Nosferatu, il principe della notte

film del 1979 diretto da Werner Herzog

Nosferatu, il principe della notte

Immagine Nosferatu Phantom der Nacht movie horizontal black logo.png.
Titolo originale

Nosferatu – Phantom der Nacht

Lingua originale tedesco
Paese Francia, Germania
Anno 1979
Genere horror
Regia Werner Herzog
Soggetto Bram Stoker (romanzo) e Friedrich Wilhelm Murnau
Sceneggiatura Werner Herzog
Produttore Werner Herzog
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Nosferatu, il principe della notte, film del 1979 con Klaus Kinski, Isabelle Adjani e Bruno Ganz, regia di Werner Herzog.

  • Sarà bello stare lontano da questa città per un po'. Stare lontano da questi canali che finiscono per portarti sempre al punto di partenza. (Jonathan)
  • [Sulla Transilvania] È una regione misteriosa dove, stranamente, esiste ancora qualche lupo e la gente crede ancora agli spiriti. (Jonathan)
  • Gli zingari ora dicevano che quel castello neanche esite, che forse esiste solo nell'immaginazione degli uomini. Solo rovine, dicevano. Lo spettro di un castello e un viaggiatore che entra in quella terra di fantasmi è perduto e non farà più ritorno. (Oste)
  • [Un lupo da lontano ulula] Acolti, ascolti. I figli della notte fanno la loro musica. Ah, giovanotto lei è come la gente del villaggio che non riesce mai ad entrare nello spirito di un cacciatore. (Dracula)
  • [Jonathan sul diario scrive] Ho fatto un brutto sogno che cerco di dimenticare. Questo castello è così strano, che a volte mi chiedo se non sia parte di quel sogno. Tutto nel castello sembra così irreale. (Jonathan)
  • Io ora al sole non attribuisco più nessuna importanza, né alle scintillanti fontane che alla gioventù piacciono tanto. Io adoro solo l'oscurità e le ombre, dove posso essere solo coi miei pensieri. (Dracula)
  • Il tempo è un abisso profondo come lunghe infinite notti, i secoli vengono e vanno. Non avere la capacità di invecchiare è terribile. La morte non è il peggio: ci sono cose molto più orribili della morte. Riesce a immaginarlo? Durare attraverso i secoli, sperimentando ogni giorno le stesse futili cose. (Dracula)
  • Il male è già in viaggio. (Jonathan)
  • Dottor Van Helsing, ritiene possibile che siamo diventati tutti folli e che un giorno ci risvegliamo con delle camicie di forza? (Lucy)
  • La mancanza di amore è la più crudele e abietta delle pene. (Dracula)
  • La salvazione può avvenire soltanto da noi stessi. (Lucy)
  • Lei può avere la sicurezza che niente, niente, neanche l'impensabile, potrà farmi cedere. (Lucy)
  • Viviamo in un'era illuminata. Le superstizioni come quelle di cui parla sono state rifiutate dalla scienza. (Dr. Van Helsing)
  • La fede è quella sorprendente facoltà data all'uomo che ci da la capacità di credere in cose che noi sappiamo essere false. (Lucy)
  • Figliola mia, perfino un contadino sa che per ogni cosa c'è un momento appropriato. Il contadino non scava buche per vedere se il grano sta crescendo. Soltanto dei fanciulli che giocassero ai contadini, lo farebbero. (Van Helsing)
  • [In piazza in mezzo a centinaia di topi delle persone pranzano in una lunga tavolata] È la nostra ultima cena. Abbiamo tutti la peste. E ogni giorno che ci rimane dev'essere una festa. (Signore che banchetta)

Dialoghi

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Il castello di Pernštejn, nel film la dimora di Dracula
  • Renfield: Ho un incarico per lei, un incarico che non affiderei mai a nessun altro.
    Jonathan: Lei è molto gentile, signor Renfield.
    Renfield: Il Conte Dracula mi ha scritto una lettera dalla Transilvania. Intende comprare una casa qua. Certo, è un viaggio interminabile andarci.
    Jonathan: Perché? Dove sta? Ah, sui monti Carpazi. Sì, ricordo.
    Renfield: Sì, però in compenso ci sarà una forte commissione.
    Jonathan: Bene, allora potrei comprare una casa più bella per Lucy. Meriterebbe una più degna cornice.
    Renfield: Sì, be', sarà un compito arduo. Le può richiedere molto tempo, costarle molto sudore e, probabilmente, anche un po' di sangue.
  • Dracula: Lei era atteso. Sia benvenuto nel mio castello.
    Jonathan: Grazie.
    Dracula: Si accomodi. La notte è fredda e deve essere stanco ed affamato.
  • Mina: Lucy, devi avere coraggio. Il Signore ascolta le nostre preghiere.
    Lucy: Il Signore è così lontano da noi nell'ora del bisogno.
  • Lucy: La morte è inevitabile. Alla fine saremo tutti soli. Le stelle ci vengono incontro confusamente. Il tempo scorre. I fiumi scorrono senza di noi. Solo la morte è crudelmente certa.
    Dracula: Chi dice che la morte è crudele sono solo gli inconsapevoli. Ma la morte non è che un taglio netto. È molto più crudele non essere capaci di morire.

