cattive condizioni di salute, la sua candidatura sfumò.
Per risolvere la situazione di stallo si verificò un compromesso tra gli zelanti e i sostenitori di Castiglioni per fermare della Somaglia, che rimaneva ben quotato. La candidatura del cardinale Giulio Maria della Somaglia, infatti, sfumò a causa dell'appellativo rivoluzionario Cittadino Somaglia che egli utilizzò durante l'occupazione dello Stato Pontificio a opera di Napoleone Bonaparte. In breve i voti convogliarono su della Genga, che raggiunse le 34 preferenze nella giornata del 28 settembre e risultò canonicamente eletto, scegliendo il nome di Leone XII.
Lista dei partecipanti
modificaPresenti in conclave
modificaAssenti in conclave
modificaNome | Paese | Titolo | Ruolo | Nascita | Concistoro |
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Rodolfo Giovanni d'Asburgo-Lorena | Impero austriaco | Cardinale presbitero di San Pietro in Montorio | Arcivescovo metropolita di Olomouc | 08/01/1788 | 04/06/1819 |
Domenico Spinucci | Stato Pontificio | Cardinale presbitero di San Callisto | Arcivescovo metropolita di Benevento | 02/03/1739 | 08/03/1816 |
Carlos da Cunha e Menezes | Regno del Portogallo | Cardinale presbitero | Patriarca di Lisbona | 09/04/1759 | 27/09/1819 |
Louis-François de Bausset-Roquefort | Regno di Francia | Cardinale presbitero[12] | Vescovo emerito di Alès | 14/12/1748 | 28/07/1817 |
Note
modifica- ^ a b Claudio Rendina I Papi, Storia e Segreti pag. 753
- ^ Artaud de Montor, Storia di Pio VII, Milano 1865, III, p.273; Rinaldi R., Roma fra due repubbliche, al tempo del papa re (1798-1848), Roma 1991, pp.111-121.
- ^ A. Mennitti Ippolito, Il primo conclave del Quirinale, in Il conclave del 1823 e l’elezione di Leone XII, a cura di Ilaria Fiumi Sermattei e Roberto Regoli, Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, n. 208, Ancona 2016, pp. 147-154.
- ^ A. Menniti Ippolito, I papi al Quirinale. Il sovrano pontefice e la ricerca di una residenza, Roma 2004.
- ^ R. Regoli, Storiografia intorno al conclave di Leone XII (1823), in Il conclave del 1823 e l’elezione di Leone XII, a cura di Ilaria Fiumi Sermattei e Roberto Regoli, Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, n. 208, Ancona 2016, pp. 23-42.
- ^ F. Sebastianelli, L'incendio della basilica di San Paolo fuori le mura, in “Roma moderna e contemporanea”, 12\2004 (2005), pp. 539-566.
- ^ S. Sanchirico, Il conclave del 1823: riti e cerimonie, in Il conclave del 1823 e l’elezione di Leone XII, a cura di Ilaria Fiumi Sermattei e Roberto Regoli, Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, n. 208, Ancona 2016, pp. 191—202..
- ^ Il tempo del papa-re: il diario del principe don Agostino Chigi dal 1830 al 1855, Milano 1966.
- ^ I. Fiumi Sermattei, Censimento della produzione polemica, poetica e satirica composta per il conclave del 1823, in Il conclave del 1823 e l’elezione di Leone XII, a cura di Ilaria Fiumi Sermattei e Roberto Regoli, Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, n. 208, Ancona 2016, pp. 215-218.
- ^ J.P. Adams The conclaves (sede vacante 1823)
- ^ Giancarlo Zizola, Il conclave, storia e segreti, Newton Storia, pagina 148.
- ^ non si recò mai a Roma a ricevere il titolo