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modi d’operare nell’uso del telescopio, io vorrei sapere se ei lavora sempre con ambedue insieme, o pur talvolta coll’uno ed altra volta coll’altro separatamente, sì che quando ei si serve dell’ingrandimento dell’angolo, lasci stare il ristringimento de’ raggi, e quando ristringe i raggi, ritenga l’angolo nella sua primiera quantità. S’egli opera sempre con ambedue questi mezi, gran semplicità è quella del Sarsi mentre accusa il signor Mario per non avere accettato e nominato l’uno ed escluso l’altro; ma s’egli opera con un solo, pure ha errato il Sarsi a non lo nominare, escludendo l’altro, e mostrar che quando noi guardiamo, verbigrazia, la Luna, che ricresce assaissimo, ei lavora coll’ingrandimento dell’angolo, ma quando si guardano le stelle, non s’ingrandisce l’angolo, ma solamente s’uniscono i raggi. Io, per quanto posso con verità deporre, nelle infinite o, per meglio dire, moltissime volte che ho guardato con tale strumento, non ho mai conosciuta diversità alcuna nel suo operare, e però credo ch’egli operi sempre nell’istessa maniera, e credo che il Sarsi creda l’istesso; e come questo sia, bisogna che le due operazioni, dell’ingrandir l’angolo e ristringer i raggi, concorrano sempre insieme: la qual cosa rende poi in tutto e per tutto fuori del caso l’opposizione del Sarsi; perch’è ben vero che quando da un effetto il quale può depender da più cause separatamente, altri ne inferisce una particolare, commette errore; ma quando le cause sieno tra di loro inseparabili, sì che necessariamente concorrano sempre tutte, se ne può ad arbitrio inferir qual più ne piace, perché qualunque volta sia presente l’effetto, necessariamente vi è anco quella causa. E così, per darne un essempio, chi dicesse "Il tale ha acceso il fuoco, adunque si è servito dello specchio ustorio", errerebbe, potendo derivar l’accendimento dal batter un ferro, dall’esca e fucile, dalla confricazion di due legni, e da altre cause; ma chi dicesse "Io ho sentito batter il fuoco al vicino", e soggiungesse "Adunque egli ha della pietra focaia", senza ragione sarebbe ripreso da chi gli opponesse che, concorrendo a tale operazione, oltre alla pietra, il fucile, l’esca e ’l solfanello ancora, non si poteva con buona logica inferir la pietra risolutamente. E così, se l’ingrandimento dell’angolo e l’union de’ raggi concorron sempre nell’operazioni del telescopio, delle quali una è il far veder l’invisibile, perché da questo effetto non si può inferire quale delle due cause più ne piace? Io credo di penetrare in parte la mente del

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