I Ghuridi o Ghoridi (in persiano سلسله غوریان‎, silsila-ye Ghūriyān o Āl-e Shansab[1]), ma che definivano sé stessi Shansabānī e Sūrī, furono una dinastia indigena musulmana sunnita dell'Iran orientale, quasi certamente di origine tagica, che governò alla sua acme su porzioni dell'attuale Afghanistan, del Bangladesh, dell'India, dell'attuale Pakistan, del Tagikistan e del Turkmenistan, nonché su ampie zone dell'odierno Iran.[2]

Ghuridi
Ghuridi - Localizzazione
Ghuridi - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoSultanato ghuride
Nome ufficialeSūrī, Shansabānī
Lingue parlatepersiano
CapitaleHerat
Altre capitaliFīrūzkūh, Lahore
Politica
Forma di Statomonarchia ereditaria
Forma di governoassoluto
NascitaVIII-IX secolo con Amir Banji
Fine1215
Territorio e popolazione
Religione e società
Religioni preminentiIslam sunnita
Religioni minoritarieInduismo
Evoluzione storica
Preceduto daGhaznavidi
Succeduto daMamelucchi di Delhi
Impero corasmio
Ora parte diAfghanistan (bandiera) Afghanistan
Iran (bandiera) Iran
Tagikistan (bandiera) Tagikistan
Pakistan (bandiera) Pakistan
Dinastia Ghuride al suo apogeo, in aggiunta con i confini attuali.

La dinastia governò dall'VIII-IX secolo al 1215 e succedette pertanto all'Impero ghaznavide.[3] I loro domini erano centrati nella odierna Ghowr o Mandēsh, nella zona centrale dell'Afghanistan. Si estendeva a ovest al Grande Khorasan e raggiungeva a est l'India settentrionale, come pure il Bengala.[4] La loro prima capitale fu Fīrūzkūh a Ghor, che fu poi sostituita da Herat,[5] mentre Ghazni[6] e Lahore furono individuate come capitali secondarie, in special modo durante i periodi invernali.

I Ghuridi furono generosi patroni di arti e scienze.[7]

Ai Ghuridi succedette in Persia la dinastia del Khwārazm-Shāh e nell'India settentrionale la dinastia dei Sultani Mamelucchi di Delhi.

Origini

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Il minareto di Jām. Sulla cresta montuosa, dominante la valle del Hari Rod, vestigia della fortezza di Zarafshan.

Si è discusso molto circa l'origine della dinastia ma la linea prevalente degli studiosi è quella espressa nel lemma relativo scritto da Morgenstierne nella The Encyclopaedia of Islam2, che smentisce l'ipotesi "afghana" (giudicata "assai improbabile") a favore di quella "tagica”.[8] Su questa ipotesi concordano anche gli studiosi Bosworth, Louis Dupree, H. Gibb, R. Ghirshman, M. Longworth Dames e altri.[9][10][11] Bosworth più volte ha ricordato che il nome attuale della famiglia ghuride, Āl-e Shansab (persianizzato in Shansabānī), è la pronuncia araba dell'originale nome medio persiano Wishnasp, riferita a una realtà persiana sasanide.[12]

La regione del Ghuristan era prevalentemente popolata da induisti e buddisti ancora nel XII secolo e fu islamizzata solo più tardi, quando i Ghuridi si affermarono nell'area.

«The rise to power of the Ghurids at Ghur, a small isolated area located in the mountain vastness between the Ghaznavid empire and the Seljukids, was an unusual and unexpected development. The area was so remote that till the 11th century, it had remained a Hindu enclave surrounded by Muslim principalities. It was converted to Islam in the early part of the 12th century after Mahmud raided it, and left teachers to instruct the Ghurids in the precepts of Islam. Even then it is believed that paganism, i.e. a variety of Mahayana Buddhism persisted in the area till the end of the century.[13]»

Esiste un dibattito ancora aperto circa la lingua parlata dai Ghuridi. Ciò che è certo è che essa era considerevolmente diversa dalla lingua persiana letteraria, parlata invece nella corte ghaznavide. Nondimeno, al pari dei Samanidi e dei Ghaznavidi, i Ghuridi furono generosi patroni della letteratura persiana, della sua poesia e della cultura persiana in genere, che promossero nella loro corte. Nulla conferma l'ipotesi, avanzata dal Paṭa Khazāna (Tesoro dei segreti) che i Ghuridi fossero parlanti Pashto,[14] e nulla mostra che gli abitanti di Ghūr fossero in origine dei parlanti pashto.[9] Studiosi contemporanei parlano di Ghuridi "persianizzati".[15]

