Il synthpunk o electropunk è un genere musicale che unisce elementi di musica elettronica e punk.[1] Il termine fu coniato nel 1999 da Damian Ramsey, per descrivere un sottogenere del punk del periodo 1977–1984 nel quale erano utilizzati sintetizzatori al posto delle chitarre elettriche.

Synthpunk
Origini stilisticheMusica elettronica
Punk rock[1]
Krautrock[1]
New wave[1]
Origini culturaliStati Uniti, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80
Strumenti tipicichitarra, basso, batteria, sintetizzatore, drum machine, vocoder, tastiera
PopolaritàBassa
Generi derivati
Dance punk
Generi correlati
New wave - Post-punk - Industrial rock - Rock elettronico - Synth pop - Digital hardcore

Ha avuto origine tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80, durante i quali l'ondata punk rock stava ormai scemando e il punk rock tradizionale cominciò a incorporare svariate influenze. Infatti il termine synthpunk è stato usato per la prima volta nel 1999 da Damian Ramsey proprio per descrivere una corrente di artisti che presentavano questo stile nel periodo 1977-1984. Fra i pionieri che fusero il punk rock con la musica elettronica, i più degni di nota sono i Suicide, The Screamers[1] e i Devo, i quali poi saranno un punto di riferimento per molte bands successive. Altri gruppi di spicco sono Nervous Gender, The Units, Tone Set, Our Daughters Wedding e Voice Farm.

Il synthpunk, a lungo associato al post-punk e talvolta anche alla new wave, non è mai stato esposto nel mainstream; nonostante ciò, risulta ancora oggi un'importante fonte di ispirazione per molti generi di maggiore popolarità che sono arrivati più tardi, come ad esempio il dance punk.

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