Utente:Stonewall/Sandbox6
Rostsel’maš Rostovskij zavod sel’skohozâjstvennyh mašin Ростовский завод сельскохозяйственных машин Ростсельмаш Obuhovskij zavod
Stabilimento Volkswagen di Wolfsburg Volkswagenwerk Wolfsburg | |
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Una parte dello stabilimento Volkswagen di Wolfsburg | |
Localizzazione | |
Stato | Germania |
Land | Bassa Sassonia |
Località | Wolfsburg |
Indirizzo | Wolfsbrug 38840 |
Informazioni generali | |
Condizioni | in attività |
Costruzione | 1938 |
Realizzazione | |
Proprietario | Gruppo Volkswagen |
Committente | Kraft durch Freude |
Lo Stabilimento Volkswagen di Wolfsburg, Volkswagenwerk Wolfsburg, è un grande impianto industriale per la costruzione di autoveicoli, situato a Wolfsburg, nel Land della Bassa Sassonia, in Germania. Costituisce la più grande e importante fabbrica del gruppo Volkswagen, la cui sede direzionale centrale risiede un un edificio vicino agli impianti.
Lo stabilimento venne inaugurato nel 1938 nella Germania nazista alla presenza di Adolf Hitler, che aveva supportato il progetto industriale della nuova fabbrica allo scopo di iniziare la produzione in massa di una automobile popolare ed economica (Volkswagen, "auto del popolo") per favorire la motorizzazione del popolo tedesco. Dopo aver prodotto equipaggiamenti e materiali per la Wehrmacht durante la seconda guerra mondiale, sfruttando anche il lavoro forzato di prigionieri e deportati, la fabbrica iniziò un costante processo di ampliamento dimensionale e potenziamento produttivo nel secondo dopoguerra, grazie al grande successo delle auto costruite nello stabilimento, divenendo un simbolo della potenza industriale della Germania e del gruppo Volkswagen.
Attualmente la grande fabbrica si estende su oltre 6,5 km quadrati di terreno e impiega oltre 70.000 lavoratori, producendo quasi un milione di automobili all'anno, e rimane il centro propulsivo del gruppo Volskwagen e la più grande fabbrica di autoveicoli del mondo.
Alkett Altmärkische Kettenwerk GmbH | |
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La catena di produzione dei cannoni d'assalto StuGIII della Alkett durante la seconda guerra mondiale | |
Stato | Germania Germania |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 1937 a Berlino-Borsigwalde |
Chiusura | 1966 |
Gruppo | Rheinmetall-Borsig |
Settore | Metalmeccanica |
Prodotti | macchinari, armamenti |
Krupp-Grusonwerk | |
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Le officine Krupp-Gusonwerk a Magdeburgo | |
Stato | Prussia Germania Germania Germania Est |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 1855 a Magdeburgo |
Chiusura | 1990 |
Gruppo | Krupp |
Settore | Metalmeccanica |
Prodotti | macchinari, armamenti |
Kombinat metallurgico di Magnitogorsk Магнитогорский металлургический комбинат ММК Магнитка | |
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La sede direzionale | |
Stato | Russia |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 1929 a Magnitogorsk |
Settore | metallurgico |
Prodotti | lavorazione dell'acciaio |
Dipendenti | 18.600 (2021) |
Rostsel’maš Ростовский завод сельскохозяйственных машин Ростсельмаш | |
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Stato | Russia |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 1929 a Rostov sul Don |
Settore | Metalmeccanica |
Prodotti | macchine agricole |
Dipendenti | 10.200 (2021) |
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Prima brigata proletaria, Prima divisione proletaria
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Terza brigata proletaria, Prima divisione proletaria
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Quarta brigata proletaria, Seconda divisione proletaria
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Prima brigata dalmata, Terza divisione d'assalto
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Terza brigata della Craina, Prima divisione proletaria, e Tito, Bihac novembre 1942
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Savo Drljevic, capo di SM 1° Gruppo jugoslavo poi 1 Armata, Belgrado, con ufficiali britannici
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Vlado Bajic, terza Craina
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Jovo Kapicic e Radovan Vukanovic, Terza divisione d'assalto
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Raus (Prima Craina), Rodic (5 Korpus), Nikola Karanovic (Terza Craina)
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Milutin Moraca, 4 brigata Craina, 5 Divisione Craina
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Nikola Gazević, Veljko Mićunović and Boško Đuričković, terza divisione d'assalto
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Savo Buric, comandante Terza divisione d'assalto
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Bakic, Dapcevic e Strecker, 1943
