Mont Ventoux

massiccio montuoso in Francia

Il Mont Ventoux (in occitano Ventor), in italiano anche Monte Ventoso,[1][2] è un gruppo montuoso della Provenza (Alpi Sud-occidentali-Alpi e Prealpi di Provenza-Prealpi di Vaucluse), in Francia, la cui cima raggiunge i 1 912 metri s.l.m., situato a 20 km in linea d'aria a nord-est di Carpentras, abbastanza lontano e isolato dalle altre cime della regione, soprannominato dai francesi il "Gigante della Provenza" o anche il "Monte Calvo".

Mont Ventoux
Mont Ventoux: la cima con la torre dell'Osservatorio.
StatoFrancia (bandiera) Francia
RegioneProvenza-Alpi-Costa Azzurra
DipartimentoVaucluse
Altezza1 912 m s.l.m.
Prominenza1 150 m
Isolamento61,3 km
CatenaAlpi
Coordinate44°10′00.12″N 5°16′59.88″E
Altri nomi e significatiMonte Ventoso
Data prima ascensione1336
Autore/i prima ascensioneFrancesco Petrarca (documentata)
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Francia
Mont Ventoux
Mont Ventoux
Mappa di localizzazione: Alpi
Mont Ventoux
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi Occidentali
Grande SettoreAlpi Sud-occidentali
SezioneAlpi e Prealpi di Provenza
SottosezionePrealpi di Vaucluse
SupergruppoMonti di Vaucluse e di Lura
GruppoCatena del Mont Ventoux
SottogruppoGruppo del Mont Ventoux
CodiceI/A-3.IV-A.3.a

Classificato Riserva della biosfera dall'UNESCO, nell'ambito del progetto "MAB" (Man and Biosphere), presentando una geologia e una flora particolari, nonché una fauna assai ricca, fanno parte di questa anche le limitrofe prealpi di Vaucluse, il Plateau d'Albion e le caratteristiche Gorges de la Nesque, profonda incisione fluviale in roccia carsica. La piana e i colli alla base del Ventoux sono rinomati per il vino (Côtes du Ventoux) e le uve da tavola.

Toponimo

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Il Mont Ventoux visto dall'aereo
 
Dalla cima, oltre le nuvole
 
Le ultime conifere sotto la cima
 
Spianata presso la cima[3]
 
Il versante nord
 
L'osservatorio meteorologico sulla cima
 
Parte sommitale dall'alto
 
Vista della vegetazione presso la sommità
 
Vista dei valloni sottostanti
 
Vista d'inverno
 
 
Parte sommitale dal basso
 
 
 
 
 
 
 
 
Profilo altimetrico della salita

Il nome del monte Ventoux (Ventor in occitano) a prima vista sembrerebbe derivare dal termine "ventoso" (venteux in francese, ventós in occitano): il vento Maestrale (il Mistral in francese), soffia infatti sul suo crinale sommitale con continuità e grande violenza, raggiungendo e superando spesso i 160 km/h (la velocità massima raggiunta dal Mistral fu di 313 km/h, registrata il 20 marzo 1967[4]) per poi diffondersi nella pianura sottostante, sino al mare.

Ma un'interpretazione più moderna e approfondita assegna l'origine del nome Ventoux al lemma pregallico ventur, poi passato nella lingua occitana, che significa "colui che si vede da lontano". Numerosi studi e testimonianze d'epoca danno ormai pieno credito a questo etimo da molti anni.

La prima ascensione di cui è rimasta traccia è quella effettuata a scopo mistico dal Petrarca il 26 aprile 1336[5], lungo il boscoso versante settentrionale. Egli descrisse l'impresa nella lettera Ascesa al monte Ventoso. Nel XV secolo sulla cima fu costruita una cappella dedicata alla Santa Croce.

