Governo Orbán II

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Il Governo Orbán II, o Governo di cooperazione nazionale, è stato il 71º Governo dell'Ungheria e il secondo presieduto da Viktor Orbán per un totale di 4 anni e 9 Giorni. Orbán si insediò il 29 maggio 2010, dopo che la coalizione da lui guidata aveva vinto le elezioni parlamentari.[1]

Orbán II
StatoUngheria (bandiera) Ungheria
Capo del governoViktor Orbán
(Fidesz)
Giuramento29 maggio 2010
Governo successivo6 giugno 2014

Composizione

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     Fidesz

     KDNP

     Indipendente

Carica Titolare Partito
Primo ministro   Viktor Orbán Fidesz
Vice Primo Ministro   Zsolt Semjén KDNP
Ministro della pubblica amministrazione
e della giustizia
  János Áder (Fino al 10 Maggio 2012) Fidesz
  Tibor Navracsics (Dal 10 maggio 2012) Fidesz
Ministero dell'interno   Sándor Pintér Indipendente
Ministero degli esteri   János Martonyi Fidesz
Ministero dell'economia nazionale   György Matolcsy
(fino al 3 marzo 2013)
Fidesz
  Mihály Varga
(dal 7 marzo 2013)
Ministero delle risorse nazionali
(risorse umane dal maggio 2012)
  Miklós Réthelyi
(fino al 13 maggio 2012)
Indipendente
  Zoltán Balog
(dal 14 maggio 2012)
Fidesz
Ministero dello sviluppo nazionale   Tamás Fellegi
(fino al 14 dicembre 2011)
Indipendente
  Tibor Navracsics
(dal 14 al 23 dicembre 2011)
Fidesz
  Zsuzsanna Németh
(dal 23 dicembre 2011)
Indipendente
Ministero dell'agricoltura   Sándor Fazekas Fidesz
Ministero della difesa   Csaba Hende Fidesz
Ministero senza portafoglio
per le relazioni con organismi finanziari internazionali
  Tamás Fellegi
(dal 15 dicembre 2011 al 2 giugno 2012)
Indipendente
  Mihály Varga Fidesz
(dal 2 giugno 2012 al 6 marzo 2013)

Situazione Parlamentare

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Camera Collocazione Partiti Seggi
Assemblea nazionale Maggioranza Fidesz - KDNP (263),NI (1)
264 / 386
Opposizione MSZP (59)Movimento per un'Ungheria Migliore (47),La Politica può essere Diversa (16)
122 / 386

Critiche e controversie

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Hanno suscitato scalpore molti provvedimenti emanati durante la sua seconda legislatura (iniziata nel maggio 2010) che hanno limitato e ridotto la libertà di espressione, le libertà individuali, la libertà di stampa e hanno indebolito la Corte costituzionale e il potere giudiziario,[2][3][4][5] causando un arresto e un arretramento della democrazia in Ungheria, facendola spostare verso una forma di Stato autoritario.[6][7][8][9]

Alcuni dei provvedimenti emanati sono: la legge sulla cittadinanza ungherese concessa anche a coloro che vivono al di fuori del paese ("Legge sulla Naturalizzazione Semplificata"), criticata dalla Slovacchia, paese con una forte minoranza magiara. Ma Orbán non si è fermato e forte dei due terzi dei seggi in Parlamento del suo partito (Fidesz), ha riformato messo piede sull'istruzione, sull'informazione (ponendo una Commissione governativa di Controllo televisivo), sul potere giudiziario (mettendo il CSM Ungherese sotto il controllo del Governo). Inoltre, ha riformato la Banca Centrale Ungherese, prevedendo che la nomina del governatore spetti al governo. Tale modifica ha manifestato la contrarietà della commissione europea, rilevando come la stessa non sarebbe conforme ai trattati sottoscritti dal Paese.[10]

Viktor Orbán ha inoltre fatto approvare una nuova legge elettorale per le elezioni del 2014,

Infine, grazie alla massiccia presenza del Fidesz nel Parlamento monocamerale Ungherese (i cui membri sono stati ridotti da 386 a 199) è stata scritta ed approvata una nuova Costituzione, entrata in vigore il 1º gennaio 2012, basata sulla centralità della famiglia, della tradizione, sull'etica e sulla religione Cattolica.

Nel 2011 Viktor Orbán ha dichiarato in Parlamento, come presidente di turno dell'Unione Europea:

«Noi non crediamo nell’Unione europea, crediamo nell’Ungheria, e consideriamo l’Unione Europea da un punto di vista secondo cui, se facciamo bene il nostro lavoro, allora quel qualcosa in cui crediamo, che si chiama Ungheria, avrà il suo tornaconto[11]»

Sua altra dichiarazione: "Manifestare contro il governo equivale al tradimento della Patria".

Secondo lo storico[senza fonte] Federigo Argentieri, il progetto politico di Orban, piuttosto che eversivo, si basa su due punti fondamentali:

  1. magiarizzare il capitalismo nazionale, per creare una classe borghese autoctona;
  2. esautorare dalla vita politica del paese gli eredi del partito comunista, "purificando" il paese dai residui dell'esperienza comunista

Per tali motivi, Argentieri paragona il progetto di Orban a quello di Miklós Horthy nel periodo interbellico[12].

A marzo 2013, il parlamento approva nuove modifiche alla Costituzione.[13]

  NODES
INTERN 4
Note 2