Gouania willdenowi
Il succhiascoglio minore (Gouania willdenowi Risso, 1810) è l'unica specie del genere Gouania, della famiglia Gobiesocidae.
Succhiascoglio minore | |
---|---|
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa Bilateria |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Superclasse | Gnathostomata |
Classe | Actinopterygii |
Sottoclasse | Osteichthyes |
Superordine | Acanthopterygii |
Ordine | Gobiesociformes |
Sottordine | Gobiesocoidei |
Famiglia | Gobiesocidae |
Genere | Gouania Nardo, 1833 |
Specie | G. willdenowi |
Nomenclatura binomiale | |
Gouania willdenowi Risso, 1810 | |
Sinonimi | |
Gouana pigra |
Descrizione
modificaSi riconosce dagli altri succiascogli per le pinne dorsale e anale che sono fuse con la pinna caudale come nell'anguilla e per gli occhi molto più piccoli.
Il colore è bruno o grigiastro (talvolta rosso o arancio vivo) con macchie, fasce e marezzature di aspetto diverso da pesce a pesce. Dall'occhio partono alcune linee chiare radiali.
Raggiunge i 6 cm.
Biologia
modificaPoco note, sembrano identiche a quelle dei Lepadogaster.
Distribuzione e habitat
modificaEndemico del mar Mediterraneo.
Vive in acque bassissime, spesso nella zona intertidale, sotto i ciottoli. È praticamente impossibile da vedere.
Bibliografia
modifica- Costa F. Atlante dei pesci dei mari italiani Mursia 1991 ISBN 88-425-1003-3
- Louisy P., Trainito E. (a cura di) Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo. Milano, Il Castello, 2006. ISBN 88-8039-472-X
- Tortonese E. Osteichthyes, Calderini, 1975
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gouania willdenowi
- Wikispecies contiene informazioni su Gouania willdenowi
Collegamenti esterni
modifica- (EN) ITIS Standard Report Page: Gouania willdenowi, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato l'11/04/2008.
- (EN) (EN) Gouania willdenowi, su FishBase. URL consultato l'11/04/2008.
- (EN) Catalogue of Life: Gouania willdenowi, su catalogueoflife.org. URL consultato il 13 dicembre 2012.