Storia antica

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Un principe ghuride, di nome Amīr Banjī, fu il governante di Ghūr e l'antenato dei signori ghuridi in età medievale. Il suo potere fu legittimato dal Califfo abbaside Hārūn al-Rashīd.
Prima della metà del XII secolo, i Ghuridi erano stati legati ai Ghaznavidi e ai Selgiuchidi per circa 150 anni. A partire dalla seconda metà del XII secolo, Ghūr espresse la sua indipendenza dall'Impero ghaznavide. Nel 1149 il governante ghaznavide Bahrām Shāh di Ghazna avvelenò un leader locale ghuride, Quṭb al-Dīn Muḥammad, che aveva cercato rifugio nella città di Ghazni dopo un aspro scontro col fratello Sayf al-Dīn Sūrī. Per vendicarsi, Sayf al-Dīn marciò contro Ghazna e sconfisse Bahrām Shāh. Tuttavia, un anno dopo, Bahrām-Shāh tornò e colse una vittoria decisiva contro Sayf al-Dīn, che fu rapidamente catturato e crocifisso a Pul-i Yak Taq. Bahāʾ al-Dīn Sām I, un altro fratello di Sayf al-Dīn, tentò di vendicarsi della morte dei due fratelli, ma morì di morte naturale prima di poter giungere di fronte a Ghazna. ʿAlāʾ al-Dīn Ḥusayn, uno dei fratelli minori di Sayf al-Dīn, da poco incoronato re ghuride, tentò anch'egli di vendicare la morte dei due fratelli maggiori. Riuscì a sconfiggere Bahrām Shāh, e poi saccheggiò Ghazna e la mise a fuoco per sette giorni e sette notti. Per questo assunse l'epiteto di Jahānsūz, che significa "l'Incendiario del mondo".[16] I Ghaznavidi ripresero la città con l'aiuto del selgiuchide Aḥmad Sinjar, ma la persero nuovamente per opera dei turchi Oghuz.[16]

Nel 1152, ʿAlāʾ al-Dīn Ḥusayn rifiutò di pagare il tributo ai Grandi Selgiuchidi e si mise in marcia con un esercito da Fīrūzkūh, ma fu sbaragliato e fatto prigioniero a Nab dal Sultano selgiuchide Aḥmad Sanjar.[17] ʿAlāʾ al-Dīn Ḥusayn rimase prigioniero per due anni, finché non fu rimesso in libertà in cambio di un pesante riscatto versato ai Selgiuchidi. Nel frattempo, un rivale di ʿAlāʾ al-Dīn, di nome Ḥusayn ibn Nāṣir al-Dīn Muḥammad al-Madīnī, s'era impadronito di Fīrūzkūh, ma fu ucciso proprio nel momento in cui ʿAlāʾ al-Dīn tornava per reclamare i suoi domini ancestrali. ʿAlāʾ al-Dīn passò il resto del periodo di regno nel tentativo di espandere i territori del suo regno; riuscì a conquistare il Garcistan, Ṭokhāristān e Bāmiyān, e infine consegnò Bāmiyān e Ṭokhāristān a Fakhr al-Dīn Masʿūd, fondatore della branca ghuride di Bāmiyān. ʿAlāʾ al-Dīn morì nel in 1161 e gli succedette suo figlio Sayf al-Dīn Muḥammad, che morì appena dopo due anni di regno, dopo essere stato ferito in battaglia.

I Ghuridi al loro zenith

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Sayf al-Dīn Muḥammad ebbe come successore suo cugino Ghiyāth al-Dīn Muḥammad, figlio di Bahāʾ al-Dīn Sām I, e si dimostrò un sovrano capace. Proprio dopo l'accesso al potere di Ghiyāth al-Dīn, con l'aiuto del proprio leale fratello Muʿizz al-Dīn Muḥammad, egli eliminò un capo ghuride rivale, di nome Abū l-ʿAbbās. Ghiyāth al-Dīn poi sconfisse suo zio Fakhr al-Dīn Masʿūd che reclamava il trono ghuride e che si alleò col governatore selgiuchide di Herat e Balkh.[18]

Nel 1173, Muʿizz al-Dīn Muḥammad riconquistò la città di Ghazna e aiutò Ghiyāth al-Dīn nel suo confronto con il Khwārezm-Shāh per la signoria del Khorasan.Muʿizz al-Dīn prese Multan e Uch nel 1175 e annetté il principato ghaznavide di Lahore nel 1186. Gli storici dell'epoca dicono che pretese di trarre la sua vendetta in ricordo del bisnonno Muhammad ibn Suri. Dopo la morte del fratello Ghiyath al-Dīn nel 1202, Muʿizz al-Dīn divenne il successore dei domini di questi e governò fino al suo assassinio nel 1206, avvenuto presso il fiume Jhelum per opera di componenti della tribù dei Khokhar (oggi Pakistan).[19]

