La denominazione inglese site-specific (in italiano "specifico di un sito") è generalmente usata nell'ambito dell'arte e della creatività contemporanee per indicare un intervento che è pensato e si inserisce in un preciso luogo.

L'interazione con l'ambiente circostante è stretta e fa riferimento a tutti gli aspetti della sua identità, dalla storia all'architettura, dalla struttura spaziale alla cultura: un esempio di modalità creativa site-specific è l'arte pubblica.

Definizione

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Sono da intendersi interventi site-specific tutti quelli che vengono concepiti direttamente in relazione ad uno spazio che esiste a prescindere dall'opera d'arte. È corretto, dunque, definire site-specific anche tutte quelle opere d'arte in ambienti deputati (musei, gallerie d'arte, white cube), in cui la forma dell'opera coincide con e dipende direttamente dallo spazio in cui viene concepita e realizzata. Tuttavia, è più usuale riferirsi al concetto di site-specific per interventi legati a spazi non convenzionali, siano essi edifici, spazi urbani o paesaggi (ad esempio nel land art).

Tra i pionieri dell'arte legata al concetto di site-specific si possono riconoscere Kurt Schwitters, Christo e Jeanne-Claude e Gordon Matta-Clark.

Tra i grandi movimenti internazionali del secondo Novecento gli artisti dell'Arte povera hanno aderito con particolare interesse alle dinamiche del site specific, in particolare Jannis Kounellis che con la formula «uscire dal quadro» ha contribuito a fare del site-specific una delle pratiche in cui si è maggiormente identificata l'arte contemporanea dagli anni settanta in poi.

Nell'arte contemporanea degli anni 2000 le pratiche site-specific hanno avuto una particolare diffusione, con la crescita di progetti pensati per spazi non museali. In questi anni il concetto di site-specific evolve e diventa più complesso nella definizione di arte ambientale. Questa particolare disciplina trasforma interi ambienti in opere attraversabili ed esperibili a livello performativo e visivo dal visitatore.

In senso lato è da considerarsi site-specific anche una parte cospicua delle pratiche relative all'arte relazionale e all'arte partecipativa, quando essa concepisce interventi visivi nei contesti sociali entro i quali sviluppa i suoi processi.

Artisti che lavorano in site-specific

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Michael Asher, Christian Boltanski, Guillaume Bottazzi, Kurt Schwitters, Richard Serra, Niele Toroni, Daniel Buren, Andy Goldsworthy, Anish Kapoor, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Richard Long (artista), Christo e Jeanne-Claude, Ólafur Elíasson, Elastic Group of Artistic Research, Tomás Saraceno, Rafael Lozano Hemmer, JR (artista), Gian Carlo Riccardi.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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