Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta
Emanuele Filiberto di Savoia, duca d'Aosta (nome completo Emanuele Filiberto Vittorio Eugenio Alberto Genova Giuseppe Maria di Savoia; Genova, 13 gennaio 1869 – Torino, 4 luglio 1931), è stato un generale italiano, membro della famiglia reale italiana, appartenente al ramo Savoia-Aosta.
Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta | |
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Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta con i gradi di maresciallo d'Italia nel 1926 circa | |
II Duca d'Aosta | |
In carica | 18 gennaio 1890 – 4 luglio 1931 |
Predecessore | Amedeo di Savoia |
Successore | Amedeo di Savoia-Aosta |
Principe delle Asturie | |
In carica | 2 gennaio 1871 – 11 febbraio 1873 |
Predecessore | Alfonso di Borbone-Spagna succ. Re di Spagna |
Successore | Isabella di Borbone-Spagna |
Nome completo | Emanuele Filiberto Vittorio Eugenio Alberto Genova Giuseppe Maria di Savoia[1] |
Nascita | Genova, 13 gennaio 1869 |
Morte | Torino, 4 luglio 1931 |
Luogo di sepoltura | Sacrario militare di Redipuglia, Redipuglia |
Dinastia | Savoia-Aosta |
Padre | Amedeo I di Spagna |
Madre | Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna |
Consorte | Elena d'Orléans |
Figli | Amedeo Aimone |
Religione | Cattolicesimo |
Emanuele Filiberto, duca d'Aosta | |
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Emanuele Filiberto, duca d'Aosta ritratto da Giacomo Grosso nel 1899, Castello della Mandria | |
Soprannome | Duca Invitto |
Nascita | Genova, 13 gennaio 1869 |
Morte | Torino, 4 luglio 1931 (62 anni) |
Luogo di sepoltura | Sacrario militare di Redipuglia |
Etnia | Italiano |
Religione | Cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia |
Forza armata | Regio esercito |
Arma | Fanteria |
Anni di servizio | 1884 - 1931 |
Grado | Maresciallo d'Italia |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale |
Battaglie | Battaglie dell'Isonzo Battaglia di Doberdò Battaglia di Flondar Battaglia del solstizio Battaglia di Vittorio Veneto |
Comandante di | 3ª Armata |
Studi militari | Accademia Reale di Torino |
Altre cariche | Duca d'Aosta |
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«Desidero che la mia tomba sia se possibile nel Cimitero di Redipuglia in mezzo agli Eroi della Terza Armata. Sarò con essi vigile e sicura scolta alle frontiere d'Italia al cospetto di quel Carso che vide epiche gesta ed innumeri sacrifici, vicino a quel Mare che accolse le Salme dei Marinai d'Italia.»
Principe delle Asturie dal 1870 al 1873 quando suo padre, Amedeo, era re di Spagna, dopo l'abdicazione del genitore ritornò alla corte reale italiana col titolo di Duca d'Aosta dal 1890, con la morte di suo padre. Ricordato tra le maggiori figure della prima guerra mondiale, comandò la 3ª Armata del Regio Esercito, la propaganda bellica italiana lo soprannominò Duca Invitto, enfatizzando la mancanza di una vera e propria sconfitta sul campo durante le battaglie dell'Isonzo.
Durante la dittatura fascista ottenne il rango di Maresciallo d'Italia.
Biografia
modificaInfanzia e giovinezza
modificaFiglio del duca Amedeo di Savoia e di Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna, Emanuele Filiberto nacque a Genova il 13 gennaio 1869. Attraverso suo padre era nipote di Vittorio Emanuele II, mentre suo zio era Umberto I. Egli era quindi cugino di primo grado del futuro sovrano Vittorio Emanuele III.
Divenuto il padre Amedeo re di Spagna, si trasferì con la famiglia a Madrid e all'età di appena un anno vennero conferiti a Emanuele Filiberto anche i titoli di Principe delle Asturie e infante di Spagna e designato quale erede successore per quel trono. Per via dei contrasti con la politica spagnola, Amedeo di Savoia abdicò nel 1873, dopo soli due anni di regno e, tornato in Italia, gli venne riconfermato dal padre Vittorio Emanuele II il titolo di Duca d'Aosta, già ottenuto alla nascita ma abbandonato per il titolo regale ed eguale sorte toccò al figlio Emanuele Filiberto. Dopo l'abdicazione del padre Amedeo di Savoia, Emanuele Filiberto non rivendicò mai alcun diritto sul trono spagnolo, crescendo e venendo educato in Italia come principe di casa Savoia a Torino, dove il padre prese residenza stabile.
