Forze armate italiane

insieme delle forze armate italiane

Le forze armate italiane (generalmente abbreviato FF.AA.) sono l'insieme delle componenti militari della Repubblica Italiana.

Forze armate italiane
Stemma dello Stato maggiore della Difesa
Descrizione generale
Attiva4 ottobre 1861; 163 anni fa[1] – oggi
NazioneItalia (bandiera) Regno d'Italia
Italia (bandiera) Repubblica italiana
ServizioForze armate
TipoEsercito, marina militare, aeronautica militare, gendarmeria (carabinieri, guardia di finanza) e sanità militare
RuoloDifesa nazionale
Addestramento
Missioni di pace
DimensioneEsercito: 94 026
Marina Militare: 30 427
Aeronautica Militare: 41 105
Arma dei Carabinieri: 109 576
Guardia di Finanza: 63 528

Totale: 393 675
Guarnigione/QGRoma
MottoUna Vis
"Un'unica forza"
Battaglie/guerreTerza guerra d'indipendenza
Guerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Guerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
Crisi del Congo
Prima guerra del Golfo
Seconda guerra del Golfo
Guerra del Kosovo
Guerra civile siriana
Guerra civile somala
Guerra in Afghanistan
Prima guerra civile in Libia
Guerra civile in Libano
Guerra civile yemenita
Crisi del Mar Rosso
Missioni di peacekeepingVedere qui
Anniversari4 novembre[2]
Reparti dipendenti
Comandanti
Comandante in capoSergio Mattarella,
Presidente della Repubblica
Ministro della difesaGuido Crosetto
Capo di Stato MaggioreGenerale Luciano Portolano
Simboli
Logo esteso dell'Esercito Italiano
Bandiera della Marina Militare
Coccarda dell'Aeronautica Militare
Fregio distintivo dell'Arma dei Carabinieri
Stellone d'Italia
Fonti citate nel testo
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Nate a seguito dell'unità d'Italia, hanno visto numerosi cambiamenti durante la loro storia. Con l'avvento del XXI secolo l'Arma dei Carabinieri, fino ad allora un'Arma dell'Esercito Italiano, è divenuta dal 2000 forza armata autonoma; l'emanazione poi della legge 23 agosto 2004, n. 226 ha determinato la sospensione alle chiamate del servizio militare in Italia a partire dal 2005, accanto a un processo di riforma generale accompagnato da una progressiva riduzione di effettivi.

Dal 2021, dalle classiche operazioni militari nei tradizionali tre domini (terra, mare, cielo), si sono aggiunte le componenti operative dello spazio extra-atmosferico e di quello cibernetico.

Il Regno d'Italia e il Regio esercito

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Con l'unità d'Italia, l'Esercito e la Marina sabaudi inglobarono le forze degli altri Stati preunitari, dando vita al Regio Esercito e alla Regia Marina. Fu anche introdotto il servizio militare di leva obbligatorio per tutti i cittadini di sesso maschile.

Per contrastare il brigantaggio postunitario italiano fu poi creato un apposito corpo, la Guardia nazionale italiana, sciolta nel 1876.

Il fascismo e la "Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale"

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Nel marzo 1923 si giunse all'istituzione di una terza forza armata, la Regia Aeronautica: ad essa vennero affidate tutte le forze aeree militari del Regno e delle colonie, sia del Regio Esercito sia della Regia Marina.

Con Regio Decreto del 4 agosto 1924 la M.V.S.N., che fino ad allora aveva compiti di gendarmeria, entrò a far parte delle Forze armate dello Stato, per cui le Camicie Nere prestavano giuramento al re e non più al Partito fascista, e la Milizia divenne la quarta forza armata italiana. Fu sciolta nell'agosto 1943, dopo la caduta del fascismo.

Dalla nascita della Repubblica ad oggi

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Centro addestramento reclute.

Nel secondo dopoguerra italiano, con l'istituzione del Ministero della difesa nel 1947 (unificando i precedenti ministeri della guerra, della marina e dell'aeronautica), le forze armate si articolavano in tre differenti settori tradizionali, ciascuno dei quali costituiva una forza armata: l'Esercito Italiano[3] (che annoverava prima fra le proprie Armi l'Arma dei Carabinieri), la Marina Militare[4] (con alle dipendenze il Corpo delle capitanerie di porto), l'Aeronautica Militare[5] e la Guardia di Finanza che se pur direttamente dipendente dal Ministero dell'economia e delle finanze, è funzionalmente dipendente dal Ministero della difesa per la difesa del territorio. Infatti nel 1907 venne esteso al corpo l'uso delle stellette a cinque punte, simbolo comune dell'appartenenza alle forze armate.[6]

A partire dagli anni '90 le forze armate iniziarono un lento processo di riforma, con l'istituzione delle figure nel 1993 del volontario in ferma breve e nel 1999 con quella del volontario in ferma annuale. Il servizio militare femminile, su base volontaria, è stato introdotto nel 1999, n. 380, e l'anno successivo partirono i primi arruolamenti.

A partire dagli anni 2000 le forze italiane sono stato oggetto di varie riforme; nell'anno 2000 l'Arma dei Carabinieri ha assunto il rango di "forza armata" autonoma, mantenendo pressoché inalterati struttura, compiti e la duplice dipendenza dal Ministero della difesa e dal Ministero dell'interno.[7][8] Tra le altre riforme più importanti sono da ricordare la legge 23 agosto 2004, n. 226 che ha provveduto alla sospensione, in tempo di pace, delle chiamate di leva al servizio militare, il d.lgs. 15 marzo 2010, n. 66 che ha raccolto la disciplina normativa principale delle forze armate e il d.lgs 29 maggio 2017, n. 94 che riordinò i ruoli e le carriere del personale.

In età contemporanea le forze armate della Repubblica Italiana operano sia nel territorio nazionale che in altri Stati del mondo, in quest'ultimo caso sotto egida dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, della NATO (di cui l'Italia fa parte dal 1949), dell'Unione europea, o nell'ambito di missioni militari multinazionali di pace, congiuntamente o meno assieme ad altre forze armate straniere.

Classificazione

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Forze armate

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Sono attualmente costituite da tre forze armate e un'arma con rango di forza armata:

Corpi ausiliari

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L'inserimento, inoltre, di varianti organizzative tipiche delle grandi aziende civili, infatti, hanno reso quella delle forze armate una struttura organizzativa cosiddetta line and staff, in cui, accanto ai tipici e storici rapporti di dipendenza gerarchica (line), verticali, che si traducono essenzialmente nella natura dell'ordine militare, si sono progressivamente inserite nuove e moderne modalità organizzative "di staff", che affiancano i responsabili delle varie entità organizzative (i "comandanti") come organismi di elaborazione delle informazioni e di consulenza tecnica specifica, con l'applicazione dei moderni principi di processo decisionale.[senza fonte]

Organizzazione

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Diritto amministrativo militare in Italia.