Fin dal XII secolo, i cantieri navali di Tolone hanno utilizzato gli alberi che crescevano sui suoi pendii. Il monte fu rimboscato nel XIX secolo con la discutibile introduzione di Pini neri d'Austria e di Cedri, oggi largamente contestata da botanici ed ecologi. La parte sommitale è sprovvista di vegetazione arborea e arbustiva a causa del vento e delle vaste pietraie, specialmente sul versante aprico. Ospita dal 1882 un osservatorio meteorologico. Ai piedi della montagna, sul lato Sud-ovest, si trova la celebre cappella romanica di S. Maria Maddalena, edificata attorno all'anno 1000.

Nei boschi del monte Ventoso sono stati sepolti i resti di Publio Cordón che morì nel tentativo di fuggire dai terroristi rossi del GRAPO che lo avevano sequestrato.[6]

L'esplorazione scientifica del Ventoux

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Nel Settecento iniziarono le ascensioni-esplorazioni di diversi studiosi, fra i quali si ricordano principalmente[7]:

  • Il padre gesuita Antoine-Jean Laval (1664-1728), matematico e astronomo salì in vetta il 25 e 26 giugno 1711 portando con sé strumenti vari per misurare l'altezza del monte e la sua collocazione geografica.
  • Antoine de Jussieu (1686-1758), botanico compì l'ascensione il 10 e l'11 aprile del 1711 interessandosi in particolare della flora e delle nuove specie vegetali che trovò nei pressi della cima.
  • Il medico Michel Darluc salì nel 1778. Si interessò degli aspetti botanici e geografici della montagna.
  • Jean-Henri Fabre (1823-1915), famoso entomologo, visitò le falde del Ventoux venticinque volte, ma solo in due occasioni raggiunse la cima. I suoi interessi erano molteplici, ma i suoi studi prevalenti furono, naturalmente, quegli sugli insetti.

Descrizione

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Geologia e geomorfologia

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Idrografia

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Ambiente

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La vegetazione del Mont Ventoux presenta molte particolarità strettamente locali. Pur raggiungendo, infatti, i 1912 m di altitudine, il Ventoux è un massiccio del tutto solitario, immerso in un clima decisamente mediterraneo. Esposto ai miti venti marini da Sud e al freddo Maestrale che lo investe da Nord, mostra un manto boschivo e un corteggio di specie che fondono e sovrappongono le serie vegetazionali dei vari piani altitudinali, i quali, a loro volta, hanno quote e caratteristiche floristico-associative alquanto desuete.

Oltre ai suoli, al clima e all'azione del vento che sferza il lungo crinale, un altro elemento rende peculiare la copertura vegetale di questo monte: quello del suo distendersi da est a ovest, con due soli versanti opposti e un'unica, continua dorsale sommitale. Questa conformazione fa sì che uno dei versanti sia interamente esposto a mezzogiorno e perennemente soleggiato, mentre l'altro guardi a settentrione con un'insolazione assai ridotta.

Mentre il substrato del piano basale è costituito da un alternarsi di colli marnoso-argillosi e di colli totalmente silicei (sabbie di SiO2 puro), tutto il massiccio del Ventoux è un blocco di calcare. La base della montagna, che dovrebbe essere ricoperta da una lecceta, è invece dominio di fitte colonie di pino d'Aleppo con frequenti intrusioni di pino marittimo (sui suoli acidi) e di roverella, con il leccio in netta minoranza e un considerevole corteggio erbaceo-arbustivo di specie tipiche della macchia mediterranea.

I piani altitudinali

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A partire dai 250-300 m s.l.m. della piana di base si possono delineare i diversi piani in una prima approssimazione di sintesi:

Una scansione più accurata fornisce invece la seguente sequenza:

Versante SUD - Insieme Mediterraneo

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  • Piano eu-mediterraneo (o del Leccio). Dai 200 ai 400 m.
Serie del Leccio e del Ginepro fenicio.
Serie mediterranea della Roverella.
  • Piano supra-mediterraneo o collinare (o della Roverella). Dai 400 agli 800 m.
Serie supra-mediterranea della Roverella.
Serie inferiore del Pino silvestre.
  • Piano montano/mediterraneo o sub-montano (o del Faggio). Dagli 800 ai 1200 m
Serie sub-mediterranea del Faggio.
Serie superiore del Pino silvestre.
  • Piano oro-mediterraneo o montano (o del Faggio e dell'Abete bianco). Dai 1 200 ai 1500 m.
Serie mediterranea del Faggio.
Serie sub-montana dell'Abete bianco.
  • Piano sub-alpino (o del Pino uncinato). Dai 1 500 ai 1800 m.
Serie sub-alpina del Pino uncinato.
Serie montana del Faggio.
  • Piano pseudo-alpino. Dai 1 800 ai 1900 m (vetta).
Serie delle graminacee prative sub-alpine.