Alla morte del genitore, il 18 gennaio 1890, ne ereditò il titolo divenendo il secondo Duca d'Aosta.
Matrimonio
modificaEmanuele Filiberto, il 25 giugno 1895 sposò a Kingston upon Thames, nei pressi di Londra, Elena d'Orléans (York, 13 giugno 1871 - Castellammare di Stabia, 21 gennaio 1951), figlia del principe Luigi Filippo Alberto d'Orléans, Conte di Parigi e pretendente orleanista al trono di Francia, e della principessa Maria Isabella d'Orléans.
Prima guerra mondiale
modificaIniziò la carriera militare nel Regio Esercito nel 1884, entrando nell'accademia militare di Torino. Nel 1906 ricevette il comando del corpo d'armata di Napoli, e trasferì l'intera sua famiglia alla Reggia di Capodimonte.[2] Nel 1911, pur con lo scoppio della guerra di Libia, rimase in servizio a Napoli, ma questo non gli impedì di contrarre il tifo che lo colpì probabilmente durante le numerose visite a soldati malati e feriti che dal deserto libico venivano riportati in Italia.[2]
Ancor prima dell'ingresso definitivo dell'Italia nella prima guerra mondiale, si rese partecipe di una mobilitazione occulta che lo portò con altri soldati a muoversi verso Venezia (Mestre) e poi verso Treviso. Il generale Luigi Cadorna, incaricato della persona del Duca, gli affiancò da subito i generali Augusto Vanzo e Giuseppe Vaccari. Con l'apertura delle ostilità, il 24 maggio 1915, Emanuele Filiberto guidò, senza mai subire sconfitte sul campo durante l'intera durata del conflitto (da qui l'appellativo di Duca Invitto), la Terza Armata col grado di generale. La sede dell'Armata fu, per un periodo, Cervignano del Friuli; il comando era sito nella villa Attems-Bresciani. L'obiettivo delle operazioni era far indietreggiare l'esercito austro-ungarico che difendeva da est.
La Terza Armata, insieme alla Seconda, riuscì a effettuare un parziale sfondamento delle linee austriache e a conquistare Gorizia nella sesta battaglia dell'Isonzo (battaglia di Gorizia), dove il duca diede un apporto strategico fondamentale alla riuscita dell'operazione[senza fonte]. Dopo la disfatta di Caporetto la sua Armata dovette ritirarsi insieme alle altre sulla linea del Piave. Dopo la sconfitta della battaglia di Caporetto ci si aspettava che Emanuele Filiberto dovesse naturalmente assumere il comando supremo che era stato di Cadorna, ma il cugino Vittorio Emanuele III decise di nominare invece l'allora sconosciuto generale Armando Diaz, che aveva servito sotto lo stesso Emanuele Filiberto. Fu in casa Morpurgo, a Padova, che il Re, tornato da Roma dopo la soluzione della crisi ministeriale, disse a Bissolati: “Non svalutiamo il Duca perché potremmo averne bisogno”. Secondo alcuni storici egli alludeva alla possibilità della sua abdicazione nel caso di una sconfitta sul Piave che costringesse l’Italia alla resa. Il Duca d’Aosta avrebbe potuto, in tal caso, avere la reggenza durante la minore età del principe Umberto II allora tredicenne.[3] Il Bollettino della Vittoria, dopo la battaglia di Vittorio Veneto, riportò che "il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute".
Fucilazioni sommarie
modificaIl primo novembre del 1916, in accordo con il generale Cadorna che comunicherà l'ordine con telegramma circolare 2910, Emanuele Filiberto di Savoia introduce la decimazione tra i suoi reparti andando contro quello che erano le disposizioni del codice penale militare e che verrà in seguito stigmatizzato anche dalla Commissione di inchiesta su Caporetto, inchiesta però che pur riguardando direttamente il Duca d'Aosta non lo vedrà mai preso in esame vista l'appartenenza dello stesso alla famiglia reale.
