Proteo (astronomia)

satellite naturale di Nettuno

Proteo (dal greco Πρωτέας), o Nettuno VIII, è il secondo satellite di Nettuno per dimensioni dopo Tritone.[1] Il suo nome deriva da quello di Proteo, una divinità minore del mare in grado di modificare, secondo la mitologia greca, il proprio aspetto.

Proteo
(Nettuno VIII)
Satellite diNettuno
Scoperta16 giugno 1989
ScopritoriStephen Synnott
(Voyager 2)
Parametri orbitali
(all'epoca J2000)
Semiasse maggiore117 647 km[1]
Periposeidio117 588 km
Apoposeidio117 706 km
Circonf. orbitale739 200 km
Periodo orbitale1,122315 giorni
(1g 2h 56min)[1]
Velocità orbitale
  • 7 621 m/s (min)
  • 7 625 m/s (media)
  • 7 629 m/s (max)
Inclinazione orbitale28,92°
Inclinazione rispetto
all'equat. di Nettuno
0,526°
Inclinazione rispetto
al piano di Laplace
0,026°
Eccentricità0,0004[1]
Dati fisici
Dimensioni440×416×404 km[1]
Superficie2,195 × 1012
Volume38,117 × 1012
Massa
5,0 × 1019 kg
Densità media1,3 × 103 kg/m³
Acceleraz. di gravità in superficie0,075 m/s²
(0,001 g)
Velocità di fuga180 m/s
Periodo di rotazioneRotazione sincrona
Inclinazione assiale
Temperatura
superficiale
  • 51 K (media)
Pressione atm.nulla
Albedo0,10[1]
Dati osservativi
Magnitudine app.19,7

Proteo venne scoperto grazie a un'immagine catturata dalla sonda statunitense Voyager 2 durante il sorvolo di Nettuno del 1989. Ricevette la designazione provvisoria di S/1989 N 1.[2] Stephen Synnott e Bradford Smith annunciarono (circolare UAI 4806) la sua scoperta il 7 luglio 1989, citando 17 immagini scattate nell'arco di 21 giorni, facendo in tal modo risalire la scoperta al 16 giugno.[3]

Superficie

modifica
 
Modello del satellite

Proteo ha un diametro superiore a 400 km, ed è pertanto più grande di Nereide,[1] un altro satellite di Nettuno già precedentemente noto grazie ad osservazioni effettuate dalla Terra. Si ritiene che Proteo non sia stato scoperto dai telescopi terrestri a causa della sua orbita troppo vicina al pianeta, che ne impedisce l'individuazione diretta. Inoltre Proteo è uno degli oggetti più scuri del sistema solare, con un'albedo pari ad appena 0,10 (viene riflesso il 6-10% della luce solare incidente), che lo accomuna a Febe, satellite di Saturno.[1][2] Questo porta a concludere che, a differenza di altri satelliti, non abbia avuto attività geologica di rilievo.[2] Ha un aspetto irregolare; gli scienziati credono che Proteo abbia la densità limite per un corpo non sferoidale. Il satellite saturniano Mimas si presenta più regolare, nonostante sia meno massiccio di Proteo.[4]

La formazione geologica più prominente della superficie di Proteo è certamente il cratere Pharos.[4]

  1. ^ a b c d e f g h Neptunian Satellite Fact Sheet, su nssdc.gsfc.nasa.gov, NASA.
  2. ^ a b c Proteus in depth, su solarsystem.nasa.gov.Profilo di Proteo NASA
  3. ^ Daniel W. E. Green, 1989 N 1, in IAU Circular, vol. 4806, 7 luglio 1989. URL consultato il 24 ottobre 2011.
  4. ^ a b S. Croft, Proteus: Geology, shape, and catastrophic destruction, in Icarus, vol. 99, n. 2, 1992, pp. 402–408, Bibcode:1992Icar...99..402C, DOI:10.1016/0019-1035(92)90156-2.

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
  Portale Sistema solare: accedi alle voci di Wikipedia sugli oggetti del Sistema solare
  NODES
Note 2