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Jón Kalman Stefánsson

Author of Heaven and Hell

45+ Works 1,713 Members 91 Reviews 7 Favorited

About the Author

Image credit: Photo taken by me at author interview (McNally Robinson Bookstore in Winnipeg 24 Oct 2024)

Series

Works by Jón Kalman Stefánsson

Heaven and Hell (2007) 435 copies, 25 reviews
Summer Light, and Then Comes the Night (1997) 281 copies, 16 reviews
The Sorrow of Angels (2009) 235 copies, 12 reviews
Fish Have No Feet (2013) 151 copies, 8 reviews
The Heart of Man (2011) 144 copies, 9 reviews
Het verhaal van Ásta (2017) 93 copies, 5 reviews
Your Absence Is Darkness (2020) 89 copies, 6 reviews
About the Size of the Universe (2015) 67 copies, 2 reviews
Het geknetter in de sterren (2003) 66 copies, 4 reviews
Trilogien om Gutten (2014) 29 copies, 1 review
Yellow Submarine (2024) 15 copies, 1 review
Das Licht auf den Bergen (1999) 15 copies
La tua assenza è tenebra (2022) 8 copies

Associated Works

Out of the Blue: New Short Fiction from Iceland (2017) — Contributor — 25 copies, 1 review

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Common Knowledge

Canonical name
Stefánsson, Jón Kalman
Birthdate
1963-12-17
Gender
male
Nationality
Iceland
Country (for map)
Iceland
Places of residence
Reykjavík, Iceland
Mosfellsbær, Iceland
Occupations
journalist
Librarian
author
Awards and honors
Town artist, Mosfellsbær (2010)

Members

Reviews

Scandinavian literature has a reputation for being very melancholic and gloomy, and as the cliché goes, this is said to be due to the darkness that dominates that region for a large part of the year. Judging by this book, the first part of a trilogy, the Icelandic writer Jon Stefansson (° 1963) also belongs in that atmosphere. The story is set around the year 1900 in a remote corner of Iceland, where only professional fishing counts, and the villages are filled with widows and orphans of drowned fishermen. The unnamed main character (in the three parts of this trilogy called ‘the boy’) is such an orphan. And death can at least be called the shadow main character, right from the start, because the boy is almost immediately confronted with a traumatic event. Stefansson shows himself to be a master in describing dramatic action scenes, interspersed with more contemplative passages, about life and death, heaven and hell, and thus the human condition in general. And then there is also that striking focus on the value of words and literature. The boy is a frail bookworm, who constantly wonders what words can do, what a fantastic gateway to the world they are, but also what damage they can cause. Can literature kill?, indeed appears to be a central question here.
Despite the fact that this first part mainly builds up to the next ones, it still stands beautifully on its own, and certainly makes you want more. I have now finished the entire trilogy, and that definitely is among the best that this century so far has produced in literature.
… (more)
½
 
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bookomaniac | 24 other reviews | Jan 6, 2025 |
Stream of consciousness blather; multiple incomprehensible jumps from one generation of the rural, isolated farm occupants to the next and back; too many masturbation scenes. Almost unreadable.
 
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Birta | 5 other reviews | Oct 5, 2024 |


Mi chiese
cosa avrei portato su un'isola deserta
Una barca e te
dissi
e la barca la bruciamo sulla spiaggia
poi me ne andai
lasciandola li'
per tenermi il sogno (370)

Adesso sarebbe bello dormire finche' i sogni non diventano cielo, un cielo sereno e senza vento, qualche piuma d'angelo che scende volteggiando a terra, per il resto nient'altro che la beatitudine di chi vive ignorando se stesso. Ma il sonno fugge i defunti. Quando chiudiamo i nostri occhi fissi, sono i ricordi ad aggredirci, non il sonno. Prima arrivano isolati, e perfino piacevoli e argentei, poi pero' non tardano a mutarsi in una nevicata scura e soffocante, e cosi' e' da oltre settant'anni. Il tempo passa, la gente muore, il corpo sprofonda nella terra e altro non sappiamo. Del resto qui c'e' poco cielo, le montagne ce lo rubano, e le tempeste, amplificate da quelle stese cime, sono nere come la fine del mondo. Ma a volte quando il cielo si schiarisce dopo una tormenta, ci sembra di vedere la bianca scia degli angeli, lontano, al di sopra delle nubi e dei monti, sopra gli errori e i baci degli uomini, una scia bianca come la promessa di un'immensa beatitudine. (11)

