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Paolo Roversi (1) (1975–)

Author of Milano Criminale: Roman

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44 Works 197 Members 36 Reviews

About the Author

Image credit: Paolo Roversi (2009-01-17), Author: Andrea Caranti

Series

Works by Paolo Roversi

Milano Criminale: Roman (2011) 37 copies, 4 reviews
La mano sinistra del diavolo (2006) 20 copies, 2 reviews
Niente baci alla francese (2007) 16 copies, 3 reviews
Blue tango (2006) 15 copies, 2 reviews
Das Blut in den Straßen von Mailand (2016) 14 copies, 1 review
L'uomo della pianura (2009) 8 copies, 2 reviews
Alle porte della notte (2019) 6 copies, 1 review
Delitto nella stanza chiusa 5 copies, 2 reviews
Pescemangiacane (2010) 5 copies
Solo il tempo di morire (2015) 5 copies
Alla vecchia maniera (2023) 4 copies, 1 review
Black money (2021) 4 copies, 1 review
Addicted (2021) 4 copies, 1 review
Cartoline dalla fine del mondo (2018) 4 copies, 1 review
Milano. Diamante (2010) 4 copies
La marcia di Radeschi (2012) 2 copies
Ai confini della metropoli 2 copies, 1 review
Psychokiller (2020) 2 copies, 1 review
Taccuino di una sbronza (2008) 2 copies
Il sangue di Raven (2024) 1 copy

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Common Knowledge

Birthdate
1975-03-29
Gender
male
Nationality
Italy
Birthplace
Suzzara, Italy

Members

Reviews

Buono, ben scritto e anche intrigante per l’argomento trattato anche se la costruzione e i meccanismi del romanzo riportano ad uno dei più famosi gialli della Christie “Dieci piccoli indiani”.
Proprio per questa ragione e pur non mancando le sorprese e i colpi di scena, nel complesso tutto risulta abbastanza scontato se non quasi prevedibile.
Un po’ macchiettistica la caratterizzazione dei vari personaggi però, nel complesso, la storia si fa leggere e appassiona.
Una clinica per curare le dipendenze è quello che un magnate russo guarito dalla D.ssa Stark offre alla stessa per poter diffondere il metodo di cura da lei messo a punto. La dottoressa e due assistenti resteranno isolati per un mese con i 7 pazienti scelti per questa prima sessione di cura e non mancheranno di certo le sorprese.… (more)
 
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Raffaella10 | Jan 28, 2023 |
Racconto breve e carino.
 
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elerwen | 1 other review | May 29, 2019 |
Roversi, Paolo (2013). L’ira funesta: Il primo caso del maresciallo Valdes. Milano: Rizzoli. 2013. ISBN 9788858640647. Pagine 320. 11,99 €

Paolo Roversi ha fatto carriera: è seguito da un’agenzia letteraria (la PNLA e associati, cioè la Piergiorgio Nicolazzini Literary Agency – giuro che non sto celiando) ed è passato dalle piccole case editrici di nicchia (come direbbe l’indimenticabile personaggio di Natalino Balasso) alla Rizzoli. D’altra parte, Roversi è un giornalista del Corriere della sera e la cosa, quindi, non deve sorprenderci più di tanto.

Di Roversi, su questo blog, abbiamo già avuto occasione di parlare qualche anno fa (qui, per l’esattezza). Avevo confessato, in quell’occasione, di non essere un appassionato di gialli e che, comunque, non mi pareva che Roversi fosse uno dei maestri del genere. E che però Roversi è un suzzarese, viene cioè dal paese in cui affondano le mie gucciniane radici e in cui ho passato molte estati. Per questo, quando il romanzo è ambientato da quelle parti e in quei climi, ne traggo un piacere tutto mio.

Roversi non fa un grande sforzo per mischiare le carte e il borgo dove si svolge la vicenda è piuttosto riconoscibile in Torricella (coincide persino la toponomastica). La storia è gradevole, raccontata con un umorismo un po’ sornione (come si usa da quelle parti), rispetta le regole canoniche del romanzo poliziesco (compresa quella, non scritta, che prevede almeno una scopata tra il poliziotto protagonista e una ragazza carina – in questo caso una giornalista: si vede che l’autore, giornalista di nera anche lui, sogna una torrida notte di sesso con un maresciallo dei carabinieri …) e chi sia il colpevole non lo si scopre fin dalle prime pagine.

Purtroppo, Roversi non è un grande scrittore e ha il vizio, tutto giornalistico, di ricorrere alle frasi fatte e di maniera. Per di più, quali che siano i servizi che gli ha fornito l’agenzia letteraria di Piergiorgio Nicolazzini, non dovevano essere inclusi quelli di un bravo editor. Già alla terza riga del romanzo incontriamo un “omone a dorso nudo”: “a dorso nudo” ci vanno i cavalli senza sella, e si può dire anche “a bisdosso“; per gli umani, e soprattutto per i lottatori, invece, si dice e si scrive “a torso nudo“. Memorabile, in proposito, il neologismo torsonudista coniato dall’avvocato Augusto Salvadori, assessore al decoro di Venezia:

