Stefano Cavazzoni
Stefano Cavazzoni (Guastalla, 1º agosto 1881 – Milano, 30 maggio 1951) è stato un politico italiano.
Stefano Cavazzoni | |
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Ministro del Lavoro e previdenza sociale del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 31 ottobre 1922 – 27 aprile 1923 |
Presidente | Benito Mussolini |
Predecessore | Arnaldo Dello Sbarba |
Successore | accorpato al Ministero dell'Economia Nazionale |
Senatore del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 21 gennaio 1929 – settembre 1945; |
Legislatura | XXVII |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXV, XXVI, XXVII |
Gruppo parlamentare | Gruppo popolare |
Collegio | Milano |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Popolare Italiano (1919-1923) Indipendente (1923-1940; 1943-1945) Partito Nazionale Fascista (1940-1943) Democrazia Cristiana (1945-1951) |
Titolo di studio | Autodidatta |
Professione | Industriale |
Biografia
modificaIndustriale, fu eletto consigliere comunale di Milano nel 1904 e consigliere provinciale nel 1911 in liste clerico-moderate. Prese parte come soldato semplice alla prima guerra mondiale, venendo promosso nel 1918 sottotenente per meriti di guerra.
Nel primo dopoguerra fu tra i fondatori del Partito Popolare Italiano e venne eletto deputato alla Camera del Regno nel 1919, dove fu segretario del gruppo parlamentare, e nel 1921 [1]. Esponente della corrente di destra del partito, venne scelto dopo la marcia su Roma, tra i popolari, come Ministro del lavoro e della previdenza sociale nel primo governo Mussolini[2] e tenne l'incarico dal 31 ottobre 1922 al 27 aprile 1923. Il 25 luglio 1923 fu espulso dal PPI.
Nel 1924 accettò di candidarsi nel Listone Mussolini e confermò il suo scranno alla Camera dei deputati. Il 21 gennaio del 1929 fu nominato senatore del Regno[3] e fu sempre sostenitore del governo fascista. Nel 1932 operò il salvataggio di piccole banche lombarde coinvolte nella crisi del 1929, fondando la Banca Provinciale Lombarda, è affidando l'incarico di direttore generale a Giovanni Goisis.
Dal 1933 al 1943 fu rappresentante del governo nel Consiglio d'amministrazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e nel 1940 si iscrisse, come ex combattente, al Partito Nazionale Fascista[4].
Nell'agosto 1944 fu deferito all'Alta corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo, con la seguente accusa:
«Senatori ritenuti responsabili di aver mantenuto il fascismo e resa possibile la guerra sia coi loro voti, sia con azioni individuali, tra cui la propaganda esercitata fuori e dentro il Senato»
e fu dichiarato decaduto dal Senato nel settembre 1945. Negli ultimi anni della sua vita divenne un militante della Democrazia Cristiana; fondò anche l'associazione "Amici di Don Orione", di cui fu presidente. Stefano Cavazzoni è sepolto nella cripta della parrocchia Orionina di San Benedetto (Milano).
Note
modifica- ^ Storia Camera
- ^ Italian Ministers, su geocities.com. URL consultato il 30 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2008).
- ^ Scheda al senato
- ^ http://www.treccani.it/enciclopedia/stefano-cavazzoni_(Dizionario-Biografico)/
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Stefano Cavazzoni
Collegamenti esterni
modifica- Cavazzóni, Stefano, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Cavazzoni, Stefano, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Francesco Malgeri, CAVAZZONI, Stefano, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 23, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1979.
- Stefano Cavazzoni, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- CAVAZZONI Stefano, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 88993608 · ISNI (EN) 0000 0000 6295 6682 · SBN UFIV148050 · BAV 495/202220 · LCCN (EN) n2014183699 · GND (DE) 1269912941 |
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