Declino e caduta

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Ne seguì una lotta confusa tra i leader ghuridi rimasti e il Khwārezm-Shāh fu in grado di mettere le mani sull'Impero ghuride verso il 1215. Sebbene quello ghuride fosse stato un impero di breve durata, le conquiste di Muʿizz al-Dīn Muḥammad rafforzarono le fondamenta del governo islamico in India. Alla sua morte, la rilevanza di Ghazna e di Ghūr declinò a scapito del Sultanato di Delhi, nuovo centro irradiatore di cultura islamica.[20]

Influenze culturali

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I Ghuridi furono grandi patroni della cultura persiana e della sua letteratura e gettarono le basi della persianizzazione di una parte del subcontinente indiano.[21][22] Trasferirono anche gli stilemi architettonici persiani in India, i cui numerosi esempi sono attestati ancora nei tempi odierni (si veda la Gallery). Tuttavia molte delle opere prodotte in campo letterario in età ghuride sono andate perdute. I Ghuridi diffusero in profondità la religione islamica nell'Hindustan, operazione che era gia cominciata con i ghaznavidi, ma solo superficialmente.

Oltre ai Ghuridi, anche i Mamelucchi di Delhi parteciparono alla creazione della lingua persiana come lingua franca dell'intera regione: uno status che si conservò fino alla caduta dell'Impero mughal nel XIX secolo.

Dinastia ghuride

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Titolo Nome di persona Regno
Malik (Re)
in persiano امیر بان کی مون جی
Amir Banji
in persiano
??? – ???
Malik
in persiano امیر سوری
Amir Suri
in persiano
IX secolo – X secolo
Malik
in persiano ملک
Muhammad ibn Suri
in persiano
X secolo – 1011
Malik
in persiano ملک
Abu Ali ibn Muhammad
in persiano
1011–1035
Malik
in persiano ملک
Abbas ibn Shith
in persiano
1035 – 1060
Malik
in persiano ملک
Muhammad ibn Abbas
in persiano
1060 – 1080
Malik
in persiano ملک
Qutb al-din Hasan
in persiano
1080 – 1100
Abu l-Muluk (Padre di Re)
in persiano ابولملک
'Izz al-Din Husayn
in persiano
1100–1146
Malik
in persiano ملک
Sayf al-Din Suri
in persiano
1146–1149
Malik
in persiano ملک
Baha al-Din Sam I
in persiano
1149
Malik
in persiano ملک
Sulṭān al-Muʿaẓẓam
in persiano سلطان بن معظم
'Ala' al-Din Husayn
in persiano
1149–1161
Malik
in persiano ملک
Sayf al-Din Muhammad
in persiano
1161–1163
Sultan Abu l-Fath
in persiano سلطان ابوالفتح
Ghiyath al-Din Muhammad
in persiano
1163–1202
Sultan Shahāb al-din Muhammad Ghori
in persiano سلطان شہاب الدین محمد غوری
Mu'izz al-Din Muhammad
in persiano
1202–1206
Sulṭān (Sultano)
in persiano سلطان
Ghiyath al-Din Mahmud
in persiano
1206-1212
Sultan
in persiano سلطان
Baha al-Din Sam III
in persiano
1212–1213
Sultan
in persiano سلطان
'Ala' al-Din 'Atsiz
in persiano
1213-1214
Sultan
in persiano سلطان
'Ala' al-Din 'Ali
in persiano
1214-1215
conquista dei Khwārazm-Shāh
  • Le linee ombreggiate in azzurro indicano il vassallaggio ghuride nei confronti dei Ghaznavidi.
  • Le linee ombreggiate in giallo indicano il vassallaggio ghuride nei confronti dei Selgiuchidi.
  • Le linee ombreggiate in verde indicano il vassallaggio ghuride nei confronti dei Khwārazm-Shāh.

