Paweł Adamowicz

politico e avvocato polacco (1965-2019)

Paweł Bogdan Adamowicz (Danzica, 2 novembre 1965Danzica, 14 gennaio 2019) è stato un politico e avvocato polacco, sindaco di Danzica dal 1998 fino al suo assassinio nel 2019[2].

Paweł Adamowicz

Sindaco di Danzica
Durata mandato26 ottobre 1998 –
14 gennaio 2019
PredecessoreTomasz Posadzki
SuccessoreAleksandra Dulkiewicz[1]

Dati generali
Partito politicoPiattaforma Civica
Indipendente
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità di Danzica
FirmaFirma di Paweł Adamowicz

Biografia

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I primi anni

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Adamowicz studiò giurisprudenza all'Università di Danzica, dove era stato anche eminente membro del movimento studentesco. Fu uno degli organizzatori dello sciopero del 1988 e divenne il leader del comitato degli scioperi.[3] Tra il 1990 e il 1993 fu vice-rettore della sua alma mater.

Nel 1990, Adamowicz fu eletto membro del consiglio comunale di Danzica e ricoprì questo incarico fino al 1998, anno in cui venne eletto sindaco di Danzica. Il 10 novembre 2002 fu riconfermato con il 72% dei voti.[4] Era stato rieletto per l'ultima volta come indipendente con il 65% delle preferenze.

Fu insignito della Croce d'oro Pro Ecclesia et Pontifice da papa Giovanni Paolo II e della Croce al Merito dal presidente polacco Aleksander Kwaśniewski. Nel 2014 divenne anche il destinatario della Croce della libertà e solidarietà per onorare il suo contributo all'opposizione democratica in Polonia durante il periodo comunista.

Durante la sua amministrazione si espresse a favore del riconoscimento dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT), nonché di quelli dei migranti, contrapponendosi al governo centrale sostenuto dai parlamentari di Diritto e Giustizia.[5] Nel 2018 fornì il patrocinio onorario per la 4ª sfilata del Gay pride di Danzica, a cui partecipò personalmente.[6]

 
Manifestanti a Varsavia protestano contro la violenza in seguito all'omicidio di Adamowicz

Il 13 gennaio 2019, a Danzica, durante un evento di beneficenza al quale aveva preso parte, venne pugnalato al petto da un uomo di 27 anni, Stefan Wilmont. Trasportato in ospedale, morì il giorno seguente per le gravi lesioni riportate.[7][8][9]

Diversi politici, tra cui il presidente polacco Andrzej Duda, il ministro dell'interno Joachim Brudziński, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il governatore dell'Oblast' di Kaliningrad, Anton Alichanov, espressero cordoglio per la morte del sindaco di Danzica.[10][11]

Onorificenze

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  1. ^ Ad interim dal 14 gennaio al 3 marzo 2019.
  2. ^ (EN) Liberal mayor of Poland's Gdansk dies after stabbing, in Reuters, 14 gennaio 2019. URL consultato il 17 gennaio 2019.
  3. ^ Andrzej Friszke, Solidarność podziemna 1981-1989, Instytut Studiów Politycznych Polskiej Akademii Nauk, 2006, p. 261, ISBN 978-83-88490-45-3.
  4. ^ Padły bastiony Sojuszu, in Gazeta Wyborcza, 12 novembre 2002. URL consultato il 5 novembre 2009.
  5. ^ Il sindaco di Danzica è stato ucciso, in Il Post.it, 14 gennaio 2019.}
  6. ^ 26 maja ulicami Gdańska przejdzie Marsz Równości. URL consultato il 17 novembre 2018.
  7. ^ Wyborcza.pl, su trojmiasto.wyborcza.pl. URL consultato il 13 gennaio 2019.
  8. ^ (EN) Christian Davies, Mayor of Polish city dies after stabbing at charity event, in The Guardian, 14 gennaio 2019.
  9. ^ Polonia: veglie di preghiera per il sindaco ucciso a Danzica, su Repubblica.it, 15 gennaio 2019. URL consultato il 15 gennaio 2019.
  10. ^ (EN) Stabbed Polish mayor dies in hospital, 14 gennaio 2019. URL consultato il 15 gennaio 2019.
  11. ^ (RU) Денис Костоглодов, «Наш большой друг»: чем запомнился Павел Адамович жителям Калининградской области, su kgd.ru. URL consultato il 15 gennaio 2019.
  12. ^ (PL) M.P. 2003 nr 45 poz. 671 [collegamento interrotto], su prawo.sejm.gov.pl, 2003.
  13. ^ (PL) M.P. 2010 nr 98 poz. 1144, su prawo.sejm.gov.pl, 2010. URL consultato il 15 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2019).
  14. ^ (ET) Paweł Bogdan Adamowicz, su president.ee.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN46363365 · ISNI (EN0000 0000 4660 162X · LCCN (ENno97013862 · GND (DE1175438243
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