Dal punto di vista gerarchico le funzioni di comando nelle forze armate italiane sono ricoperti da:

Organi politici

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Le stellette a cinque punte, simbolo delle forze armate italiane
 
La cerimonia di avvicendamento tra Biagio Abrate, ex capo di stato maggiore della difesa sulla sinistra, e il suo predecessore Vincenzo Camporini

Il Presidente della Repubblica, come sancisce l'articolo 87 della Costituzione della Repubblica Italiana:

«[...] ha il comando delle forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere [...].[10]»

In tale ruolo, derivante dalla sua caratterizzazione come "Capo dello Stato e rappresentante dell'unità nazionale", egli presiede il Consiglio supremo di difesa, organo di indirizzo generale per la difesa dello Stato, e si avvale di appositi consiglieri militari per le questioni inerenti alle forze armate.[11]

L'indirizzo tecnico-politico delle forze armate viene, però, dal Ministro della difesa che "è preposto all'amministrazione militare e civile della difesa", di cui è il "massimo organo gerarchico e disciplinare".[12] Dal Ministero della difesa, guidato dal ministro della difesa, dipende l'ufficio di gabinetto, due sottosegretari, due uffici centrali, il capo di stato maggiore della difesa che rappresenta il vertice dell'organizzazione tecnico-operativa e, sulla base delle direttive impartite dal ministro, pianifica, predispone ed impiega le forze armate nel loro complesso; ed il segretario generale della difesa che è anche Direttore nazionale degli armamenti (al vertice dell'organizzazione tecnico-amministrativa).[13]

Organi militari

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Magistratura militare italiana e Stato maggiore della difesa.

Dal punto di vista militare, abbiamo il capo di stato maggiore della difesa che presiede lo stato maggiore della difesa, il massimo organo gerarchicamente superiore a tutto il personale militare italiano e coordina i capi di stato maggiore delle singole forze armate, il comandante generale dell'Arma dei carabinieri (limitatamente ai compiti militari) e, per le attribuzioni tecnico-operative, il segretario generale della difesa.[13] Egli pianifica, predispone e dirige le operazioni nonché le esercitazioni interforze e multinazionali e le attività connesse attraverso il Comando operativo di vertice interforze.[14] Riguardo al coordinamento per le forze speciali italiane, è investito invece il Comando interforze per le operazioni delle forze speciali.

Un capo di stato maggiore è al vertice di ogni forza armata, che a sua volta si articola in ulteriori "elementi" diversamente denominati aventi ciascuno proprie finalità e struttura ordinativa, raggruppati talora in organi centrali e di vertice, organi territoriali, organi scolastici, di istruzione, addestramento e di formazione, organi operativi e organi logistici con compiti tecnici, giuridici, amministrativi, di sostegno e sperimentazione. Un "comitato dei capi di stato maggiore" è organo di consulenza del capo di stato maggiore della difesa, che lo presiede.

Dal punto di vista operativo, le attività sono poste in capo a vari comandi, al vertice dei quali vi è lo stato maggiore della difesa e i suoi comandi operativi interforze.

Il coordinamento e la supervisione sulla logistica e relative attività spettano invece ai comandi logistici, uno per l'Esercito, uno per la Marina e uno per l'Aeronautica.

Componenti principali

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Esercito Italiano

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Esercito Italiano.
 
Un carro armato da combattimento Ariete

Nato come Regio Esercito, dall'unificazione dell'Armata sarda con gli altri eserciti degli Stati preunitari italiani, per decreto del 4 maggio 1861,[15] l'Esercito Italiano contava nel 2019 su un organico di 100.000 unità[16]. Suoi corpi ausiliari sono il Corpo militare della Croce Rossa Italiana e il Corpo militare dell'ACISMOM.

Dispone di carri armati, autoblindo, veicoli da combattimento della fanteria e semoventi d'artiglieria, inoltre ha una sola specialità che racchiude le forze aeree: l'Aviazione dell'Esercito. La formazione del personale è affidata al Comando per la formazione, Specializzazione e Dottrina dell'Esercito, che si avvale del Comando formazione e Scuola di applicazione da cui dipendono Accademia militare, Scuola sottufficiali, Reggimenti addestramento volontari e Scuola lingue estere esercito. Le unità di forze speciali dell'Esercito dipendono dal Comando forze speciali esercito.

Aeronautica Militare

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Un EF 2000 in volo.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Aeronautica Militare (Italia).

Nata nel 1923 come Regia Aeronautica, l'Aeronautica Militare è la terza forza armata dello Stato (in ordine di anzianità di costituzione, e la più giovane come fondazione), con un organico di 41.000 effettivi nel 2019[16]. Ad essa sono devolute le operazioni di difesa aerea del territorio e degli interessi nazionali, nonché quelle di trasporto aereo.

In passato si è anche occupata del controllo del traffico aereo nello spazio aereo nazionale. Per lo svolgimento del ruolo di difesa aerea, l'Aeronautica Militare ha a disposizione un centinaio di Eurofighter Typhoon. Per quanto riguarda, invece, le missioni di attacco e ricognizione, ha in dotazione i Tornado, gli AMX e gli Aermacchi MB-339, a cui si sono aggiunti i nuovissimi Lockheed Martin F-35 Lightning II. Per il trasporto aereo, infine, ricorre ai C-130J Hercules, ai C-27J Spartan ed ai nuovi Boeing KC-767A, nel doppio ruolo di cargo e aerocisterna.

L'Aeronautica Militare ha in dotazione anche diversi velivoli non pilotati UAV per la ricognizione delle aree di operazioni ed è responsabile anche del soccorso aereo.

L'unità di forze speciali dell'Aeronautica Militare è il 17º Stormo incursori.

Marina Militare

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La portaerei Cavour

Nata come Regia Marina dalla fusione della Marina del Regno di Sardegna, della Real Marina del Regno delle Due Sicilie con le altre marine preunitarie, la Marina Militare contava 30.000 effettivi nel 2019[16]. Ad essa sono affidati il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali ed internazionali.

Ad essa è devoluto, inoltre, il compito di pattugliamento delle coste tramite il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia Costiera. La sua flotta è composta da circa 75 unità principali più altre 11 navi scuola, 1 nave oceanografica, 7 navi cisterna, 2 navi per esperienze e tecnologiche, 3 navi idrografiche e oceanografiche, 5 navi servizio fari, 1 nave salvataggio, 6 navi costiere da trasporto e 32 rimorchiatori.

La Marina Militare ha una forza da sbarco, mentre l'unità di forze speciali è il G.O.I. - Gruppo Operativo Incursori del COMSUBIN - Raggruppamento subacquei ed incursori "Teseo Tesei".

Arma dei Carabinieri

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Arma dei Carabinieri e Storia dell'Arma dei Carabinieri.

Nata nel 1814 come Corpo dei Reali Carabinieri e divenuta Arma nel 1861, l'Arma dei Carabinieri è la quarta forza armata dello Stato per data di creazione (2000) ma la prima per numero di personale (109.576 nel 2019[16]), che in gran parte svolge però funzioni di polizia (previste per legge 118.000 unità).[17] Corpo con funzioni di gendarmeria, ha fatto parte dell'Esercito italiano, come Arma, sino al 2000, quando il decreto legislativo 5 ottobre 2000 n. 297 l'ha elevata al rango di forza armata. Secondo tale decreto "concorre alla difesa integrata del territorio nazionale. Il concorso è definito, in accordo con il comandante generale dell'Arma, dai capi di stato maggiore di forza armata, responsabili dell'approntamento e dell'impiego dei rispettivi dispositivi di difesa" (art.5).