Versante NORD - Insieme medio-europeo o sub-continentale

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  • Piano montano o del Faggio. Dagli 800 ai 1500 m.
Serie delle faggete-abetaie ad Abies alba.
Serie mesofila del Faggio.
Serie mesofila dell'Abete bianco.
  • Piano sub-alpino o del Pino uncinato. Dai 1 500 ai 1800 m.
Serie pre-alpina del Pino uncinato.

Le specie

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1. Piano mediterraneo o del Leccio

2. Piano collinare o della Roverella

3. Piano montano o del Faggio Versante Sud - Le specie di corteggio sono assai ridotte per l'aridità.

Versante Nord.

4. Piano sub-alpino o del Pino uncinato

5. Piano pseudo-alpino. La vetta.

Ciclismo

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Il Ventoux presenta tre ascensioni, che sono state teatro di tappe importanti in molte competizioni ciclistiche, tra cui ovviamente il Tour de France. Dal 2019 ogni anno ospita il Mont Ventoux Dénivelé Challenges.

Tour de France

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Un passaggio del Tour sul Mont Ventoux; si noti la quasi totale assenza di vegetazione

Il Tour de France include spesso l'ascensione di questa cima, celebre per le sue difficoltà tecniche causate dall'elevata pendenza della strada (media 7,7% sino al 20% max), dalla lunghezza (oltre 15 km), dal calore che l'asfalto sprigiona nel mese di luglio (dovuto in parte all'assenza di vegetazione nell'ultimo tratto), dal forte vento contrario, nonché dalla diminuita pressione dell'aria, a causa dall'altitudine cui si accede molto rapidamente.

I ciclisti del Tour scalarono il Ventoux per la prima volta nel 1951 lungo la tappa Montpellier-Avignone. Fra coloro che si sono fatti onore su questa salita troviamo Charly Gaul nel 1958, Raymond Poulidor nel 1965, Eddy Merckx nel 1970, Bernard Thévenet nel 1972, Eros Poli nel 1994 (autore di una fuga di 171 km in solitaria), Marco Pantani nel 2000, Richard Virenque nel 2002 e Chris Froome nel 2013.

Nell'edizione del 1967, il britannico Tommy Simpson morì sulla salita, a circa 2 km dalla vetta lungo il versante di Bédoin, per un arresto cardio-circolatorio causato dall'estrema fatica, da disidratazione e da sostanze dopanti assunte poco prima. Una piccola lapide a bordo strada lo ricorda. Lo stesso Eddy Merckx ebbe un malore in una sua vittoria.

Arrivi di tappa al Tour

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Anno Tappa Partenza tappa Distanza (km) Categoria GPM Vincitore Nazione Maglia gialla
1958 18 Bédoin 21,5 (Crono) 1 Charly Gaul   Lussemburgo Raphaël Géminiani
1965 14 Montpellier 173 1 Raymond Poulidor   Francia Felice Gimondi
1970 14 Gap 170 1 Eddy Merckx   Belgio Eddy Merckx
1972 11 Carnon-Plage 207 1 Bernard Thévenet   Francia Eddy Merckx
1987 18 Carpentras 36,5 (Crono) HC Jean-François Bernard   Francia Jean-François Bernard
2000 12 Carpentras 149 HC Marco Pantani   Italia Lance Armstrong
2002 14 Lodève 221 HC Richard Virenque   Francia Lance Armstrong
2009 20 Montélimar 167 HC Juan Manuel Gárate   Spagna Alberto Contador
2013 15 Givors 242,5 HC Christopher Froome   Regno Unito Christopher Froome
2016 12 Montpellier 184 HC Thomas De Gendt   Belgio Christopher Froome

