Richard Serra
Richard Serra (San Francisco, 2 novembre 1938 – Orient, 26 marzo 2024[1]) è stato un performance artist, scultore minimalista e videoartista statunitense, conosciuto per il fatto di creare opere d'arte con fogli di metallo. Ha fatto parte del movimento artistico del Process Art.
Biografia
modificaRichard Serra è nato nel 1938 a San Francisco, negli Stati Uniti. Suo padre era spagnolo di Maiorca e sua madre era figlia di immigrati ebrei di Odessa.[2][3]
Serra ha studiato letteratura inglese all'Università di Berkeley[3] e, in seguito, all'Università di Santa Barbara, tra il 1957 e il 1961.[3] Ha poi studiato belle arti all'Università Yale tra il 1961 e il 1964.[3] Negli anni vissuti sulla costa occidentale contribuì al proprio mantenimento lavorando in una acciaieria, il che avrebbe avuto grande importanza sul suo lavoro successivo.[4]
Nel 1964 Serra ha ricevuto una borsa di studio che gli ha consentito di trasferirsi a Parigi, dove ha potuto disegnare nello studio di Constantin Brâncuși, parzialmente ricostruito all'interno del Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris in Avenue du Président-Wilson,[5][6] permettendo a Serra di studiare il lavoro di Brâncuși, che in seguito lo avrebbe ispirato per la sua attività di scultore. Serra ha trascorso l'anno successivo a Firenze, grazie a una borsa di studio Fulbright.[7] La sua prima mostra personale è stata alla galleria La Salita di Roma nel 1966, nella quale ha presentato «animali vivi e imbalsamati insieme a collage scultorei».[8]
Nel 1966, ancora in Europa, è stato a Madrid dove ha potuto vedere Las Meninas di Diego Velázquez e, convincendosi che non avrebbe mai potuto confrontarsi con Velázquez, decideva di rinunciare alla pittura.[9]
La prima esposizione in una contesto urbano di una sua opera permanente avviene a Kassel nel 1977.
Serra viveva vicino a New York e in Nuova Scozia. Era fratello di un famoso avvocato di San Francisco, Tony Serra.
Le opere
modificaSerra è stato uno dei primi artisti a vedere un suo lavoro artistico pubblico rifiutato fisicamente dal pubblico. Nel 1981, Serra installò l'opera Tilted Arc, un arco leggermente curvato, alto 3,50 metri, in acciaio dolce a Federal Plaza, nella città di New York. Ci furono delle controversie sin dal primo giorno di installazione dell'opera. Un'assemblea pubblica del 1985 terminò con una votazione che prevedeva il trasferimento dell'opera, ma Serra protestò, sostenendo che l'opera era ideata per quel determinato sito e non poteva essere spostata altrove. Alla fine, il 15 marzo, l'opera fu smantellata da operai inviati dal governo federale e rottamata. Questi avvenimenti furono descritti in un libro satirico di William Gaddis, A Frolic of His Own.
Nel 2003 Richard Serra espose un'opera, denominata Naples, a Piazza del Plebiscito, a Napoli[10][11]. Quest'ultima rappresenta una spirale, composta, come sempre, in fogli d'acciaio. Oggi è conservata al Museo Guggenheim di Bilbao.
Un'altra famosa opera di Serra è l'enorme scultura Snake, tre sinuosi fogli d'acciaio che creano un percorso curvilineo, opera permanentemente installata nella galleria più grande del Guggenheim di Bilbao. Nel 2005, il museo in questione espose altre opere di Serra.
Il rapporto con la Spagna, comunque, non è stato sempre idilliaco. Nel 2005 il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid annunciò che un'opera di 38 tonnellate era andata perduta[12].
Nella primavera del 2005, Serra tornò a San Francisco per installare il suo primo lavoro in spazi pubblici in quella città: due lame d'acciaio di circa 15,24 metri (50 piedi) e del peso di 160 tonnellate, nel principale spazio all'aperto dell'Università di San Francisco. Nella stessa città, nel 2000, aveva installato l'opera Charlie Brown, una scultura di circa 18,28 metri, nel quartier generale di una società. Per favorirne l'ossidazione, inizialmente degli spruzzatori furono puntati sulla struttura.
Nel 2006, alla Whitney Biennial, Serra mostrò un disegno raffigurante un prigioniero di Abu Ghraib con il titolo "Stop Bush".