La dipendenza dal capo di stato maggiore della difesa riguarda però solo le funzioni di polizia militare e quelli riguardante il personale impiegato in operazioni militari fuori area. Per i rimanenti compiti di istituto, l'Arma dipende da altri dicasteri dello Stato (Ministero dell'Interno in primis) e funzionalmente da quei ministeri preso i quali operano i militari dell'organizzazione speciale dell'Arma, quali ad esempio il NAS, il NOE, i RIS, il Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale ed il Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare. A differenza delle altre forze, al vertice non vi è un Capo di stato maggiore,[18] ma da un comandante generale, carica comunque equipollente a quella di capo di stato maggiore. Non può però esprimere il capo di stato maggiore della difesa, incarico riservato alle altre tre forze armate.

A compiti esclusivamente militari sono dedicati circa 5.000 carabinieri (dati 2002), anche se all'assolvimento di tali compiti concorre l'intera organizzazione territoriale.[19] All'interno di essa è presente anche un'unità facente parte del novero delle forze speciali italiane: il Gruppo Intervento Speciale (G.I.S.).

Guardia di Finanza

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Guardia di Finanza.

La Guardia di Finanza è un corpo di polizia specializzato, a ordinamento militare, integrato nella difesa del territorio nazionale. Dipende direttamente dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e funzionalmente dallo Stato Maggiore della Difesa in caso di guerra. Nata nel 1774, è una componente delle forze armate a partire dall'inizio del XX secolo.

Componenti particolari

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Dal 2021, per agevolare il comando nelle operazioni nei 5 domini (terra, mare, cielo, spazio e cibernetico) sono state affidate ulteriori funzioni al COVI, nei settori spazio e cibernetico.

Cibernetico

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Forze speciali

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Forze speciali italiane.

Nell'ambito della forze armate sono stati nel tempo designati alcune unità per condurre operazioni speciali, coordinati dal Comando interforze operazioni forze speciali (CO.F.S.).

Vi sono inoltre delle unità di supporto operativo:

Forze anfibie

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Forza di proiezione dal mare.

Le forze da sbarco costituiscono la componente anfibia delle forze armate, inquadrati nella forza di proiezione dal mare.

Ne fanno parte:

Sanità militare

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Servizio di sanità militare.

Il Servizio di sanità nelle forze armate è coordinato dall'Ispettorato generale della sanità militare, un organo dello stato maggiore della difesa. Ogni forza armata ha poi un suo Corpo sanitario:

Corpi ausiliari

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Vi inoltre sono corpi militari ausiliari, per l'assolvimento di compiti di emergenza in tempo di pace e di guerra. Composti da personale volontario, in posizione di riserva, hanno principalmente funzioni di sanità militare.

Il Corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana

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Il Corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana è un corpo militare speciale volontario ausiliario delle forze armate italiane. È entrato ufficialmente nel novero delle forze armate con la concessione della bandiera di guerra avvenuta con legge 25 giugno 1985 n. 342. È costituito esclusivamente da personale volontario in congedo, iscritto in un ruolo unico comprensivo delle categorie direttive dei medici, dei commissari e dei farmacisti, nonché della categoria del personale di assistenza.[20] Complessivamente si tratta di circa 19.000 in riserva e 300 in servizio attivo.

In virtù delle convenzioni di Diritto internazionale umanitario e in forza delle leggi vigenti in Italia, il Corpo Militare volontario può essere impiegato sia in tempo di pace che in tempo di guerra. In tempo di guerra o comunque in caso di conflitto armato il Corpo militare della CRI:

  • provvede allo sgombero ed alla cura dei feriti e dei malati;
  • svolge i compiti di carattere sanitario ed assistenziale connessi con l'attività di difesa civile;
  • gestisce le incombenze connesse con la ricerca e l'assistenza dei prigionieri di guerra, degli internati e dei dispersi, dei profughi, dei deportati e dei rifugiati.

In tempo di pace il Corpo Militare della CRI è tenuto ad attendere, secondo le direttive e sotto la vigilanza del Ministero della difesa, alla preparazione del personale, dei materiali, dei mezzi e delle strutture di pertinenza, al fine di assicurare costantemente l'efficienza dei relativi servizi in qualsiasi circostanza (artt. 10 e 11 del DPR 31 luglio 1980 n. 613). È affiancato dal Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana.

Il Corpo militare dell'ACISMOM

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Corpo militare dell'ACISMOM.

Il Corpo speciale volontario ausiliario dell'Esercito Italiano dell'Associazione dei cavalieri italiani del Sovrano militare Ordine di Malta è un corpo militare speciale ausiliario dell'Esercito italiano. Nacque il 20 marzo 1876 con la prima convenzione per la “cooperazione” con il servizio sanitario dell'esercito con l'obiettivo di provvedere all'assistenza sanitaria e spirituale dei malati e feriti in guerra. Nel 1940 venne creato il Corpo delle infermiere volontarie dell'associazione dei cavalieri italiani del sovrano militare ordine di Malta, ora in quiescenza.

Dalla fine della seconda guerra mondiale il corpo militare si è dedicato essenzialmente all'assistenza delle popolazioni colpite da catastrofi naturali e calamità, sia in Italia che in nord Africa. Dal 1991 il Corpo militare dello SMOM partecipa alle attività di polizia internazionale nei territori della ex Jugoslavia, successivamente è entrato ufficialmente nel novero dei corpi armati dello Stato con la concessione della bandiera di guerra avvenuta durante il governo D'Alema I con la legge 2 agosto 1999 n. 27.

A partire dal 2004, alcuni ufficiali medici del Corpo sono stati integrati nelle strutture sanitarie, al seguito dell'esercito italiano, presenti nei Balcani per lo svolgimento di varie operazioni umanitarie e di assistenza.

Ordinariato militare

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Ordinariato militare in Italia.

L'Ordinariato militare italiano è una circoscrizione personale della Chiesa cattolica con caratteristiche peculiari. È guidato da un arcivescovo ordinario militare per l'Italia. Appartengono all'O.M.I.: i fedeli militari; i civili al servizio delle forze armate, le loro famiglie (coniuge e figli anche maggiorenni se conviventi); i parenti e le persone di servizio conviventi; gli allievi delle Scuole e delle accademie militari, i degenti, gli addetti ad ospedali militari, le case per anziani e simili; tutti i fedeli che svolgono stabilmente compiti loro affidati dall'Ordinario militare o con il suo consenso.

Il clero dell'Ordinariato militare italiano è quindi arruolato nelle forze armate e i sacerdoti sono equiparati agli ufficiali. Per meglio prestare il proprio servizio, l'Ordinariato italiano è suddiviso in sedici zone pastorali geografiche.

Riserva militare

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Forze di completamento volontarie e Riserva selezionata.

Ogni arma delle forze armate italiane ha una propria componente; in particolare la riserva militare è costituita - per la truppa - dalle forze di completamento volontarie; mentre per gli ufficiali e da ufficiali di complemento vi è la "riserva selezionata".

Personale

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A partire dall'unità d'Italia e sino a tutto il XX secolo, la fonte principale dell'arruolamento avveniva con l'operatività coattiva del servizio militare di leva in Italia, sulla base di quanto disposto dall'art. 52 della costituzione della Repubblica Italiana[21] sebbene fosse previsto anche l'arruolamento volontario. Il servizio militare femminile, esclusivamente su base volontaria, è stato introdotto con la legge delega 20 ottobre 1999, n. 380, attuata poi nel 2000.