Transito, ma non arrivo di tappa

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Anno Tappa Categoria Partenza Arrivo Primo al passaggio in vetta Nazionalità
1951 18 1 Montpellier Avignone Lucien Lazaridès   Francia
1952 14 1 Aix-en-Provence Avignone Jean Robic   Francia
1955 11 1 Marsiglia Avignone Louison Bobet   Francia
1967 13 1 Marsiglia Carpentras Julio Jiménez   Spagna
1974 12 1 Savines-le-Lac Orange Gonzalo Aja   Spagna
1994 15 HC Montpellier Carpentras Eros Poli   Italia
2021 11 HC Sorgues Malaucène Wout Van Aert   Belgio

Giro del Delfinato

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L'ascensione più rapida è stata fatta il 10 giugno 2004 in una tappa a cronometro, quarta tappa del Giro del Delfinato, con i tempi seguenti:

1 - Iban Mayo in 55'51
2 - Tyler Hamilton in 56'26
3 - Óscar Sevilla in 56'54

Galleria d'immagini

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Il Mont Ventoux, versante Sud, con i nomi delle sue cime e località principali
1 = Mont Ventoux - 2 = Col des Tempêtes - 3 = Tête de la Grave - 4 = Chalet Reynard - 5 = Col de la Frache - 6 = Flassan - 7 = Rocher de Cachillan - 8 = Tête de Chauve - 9 = Tête du gros Charne - 10 = Tête du Fribouquet - 11 = Cime Saint Vincent - 12 = Grand Barbeirol
  1. ^ Cfr. Ventoso nell'enciclopedia Treccani
  2. ^ Cfr. Ventóso, Mónte nell'enciclopedia Sapere
  3. ^ La spianata è artificiale: fino agli anni sessanta era un cocuzzolo roccioso. Poi vi fu realizzata una base di lancio per missili contenuti nel sottosuolo. Oggi la base è stata demolita e non ne rimane traccia.
  4. ^ Mondon.
  5. ^ La data del 26 aprile si riferisce all'allora vigente calendario giuliano. Con l'attuale calendario gregoriano la data dell'ascensione è il 9 maggio.
  6. ^ (ES) RAMÓN J. CAMPO, La Guardia Civil volverá a Mont Ventoux en primavera para buscar a Publio Cordón, in Heraldo, 9/2/2022. URL consultato il 10/03/2022.
  7. ^ Clap.

Bibliografia

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  • (FR) François Tessier, Le versant méridional du Ventoux, in La revue des Eaux et Forêts, 1900.
  • (FR) Vincent Clap, Le Mont Ventoux au XVIII siècle, 1976.
  • (FR) M. Barbero; P. Quézel, La végétation du Mont Ventoux, in Le massif du Ventoux: éléments d'une synthèse écologique, Institut national de la recherche agronomique; La Terre et la Vie, 1978.
  • (FR) Georges Guende, Carte de la végétation du Mont Ventoux au 1:25.000, Marseille, Université de Marseille, 1979.
  • (FR) Olivier Madon, La flore du Mont Ventoux, Avignon, Barthélémy, 1999, ISBN 2-87923-076-4.
  • (FR) Bernard Mondon, Voyages au mont Ventoux, florilège littéraire, Alain Barthélémy, 2003.
  • (FR) Guy Barruol; Nerte Dautier, Le mont Ventoux. Encyclopédie d'une montagne provençale, a cura di Bernard Mondon, Les Alpes de Lumières, 2007, ISBN 978-2-906162-92-1.
  • (FR) Bernard Girerd, La flore sauvage et la forêt, in Le Mont Ventoux, encyclopédie d'une montagne provençale, Forcalquier, Alpes de Lumière, 2007, ISBN 978-2-906162-92-1.
  • (FR) Frédéric Melki; Maxime Briola, Ventoux, géant de nature, Mèze, Biotope, 2007.

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