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Soldati della 369. Divisione croato-tedesca
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Pero Cetkovic, Terza divisione
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Seconda brigata proletaria, Neretva
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Seconda proletaria, Sutjeska
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Seconda proletaria, Bosnia orientale 1943
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Prima proletaria, Foca, maggio 1942
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Prima proletaria Sutjeska-Balinovac
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Mitar Bakic
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Ivan Milutinovic
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Prima proletaria novembre 1944
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Gajo Vojvodić e Komnen Žugić
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Stato maggiore I Korpus
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IV Korpus a Cazin dicembre 1944
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Slavko Rodić, V Korpus
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SS Prinz Eugen
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Vlado Segrt
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Aprile 1945
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48. Divisione macedone
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Mahajlo Apostolski
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42. Divisione macedone a Skopje
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25. Divisione serba
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342. Divisione fanteria Wehrmacht
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Guerra d'America
modificaLa battaglia aerea
modificaLa Jagdwaffe, l'arma da caccia della Luftwaffe, alla vigilia dello sbarco alleato schierava in Sicilia due gruppi di Bf109 del Jagdschwader 27 e tre gruppi del Jagdschwader 53; inoltre era disponibili nell'Italia meridionale altri tre gruppi del Jagdschwader 77 e un gruppo del Jagdschwader 3; in Sardegna era di base invece il II gruppe del Jagdschwader 51[1]. Nel complesso queste formazioni disponevano di circa 250 caccia che, nonostante l'abilità dei famosi experten tedeschi, non erano assolutamente in grado di contrastare la schiacciante superiorità numerica delle aviazioni alleate; la Regia Aeronautica contribuiva con i caccia del 4° Stormo del colonnello Armando François che all'inizio di luglio avevano sostituito in Sicilia il 1° Stormo[2].
La politica e la diplomazia della prima guerra mondiale comprende le numerose e complesse attività diplomatiche portate avanti dalle grandi potenze belligeranti durante tutto il lungo conflitto per assicurarsi nuovi alleati e per indebolire la posizione politico-strategica delle nazioni nemiche.
Sono inoltre considerate anche le discussioni e le polemiche sorte riguardo al fondamentale problema degli obiettivi di guerra, fittizi o reali, dichiarati pubblicamente o delineati segretamente dalle grandi potenze e della loro evoluzione nel corso dei quattro anni di ostilità.
Iniziative diplomatiche delle grandi potenze all'inizio della guerra
modificaObiettivi di guerra dichiarati e reali delle grandi potenze all'inizio della guerra
modificaNell'euforia nazionalistica scatenata dall'inizio della guerra europea, la popolazione tedesca in grande maggioranza ritenne del tutto giusticata la politica del governo del Reich e approvò le decisoni dei dirigenti e del Kaiser che vollero fin dall'inizio rimarcare il presunto carattere difensivo del conflitto per la Germania[3]. Essendo all'oscuro delle complesse vicende della crisi di luglio e delle pesanti responsabilità del governo tedesco nello scoppio della guerra, il popolo tedesco credette alle assicurazioni dei suoi governanti che si affrettarono con un abile propaganda ad enfatizzare la necessità per la Germania di difendere la propria sopravvivenza contre le grandi potenze mondiali coalizzate contro di lei secondo un piano di accerchiamento lungamento progettato e sviluppato. Si parlò quindi di "guerra imposta" alla Germania da parte di "astiosi" e invidiosi nemici[4]. La presenza inoltre nella coalizione avversaria della Russia zarista, considerata il regno dell'oscurantismo e della reazione antipopolare, permise al governo del Reich di ottenere facilmente l'approvazione anche della maggioranza parlamentare socialdemocratica che votò senza difficoltà i crediti di guerra per fornire le armi ai soldati tedeschi impegnati nella presunta "guerra difensiva"[5]. In questa situazione inizialmente quindi non si parlò pubblicamente di specifiche conquiste tedesche e il Kaiser dopo aver detto che gli avversari "ci costringono a prendere la spada"[5], pronunciò il 4 agosto 1914 al Reichstag la frase "noi non siamo mossi da avidità di conquista"[4].