 
Bandiere di guerra delle forze armate e della Guardia di Finanza
 
235º Reggimento fanteria "Piceno", con estese componenti femminili, in sfilata per la Festa della Repubblica Italiana il 2 giugno 2007.

Con la legge 23 agosto 2004, n. 226 - che ha determinato la sospensione alle chiamate al servizio militare di leva in tempo di pace - le forze armate venivano ad essere costituite quando non in guerra soltanto da personale volontario.

Il personale è suddiviso su quattro categorie principali:

La riserva militare italiana è invece composta dalle forze di completamento volontarie e dalla riserva selezionata[22].

Reclutamento

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Il reclutamento può essere obbligatorio tramite la leva militare oppure volontario; nel primo caso a chiamata diretta, nel secondo attraverso concorso pubblico. I requisiti per il reclutamento volontario sono previsti dal d.lgs. 15 marzo 2010, n. 66, il secondo è aperto sia agli uomini che alle donne.[23]

La selezione del personale dei volontari in ferma prefissata per l'esercito italiano avviene presso i centri di selezione volontari, mentre l'addestramento viene impartito presso uno dei vari reggimenti addestramento volontari; la marina militare italiana e l'aeronautica militare italiana dispongono invece di strutture proprie. Riguardo ai concorsi per l'arruolamento della truppa, per VFP1 e VFI sono per titoli, mentre per gli VFP4 e VFT per titoli ed esami; riguardo ai requisiti fisici previsti, la legge 12 gennaio 2015, n. 2 ha abolito i requisiti minimi di altezza, prevedendo la sua sostituzione con determinati parametri fisici di cui al d.P.R. del 15 marzo 2010 n. 90 (regolamento di attuazione del codice dell'ordinamento militare). Disposizioni particolari sono previste per alcune armi.

La norma del 2004 ha istituito la figura dei volontari in ferma prefissata, con ferma limitata nel tempo (alla stregua degli ufficiali in ferma prefissata e degli ufficiali di complemento). Per diventare volontari in servizio permanente (VSP) è necessario aver prestato cinque anni di servizio, ossia aver sostenuto almeno una ferma come volontario in ferma prefissata di un anno (VFP1) e, successivamente, una come volontario in ferma prefissata quadriennale (VFP4). Tale sistema di ferma sarà sostituito gradualmente, così come previsto dalla legge 5 agosto 2022 n.119, da due ferme triennali successive prima come volontario in ferma prefissata iniziale (VFI) e dopo come volontario in ferma prefissata triennale (VFT).

L'accesso alla categoria dei sottufficiali è possibile tramite concorso pubblico direttamente per il grado di maresciallo, previo corso formativo presso la Scuola sottufficiali dell'Esercito, oppure per concorso interno, sia per il grado di maresciallo (riservato ai VSP ed ai sergenti) che per il grado di sergente (riservato esclusivamente ai VSP).

L'accesso alla categoria degli ufficiali è possibile tramite concorso pubblico, previo corso formativo presso le accademie militari, oppure per concorso interno riservato a talune categorie.

È inoltre possibile partecipare ai concorsi a nomina diretta sia per ufficiali che per marescialli, riservato a giovani laureati in talune materie oggetto di specifici concorsi.

Tutti gli appartenenti alle forze armate italiane sono inoltre tenuti a prestare giuramento militare all'atto di assunzione del servizio.[24] Infine, il codice dell'ordinamento militare prevede - in alcuni casi - anche l'arruolamento diretto di civili, ma solo nei casi e ipotesi previste espressamente dalla legge e fermo restando i limiti d'età.

Dipendenza gerarchica

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Gerarchia militare italiana.

A parte la tradizionale gerarchia militare italiana, gli appartenenti alle forze armate possono essere utilizzati, per la sorveglianza di obiettivi istituzionali e di altri ritenuti sensibili, in tal caso sono posti a disposizione dei prefetti, da parte delle autorità militari.[25] Elementi delle forze armate possono poi, in determinate situazioni, trovarsi alle dipendenze di autorità diverse da quelle militari: così il personale dell'Arma dei Carabinieri talora può essere impiegato in attività alle dipendenze dell'autorità di pubblica sicurezza ovvero dalla magistratura (in particolare delle procure della Repubblica),[26] ovvero dei titolari di ambasciata italiana all'estero. Oppure, il personale del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera quando opera alle dipendenze del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nell'esercizio delle funzioni amministrative attinenti alla navigazione ed al traffico marittimo.

Altra situazione è quella nella quale si trovano i militari quando impiegati in ruolo di ordine pubblico o pubblica sicurezza alle dipendenze di forze di polizia. In tal caso, limitatamente al periodo ed alle condizioni di impiego, i militari, che devono essere sempre affiancati da appartenenti all'Arma dei Carabinieri, alla Guardia di Finanza o alla Polizia di Stato, assumono anche la funzione (che normalmente non ricoprono) di agente di pubblica sicurezza.

Stato giuridico

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Lo stato giuridico di militare è riferito a fonti normative di vario livello che definiscono:

  • le modalità di arruolamento;
  • lo stato giuridico;
  • le procedure di impiego;
  • le modalità di avanzamento di carriera;
  • la cessazione dalla ferma, l'eventuale congedo e le altre cause di perdita dello stato di militare (come, ad esempio, nel caso di rimozione del grado).

Per quanto concerne lo stato giuridico, il concetto di "posizione di stato" definisce la situazione di servizio in cui il militare si trova.

In particolare, il militare è inquadrato in una delle seguenti categorie di stato giuridico e in una delle sotto inquadrate posizioni di stato giuridico:

  • militari in servizio permanente: servizio permanente effettivo, servizio permanente a disposizione, sospensione dall'impiego, aspettativa;
  • militari in servizio temporaneo: servizio attivo alle armi, sospensione dal servizio;
  • militari in congedo: ausiliaria, complemento, congedo illimitato, riserva, riserva di complemento, congedo assoluto

I soggetti nella categoria dei militari in servizio permanente e in servizio temporaneo possiedono lo status di "militare" e sono soggetti ai codici penali militari ed al regolamento di disciplina mentre, il personale in congedo, sebbene non sia più tenuti agli obblighi del servizio attivo o soggetto ai codici penali, è comunque tenuto al rispetto di taluni aspetti della disciplina militare (come ad esempio l'obbligo di riservatezza) e, altresì, conservano il grado e dell'uniforme, che può essere indossata in base alle disposizioni di legge o della forza armata di originaria appartenenza.[27]

Per tutto il personale in servizio, la legge pone alcuni limiti derivanti dallo status di militare; infatti, essi non possono unirsi in associazioni professionali di carattere sindacale diverse da quelle tra militari[28] e non hanno diritto di sciopero;[29] inoltre, la legge prevede alcune limitazioni alla loro libertà di espressione, di associazione e di movimento. Tra i loro doveri, essi sono tenuti a prestare giuramento militare di fedeltà alla Repubblica Italiana, impegnandosi a osservarne le leggi e a difendere la costituzione della Repubblica Italiana.[30] Tutti i militari, con meno di dodici mesi di servizio e se non diversamente autorizzati, sono tenuti a trascorrere la notte presso la località della sede di servizio.[31]

Al personale militare può esser inoltre imposto di sottoporsi a somministrazione vaccinale per esigenze di profilassi[32] per esigenze nazionali o per l'impiego in operazioni all'estero; infine, in tema di rappresentanza, vigono particolari disposizioni, relative all'istituto della rappresentanza militare (istituto in via di soppressione e sostituito dalle associazioni sindacali (legge 28 aprile 2022 n.46).