Si riporta la circolare del Duca d'Aosta del 1º novembre 1916:
"Intendo che la disciplina regni sempre sovrana fra le mie truppe. Perciò ho approvato che, nei reparti che sciaguratamente si macchiarono di così grave onta, alcuni, colpevoli o non, fossero immediatamente passati per le armi. Così farò, inesorabilmente, quante volte sarà necessario. La patria ci ha affidato un sacro dovere. Per compierlo, non mi arresterò davanti a nessuna misura, per quanto grave"[4]
Dopoguerra
modificaNel 1922, durante la marcia su Roma che diede inizio di fatto alla dittatura fascista in Italia, il Duca d'Aosta venne proposto da Mussolini quale successore alla carica di Re d'Italia nel caso in cui Vittorio Emanuele III si fosse opposto al movimento fascista. L'evento non ebbe luogo.
Il 17 giugno 1926, per i meriti acquisiti durante la prima guerra mondiale, venne nominato Maresciallo d'Italia insieme a Pietro Badoglio, Enrico Caviglia, Gaetano Giardino e Guglielmo Pecori Giraldi, due anni dopo Luigi Cadorna e Armando Diaz.
Dal 1927 al 1929 presiedette l'Opera Nazionale del Dopolavoro.
Morte
modificaEmanuele Filiberto morì a Torino il 4 luglio 1931 e, per sua volontà, venne sepolto tra i soldati nel Cimitero degli Invitti sul Colle Sant'Elia a Redipuglia che raccoglieva i caduti dell'Invitta III Armata, per poi essere traslato al sacrario militare di Redipuglia alla sua inaugurazione nel 1938.
In punto di morte, si trovarono vicino a lui Vittorio Emanuele III e i suoi figli Amedeo e Aimone. Chiese, davanti ai figli, al re: «Digli che ti sono stato sempre fedele...»[5]
Ciò smentisce automaticamente la teoria secondo cui, durante la Marcia su Roma, Emanuele Filiberto avrebbe preso il posto di re Vittorio Emanuele III qualora quest’ultimo avesse proclamato lo stato d’assedio e i fascisti di Benito Mussolini fossero riusciti a catturare la capitale, tradendo così il sovrano e schierandosi dalla parte dei fascisti.
Al titolo ducale gli succedette il figlio primogenito Amedeo.
A Emanuele Filiberto sono dedicati il ponte Duca d'Aosta sul fiume Tevere, a Roma, inaugurato nel 1942 su progetto dell'architetto Vincenzo Fasolo, e il ponte monumentale sul Piave a Jesolo, inaugurato dallo stesso Duca d'Aosta il 9 ottobre 1927, mentre la Regia Marina ha intitolato alla sua memoria un incrociatore che al termine del secondo conflitto mondiale venne ceduto in conto riparazione danni di guerra all'Unione Sovietica. Torino gli ha dedicato la piazzetta (dove è presente il monumento al Fante d'Italia) di fronte all'ingresso del Politecnico di corso Duca degli Abruzzi (suo fratello minore), mentre Milano gli ha intitolato la piazza antistante la Stazione di Milano Centrale.
Discendenza
modificaDal matrimonio tra Emanuele Filiberto ed Elena d'Orléans nacquero:
Ascendenza
modificaGenitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Carlo Alberto di Savoia | Carlo Emanuele di Savoia-Carignano | ||||||||||||
Maria Cristina di Sassonia | |||||||||||||
Vittorio Emanuele II di Savoia | |||||||||||||
Maria Teresa d'Asburgo-Toscana | Ferdinando III di Toscana | ||||||||||||
Luisa Maria Amalia di Borbone-Due Sicilie | |||||||||||||
Amedeo I di Spagna | |||||||||||||
Ranieri Giuseppe d'Asburgo-Lorena | Leopoldo II d'Asburgo-Lorena | ||||||||||||
Maria Ludovica di Borbone-Spagna | |||||||||||||
Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena | |||||||||||||
Maria Elisabetta di Savoia-Carignano | Carlo Emanuele di Savoia-Carignano | ||||||||||||
Maria Cristina di Sassonia | |||||||||||||
Emanuele Filiberto di Savoia | |||||||||||||
Giuseppe Alfonso dal Pozzo della Cisterna, IV principe di Cisterna d'Asti | Giuseppe dal Pozzo della Cisterna, III principe di Cisterna d'Asti | ||||||||||||
Enrichetta Caresana di Carizio | |||||||||||||
Carlo Emanuele dal Pozzo della Cisterna, V principe di Cisterna d'Asti | |||||||||||||
Maria Anna Balbo Bertone | Carlo Emanuele Balbo Bertone | ||||||||||||
Rosalia Asinari di San Marzano | |||||||||||||
Maria Vittoria dal Pozzo della Cisterna, VI principessa di Cisterna d'Asti | |||||||||||||