Moriamo se non ascoltiamo quello che ci insegna l'esperienza, ma ammuffiamo dentro se vi prestiamo troppa attenzione. (27)

A che serve la poesia, se non ha il potere di cambiare il destino? Ci sono libri che ti distraggono, ma che non smuovono per niente le sorti profonde. Poi ci sono quelli che ti portano a dubitare, che ti danno speranza, che ampliano la visione del mondo e ti fanno conoscere la vertigine. Alcuni libri sono essenziali, altri ti distraggono. (31)

Molti preferiscono tacere quando la vita fa piu' male, spesso le parole sono solo pietre inerti, vestiti laceri e consunti. Possono anche essere erbacce, pericolosi portatori di infezioni, assi marce che non reggerebbero nemmeno il peso di una formica, figuriamoci la vita umana. Eppure, le parole sono una delle poche cose di cui disponiamo davvero, quando tutto sembra prendersi gioco di noi. Tienilo a mente. E tieni a mente anche una cosa che nessuno capisce: le parole piu' insignificanti e improbabili possono caricarsi inaspettatamente di un pesante fardello, e portare la vita in salvo, al di la' di vertiginosi baratri. (43)

Il destino del resto sa tessere legami inattesi, dobbiamo essergli riconoscenti, altrimenti troppe cose sarebbero prevedibili e l'aria che ci circonda conoscerebbe ben poco movimento, talmente poco che diventerebbe viziata e la vita ci apparirebbe sonnolenta e spenta. La sorpresa, le cose inaspettate sono forze fisiche che mettono in movimento l'aria e caricano la vita di elettricita'; (45-6)

Si capisce meglio il mondo conoscendo molte lingue, ed e' cosi' importante capire? (54)

Allora e' questa, la vita, l'esistenza di cui sentiva sempre la mancanza senza nemmeno conoscerla; immergersi nell'ignoto e nell'incomprensibile per farne ritorno con un grappolo di parole che sono tutte insieme, legna da ardere, fiori e coltelli? Il silenzio copre ogni cosa, c'e' solo la neve che cade e quelle parole che contengono qualcosa di misterioso, un messaggio per il mondo. (58)

sulle lacrime che sono pesci trasparenti (77)

Le parole scritte possono avere piu' profondita' di quelle pronunciate, quasi come se la carta liberasse dei mondi sconosciuti da un incantesimo. La carta e' il terreno fertile delle parole. (84)

A che serve, d'altra parte, dire il nome a voce alta se nessuno ascolta? Alcuni parlano e parlano, abbelliscono la propria esistenza con le parole e ci danno la sensazione che la loro vita sia in un certo senso piu' importante, e migliore, ma forse sono proprio quelle le vite che svaniscono nel nulla appena le parole cessano di ronzare. (85)

Diamo un nome alle cose per preservarci dall'irrazionale e abbracciare il mondo... (105)

Gisli si sporge in avanti nella sedia, s'intravede un libro rilegato di blu nella tasca interna della giacca del direttore della scuola, che non esce mai di casa se non ha almeno un libro con se' per preservarsi dal fastidio del mondo. (112)
(forse Autadafe' di Canetti)

Quanto tempo vive un essere umano, in fin dei conti, quante ore limpide ha a disposizione, quante volte vive con la stessa intensita' della corrente elettrica, tanto da illuminare il mondo? L'uccello canta, il verme si contorce nella terra perche' la vita non soffochi e tu maledici i lunedì, maledici i martedì, le opportunita' scemano e schizzano sullo scintillio argentato dentro di te. (139-40)

