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Progetto Arte – Els Quatre Gats (bar del progetto) – Categoria delle voci
Donatello, Banchetto di Erode (1435 circa), Musée des Beaux-Arts, Lilla
La zattera della Medusa (Le Radeau de la Méduse) è un dipinto a olio su tela (491x716 cm) di Théodore Géricault, realizzata nel 1818-19 e conservato nel Museo del Louvre di Parigi.
Completato quando l'artista aveva soltanto ventisette anni, il dipinto rappresenta un momento degli avvenimenti successivi al naufragio della fregata francese Méduse, avvenuto il 5 luglio 1816 sulle coste dell'attuale Mauritania. Géricault scelse accuratamente il soggetto del suo primo grande lavoro, una tragedia che stava avendo risonanza internazionale, per alimentare l'interesse di un pubblico quanto più vasto possibile e per lanciare la sua carriera. Scrupoloso e attento ai dettagli, l'artista si sottopose ad un intenso periodo di ricerca e studio sul corpo umano e sulla luce, producendo moltissimi disegni preparatori per ottenere il risultato migliore, intervistò due dei sopravvissuti e costruì un modellino del naufragio. Come aveva previsto, il dipinto una volta esposto al Salon di Parigi del 1819 generò diverse controversie, attirando in misura uguale commenti positivi e feroci condanne. In seguito, consolidò la sua reputazione internazionale, venendo rivalutato dalla critica, che lo riconobbe come uno dei lavori destinati ad incidere di più sulle tendenze romantiche all'interno della pittura francese.
Acquistata dal Louvre subito dopo la prematura morte dell'autore a trentadue anni, La zattera della Medusa, nelle sue scelte formali (la teatralità e l'intesa emotività della scena) e di contenuto (l'episodio vicino ai contemporanei dell'autore) rappresenta uno spartiacque e un punto di rottura con l'allora preponderante scuola neoclassica, tesa al perseguimento dell'ideale di emotività contenuta e catalizzata dall'arte greca, e un'icona del Romanticismo, arrivando a influenzare i lavori di artisti come Eugène Delacroix, William Turner, Gustave Courbet e Édouard Manet.
Andrea Mantegna (Isola di Carturo, 1431 – Mantova, 13 settembre 1506) è stato un pittore e incisore italiano. Si formò nella bottega padovana dello Squarcione, dove maturò il gusto per la citazione archeologica; venne a contatto con le novità dei toscani di passaggio in città quali Fra Filippo Lippi, Paolo Uccello, Andrea del Castagno e, soprattutto, Donatello, dai quali imparò una precisa applicazione della prospettiva. Mantegna si distinse infatti per la perfetta impaginazione spaziale, il gusto per il disegno nettamente delineato e per la forma monumentale delle figure. Il contatto con le opere di Piero della Francesca marcò ancora di più i suoi risultati sullo studio prospettico tanto da raggiungere livelli "illusionistici", che saranno tipici di tutta la pittura nord-italiana. Costante in tutta la sua produzione fu il dialogo con la statuaria, sia coeva sia classica. Fu infatti il primo grande "classicista" della pittura.
«L'arte ha bisogno o di solitudine, o di miseria, o di passione. È un fiore di roccia che richiede il vento aspro e il terreno rude. (Alexandre Dumas padre)»
Report generato il 2017-10-29
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Michelangelo Merisi, noto come il Caravaggio, (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610), è stato un pittore italiano.
Formatosi tra Milano e Venezia ed attivo a Roma, Napoli, Malta e in Sicilia fra il 1593 e il 1610, fu uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi, dalla fama ancora oggi universale. I suoi dipinti, che combinano un'analisi dello stato umano, sia fisico che emotivo, con un drammatico uso della luce, hanno avuto una forte influenza formativa sulla pittura barocca.
Di animo particolarmente irrequieto, affrontò diverse vicissitudini durante la sua breve esistenza. Data cruciale per l'arte e la vita del Merisi fu quella del 28 maggio 1606 quando, rendendosi responsabile di un omicidio e condannato a morte per lo stesso, dovette vivere gli anni successivi in costante fuga per scampare alla pena capitale.
Il suo stile influenzò direttamente o indirettamente la pittura dei secoli successivi costituendo un filone di seguaci racchiusi nella corrente del caravaggismo.
La pittura di giardino fu uno dei temi più significativamente sviluppati dai romani nella decorazione parietale nell'Antica Roma. L'esempio più antico di tale tema, fiorito all'epoca del secondo stile dal I secolo a.C., si ha negli affreschi del ninfeo sotterraneo della villa di Livia, un ambiente sotterraneo forse usato per sfuggire alla calura estiva databile tra il 40 e il 20 a.C. In queste pitture, dal 1951 al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, fu ricreato un giardino "concluso" ideale, costruito tramite sapienti architettazioni compositive e spaziali. Le piante (23 specie diverse) e gli uccelli (ben 69 varietà), sono dipinti con la massima attenzione al dettaglio, tanto che è possibile individuare ogni singola specie; via via che ci si allontana verso lo sfondo però la rappresentazione è più sfumata, in modo da suggerire una prospettiva aerea e una rarissima (la prima per quell'epoca) sensazione dell'atmosfera, evocata anche dalle cime mosse dal vento.
La Quadreria dei Girolamini è un museo di Napoli, situato nei pressi del Duomo. È frutto delle committenze relative alla chiesa monumentale e delle donazioni di alcuni collezionisti, tra cui Domenico Lercaro, un facoltoso sarto e commerciante di tessuti vissuto all'inizio del XVII secolo: per la sua storia è la prima quadreria pubblica di Napoli. Le opere conservate sono esposte in ordine cronologico e comprendono un periodo che va dagli inizi del Cinquecento alla metà del Settecento, con lavori di straordinaria qualità. Ben rappresentato è il Seicento napoletano colto sia nel suo dominante caravaggismo come nei quadri dei giovani Battistello Caracciolo e Jusepe de Ribera ai quali si devono i capolavori assoluti della collezione.
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