Robin Cook

medico e scrittore statunitense

Robin Cook (1940 – vivente), medico e scrittore statunitense.

Robin Cook a Varsavia

Incipit di alcune opere

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Al posto di Dio

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Bruce Wilkinson passò dal sonno profondo al più lucido stato di veglia con tale rapidità che si sentì sopraffare da un senso di paura, come un bambino che si desta da un incubo. Non aveva idea di che cosa lo avesse svegliato, ma suppose si fosse trattato di un rumore o di un movimento. Si chiedeva se qualcosa lo avesse toccato. Rimase immobile, trattenendo il respiro e guardando fisso davanti a sé, teso nell'ascolto. Dapprima si sentì disorientato, ma presto la sua mente mise a fuoco il limitato campo visivo di cui disponeva e gli fece rammentare di trovarsi al Boston Memorial Hospital, per l'esattezza nella stanza 1832. Quasi contemporaneamente, si rese conto che era notte fonda. L'ospedale era avvolto in una pesante immobilità.

Alterazioni

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Sabato 6 febbraio 1692

Stimolata dal freddo pungente, Mercy Griggs fece schioccare il frustino sulla groppa della sua puledra, che accelerò il trotto, trainando senza sforzo la slitta sulla dura neve ghiacciata. Mercy si strinse nel soffice collo della sua pelliccia di foca e strofinò le mani dentro il manicotto, tentando invano di proteggersi dall'aria gelida.

Cervello

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7 marzo

Katherine Collins salì senza molta convinzione i tre scalini che partivano dal marciapiede. Raggiunse la porta in vetro e acciaio e la spinse. Non si aprì. Indietreggiò, fissò l'architrave e lesse la scritta: «Centro Medico Universitario Hobson: per gli ammalati e gli infermi di New York.» Nello stato d'animo in cui si trovava, a Katherine parve quasi di leggere: «Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate.»

14 febbraio 1976

Nancy Greenly giaceva supina sul tavolo operatorio. Fissava le grosse lampade della sala numero 8, cercando di mantenersi calma. Le avevano fatto le solite iniezioni preoperatorie, e le avevano assicurato che così si sarebbe perfettamente rilassata. Niente di tutto ciò. Era più tesa e angosciata di prima e, peggio ancora, totalmente, completamente, assolutamente indifesa, vulnerabile. Nei suoi ventitré anni non aveva mai provato niente di simile. Era coperta da un lenzuolo di lino bianco, con gli orli sfilacciati e un piccolo strappo in un angolo. Non sapeva perché, ma la cosa le dava fastidio.

Contagio

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Zaire, Africa
7 settembre 1976

John Nordyke, un giovane di ventun anni, studente di biologia a Yale, si svegliò all'alba ai margini di un villaggio a nord di Bumba, nello Zaire. Si rotolò nel sacco a pelo intriso di sudore, e guardò fuori attraverso la feritoia di rete della sua tenda da montagna, avvertendo i suoni della foresta tropicale mescolati ai rumori del villaggio che si stava risvegliando. Una lieve brezza gli faceva giungere il caldo e pungente fetore dello sterco di mucca impregnato dell'acre odore dei fuochi per cucinare. Sopra di lui le scimmie svolazzavano tra la lussureggiante vegetazione che gli impediva la vista del cielo.

Crisi mortale

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8 settembre 2005

L'autunno è una stagione stupenda, malgrado la si usi spesso come metafora per l'avvicinarsi della morte e per il morire. La sua atmosfera tonificante e i suoi colori accesi raggiungono il massimo splendore negli Stati Uniti nordorientali. Già all'inizio di settembre, le calde, nebbiose e umide giornate estive vengono progressivamente sostituite dall'aria fredda, limpida e secca e da cieli azzurri e tersi. Quel giorno ne era un esempio tipico. Non una nuvola macchiava l'orizzonte dal Maine al New Jersey, ed entro il labirinto d'asfalto del centro di Boston e il reticolo in cemento di New York, c'era una piacevole temperatura di venticinque gradi.

Cromosoma 6

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3 marzo 1997, ore 15.30
Cogo, Guinea Equatoriale

Nonostante una laurea in Biologia molecolare presso il Mit, in stretta collaborazione con il General Hospital del Massachusetts, Kevin Marshall provava un vero orrore per alcune procedure mediche tra le più comuni. E ciò gli causava un grande imbarazzo. Non l'avrebbe mai ammesso, ma sottoporsi a un prelievo di sangue era per lui una tortura. Aghi e sirin­ghe erano il suo incubo. Una volta, al college era persino sve­nuto dopo una vaccinazione antimorbillo.