Citazioni su Nosferatu, il principe della notte

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  • Alle trascrizioni filmiche Dracula è abituato, Herzog lo tratta meglio di tanti altri, rifacendosi al leggendario film espressionista di Murnau, lavorando il vampiro con i filtri dell'ironia, ma anche riconoscendogli una sua dolente dignità di dannato, e inventando un finale che è una interpretazione acuta e legittima di un testo tutt'altro che acuto: Dracula non può morire perché non ha mai amato, non si è mai realizzato attraverso l'amore. Offrendosi a lui sino all'alba, Mina consuma l'annientamento, fa trionfare le ragioni della società civile, e insieme restituisce il mostro a una sorta di dolorosa compiutezza di uomo. (Ernesto Ferrero)
  • Elegante ma freddo remake del capolavoro di Murnau, attento soprattutto alla creazione di un'atmosfera algida e funerea, dove le sorti dei personaggi sono predestinate sin dal principio. Questa lenta progressione (il film dura 40' in più dell'originale di Murnau pur essendogli molto fedele) verso la tragedia ha il suo punto di forza in Kinski, che rinnova la figura classica del vampiro facendone un personaggio stanco e distante, quasi restio a seguire la propria inclinazione di mostro necrofilo. (Il Mereghetti)
  • Film dell'orrore piuttosto atipico che evita ogni possibilità di generare suspense e tensione, ma mette in scena un vampiro che riprende con efficacia, grazie anche all'intensa interpretazione di Klaus Kinski, una delle icone più persistenti nell'immaginario, quella del vampiro calvo e orrido del film di Murnau. Un vampiro quindi molto lontano dall'archetipo aristocratico e più o meno romantico prevalso nella cinematografia mondiale. (Dizionario dei film horror)
  • Gira in questi giorni per le sale cinematografiche un Nosferatu, un film che a me sembra fatto da qualcuno che va un po' troppo al cinema, e nel quale comunque recitano con molto garbo decine di bare e centinaia di topi. Bene gli altri. (Giorgio Manganelli)
  • I quasi sessant'anni di differenza tra questo remake e l'originale non intaccano affatto la magia intramontabile del film di Murnau, ma rendono merito anche al prodotto di Herzog, stupefacente quanto a cromatismo d'insieme, effeti speciali, impatto scenico (l'orda nauseabonda dei topi resa policromicamente è un «gioiello» da incastonare nelle antologie del cinema). Superbo Klaus Kinski, con la sua maschera esangue e tagliente, nel ruolo di Nosferatu. (Dario Argento)
  • Klaus Kinski, straordinario nel ruolo del vampiro, è paurosamente identico a Max Schreck nel film del 1922, munito di enormi orecchie appuntite, canini prominenti e unghie lunghe una spanna; ma a differenza del conte di Murnau, Kinski interpreta un vampiro sofferente. (Radu Florescu e Raymond T. McNally)
  • Non mi piace affatto. Non aveva senso rifare il film di Murnau, che è un film meraviglioso, un capolavoro assoluto. (Jesús Franco)
  • L'ambigua passione per il diverso di Werner Herzog ha offerto un Nosferatu cinematografico che si lamenta della propria longevità sostenendo che la morte «non è il peggio». Involontariamente, il Nosferatu di Herzog si ritrova corciano, in perfetto accordo con un celebre Soliloquio del filosofo italiano: «Malinconica e triste che possa sembrare la morte... il terribile sarebbe se l'uomo non potesse morire mai, chiuso nella carcere che è la vita».
  • La virtù di Herzog è di riuscire ad innestare la tradizione vampirologica nella propria originale «visione del mondo». Nella simpatia-passione per il «diverso». Indubbiamente la proposta di Herzog è ambigua, oltre ogni scusabilità.
  • Senza dubbio, il vampiro più ripugnante della storia del cinema. Eppure, dimostrando un atteggiamento assai torbido verso il sesso, Herzog ne fa un richiamo erotico indiscutibile. Tutto sommato si invidia la bianca Lucy capitata tra le grinfie del vampiro.
  • Il mio vampiro appare così umano, così assetato d'amore, così infelice nella sua solitudine e così irrimediabilmente triste che in capo a due minuti lo spettatore non vede più le sue unghie ricurve, le sue orecchie appuntite, i suoi denti di serpente.
  • Il protagonista non riesce a morire, non riesce a partecipare dell’amore umano, non può vivere la luce del giorno, c’è il terrore profondo di non essere in grado di partecipare, di restare per sempre non-morto. [...] Nel mio film è messa molto chiaramente in evidenza, non come negli altri film di vampiri.
  • Non ho rifatto Nosferatu. Il mio film, diciamo, basta a se stesso.

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