Ottorino Schreiber

Ottorino Schreiber (Parma, 11 giugno 1890Torino, 2 novembre 1978) è stato un generale italiano del Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, ricordato per il suo ruolo in Russia ed in Sicilia.

Ottorino Schreiber
NascitaParma, 11 giugno 1890
MorteTorino, 2 novembre 1978
Dati militari
Forza armataItalia (bandiera) Italia
ArmaFanteria
CorpoRegio Corpo Truppe Coloniali dell'Eritrea
GradoGenerale di brigata
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Russia
BattaglieBattaglia del solstizio
Battaglia di Vittorio Veneto
Battaglia di Arbuzovka
Operazione Husky
Comandante di207ª Divisione costiera
26ª Divisione fanteria "Assietta"
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Modena
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Biografia

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Nacque a Parma da nobile famiglia tedesca l'11 giugno 1890. Si arruolò nel Regio Esercito nel 1909, entrando come allievo ufficiale nell'Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, da cui uscì con il grado di sottotenente, assegnato all'arma di fanteria, il 19 settembre 1911.

Partecipò alla prima guerra mondiale, nei gradi da tenente a maggiore, nelle file del 30º Reggimento fanteria, partecipando a numerose battaglie, e venendo decorato di tre Medaglie d'argento al valor militare.

Dal 1º dicembre 1926 fu promosso tenente colonnello ed assegnato in Eritrea al RCTC.

Promosso colonnello il 31 dicembre 1936, comandò dal 12 ottobre 1937 il 56º Reggimento fanteria "Marche", e poi, dal 1º novembre 1939, l'Ufficio mobilitazione presso la direzione generale dei servizi logistici al Ministero della guerra a Roma. Qui rimase sino al 1º settembre 1941 quando, in piena seconda guerra mondiale fu inviato a Palermo per esser nominato comandante della fanteria della 28ª Divisione fanteria "Aosta", sino al 30 novembre 1941. Ma già nel seguente 20 di dicembre fu nominato comandante della fanteria della 52ª Divisione fanteria "Torino", impegnata sul fronte russo, in sostituzione del generale di brigata Ugo de Carolis, caduto sul campo il 12.

Divenne generale di brigata il 1º gennaio 1942, permanendo sul fronte russo sino al 24 ottobre successivo, partecipando a tutti i complessi cicli operativi della sua divisione, quando fu rimpatriato ed assegnato (dopo un breve periodo a disposizione del Ministero della Guerra), sempre a Palermo, al comando della 207ª Divisione costiera[1], dal 1º dicembre.

Quindi, il 24 dicembre 1942, veniva insignito dell'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia per le attività svolte sul fronte russo.

All'atto dello sbarco americano in Sicilia nel luglio del 1943 fu tra i protagonisti della sua difesa reagendo con numerose iniziative di contrasto con un gruppo tattico corazzato. Il successivo 26 luglio, ormai in ritirata, assunse il comando dei resti della 26ª Divisione fanteria "Assietta", trasferendosi in agosto in Calabria.

Si spense a Torino il 2 novembre 1978.

Onorificenze

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«Diede costante e mirabile esempio di coraggio e sprezzo del pericolo in ricognizioni volontarie durante successivi combattimenti. Si espose volontariamente al violento fuoco nemico di artiglieria e mitragliatrici per stabilire esattamente le posizioni conquistate e i collegamenti venuti a mancare. Riordinò e guidò innanzi soldati sbandatisi a causa dell'intenso fuoco di interdizione dell'avversario. Coadiuvò efficacemente il proprio comandante di brigate nel felice esito delle operazioni, che portarono alla conquista di importanti posizioni. Solo Koriti, 18-22 agosto 1917
«Comandante di un battaglione di riserva, chiamato ad intervenire, allorché altre truppe, contrattaccate da forze superiori, indietreggiavano, aprendo una vasta falla nel nostro schieramento, sotto violento fuoco d'artiglieria e mitragliatrici, stendeva i suoi reparti, con fermo contegno e con ammirevole slancio, si portava avanti, arrestando l'urto nemico. Con energica azione personale, riuniva numerosi militari dispersi, riconducendoli sulla linea ed inquadrandoli nel suo battaglione. San mauro, 19-23 giugno 1918
«Al passaggio del Piave e nella successiva avanzata su Fontigo e Sernaglia seppe mantenere salda la compagine del suo battaglione, sotto violento fuoco dell'artiglieria nemica e l'imperversare degli elementi, dando prova di molta energia; dopo aver raggiunto, con molto sprezzo del pericolo, l'obiettivo di Sernaglia, rimasto il suo battaglione privo di collegamento sulla destra, con ripetuti contrattacchi respingeva l'avversario che ne tentava l'aggiramento. Con la parola, e più con l'esempio, infondeva nei dipendenti quella forza di resistenza che valse a mantenere il possesso di Sernaglia, nonostante si replicassero gli ostinati tentativi del nemico, sostenuto da intenso tiro d'artiglieria. Assolveva brillantemente altri compiti affidatigli successivamente. Piana di Sernaglia, 27-28-29 ottobre 1918
— Regio Decreto 29 novembre 1936[3]

Annotazioni

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  1. ^ Fatti d'arme dal 10 al 21 luglio 1943
  2. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  3. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.86 del 14 aprile 1937, pag.1364.

Collegamenti esterni

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