Epidemia

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L'alba del 12 giugno 1991 annunciò una giornata di tarda primavera quasi perfetta, mentre i raggi del sole lambivano le coste orientali del continente nordamericano. Stati Uniti, Canada e Messico si aspettavano cieli limpidi e sereni. Le uniche variazioni annunciate dal servizio meteorologico erano una serie di temporali che potevano estendersi dalle pianure verso la vallata del Tennessee e qualche scroscio di pioggia in arrivo dallo Stretto di Bering sulla Penisola Seward, in Alaska.

Esperimento

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Perry Bergman fu strappato a un sonno irrequieto da una vibrazione fuori dell'ordinario e all'istante si ritrovò assalito da una strana premonizione. Quel suono fastidioso gli faceva pensare allo stridio delle unghie contro la lavagna. Fu scosso da un brivido e si gettò di lato la coperta leggera. Mentre si alzava, la vibrazione continuò. Adesso gli ricordava il trapano da dentista. Appena sotto quel rumore sgradevolissimo, udiva il normale ronzio dei generatori di cui era dotata la nave, la Benthic Explorer, e il turbinio delle ventole dell'aria condizionata.

Le molecole velenose di benzene arrivarono al midollo osseo in un folle crescendo. Il prodotto chimico fu condotto in circolo dal sangue e attraverso il tessuto osseo penetrò profondamente nella delicatissima struttura del midollo. Sembrava un'orda impazzita di barbari che si stesse abbattendo su Roma. E i risultati furono altrettanto disastrosi. La complicata natura del midollo stesso, preposto alla produzione della maggior parte del contenuto cellulare del sangue, dovette soccombere agli invasori.

Invasion

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Nella glaciale vastità dello spazio interstellare, un minuscolo punto di materia-antimateria fluttuò dal vuoto, creando un intenso lampo di radiazione elettromagnetica. La retina umana avrebbe colto un'improvvisa apparizione ed espansione di tutti i colori presenti nello spettro di luce visibile. Ovviamente, i raggi gamma, i raggi X e le onde radio e infrarosse non sarebbero entrate nel campo della limitata visione umana.

L'ombra del faraone

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1301 a. C.

Tomba di Tutankhamon, Valle dei Re, necropoli di Tebe.
Anno 10 di sua maestà, re dell'Alto e Basso Egitto, figlio di Ra, il faraone Seti I, mese quarto della piena, giorno decimo

Emeni vibrò lo scalpello di rame nel compatto calcare che aveva di fronte e lo sentì urtare contro solida muratura. Ripeté l'operazione, tanto per essere sicuro. Non c'era dubbio, aveva raggiunto la porta interna. Al di là giacevano tesori che non riusciva nemmeno a immaginare: al di là c'era l'eterna dimora del giovane faraone Tutankhamon, seppellito cinquantun anni prima.

La cavia

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Lunedì 22 febbraio 2001 era una di quelle giornate invernali eccezionalmente tiepide che traevano in inganno gli abitanti della costa atlantica con la falsa promessa di una primavera imminente. Il sole splendeva dal Maine all'estremità dei Florida Keys, facendo innalzare la temperatura di circa dodici gradi. Doveva essere una giornata normale, felice, per la maggioranza delle persone che vivevano su quel lungo litorale, ma per due in particolare avrebbe segnato l'inizio di una serie di eventi destinati a far incrociare tragicamente le loro vite.

La mutazione

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L'energia si andava accumulando all'interno dei neuroni da che si erano formati, sei mesi prima. Le cellule nervose erano percorse da un'energia elettrica in continua crescita verso una soglia voltaica. La proliferazione dei dentriti e delle cellule di microglia delle cellule nervose era cresciuta a un tasso esponenziale; ogni ora si formavano centinaia di migliaia di connessioni sinaptiche. La situazione era simile a quella di un reattore nucleare sul punto di superare la soglia critica.

Marker. Segnali d'allarme

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Nelle prime ore del mattino del 2 febbraio, una fredda pioggerella inzuppava le guglie in cemento di New York, avvolgendole in dense volute di nebbia rosata. A parte alcune sirene attutite, la città che non dorme mai pareva si fosse relativamente fermata. Alle tre e diciassette in punto, ai lati opposti di Central Park, accaddero, quasi in simultanea, due eventi microcosmici, non collegati tra loro ma molto simili, che si riveleranno fatalmente connessi. Uno avvenne a livello cellulare, l'altro a livello molecolare. Sebbene con conseguenze biologiche opposte, in meno di due mesi gli eventi di per sé avrebbero fatto entrare in collusione coloro che li avevano effettuati, tutti sconosciuti tra loro.