Richard Serra nei musei italiani
modificaRiconoscimenti
modifica- 1970 – Guggenheim Fellowship
- 1981 – Goslarer Kaiserring assegnato dalla città di Goslar
- 1991 – Wilhelm-Lehmbruck-Preis assegnato dalla città di Duisburg
- 1994 – Premio Imperiale per la scultura
- 2001 – 49ª Biennale Arte di Venezia – Leone d'oro alla carriera
- 2001 – American Academy of Arts and Letters
- 2014 – National Arts Award: Premio alla carriera
- 2014 – Hermitage Museum Foundation Award
- 2017 – Alexej-von-Jawlensky-Preis assegnato dalla città di Wiesbaden
- 2018 – J. Paul Getty Medal
Onorificenze
modificaGalleria d'immagini
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"Fulcrum" (1987), Broadgate, Londra
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"Fulcrum" (1987), dettaglio interno
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Interno del "Fulcrum"
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"Fulcrum"
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Scultura all'esterno del Museo d'Arte Contemporanea di Oslo
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"Bramme für das Ruhrgebiet", Essen
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"Bramme"
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"Berlin Curves"
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"Block for Charlie Chaplin", Berlino
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"Viewpoint" a Dillingen, Germania
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"Viewpoint"
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"Viewpoint"
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Opera di Serra all'aeroporto di Toronto
Note
modifica- ^ https://www.lemonde.fr/disparitions/article/2024/03/27/richard-serra-sculpteur-americain-maitre-de-l-acier-est-mort-a-85-ans_6224346_3382.html
- ^ (ES) Richard Serra logra el "Príncipe" por su "audacia" en la creación de espacios – La Nueva España – Diario Independiete de Asturias, su lne.es, 13 maggio 2010. URL consultato il 24 aprile 2015.
- ^ a b c d (EN) Christopher Masters, Richard Serra obituary, in The Guardian, 27 marzo 2024.
- ^ (EN) Clara Weyergraf (a cura di), Richard Serra, Interviews, Etc. 1970–1980, Yorkers, The Hudson River Museum, 1980.
- ^ (FR) L'Atelier Brancusi, su Centre Pompidou.
- ^ Brancusi e Serra, così lontani, così vicini, su swissinfo.ch, 1º giugno 2011.
- ^ Addio a Richard Serra, gigante della scultura, su ANSA, 27 marzo 2024.
- ^ (EN) Richard Serra in Rome, 1966, su SVA Archives, 6 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2021).
- ^ È morto Richard Serra, maestro del minimalismo, era noto per le sue grandi opere in metallo, su Rai News, 27 marzo 2024.
- ^ La notizia dal sito Press Release
- ^ Un'immagine dell'opera
- ^ La notizia dal sito della BBC
- ^ (DE) Richard Serra - Bildhauer, su orden-pourlemerite.de.
- ^ (FR) Valérie Duponchelle, Richard Serra, un sculpteur monumental, in Le Figaro, 5 maggio 2008.
- ^ (ES) Bollettino Ufficiale di Stato
- ^ (FR) Noah Olsen, Richard Serra décoré de la Légion d'honneur, in Le Figaro, 5 giugno 2015.
Voci correlate
modifica- Dia Beacon nel museo sono esposte sue opere
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Richard Serra
Collegamenti esterni
modifica- Serra, Richard, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Lisa S. Wainwright, Richard Serra, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (FR) Pubblicazioni di Richard Serra, su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.
- (EN) Richard Serra, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Richard Serra, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Richard Serra, su AllMovie, All Media Network.
- (DE, EN) Richard Serra, su filmportal.de.
- (EN) MoMA: Richard Serra: Forty Years, su moma.org.
- (EN/IT) Collezione Gori, Fattoria di Celle, Richard Serra: Colombino di Firenzuola, 1982
- (EN) Moving Serra from MoMA to LACMA, su movingserra.org. URL consultato il 18 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2017).
- (EN) The Matter of Time, Bilbao Permanent Collection, su guggenheim-bilbao.es. URL consultato il 6 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2012).
- (EN) PBS: Richard Serra, su pbs.org.
- (EN) Richard Serra intervistato da Klaus Ottmann, su jca-online.com.
- (EN) Richard Serra alla Gagosian Gallery, su gagosian.com.
- (EN) Robert Hughes: Richard Serra (22/06/05), su guardian.co.uk.
- (EN) Charlie Brown, 2000, di Richard Serra, su comtogether.com. URL consultato il 5 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2007).
- Il Formalismo e Richard Serra, su arteseleccion.com.
- Museo MADRE : Richard Serra - Giuditta e Oloferne, su museomadre.it (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2012).
- (En) Richard Serra sul sito Web della Galerie m Bochum, su galerie-m-bochum.de (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2017).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 84633265 · ISNI (EN) 0000 0001 0920 6732 · SBN NAPV049153 · Europeana agent/base/64838 · ULAN (EN) 500029327 · LCCN (EN) n78026204 · GND (DE) 118796267 · BNE (ES) XX1142950 (data) · BNF (FR) cb12162281q (data) · J9U (EN, HE) 987007268074605171 · NSK (HR) 000114306 · NDL (EN, JA) 00474859 · CONOR.SI (SL) 19499107 |
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