Werner di Merode | Guillaume Maximillia de Merodede | ||||||||||||
Marie d'Ongnies | |||||||||||||
Luisa Carolina Ghislaine di Merode | |||||||||||||
Victoire de Spangen d'Uyternesse | François de Spangen d'Uyternesse | ||||||||||||
Louise Xavière de Flaveau de La Raudière | |||||||||||||
Ascendenza patrilineare
modifica- Umberto I, conte di Savoia, circa 980-1047
- Oddone, conte di Savoia, 1023-1057
- Amedeo II, conte di Savoia, 1046-1080
- Umberto II, conte di Savoia, 1065-1103
- Amedeo III, conte di Savoia, 1087-1148
- Umberto III, conte di Savoia, 1136-1189
- Tommaso I, conte di Savoia, 1177-1233
- Tommaso II, conte di Savoia, 1199-1259
- Amedeo V, conte di Savoia, 1249-1323
- Aimone, conte di Savoia, 1291-1343
- Amedeo VI, conte di Savoia, 1334-1383
- Amedeo VII, conte di Savoia, 1360-1391
- Amedeo VIII (Antipapa Felice V), I duca di Savoia, principe di Piemonte, 1383-1451
- Ludovico, II duca di Savoia, principe di Piemonte, 1413-1465
- Filippo II, III duca di Savoia, principe di Piemonte, 1443-1497
- Carlo II, IV duca di Savoia, principe di Piemonte, 1486-1553
- Emanuele Filiberto, V duca di Savoia, principe di Piemonte, 1528-1580
- Carlo Emanuele I, VI duca di Savoia, principe di Piemonte, 1562-1630
- Tommaso Francesco, principe di Carignano, 1596-1656
- Emanuele Filiberto, principe di Carignano, 1628-1709
- Vittorio Amedeo I, principe di Carignano, 1690-1741
- Luigi Vittorio, principe di Carignano, 1721-1778
- Vittorio Amedeo II, principe di Carignano, 1743-1780
- Carlo Emanuele, principe di Carignano, 1770-1800
- Carlo Alberto, re di Sardegna, 1798-1849
- Vittorio Emanuele II, re d'Italia, 1820-1878
- Amedeo I, re di Spagna e I duca d'Aosta, 1845-1890
- Emanuele Filiberto, principe delle Asturie e II duca d'Aosta, 1869-1931
Onorificenze
modificaOnorificenze italiane
modifica— 24 giugno 1937[6]
Onorificenze straniere
modificaNote
modifica- ^ Pio IX e Vittorio Emanuele II.
- ^ a b www.tuttostoria.net
- ^ Ugo D’Andrea, La fine del Regno. Grandezza e decadenza di Vittorio Emanuele III, Società editrice Torinese, 1951, pag. 256.
- ^ https://www.museodellaguerra.it/wp-content/uploads/2017/09/annali_23_Cadorna-e-le-fucilazioni.pdf
- ^ Tratto da "In nome del Re" di Amedeo di Savoia-Aosta (1943), pag.19
- ^ a b Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ vedi qui
Bibliografia
modifica- M. Cervi, Il Duca invitto. La vita del duca Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta principe e condottiero, De Agostini, Novara, 1987
- G. Cecini, Generali in trincea, Chillemi Editore, Roma, 2017
- A. Vanzo - A. Saccoman, In guerra con la Terza Armata, Itinera Progetti, Bassano del Grappa, 2017.
- P. R. Giuliani, Gli arditi. Breve storia dei Reparti d'Assalto della Terza Armata, Itinera Progetti, Bassano del Grappa, 2017.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta
Collegamenti esterni
modifica- Savòia, Emanuele Filiberto di, duca d'Aosta, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Anacleto Bronzuoli, SAVOIA, Emanuele Filiberto di, duca d'Aosta, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936.
- Andrea Merlotti, SAVOIA AOSTA, Emanuele Filiberto di, duca d'Aosta, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 91, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018.
- (ES) Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, in Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia.
- Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, su accademiadellescienze.it, Accademia delle Scienze di Torino.
- Chi era costui?, su chieracostui.com. URL consultato il 9 agosto 2010.
- Sacrario di Redipuglia, su anapisa.interfree.it. URL consultato il 9 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2007).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 27869893 · ISNI (EN) 0000 0000 6299 1138 · BAV 495/52807 · LCCN (EN) n88082282 · GND (DE) 1044798904 · BNE (ES) XX1257952 (data) · BNF (FR) cb12274221q (data) |
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