Sindrome da distress respiratorio

malattia dell'apparato respiratorio
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Secondo l'OMS la sindrome da distress respiratorio, o ARDS, è

Sindrome da distress respiratorio
Specialitàpneumologia e medicina d'emergenza-urgenza
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM518.5 e 518.82
MeSHD012128
MedlinePlus000103
eMedicine165139

«un danno diffuso dei capillari alveolari determinante grave insufficienza respiratoria con ipossiemia arteriosa refrattaria alla somministrazione di ossigeno»

Quindi, è la situazione, dovuta a una qualsiasi causa, che fa diminuire la concentrazione di ossigeno nel sangue, la quale non sale ("è refrattaria") neanche somministrando direttamente ossigeno al paziente. Nel caso di paziente infante, prende il nome di Sindrome da distress respiratorio neonatale (NRDS). Si ha un'assenza o riduzione del surfattante, che è responsabile dell'aumentata consistenza dei polmoni propria dell'ARDS.

Criteri diagnostici

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Una consensus conference USA-Europa nel 1994 ha definito i criteri diagnostici della sindrome da distress respiratorio acuto (Acute Respiratory Distress Syndrome, ARDS):

  • esordio acuto;
  • infiltrati polmonari bilaterali suggestivi di edema;
  • nessuna evidenza di ipertensione atriale sinistra (PCWP < 18 mmHg);
  • rapporto PaO2/FiO2 < 200.

Gli stessi criteri, ma con un rapporto PaO2/FiO2 < 300, definiscono il danno polmonare acuto (Acute Lung Injury, ALI).

Condizioni predisponenti all' insorgenza di ALI/ARDS

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  • inalazione gas tossici
  • annegamento
  • infezioni(virus, batteri, funghi)
  • overdose di farmaci
  • shock
  • trauma (ustioni, embolia gassosa, contusione polmonare, trauma cranico)
  • radiazioni
  • altitudini elevate
  • alterazioni ematologiche
  • complicanze ostetriche (tossiemia, embolia amniotica, endometrite post-partum)
  • ostruzione linfatica
  • circolazione extracorporea
  • alterazioni metaboliche (pancreatite, uremia)

Clinica

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Il paziente mostra lievi segni di distress caratterizzati da tachipnea, dispnea e aumentato fabbisogno di ossigeno. L'auscultazione polmonare può rilevare rantoli sparsi. Entro poche ore si sviluppa ipossiemia severa con ipercapnia. L'inizio dell'ARDS può essere molto variabile nella sepsi, fulmineo nell'aspirazione polmonare o insidioso nei danni neurologici acuti o nello shock. L'insufficienza respiratoria determina addensamenti diffusi bilaterali evidenti all'RX e frequenti infezioni sovrapposte che portano a morte in più del 50% dei casi. Nella fase acuta i polmoni si presentano diffusamente aumentati di consistenza, rossastri, congesti e pesanti, con un danno alveolare diffuso (istologicamente si osserva edema, membrane ialine, infiammazione acuta). Nella fase di proliferazione e organizzazione compaiono aree confluenti di fibrosi interstiziale con proliferazione di pneumociti di II tipo. Frequenti le sovrainfezioni batteriche nei casi fetali.

Distress nel neonato

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Malattia delle membrane ialine.

La sindrome si può osservare nel 2,5-3% dei bambini ricoverati in Unità di Terapia Intensiva Pediatriche. L'incidenza è inversamente proporzionale all'età gestazionale ed al peso alla nascita. Il distress neonatale è caratterizzata da ipossia, infiltrati polmonari diffusi alla radiografia del torace, pressione di occlusione in arteria polmonare, funzione cardiaca normale. Si verifica cianosi. Se i movimenti respiratori sono fatti a bocca chiusa si deve sospettare ostruzioni alte: la bocca dev'essere aperta e le cavità orofaringee ripulite dalle secrezioni con un'aspirazione delicata. Molto importante è la prevenzione della prematurità (compresa la non esecuzione di un taglio cesareo non necessario o intempestivo), la gestione appropriata della gravidanza e del travaglio ad alto rischio e la previsione e il possibile trattamento in utero dell'immaturità polmonare.

Trattamento

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Poiché nel 70% dei casi il paziente muore non per insufficienza respiratoria ma per altri problemi legati alla causa scatenante (principalmente problemi multisistemici che provocano insufficienza renale, epatica, gastroenterica o danni al SNC o sepsi) la terapia deve mirare a eliminare la causa che ha provocato l'ARDS.
La somministrazione di O2 si rivela utile solamente nelle fasi iniziali della sindrome non portando tuttavia benefici sulla prognosi. In caso di ipercapnia oltre che di ipossia può risultare utile la somministrazione di O2 tramite cannula.
Instillazione endotracheale di dosi multiple di surfattante esogeno in neonati a basso peso che richiedono il 30% di ossigeno e la ventilazione assistita: viene aumentata la sopravvivenza, ma non riduce in maniera significativa l'incidenza della malattia polmonare cronica.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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