tolleranza (  approfondimento) f sing (pl.: tolleranze)

  1. (sociologia) (antropologia) (fisiologia) (tecnologia) resistenza a situazioni sfavorevoli
  2. sopportazione di persone o situazioni che non si gradiscono ma alle quali si permette che ci siano
  3. (per estensione) convivenza pacifica, quindi senza astio ma anzi con interesse e talvolta partecipazione, per esempio anche per impegni o operativo di lavoro, spesso con dialogo misurato e consapevole
    • la tolleranza vissuta assieme durante il viaggio in aereo è stata preziosa e memorabile
  4. tolleranza zero: metodo attuato da alcuni Stati, quali per esempio Italia e Stati Uniti, al fine di prevenire ed evitare quindi azioni illegali e reati di vario tipo, abitudini immorali o non conformi come prostituzione, uso illecito di droghe ma anche di natura meno grave, ciò per rendere più vivibili le città; altrimenti, con motivazioni ed interventi differenti da quanto sopra citato, soprattutto nei riguardi degli immigrati, negli USA ha portato per esempio alla divisione di alcune famiglie separandole quindi da molti bambini appunto in centri di accoglienza
tol | le | ràn | za

IPA: /tolleˈrantsa/

dal latino tolerantia che deriva da tolerare cioè "sopportare, tollerare"

 
«La tolleranza è innanzitutto carità. [...] La tolleranza è sempre la "ragione del più forte", è un segno della sovranità; è il buon viso della sovranità che, dalla sua altezza, fa capire all'altro: non sei insopportabile, ti lascio un posticino a casa mia, ma non dimenticarlo, sei a casa mia... »

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