Branca di Bamiyan

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Titolo Nome di persona Regno
Malik (Re)
in persiano ملک
Fakhr al-Din Mas'ud
in persiano
1152–1163
Malik (Re)
in persiano ملک
Shams al-Din Muhammad ibn Fakhr
in persiano
1163–1192
Malik (Re)
in persiano ملک
Abū l-Muʾayyid
in persiano
Baha' al-Din Sam II
in persiano
1192–1206
Malik (Re)
in persiano ملک
Jalal al-Din 'Ali
in persiano
1206–1215
Conquista del Khwārazm-Shāh

Albero genealogico ghuride

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  1. ^ Forse dal nome medio-persiano Wishnasp
  2. ^ C. E. Bosworth: GHURIDS. In: Encyclopædia Iranica, 2001 (ultimo aggiornamento nel 2012). Edizione online.
  3. ^ Kingdoms of South Asia – Afghanistan in Far East Kingdoms: Persia and the East
  4. ^ Encyclopedia Iranica, «Ghurids» (Edmund Bosworth), edizione online, 2001 ([1])
  5. ^ Firuzkuh: the summer capital of the Ghurids, di David Thomas, p. 18.
  6. ^ The Grove Encyclopedia of Islamic Art & Architecture: Three-volume set, di Jonathan Bloom, Sheila Blair, p. 108.
  7. ^ Finbarr Barry Flood, Objects of Translation: Material Culture and Medieval "Hindu-Muslim" Encounter, Princeton University Press, 2009, p. 13.
  8. ^ G. Morgenstierne, Afghān, in The Encyclopaedia of Islam, CD-ROM Edition v. 1.0, Leiden, The Netherlands, Koninklijke Brill NV, 1999.
  9. ^ a b M. Longworth Dames, G. Morgenstierne, and R. Ghirshman, Afghānistān, in Encyclopaedia of Islam, CD-ROM Edition v. 1.0, Leiden, The Netherlands, Koninklijke Brill NV, 1999.
    «"... there is no evidence for assuming that the inhabitants of Ghūr were originally Pashto-speaking (cf. Dames, in EI1). If were are to believe the Paṭa Khazāna..., the legendary Amīr Karōṝ, grandson of Shansab, (8th century) was a Pashto poet, but this for various reasons is very improbable ..."»
  10. ^ Encyclopædia Iranica, «Ghurids», C.E. Bosworth, (Link): «. . . The Ghurids came from the Šansabānī family. The name of the eponym Šansab/Šanasb probably derives from the Middle Persian name Wišnasp (Justi, Namenbuch, p. 282). . . The chiefs of Ḡūr only achieve firm historical mention in the early 5th/11th century with the Ghaznavid raids into their land, when Ġūr was still a pagan enclave. Nor do we know anything about the ethnic stock of the Ġūrīs in general and the Šansabānīs in particular; we can only assume that they were eastern Iranian Tajiks. . . The sultans were generous patrons of the Persian literary traditions of Khorasan, and latterly fulfilled a valuable role as transmitters of this heritage to the newly conquered lands of northern India, laying the foundations for the essentially Persian culture which was to prevail in Muslim India until the 19th century. . .»
  11. ^ The Encyclopaedia of Islam, «Ghurids» (C.E. Bosworth), Online Edition, 2006: "... The Shansabānīs were, like the rest of the Ghūrīs, of eastern Iranian Tājik stock ..."
  12. ^ Encyclopædia Iranica, «Ghurids», C.E. Bosworth, (Link); con riferimenti a Justi, "Namenbuch", p. 282
  13. ^ Medieval India, Part 1, Satish Chandra, p. 22
  14. ^ The Encyclopaedia of Islam, «Ghurids» (C.E. Bosworth), Online Edition, 2006
  15. ^ Finbarr Barry Flood, Objects of Translation: Material Culture and Medieval "Hindu-Muslim" Encounter, Princeton University Press, 2009, p. 13.[2]
  16. ^ a b Encyclopedia Iranica, «Ghaznavids», (Edmund Bosworth), Online Edition 2007, (LINK Archiviato il 15 agosto 2009 in Internet Archive.)
  17. ^ «Ghurids», (C.E. Bosworth), The Encyclopedia of Islam, Vol. 2, ed. Bernard Lewis, C. Pellat and J. Schacht, E.J. Brill, 1991, p. 1100.
  18. ^ C.E. Bosworth, "The Iranian World", su: The Cambridge History of Iran, Vol. 5, ed. J. A. Boyle, John Andrew Boyle, Cambridge University Press, 1968, p. 163.
  19. ^ Balaji Sadasivan, The Dancing Girl: A History of Early India, ISEAS Publishing, 2011, p. 147.
  20. ^ Ira M. Lapidus, A History of Islamic Societies, 2nd ed., Cambridge University Press, 2002.
  21. ^ «Ghurids» (C.E. Bosworth), su: Encyclopaedia Iranica, (15 dicembre 2001);[3]
  22. ^ Z. Safa, "Persian Literature in the Safavid Period", The Cambridge history of Iran: The Timurid and Safavid periods, Vol. 6, Ed. Peter Jackson e Laurence Lockhart, Cambridge University Press, 1986, p. 951.

Bibliografia

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