Lunedì 4 gennaio, ore 7.05

Helen Cabot si svegliò lentamente al primo chiarore dell'alba, che cominciava a dissipare le tenebre invernali sulla città di Boston, nel Massachusetts. Una pallida luce cominciava ad attenuare il buio della sua camera da letto, al terzo piano della casa dei suoi genitori, in Louisburg Square. Dapprima non aprì gli occhi e restò a crogiolarsi sotto il morbido piumone. Assaporò un lungo momento di beatitudine, assolutamente ignara dei terribili fenomeni molecolari che si compivano nelle profondità del suo cervello.

Progetto di morte

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Mercoledì 11 ottobre, pomeriggio

L'improvvisa comparsa delle proteine estranee era l'equivalente molecolare della peste nera. Era una sentenza di morte senza possibilità di sospensione, una tragedia imminente di cui Cedric Harring era del tutto ignaro.

Segni di vita

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16 febbraio 1988

I batteri dell'infezione arrivarono come un'ondata inarrestabile. In men che non si dica, milioni di microrganismi di forma allungata invasero le tube di Falloppio. Per la maggior parte erano raccolti in piccoli gruppi compatti. Aderirono alle circonvoluzioni vellutate, si sistemarono nelle calde e fertili valli e assorbirono le abbondanti sostanze nutritive immettendo nel sistema escrezioni nocive.

Sguardo cieco

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La cocaina entrò con forza nella vena ulnare di Duncan Andrew, spinta dallo stantuffo di una siringa. Fu subito l'allarme chimico. Diversi enzimi e cellule del sangue riconobbero le molecole di cocaina come appartenenti a una famiglia di composti detti alcaloidi, di produzione vegetale, comprendenti sostanze fisiologicamente attive, quali la caffeina, la morfina, la stricnina e la nicotina.

L'ovulo umano, od ovocita, che veniva intrappolato grazie alla leggera suzione esercitata dall'estremità smussata della pipetta, non era diverso dai suoi simili, circa una sessantina, presenti nella minuscola fiala. Era semplicemente il più vicino all'estremità, quando il tubicino di vetro era venuto a trovarsi sotto lo sguardo del tecnico. Gli ovociti stavano sospesi in una goccia di liquido di coltura, sotto un sottile strato di olio minerale, e su di loro era puntato l'obiettivo di un potente microscopio per dissezione.

Sindrome fatale

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9 gennaio

Il cielo era un'immensa cappa di nuvolaglia grigia che gravava sull'orizzonte piatto, da qualsiasi parte si allungasse lo sguardo. Era il tipico cielo del Midwest. D'estate la terra sarebbe stata sommersa da un mare di mais e di soia, ma ora, in pieno inverno, era una distesa gelata di stoppie, interrotta solo da chiazze di neve sporca e da qualche solitario albero spoglio e scheletrico.

Sonno mortale

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9 settembre 1988, ore 11.45
Boston, Massachusetts

Già alle prime fitte, incominciate verso le nove e mezzo di quella mattina, Patty Owen non ebbe alcun dubbio. Aveva timore che, quando fosse arrivato il momento, non avrebbe saputo distinguere tra le contrazioni che segnalano l'inizio del travaglio e lo scalciare del bambino, unito al malessere generale degli ultimi tre mesi di gravidanza. Ma la sua apprensione si rivelò priva di fondamento: il dolore che sembrava strizzarla e frantumarla dentro era diverso da qualsiasi altro mai provato prima. Le era familiare solo nel senso che era proprio da manuale, per le sue caratteristiche e la regolarità.

Sotto controllo

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DIVIETO DI RICERCA SUI FETI
Nuova regolamentazione per la ricerca medica
di HAROLD BARLOW
Servizio speciale per il New York Times

WASHINGTON, 12 luglio 1974 — Il presidente Richard M. Nixon ha firmato oggi la trasformazione in legge del National Research Act (Pub. L. 93-348). La legge invoca la costituzione di un Comitato nazionale per la protezione di soggetti umani nella ricerca biomedica e comportamentale. Crescenti sono le preoccupazioni riguardo all'etica della ricerca sui bambini, sulle persone ritardate, i prigionieri, gli ammalati all'ultimo stadio e particolarmente i feti.