A tutto il personale è rilasciata la Carta multiservizi della Difesa, che funge da documento di riconoscimento in Italia.

L'avanzamento di carriera, nell'ambito del proprio ruolo, avviene diversamente a seconda del ruolo e del grado, e può essere ad anzianità o a scelta (con valutazione e a numero chiuso), previa valutazione di idoneità da parte di apposite commissioni.

Il transito da un ruolo/categoria inferiore ad un ruolo/categoria superiore avviene per concorso interno.

I concorsi per l'accesso ai gradi iniziali di taluni ruoli e categorie delle Forze Armate sono aperti ai cittadini italiani per concorso pubblico[33]

I militari sono tenuti a rispettare le norme ed i principi dell'etica militare italiana e sono sottoposti alla disciplina militare, mentre la giurisdizione su di essi è competenza dell'ordinamento giudiziario militare italiano.

Ai sensi del decreto legge 23 maggio 2008 n. 92 (Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica)[34] - convertito in legge 24 luglio 2008, n. 125 - è possibile attribuire, agli appartenenti alle forze armate italiane impegnati in operazioni di tutela dell'ordine pubblico e contrasto alla microcriminalità[35], la qualifica di agente di pubblica sicurezza con l'attribuzione delle facoltà di cui all'art. 4 della legge 22 maggio 1975, n. 152 (legge Reale).[36]

Mobilità

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Il personale appartenente ai ruoli delle forze armate può essere trasferito "d'autorità" (ovverosia d'ufficio) oppure "a domanda". Quanto alla prima ipotesi, al personale trasferito spetta l'indennità di missione e gli importi accessori (indennità di prima sistemazione e rimborsi spese) già previsti in favore dei magistrati ordinari trasferiti ad altro ufficio,[37] ma per la cui fruizione sono necessari:[38]

  • l'ordinarietà delle mansioni;
  • la natura autoritaria di tale provvedimento, disposto dall'amministrazione (e non su domanda dell'interessato);
  • il fatto che non siano trascorsi quattro anni di permanenza nella sede da cui si viene trasferiti.[39]

Infine, al personale trasferito "d'autorità" spetta apposita indennità solo se sussista il requisito generale della distanza minima, non inferiore ai 10 km tra la sede di provenienza e quella di destinazione.[40]

Quanto alla seconda ipotesi lo Stato maggiore dell'Esercito, con circolare del 16/3/2004 n. 1940/07/PIC-100, (che sostituisce le precedenti) ha disciplinato le istanze di avvicendamento reciproco, mediante trasferimenti a domanda, con altra unità di personale; l'istituto si applica però esclusivamente appartenente al ruolo degli Volontari in servizio permanente ed abbia maturato almeno 2 anni di servizio presso l'ente nel quale sia impiegato.[41] Infine, il personale militare che perda i requisiti richiesti dalla legge può essere ricollocato nei ruoli civili del Ministero della difesa.[42]

Gradi militari

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Distintivi di grado e di qualifica italiani.

Il segno distintivo che caratterizza in modo univoco il personale militare italiano, anche ai fini dell'applicazione del diritto internazionale umanitario, è la stella a cinque punte, che viene indossata su tutti gli indumenti di ordinanza[43]; tale segno distintivo è applicato anche sulla prua delle navi militari. Il militare mantiene il grado conseguito durante il servizio effettivo per tutta la vita. Nel caso in cui, però, si trovi in posizione di quiescenza o ausiliaria, il militare è tenuto a specificarlo quando si presenti utilizzando il grado.[44] Ecco una tabella riassuntiva e comparativa dei gradi militari:

Scala gerarchica dei gradi delle forze armate italiane
Categoria/Ruolo Esercito Italiano Marina Militare Aeronautica Militare Arma dei Carabinieri
categoria degli ufficiali

(ufficiali generali e ammiragli)

generale[45] ammiraglio[45] generale[45] grado equivalente non previsto
generale di corpo d'armata con incarichi speciali[46] ammiraglio di squadra con incarichi speciali[47] generale di squadra aerea con incarichi speciali[48] generale di corpo d'armata con incarico di comandante generale
generale di corpo d'armata ammiraglio di squadra generale di squadra aerea generale di corpo d'armata
generale di divisione ammiraglio di divisione generale di divisione generale di divisione
generale di brigata contrammiraglio generale di brigata aerea generale di brigata
categoria degli ufficiali

(ufficiali superiori)

colonnello capitano di vascello colonnello colonnello
tenente colonnello capitano di fregata tenente colonnello tenente colonnello
maggiore capitano di corvetta maggiore maggiore
categoria degli ufficiali

(ufficiali inferiori)

primo capitano primo tenente di vascello primo capitano primo capitano
capitano tenente di vascello capitano capitano
tenente sottotenente di vascello tenente tenente
sottotenente guardiamarina sottotenente sottotenente
categoria dei sottufficiali

ruolo dei marescialli ruolo degli ispettori

primo luogotenente primo luogotenente primo luogotenente luogotenente carica speciale
luogotenente luogotenente luogotenente luogotenente
primo maresciallo primo maresciallo primo maresciallo maresciallo maggiore
maresciallo capo capo di prima classe maresciallo di prima classe maresciallo capo
maresciallo ordinario capo di seconda classe maresciallo di seconda classe maresciallo ordinario
maresciallo capo di terza classe maresciallo di terza classe maresciallo
categoria dei sottufficiali

ruolo dei sergenti
ruolo dei sovrintendenti

sergente maggiore aiutante secondo capo aiutante sergente maggiore aiutante brigadiere capo qualifica speciale
sergente maggiore capo secondo capo scelto sergente maggiore capo brigadiere capo
sergente maggiore secondo capo sergente maggiore brigadiere
sergente sergente sergente vice brigadiere
categoria dei graduati


ruolo dei volontari in servizio permanente
ruolo degli appuntati e carabinieri

graduato aiutante sottocapo aiutante graduato aiutante appuntato scelto Qualifica Speciale
primo graduato sottocapo scelto primo graduato appuntato scelto
graduato capo sottocapo di prima classe primo aviere capo appuntato
graduato scelto sottocapo di seconda classe primo aviere scelto carabiniere scelto
graduato sottocapo di terza classe aviere capo carabiniere
categoria dei militari di truppa

ruoli dei volontari in ferma prefissata

allievi

militari di leva

caporale maggiore comune scelto primo aviere I VFP non sono previsti nell'Arma dei Carabinieri
caporale comune di prima classe aviere scelto
soldato comune di seconda classe aviere
allievo allievo allievo allievo carabiniere

Spesa per la difesa italiana

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Spesa per la difesa in Italia.

Nel Documento programmatico difesa 2014-2016[49], come da prassi consolidata del Ministero della difesa, si pone attenzione nel separare le principali tipologie di spesa. Quelle a funzioni puramente militari, sono accomunate sotto la voce "Funzione difesa". Quelle dell'Arma dei Carabinieri sotto la voce "Funzione sicurezza del territorio". Le restanti voci sotto "Funzioni esterne" (a titolo di esempio il rifornimento idrico delle isole).

