La Go-go dance (o Gogo dance), nella sua forma moderna, è un tipo di danza erotica, con ballerine o ballerini spesso vestiti con abiti succinti. I Go-Go dancers di solito si esibiscono in cabaret erotici, peep show, bar o discoteche. Ballano per lo più su piattaforme, cubi, o in una gabbia sopra il pubblico. La sua funzione primaria è quella di intrattenere e animare la pista da ballo.

Go-go dancer.

La Go-go dance è nata nei primi anni 1960 quando le donne al Peppermint Lounge di New York hanno cominciato a salire sui tavoli e ballare il twist. In quegli anni molte frequentatrici di night club indossavano la minigonna e quelli che sono stati poi ribattezzati stivali go-go, così i promotori di night club concepirono l'idea di assumerle per intrattenere gli avventori.

Etimologia

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Il termine go-go deriva dalla parola anglosassone "go", che significa letteralmente "andare", usato come vigoroso incitamento. La parola è a sua volta influenzata dal termine francese à gogo, che significa "in abbondanza",[1] che deriva dall'antica parola francese la gogue, che significa "gioia, felicità".[2][3] Un'altra teoria sostiene che il termine go-go derivi semplicemente dal nome del famoso nightclub californiano Whisky a Go Go, primo club a mostrare le ballerine in gabbia.

Le due ipotesi, una di derivazione inglese e l'altra francese, sono entrambe valide. Infatti, il termine a go-go deriva dal genere musicale dance originario delle comunità nere di Washington e caratterizzato da un ritmo funk incessante[4], si dice inventato negli anni sessanta del '900 da Chuck Brown. In seguito è stato attribuito a ragazzi e ragazze immagine (detti anche cubisti) delle discoteche e altri tipi di locali notturni aperti al pubblico, che ballavano in origine funk e poi tutti i generi proposti col cambio delle mode musicali che variavano nel tempo. Si trattava di persone reperibili "in abbondanza" (in francese "à gogo")[1] e sostituite velocemente attraverso brevi contratti o pagamenti alla prestazione (in nero, soldi in mano), per questo motivo si è fissato il termine a go-go con riferimento alla parola anglosassone "go", cioè persone che lavoravano al bisogno e andavano (in inglese "go", andare) lasciando il posto di lavoro al prossimo offerente.

Verso la metà degli anni sessanta, il celebre Whisky a Go Go, situato sul Sunset Strip a West Hollywood nella zona di Los Angeles, è stato il primo club noto per le gabbie che pendono dal soffitto in cui ballavano go-go dancers, che sono state assunte regolarmente da luglio 1965 per intrattenere i clienti. Gli abiti delle ballerine in genere consistevano in miniabiti, o un bikini, con le frange, che accentuavano il movimento del corpo, incoraggiando il pubblico a ballare.

Sempre negli anni sessanta, il termine go-go è stato adottato anche in alcuni bar di Tokyo, in Giappone, ma il termine prese piega principalmente nei locali di striptease, che divennero noti come go-go bar e le donne che vi lavorano come go-go dancers. Durante la guerra del Vietnam sono stati aperti molti go-go bar a Saigon per intrattenere le truppe americane.[5] Un sinonimo usato in Vietnam per go-go dancer è table dancer.

In televisione

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Hullabaloo è stato un varietà musicale andato in onda sulla NBC dal 12 gennaio 1965 fino al 29 agosto 1966.[6] Gli "Hullabaloo Dancers" erano un gruppo formato da dieci ballerini, quattro uomini e sei donne, apparsi regolarmente nello show. Un altro membro dello show è stata la ballerina, modella e attrice Lada Edmund Jr., che ballava all'interno di una gabbia in un segmento del programma vicino alla chiusura.[7] Altri varietà furono allestiti durante quel periodo, come Shindig! sulla ABC, caratterizzato da go-go dancers in gabbie. Il più delle volte queste gabbie erano fatte di plastica trasparente con luci infilate all'interno, a volte le luci si spegnevano e accendevano in sincrono con la musica. Shivaree! è stato un altro show musicale con go-go dancers che si esibivano su ponteggi, o piattaforme, alle spalle della band che suonava. Ogni spettacolo allestito in quel periodo ha avuto il particolare merito di portare per la prima volta i go-go dancers davanti alle telecamere.

Spettacoli televisivi di questo genere furono esportati in giro per il mondo, come Viva Hotbabes e SexBomb Girls andati in onda nelle Filippine.

Nel cinema

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Nel mondo gay

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Go-go boys alla Chicago Gay Pride Parade 2008.

Già dagli anni sessanta, molti gay bar per intrattenere i loro avventori utilizzavano go-go dancers uomini, chiamati go-go boys. Questo tipo di intrattenimento tornò di moda verso la metà degli anni ottanta. In Italia i go-go boys sono conosciuti anche con il termine cubisti.[8]

La go-go dance ai giorni nostri

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Dagli anni settanta a oggi molti go-go dancers, uomini e donne, sono stati utilizzati per intrattenere e animare i locali notturni del mondo occidentale e orientale. Ad oggi la pratica della go-go dance si è evoluta in vere e proprie performance art, che animano discoteche, feste, festival, circuit party e rave party, con l'utilizzo di accessori come laser, fibre ottiche, neon e led.

  1. ^ a b (EN) a go-go, su merriam-webster.com. URL consultato il 10 aprile 2012.
  2. ^ (EN) agog, su alphadictionary.com. URL consultato il 10 aprile 2012.
  3. ^ (EN) Go Go Dancer, su dance.about.com. URL consultato il 10 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2012).
  4. ^ Google. Definizioni da Oxford Languages., su google.com.
    «Uno stile di musica dance originario delle comunità nere di Washington DC e caratterizzato da un ritmo funk incessante.

    Original english version:

    "a style of dance music originating in the black communities of Washington DC and characterized by an incessant funk beat"»
  5. ^ (EN) Go-go boys, su achchicos.webcindario.com. URL consultato il 10 aprile 2012.
  6. ^ (EN) The Holy Trinity: Shindig, Hullabaloo, and "Action", su loti.com. URL consultato il 10 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2012).
  7. ^ (EN) About Lada, su ladastedmund.com. URL consultato il 10 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2012).
  8. ^ Glossario LGBT, su gayburg.com. URL consultato il 10 aprile 2012.

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