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Oltre il dover, nè spetta al mio Signore
Se non che lo accettar benignamente
Un servigio fedel; servigio, o Sire,
Che per vincolo sacro a te dovea
A’ tuoi figli, al tuo regno.
re.
Eroe diletto!
Ben giungi alla mia reggia! Io ti piantai
Tenero arbusto, e studio e lungo amore
Porrò sì che tu cresca. - Egregio Banco!
Di me, della corona e dello Stato
Meritasti tu pure, e non dovrai
Senza premio restar. Che le mie braccia
Ti stringano al mio sen.
banco.
Se qui germoglio
Mettere io posso e maturar, le frutta
Saranno tue.
re.
L’eccesso della gioja
Così mi opprime, che cerco al dolore,
Per averne sollievo, il pianto suo. -
Figli, Congiunti, Cavalieri, e quanti
State presso al mio trono, udite tutti:
Noi vogliam che Malcomo, il nostro primo
Genito, ne succeda alla corona.
Noi gli diamo altresì da questo giorno
La Signoria di Cumberlanda; e solo
Per questa preminenza andar distinto