La tabella sottostante riporta in milioni di euro i dati delle leggi di bilancio relative. Non sono comprese le spese straordinarie per le missioni, e soprattutto i contributi (non irrilevanti) del Ministero dello sviluppo a programmi di sviluppo italiani di tipo militare.

Tipologia 2009 2014 2015 2016
Funzione Difesa 14.339 14.076 13.186 13.360
Funzione Sicurezza Territorio 5.592 5.687 5.649 6.090
Funzioni Esterne 116 99 97 117
Pensioni provvisorie Ausiliaria ? 449 483 413
Totale Ministero ? 20.312 19.371 19.961

Il dato delle pensioni provvisorie per l'anno 2009 non è riportato, ma per il 2012 assommavano a 356: in due anni sono quindi aumentate del 26%.

Un altro dato che viene enfatizzato è la suddivisione della Funzione difesa nei tre aspetti principali, come consuetudine nei bilanci militari internazionali.

Suddivisione Funzione Difesa 2009 2014 2015 2016
Personale 9.566 9.511 9.663 9.907
% su funzione Difesa 66% 68% 72% 74%
Esercizio 1.888 1.344 1.149 1.257
% su funzione Difesa 13% 10% 8% 9%
Investimento 2.885 3.220 2.372 2.176
% su funzione Difesa 20% 23% 18% 16%

Il Documento programmatico difesa 2014-2016 afferma inoltre che:

«La suddivisione delle spese del settore Personale, di Esercizio e Investimento, è ancora lontana dalla ripartizione rispettivamente del 50%, 25% e 25%, ritenuta ottimale per assicurare un bilanciato sostegno dei vari settori di spesa.[49]»

Operazioni

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Sul territorio italiano

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Le forze armate italiane vengono impiegate nel territorio italiano per far fronte a situazioni particolari (come ad esempio il terremoto dell'Aquila del 2009) o per aiutare le forze di polizia italiane nel mantenimento dell'ordine pubblico e della pubblica sicurezza (come nel caso ad esempio dell'Operazione Forza Paris e dell'Operazione Vespri siciliani).

Missioni terminate
Nome missione Durata intervento Luogo Unità partecipante Militari impiegati
Operazione Strade pulite[50] 10 Giugno 2008 - 29 Aprile 2013[51] Campania EI ~ 400
Operazione Giotto 2009[52] prima del G8 dell'Aquila - 11 luglio 2009 principalmente L'Aquila EI, AM, MM ~ 2.500[53]
Operazione Gran Sasso[54] 6 aprile 2009 - 31 ottobre 2010 Abruzzo EI, ~ 1.300[55]
Missioni in corso
Nome missione Inizio Luogo Unità partecipante Militari impiegati
Operazione Strade sicure[56] 4 agosto 2008 Centri di prima accoglienza, Roma, Milano, Napoli, Bologna, Crotone, Padova, Verona, Bari, Torino, Palermo, Catania, provincia di Caserta,

Catanzaro

EI, inizialmente 3.000, dal 1º luglio 2009 4.250[57]

Ambito internazionale

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Missioni militari italiane all'estero.

Dal secondo dopoguerra le forze armate italiane sono state impegnate, prevalentemente sotto l'egida dell'Unione europea, in operazioni di tipo PSO (peace support operations). Fra esse, da citare quelle di peace enforcement, attuate secondo il cap. VII della carta delle Nazioni Unite, e quelle di peacekeeping, previste, invece, nel cap. VI della stessa carta.

Dal 1952 ad oggi sono più di 100 i militari italiani caduti in missione di pace, nell'adempimento del loro dovere durante operazioni che si svolgevano fuori dai confini nazionali. Al 2010, le forze armate italiane partecipavano a 30 missioni che si svolgono in 20 paesi del mondo situati in quattro continenti.[58] sempre secondo i dati relativi allo stesso anno, i militari italiani impegnati nelle missioni all'estero ammontavano a 7.811 unità.[58]

Nell'ambito dell'ONU

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Missioni in corso
Nome missione Inizio intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati[58][59]
UNTSO[60] 1958 Israele, Egitto, Siria e Libano EI 8
UNMOGIP[61] 1959 Confine indo-pakistano ? 8
MINURSO[62] 1991 Sahara Occidentale EI 5
UNFICYP[63] luglio 2005 Cipro CC 4
UNAMID[64] maggio 2008 Sudan ? 3
Missioni terminate
Nome missione Durata intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati
UNIKOM[65] aprile 1991 - 6 ottobre 2003 Confine fra Iraq e Kuwait ? 1[65]
UNMIBH[66] 21 dicembre 1995 - 31 dicembre 2002 Bosnia-Erzegovina ? 22[67]
UNMIK[68] giugno 1999 - 29 gennaio 2009 Kosovo ?, GdF, PS ?
UNMEE[69] 31 luglio 2000 - dicembre 2005 Etiopia ed Eritrea AM e MM (fino dicembre 2002), CC Prima 140, poi 65 ed infine 25[70]
UNOWA[71] novembre 2004 - novembre 2005 Dakar EI 1[72]
UNMIS (operazione Nilo)[73] 24 marzo 2005 - 5 luglio 2005 (osservatori rimasti fino al 5 luglio 2006) Khartum, Sudan ? ~ 210[73]
Operazione White Crane[74] 19 gennaio 2010 - ? Muggiano, Civitavecchia, Haiti EI, MM, AM, CC, C.R.I. ~ 900[75]
Operazione Caravella[76] 25 maggio 2010 - ? Port-au-Prince, Haiti CC, AM, EI 110[77]

Nell'ambito della NATO

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Missioni in corso
Nome missione Inizio intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati[58][59]
Operazione Active Endeavour[78] ottobre 2001 Mar Mediterraneo MM 85
Nato Training Mission Iraq[79] agosto 2004 Iraq EI, CC 73
Operazione Joint Enterprise[80] aprile 2005 Balcani EI, AM, MM, CC, CM C.R.I., EI-SMOM 1.125 (comprensivo della missione EULEX e del NATO Security Force Training Plan)
Operazione Ocean Shield[78] agosto 2009 Somalia MM 271 (comprensivo dell'EUNAVFOR Atalanta)
Operazione Unified Protector[81] marzo 2011 Libia e mar Mediterraneo MM, AM 12 velivoli e 4 navi
Missioni terminate
Nome missione Durata intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati
MONUC[82] 24 febbraio 2000 - ? ? ?
ISAF[83] 20 dicembre 2001 - 28 dicembre 2014 Afghanistan EI, AM, MM, CC, CM C.R.I., EI-SMOM 3.790 (comprensivo della missione EUPOL Afghanistan)
Operazione Allied Harmony[84] 15 dicembre 2002 - 31 marzo 2003 Repubblica di Macedonia ? 42[85]
Operazione Sparviero[86] 9 ottobre - 6 novembre 2004 Afghanistan EI ~ 500[87]
Operazione Indus[88] 20 novembre 2005 - 1º febbraio 2006 Kashmir pakistano AM, EI ~ 250

