Mercosur
Il Mercosur (dizione spagnola, Mercado Común del Sur) o Mercosul (secondo la dizione portoghese, Mercado Comum do Sul; in guaraní: Ñemby Ñemuha, Italiano: Mercato comune del sud) è il mercato comune dell'America meridionale che si affianca alla Comunità Andina, alla Comunità Caraibica e al Sistema di integrazione centroamericana.
Mercosur | |
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Paesi membri Sospeso Candidato | |
Tipo | Area di libero scambio |
Fondazione | 26 marzo 1991 |
Sede centrale | Montevideo |
Indirizzo | Palazzo del Mercosur |
Area di azione | America meridionale |
Direttore della segreteria | Luiz Gonzaga Coelho Júnior |
Lingue ufficiali | spagnolo, portoghese, guaranì |
Sito web, Sito web e Sito web | |
Storia
modificaNe fanno parte in qualità di Stati membri: Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela. Sono inoltre Stati associati la Bolivia e il Cile (dal 1996), il Perù (dal 2003), la Colombia e l'Ecuador (dal 2004). Il Venezuela è diventato membro a pieno titolo dell'organizzazione il 31 luglio 2012, dopo ben 6 anni dall'avvio del processo, che è stato rallentato dall'opposizione del Paraguay. Nel dicembre 2016, i paesi fondatori sospesero il Venezuela per scorrettezze nei rapporti di mercato sudamericani.[1]
L'organizzazione fu istituita con il Trattato di Asunción firmato il 26 marzo 1991 da Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. Nel 1995 furono contestualmente aboliti i dazi doganali tra i quattro Paesi e istituita una tariffa doganale comune verso paesi terzi. L'obiettivo del Mercosur è la realizzazione di un mercato comune, anche se esistono ancora forti ostacoli protezionistici tra i vari stati. Esso potrebbe esser paragonato al vecchio MEC se non esistessero forti asimmetrie tra i vari Paesi; infatti se è possibile affermare che i tre maggiori Paesi del Mercato Europeo Comune fossero piuttosto simili per esperienze economiche e storiche, non si può dire la stessa cosa per l'Argentina, il Brasile, l'Uruguay e il Paraguay: basti pensare che il Brasile da solo sviluppa circa il 77% del prodotto economico del gruppo, l'Argentina il 20%, l'Uruguay il 2% e il Paraguay l'1%. Le lingue ufficiali e di lavoro sono lo spagnolo e il portoghese.
Il 28 maggio 2008 fu firmato il Trattato Costitutivo dell'Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUL [portoghese] - UNASUR [spagnolo] - UZAN [olandese]), composta dai dodici Stati dell'America del Sud e fondata secondo gli ideali di integrazione multi-settoriale nell'America meridionale. L'organizzazione unisce entrambe le unioni doganali regionali: il Mercosul e la Comunità andina (CAN). La carica di Segretario-Generale dell'Unasul fornisce all'entità una supremazia politica definita nello scenario internazionale, il che è il primo passo per la creazione di un organo burocratico permanente di un'ulteriore unione sovranazionale capace di sostituire gli organi politici del Mercosul e della CAN.
Nel giugno 2019, dopo oltre vent'anni di negoziati, è stato concluso un accordo di libero scambio tra il Mercosur e l'Unione europea, che prevede un abbassamento dei dazi doganali per favorire la circolazione di beni e merci tra le due aree[2].
Peso demografico
modificaLa popolazione totale degli Stati membri è di oltre 290 milioni di persone, il paese più popoloso dell'organizzazione è il Brasile (206.081.432 abitanti). Seguono l'Argentina (43.590.368), il Venezuela (31.703.499), il Paraguay (6.854.536) e l'Uruguay (3.351.016). La densità abitativa di questi paesi è molto bassa.
Stati membri
modificaMembri a pieno titolo
modificaMembri associati
modificaOsservatori
modificaNote
modifica- ^ Mercosur sospende il Venezuela, su repubblica.it.
- ^ MERCOSUR nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 17 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2019).
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mercosur
Collegamenti esterni
modifica- (ES, PT) RadioMercosur Portal de noticias y radio online dedicado al Mercosur, su radiomercosur.com.
- (ES, PT) Sito ufficiale, su mercosur.int. URL consultato il 19 marzo 2006 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2006).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 139732250 · ISNI (EN) 0000 0001 2169 9154 · LCCN (EN) n92046250 · GND (DE) 5100682-0 · BNE (ES) XX139975 (data) · BNF (FR) cb124120611 (data) · J9U (EN, HE) 987007264690605171 · NSK (HR) 000141445 · NDL (EN, JA) 00577638 |
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