Ripresa confidenza col ruolo che aveva lasciato tanti anni fa, quello di tutore del Decoro di Venezia riavuto in consegna da [Massimo] Cacciari, Augusto Salvadori ha ricominciato a mulinare il remo contro torsonudisti, saccopelisti, pediluvionisti e gli altri «isti» che sporcano l’immagine della Serenissima. Battaglie che, a partire da quella mitica contro i gondolieri che cantavano «‘O sole mio» trascurando «Nineta monta in gondola», avevano fatto di lui l’assessore più famoso del pianeta. [Gian Antonio Stella, Corriere della sera, 23 luglio 2005, p. 16, Cronache]

Quelli che Salvadori chiama «torsonudisti», con un neologismo ardito del quale rivendica la paternità, li ha scoperti personalmente lui, negli Anni Ottanta: «Salgo in vaporetto una mattina per andare in assessorato, tutti schiacciati come sardine. Mi si attaccano addosso due tizi a torso nudo, sudati, una cosa orrenda. Sono arrivato in ufficio e ho firmato l’ordinanza». [Anna Sandri, Stampa, 3 agosto 2007, p. 22, Cronache Italiane].

E non basta, perché troviamo anche (alla posizione Kindle 2372) “qualche raro mobile in legno assediato dalle tarme.” Roversi ha evidentemente dimenticato le sue origini rurali, se ignora che le tarme fanno i buchi nei tessuti di lana, mentre le gallerie nei mobili in legno le scavano i tarli.

Più avanti [3379] troviamo un ragazzo turbatio da un “bikini inguinale”: scusa la pignoleria, Roversi, ma inguinale si può dire di un’ernia o, se si vuol fare gli spiritosi, di una minigonna, per segnalare che è così corta da coprire a malapena le pudenda. Ma il bikini – nel suo pezzo di sotto – è inguinale per forza.

minigonne.eu

Fin qui gli strafalcioni accidentali. Tra quelli voluti, ho trovato divertenti quelli del Gaggina. Uno per tutti: «Il silenzio è coro.» [3216]
… (more)
 
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Boris.Limpopo | Apr 29, 2019 |
Mailänder Scala, Premiere der Aida - es ist das Ereignis des Jahres. Alles was Rang und Namen hat, läuft auf an diesem Abend: ehrbare und weniger ehrbare Geschäftsleute mit und ohne Gespielinnen, die lokalen Politgrößen mit ihrem Gefolge, Stars und Starlets und solche, die es noch werden wollen. Doch statt zu einem fröhlichen Fest des kulturellen und später auch kulinarischen Genusses zu werden, endet diese Nacht in einem Fiasko. Ein überraschender Stromausfall, der ganz Mailand in Dunkel hüllt, zwingt die Premierengäste zu einem vorzeitigen Abbruch ihres Opernbesuches. Inmitten dieses Durcheinanders bricht plötzlich der umstrittene Bürgermeister der Stadt, Biondi, tot zusammen. Doch damit nicht genug: Am nächsten Tag findet man seinen Kollegen, den Bürgermeister von Paris, der ihn in die Scala begleitete, tot in seinem Hotelzimmer auf.

Enrico Radeschi, freier und eher wenig erfolgreicher Journalist, zumindest was seine finanzielle Situation angeht, macht sich auf die Suche nach den Hintergründen dieser Ereignisse. Was verband die beiden Bürgermeister außer ihrem gemeinsamen Amt? Steht der Stromausfall im Zusammenhang mit dem Tod an Biondi? Steckt womöglich ein Komplott dahinter? Radeschis Recherchen führen ihn bis nach Paris, wo eine heiße Spur ihn in Lebensgefahr bringt.

Auffällig sind die vielen Einschübe in den Originalsprachen Italienisch und Französisch. Wer beidem nicht mächtig ist, wird sich vermutlich ärgern, da auf diese Weise einiges von der Atmosphäre des Buches verlorengeht bzw. unverständlich bleibt. Ebenso fallen die häufigen Vergleiche bzw. Anspielungen auf, wie beispielsweise ,..mit einem Outfit wie Dylan Dog` oder ,..wie Jake Blues`. Schön, wer die Genannten kennt; weniger schön, wenn man völlig im Dunkeln tappt.

Ansonsten lassen sich die 223 Seiten des Buches lockerleicht an einem Nachmittag weglesen. Und ebenso lockerleicht hat man vermutlich den Großteil der Handlung auch wieder vergessen, was vermutlich daran liegt, dass Roversi dem Privatleben seines Protagonisten ebenso viel Raum beimisst wie der Aufklärung des Kriminalfalles. Das Meiste liest sich zwar recht amüsant und unterhaltsam, doch so springt man von einem zum nächsten und verbleibt nirgendwo lang genug, um sich so richtig auf die Figuren und Situationen einlassen zu können.

Roversi wählte als Unterkapitelbezeichnungen statt schnöder Zahlen oder schlichten Überschriften Musiktitel verschiedener Gruppen. Und ein bisschen wirkt so auch dieser Krimi: Wie ein Sampler mit unterschiedlichen Stücken, die einzeln zwar schön anzuhören sind, aber kein großes Ganzes ergeben, das in Erinnerung bleibt.
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Xirxe | 2 other reviews | Dec 2, 2014 |

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