Nell'ambito dell'UE

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Missioni in corso
Nome missione Inizio intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati[58][59]
EUPM[89] gennaio 2003 Bosnia ed Erzegovina CC, PdS, personale del Ministero della giustizia 13
EU BAM Rafah[90] novembre 2005 Striscia di Gaza CC, GdF (dalla seconda metà del 2007) 1
UNIFIL - operazione Leonte[91] settembre 2006 Libano EI, CC, MM 1.780
EUPOL RD Congo[92] giugno 2007 RDC CC 4
EULEX[93] febbraio 2008 Kosovo CC, GdF, personale del Ministero della Giustizia, PdS 1.125 (comprensivo della forza impiegata nell'operazione Joint Enterprise e della NATO Security Force Training Plan)
EUMM Georgia[94] settembre 2008 Georgia MM 15
EUNAVFOR Atalanta[95] dicembre 2008 Somalia MM 271 (comprensivo dell'operazione Ocean Shield)
EUTM Somalia[96] gennaio 2010 Uganda e Kenya ? 19
Missioni terminate
Nome missione Durata intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati
Operazione Joint Forge[97] 24 aprile 1998 - 2 dicembre 2004 Bosnia-Erzegovina EI, CC ~ 1.140[98]
EUMM Balcani[99] 1º gennaio 2001 - 18 ottobre 2006 Balcani EI ?
Processo di pace in Sudan[100] 18 luglio 2002 - 10 agosto 2005 Sudan EI, ? 6 (2 sotto mandato ONU)
EUFOR Concordia[101] 1º aprile - 15 dicembre 2003 Repubblica di Macedonia ? ?
EUFOR Althea[102] 2 dicembre 2004 - 21 dicembre 2010 Bosnia ed Erzegovina EI, CC ?
EUPOL Afghanistan[103] giugno 2007 - dicembre 2016 Afghanistan GdF 3.790 (comprensivo della forza ISAF)
EUPOL Kinshasa[104] 7 aprile 2005 - 30 giugno 2007 Kasangulu, Repubblica Democratica del Congo CC 4[105]
AMIS II[106] luglio 2005 - dicembre 2007 Darfur ? 4
EUPAT[107] 14 dicembre 2005 - 14 giugno 2006 Repubblica di Macedonia CC, PdS ?
EUFOR Congo[108] 17 luglio - 30 novembre 2006 Repubblica Democratica del Congo AM, CC ~ 65[109]
Operazione Nicole[110] 25 settembre 2007 - 15 marzo 2009 Ciad e Repubblica Centrafricana ? 105[111]

Missioni multinazionali

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Missioni in corso
Nome missione Inizio intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati[58][59]
MFO[112] 1982 Egitto e Israele MM 81
TIPH 2[113] 1996 Hebron CC 13
Missioni terminate
Nome missione Durata intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati
MFL 21 agosto 1982 - 6 marzo 1984 Libano EI, MM 2300
Operazione Enduring Freedom[114] 7 ottobre 2001 - 3 dicembre 2006 Mar Arabico MM 380
Operazione Nibbio[115] marzo - settembre 2003 Khowst EI, CC, AM ~ 1.000[116]
Operazione Antica Babilonia[117] agosto 2003 - 1º dicembre 2006 Iraq EI, AM, MM, CC ~ 3.200 [118]
Operazione Mare Sicuro[119] 6 agosto - 25 novembre 2005 Corno d'Africa MM ~ 180[120]

Missioni nazionali

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Per missioni nazionali si intendono quelle operazioni oltremare frutto di accordi bilaterali fra l'Italia ed i beneficiari dell'attività.[121]

Missioni in corso
Nome missione Inizio intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati[58][59]
Delegazione Italiana Esperti (DIE)[122] agosto 1997 Albania EI, CC 27
Missione Italiana di Assistenza Tecnico-Militare (MIATM)[123] 1988 Malta EI, MM, AM, CC 35
Missioni terminate
Nome missione Durata intervento italiano Luogo Unità partecipante Militari impiegati
Operazione Albania 2[124] 15 aprile 1997 - 25 febbraio 2009 Albania MM ?
Operazione ALBIT[125] 16 marzo 2000 - ? Albania AM ?
ATTUALI MISSIONI DI “STATE BUILDING” 16 ottobre 1997 Albania G di F 32 militari e 3 unità navali,
ATTUALI MISSIONI DI “STATE BUILDING” 20 maggio 2009 Libia G di F 10 militari del Corpo (di cui un Ufficiale),

tre unità navali della Guardia di Finanza cedute in proprietà alla Libia

Dati sugli organici

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Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, a partire dagli anni '90 si è avviato un processo di ridimensionamento e di riqualificazione del personale militare. Le tre armi (escludendo quindi l'Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza) ammontavano complessivamente a circa 350.000 unità nel 1990.[126] Agli inizi degli anni 2000 si è quindi passati per le 3 forze armate a un organico di circa 250.000 unità.[126] con un modello misto volontari/leva. Il Libro Bianco della Difesa 2002 ha ridotto ulteriormente il personale prevedendo il passaggio ad un modello di soli volontari/professionisti per un totale delle 3 forze armate previsto di 190.000 unità. La riforma promossa nel 2012 da Giampaolo Di Paola - ministro della difesa durante il governo Monti - ha previsto un'ulteriore diminuzione del personale militare delle 3 forze armate a 150.000 unità.[127] Tuttavia nel 2014 la situazione reale vede circa 53.000 marescialli su un totale di circa 174.000 unità (anche se il citato Libro Bianco poneva il 2020 come traguardo in cui riordinare la categoria).[49] Ecco una tabella riassuntiva del personale in servizio al 2014 (escludendo allievi delle scuole militari):

Categoria Libro Bianco 2002 Consistenza reale 2014 Differenza %
Ufficiali 22.250 22.554 + 1%
Ruolo marescialli 25.000 52.756 + 111%
Ruolo sergenti 38.500 17.268 - 45%
Graduati e Truppa 104.000 81.465 - 22%
Totale 190.000 174.043 - 9%

Sempre per quel che riguarda il 2014[49][128] la situazione reale (non a pianta organica) del personale militare, diviso per arma per un totale delle 3 forze armate, ammonta a circa 174.000 unità (circa 337.000 sommando anche Carabinieri e Guardia di Finanza). Nello specifico:

Categoria Esercito Marina Aeronautica Carabinieri Guardia di Finanza Totale
Ufficiali 12.179 4.543 5.832 3.765 2.852
29.171
Ruolo marescialli 16.711 12.722 23.323 27.748 22.516
103.020
Ruolo sergenti 7.758 4.276 5.234 13.737 9.116
40.121
Graduati e Truppa 64.348 9.954 7.163 58.237 24.851
164.553
Allievi Scuole 798 494 565 406 ?
2.263
Totale 101.794 31.989 42.117 103.893 59.335
339.128

Decorazioni e onorificenze

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La Repubblica Italiana ha diverse onorificenze e decorazioni, divise a loro volta in varie classi o gradi[129]. Quelle più importanti per le forze armate italiane sono le decorazioni al Valor militare, che includono la Medaglia d'oro al valor militare (massimo riconoscimento finora ottenuto da 2.136 persone[130]), d'argento, di bronzo e la Croce di guerra al valor militare[131]. Per operazioni militari, anche in tempo di pace, a unità delle forze armate nazionali o a singoli militari può essere conferito l'Ordine militare d'Italia.