Vector. Minaccia mortale

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Venerdì 15 ottobre

Jason Papparis commerciava in tappeti da quasi trent'anni. Aveva cominciato ad Atene alla fine degli anni Sessanta, vendendo soprattutto pelli di capra e di pecora e tappeti di pelliccia ai turisti americani. Le cose gli andavano bene, e ci si divertiva pure, in particolare con le turiste giovani, per lo più studentesse, alle quali proponeva invariabilmente e con molta grazia un assaggio della vita notturna nella sua amata città.

Vite in pericolo

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Il 17 febbraio fu un giorno fatidico per Sam Flemming.
Sam si considerava una persona estremamente fortunata. Lavorando come broker per una delle ditte più importanti di Wall Street, a quarantasei anni era già straricco. Come un giocatore d'azzardo sa quando è il momento di abbandonare il tavolo da gioco, così lui era fuggito lontano dai canyon di cemento di New York diretto verso nord, nel Vermont, dove si era fermato nell'idillica Bartlet. Lì aveva cominciato a fare ciò che aveva sempre desiderato: dipingere.

Bibliografia

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  • Robin Cook, Al posto di Dio, traduzione di Marisa Castino, Sperling & Kupfer, 1986.
  • Robin Cook, Alterazioni, traduzione di Maria Magrini, Sperling & Kupfer, 1996. ISBN 882002201X
  • Robin Cook, Cervello, traduzione di Roberto Casalini, Sonzogno, 1985.
  • Robin Cook, Coma, traduzione di Massimo Gasperini, Bompiani, 2001. ISBN 8845249875
  • Robin Cook, Contagio, traduzione di Marisa Castino, Sperling & Kupfer, 1988. ISBN 8820007924
  • Robin Cook, Crisi mortale, [trad. a cura di Selida grafica editoriale], Sperling & Kupfer, 2008. ISBN 9788820044404
  • Robin Cook, Cromosoma 6, traduzione di Maria Magrini, Sperling&Kupfer, 2008. ISBN 9788860613820
  • Robin Cook, Epidemia, traduzione di Linda De Angelis, Sperling & Kupfer, 1997. ISBN 882002408X
  • Robin Cook, Esperimento, traduzione di Linda De Angelis, Sperling & Kupfer, 2003. ISBN 882003445X
  • Robin Cook, Febbre, traduzione di Marisa Castino, Sperling & Kupfer, 1993. ISBN 8878243612
  • Robin Cook, Invasion, traduzione di Linda De Angelis, Sperling & Kupfer, 2003. ISBN 8882744957
  • Robin Cook, L'ombra del faraone, traduzione di Carlo Brera, Bompiani, 2003. ISBN 8845250334
  • Robin Cook, La cavia, traduzione di Linda De Angelis, Sperling & Kupfer, 2006. ISBN 8882749444
  • Robin Cook, La mutazione, traduzione di Vittorio Curtoni, Sperling & Kupfer, 1990.
  • Robin Cook. Marker. Segnali d'allarme, traduzione di Marina Deppisch, Sperling & Kupfer, 2005. ISBN 8820039990
  • Robin Cook, Morbo, traduzione di Maria Magrini, Sperling & Kupfer, 2008. ISBN 9788860613844
  • Robin Cook, Progetto di morte, traduzione di Grazia Gatti, Sperling & Kupfer, 1993. ISBN 9788878242876
  • Robin Cook, Segni di vita, traduzione di Laura Pignatti, Sperling & Kupfer, 1998. ISBN 887824497X
  • Robin Cook, Sguardo cieco, traduzione di Laura Pignatti, Sperling & Kupfer, 1993. ISBN 8820016141
  • Robin Cook, Shock, traduzione di Linda De Angelis, Sperling & Kupfer, 2005. ISBN 882003296X
  • Robin Cook, Sindrome fatale, traduzione di Linda De Angelis, Sperling & Kupfer, 1999. ISBN 8820028328
  • Robin Cook, Sonno mortale, traduzione di Linda De Angelis, Sperling & Kupfer, 1997. ISBN 887824807X
  • Robin Cook, Sotto controllo, traduzione di Marisa Castino, Sperling & Kupfer, 2008. ISBN 9788860613875
  • Robin Cook, Vector. Minaccia mortale, traduzione di Linda De Angelis, Sperling & Kupfer, 2000. ISBN 8820029715
  • Robin Cook, Vite in pericolo, traduzione di Linda De Angelis, Sperling & Kupfer, 1998. ISBN 8878248428

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