Le singole forze armate e la Guardia di Finanza poi hanno decorazioni al valore conferibili unicamente al proprio personale: si tratta della Medaglia al valore di Marina, della Medaglia al valore dell'esercito, della Medaglia al valore aeronautico, della Medaglia al valore dell'Arma dei Carabinieri e della Medaglia al Valore della Guardia di Finanza.

L'onorificenza più alta di cui può essere insignito un cittadino italiano (e quindi anche un militare) è l'Ordine al merito della Repubblica Italiana[132].

Festività

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.
 
Roma, Vittoriano: tomba del Milite Ignoto

Il 4 novembre è la festa delle forze armate a ricordo della data di emissione del "Bollettino della Vittoria" con il quale venne annunciata nel 1918 la resa dell'Impero austro-ungarico all'Italia che poneva fine alla prima guerra mondiale.

Il 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, si tiene tradizionalmente una parata militare a Roma, nel corso della quale reparti delle diverse forze armate sfilano, lungo via dei Fori Imperiali, alla presenza del Presidente della Repubblica.

A Roma, presso l'Altare della Patria, si trova la tomba del Milite Ignoto, tomba simbolica per tutti i caduti delle forze armate, soggetta a sorveglianza perenne. La tomba conserva i resti di un caduto della Grande Guerra.

  1. ^ Costituzione del Regio Esercito e della Regia Marina.
  2. ^ Bollettino della Vittoria al termine della Grande Guerra, 4 novembre 1918
  3. ^ Il cui ordinamento è stato stabilito con la legge 9 maggio 1940, n. 368, riferita al vecchio Regio Esercito. Vedasi Regio Esercito - Le Specialità, su regioesercito.it. URL consultato il 9 febbraio 2011.
  4. ^ La legge fondamentale sul cui ordinamento è quella dell'8 luglio 1926, n. 1178. Vedi Legge 8 luglio 1926, n. 1178, su infoleges.it. URL consultato il 9 febbraio 2011. (cliccare sui vari articoli per scorrere la legge)
  5. ^ Il cui ordinamento è regolato dal R.D.L. 22 febbraio 1937, n. 220. Vedi Le Radici Storiche, su aeronautica.difesa.it. URL consultato il 9 febbraio 2011. (con successive modifiche)
  6. ^ La storia del corpo, su gdf.gov.it.
  7. ^ Carabiniere, su sapere.it. URL consultato il 9 febbraio 2011.
  8. ^ Già la legge n. 121 del 1º aprile 1981 (nuovo ordinamento dell'Amministrazione della pubblica sicurezza) con l'art. 16 ebbe a definire l'Arma dei Carabinieri "forza armata in servizio permanente di pubblica sicurezza". Vedasi Legge n.121 1 aprile 1981. Nuovo ordinamento dell'Amministrazione della pubblica sicurezza, su uilps.org. URL consultato il 9 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2011).
  9. ^ Decreto legislativo 5 ottobre 2000, n. 297, articolo 5
  10. ^ La Costituzione della Repubblica Italiana, su governo.it. URL consultato il 9 febbraio 2011.
  11. ^ Il Consiglio supremo di difesa, su quirinale.it. URL consultato il 9 febbraio 2011.
  12. ^ Legge 18 febbraio 1997, n. 25, su parlamento.it. URL consultato il 9 febbraio 2011. (art. 1)
  13. ^ a b Organigramma, su difesa.it. URL consultato il 9 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2011).
  14. ^ Comando Operativo di vertice Interforze (COI), su difesa.it. URL consultato il 9 febbraio 2011.
  15. ^ La Storia > 1861 - 1914, su esercito.difesa.it. URL consultato il 7 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2010).
  16. ^ a b c d Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2019-21
  17. ^ Reclutamento, su carabinieri.it. URL consultato il 1º gennaio 2014.
  18. ^ Incarico che pure esiste nell'organizzazione dell'Arma, ma che configura solo i capi di stato maggiore) del Comando Generale e delle grandi unità in cui è articolata l'istituzione
  19. ^ Libro Bianco 2002, su Ministero della Difesa. URL consultato il 1º gennaio 2014.
  20. ^ Gazzetta ufficiale, su gazzettaufficiale.it.
  21. ^ La Costituzione - Articolo 52, su senato.it. URL consultato il 10 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2011).
  22. ^ Riserva selezionata dal sito ufficiale dell'esercito italiano
  23. ^ Art. 623 d.lgs. 15 marzo 2010, n. 66, su app.toga.cloud.
  24. ^ Formula del giuramento militare da UNUCI Sezione di Trento "Ten. Cesare Battisti"
  25. ^ Ex art. 13 della legge 1º aprile 1981, n. 121; art. 18 comma 1 legge 6 marzo 2001 n. 128
  26. ^ Se facenti parte delle sezioni di polizia giudiziaria
  27. ^ Art. 880 d.lgs 10 marzo 2010 n.66, su edizionieuropee.it.
  28. ^ Art. 1475 comma e d.lgs 15 marzo 2010, n. 66
  29. ^ Art. 1475 comma 4 d.lgs 15 marzo 2010, n. 66
  30. ^ Artt. 575 e 652 comma 6 e 712 d.lgs 15 marzo 2010, n. 66
  31. ^ Art. 744 del D.P.R. 15 marzo 2010, n. 90
  32. ^ Art. 12 decreto legislativo 26 aprile 2016, n. 91, su edizionieuropee.it.
  33. ^ Vedasi, in particolare, il libro IV - titolo VIII del codice dell'ordinamento militare.
  34. ^ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 122 del 26 maggio 2008
  35. ^ Art. 7 comma 1 decreto legge 23 maggio 2008 n. 92
  36. ^ Art. 7 bis legge 24 luglio 2008, n. 125
  37. ^ Vedi sentenza Consiglio di Stato - IV Sezione - 10 novembre 2003 n. 7143 e n. 4760/2005
  38. ^ Forze armate, trasferimento d'autorità ed indennità da diritto.it, 15 luglio 2010.
  39. ^ Vedi sentenza Consiglio di Stato - IV Sezione - 6 aprile 2004 n. 1867.
  40. ^ Art. 1, comma 1, legge 29 marzo 2001, n. 86.
  41. ^ (PDF)Testo della circolare del 16/3/2004 nº 1940/07/PIC-100. Archiviato il 24 settembre 2015 in Internet Archive.
  42. ^ Art. 930 d.lgs. 15 marzo 2010 n. 66, su edizionieuropee.it.
  43. ^ Regio decreto 13 dicembre 1871, n. 571: "Tutte le persone soggette alla giurisdizione militare, a mente dell'articolo 323 del Codice penale militare per l'esercito, e dell'art. 362 di quello per la Regia Marina, porteranno, come segno caratteristico della divisa militare, comune all'Esercito ed all'Armata, le stellette a cinque punte sul bavero dell'abito della rispettiva divisa". Il termine "Armata" indicava allora la Marina Militare. Vedi Le stellette militari, su infinito.it. URL consultato il 9 febbraio 2011.
  44. ^ Tale aspetto assume particolare rilevanza per tutti gli "ex" militari che svolgono attività professionale nei media (opinionisti, meteorologi, ecc.) dopo il termine del servizio effettivo, che, nella maggior parte dei casi, omettono di specificare la loro posizione di Stato
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Bibliografia

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  • Vincenzo Meleca, Il potere nucleare delle Forze Armate Italiane 1954-1992, Greco&Greco editori, Milano, 2015

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