All'inizio cercavamo rifugio nell'amarezza, poche cose sanno nutrire bene quanto l'amarezza, che ti alimenta e ti rode e ti macera fino a spezzarti in due, poi abbiamo tentato di consolarci con la malignita', godendoci lo spettacolo della tua vita, gli errori, gli sprechi, le tue sconfitte eterne davanti alla cupidigia. L'amarezza e la malignita', che cos'atro abita nello sputo del demonio, se non queste due sorelle? Un giorno ti racconteremo che cosa e' accaduto, come siamo riusciti a lavarci da quello sputo, ti diremo di quando si e' aperta una breccia che sembra un passaggio tra noi e te. Forse e' solo un'illusione, ma e' attraverso questa fessura che sussuriamo poesie e storie, gioia e sconforto, speranza e disperazione. (140)

I vestiti asciutti, la donna li ha stesi sulla canna fumaria e sul focolare, si chiama Maria, come la madre di Gesu' che pare abbia liberato l'umanita', anche se in questo momento il genere umano non sembra particolarmente libero – chi ci avra' incatenati di nuovo? (169)

Ci sono poche cose di cui ci possiamo fidare in questo mondo, gli dei hanno l'abitudine di tradirci e gli uomini ancora di piu', ma la terra non inganna, puoi chiudere gli occhi senza alcuna esitazione e avanzare di un passo, lei ti riceve, ti accoglie, ti proteggero' io, dice, e per questo la chiamiamo madre. (187)

La poesia uccide, ti dona ali, le agiti un po' e ti accorgi di avere catene. Ti apre mondi nuovi, e poi ti riporta brutalmente indietro, nella tormenta, nello squallore del quotidiano. (257)

La vita e' talmente multiforme da essere quasi ridicola, assurda, al di la' del dicibile, e' molto piu' ragionevole fischiettare piacevolmente un'aria piuttosto che cercare di descriverla a parole. (284)

Diavolo, ragazzi, ma uno viene al mondo in questa vita di merda solo per morire? (350)

… (more)
 
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NewLibrary78 | 11 other reviews | Jul 22, 2023 |
Alla ricerca del senso nella quotidianita’ oppure della Geworfenheit (thrownness) di Heidegger, chissa’ ...

Hai mai riflettuto, del resto, su quante cose siano affidate al caso, su come tutto lo sia? Puo’ essere un pensiero maledettamente sgradevole, di rado si trova nel caso un barlume di senso e la nostra vita e’ dunque poco piu’ di un errare senza meta, questa vita che a volte sembra poter andare per ogni dove e poi s’interrompe in mezzo ad una frase… (11)

C’e chi gli ha chiesto se ha visto manifestarsi Dio, forse e’ piu’ che sufficiente avere il cielo e il latino, le stelle non ti abbandonano mai mentre certo non si puo’ dire altrettanto di Dio. (27)

Le lacrime sono fatte come remi, il dolore e la tristezza vogano. Chi piange a un funerale, piange nondimeno la propria morte e quella del mondo, perche’ tutto muore e alla fine non resta niente. (62)
Ma c’e’ chi si dibatte ancora con l’Amicizia stellare di Nietzsche.

Ma quello che e’ stato e’ stato e non si cancella, e ti cambia il paesaggio interiore in un modo che le parole servono a ben poco. (71)

Del resto si possono dire tante cose sull’essere umano. La maggior parte delle persone ha dentro la bellezza quanto la sporcizia. L’uomo e’ un essere complesso, una sorta di labirinto, ed e’ facile smarrirsi se ci si inoltra per cercare spiegazioni. (142)
Ed e’ ancora lui, Nietzsche, che con la piena cognizione dell’origine se ne aumenta l’insignificanza, ossia non serve a nulla.

Parliamo, scriviamo, raccontiamo di piccole e grandi cose per cercare di capire, di arrivare a qualcosa, di afferrare l’essenza che pero’ si allontana sempre piu’ come l’arcobaleno. Nelle storie antiche si dice che l’uomo non possa guardare Dio, equivarrebbe alla morte, e senza dubbio vale lo stesso per quello che cerchiamo - la ricerca stessa e’ lo scopo, il risultato ce ne priverebbe. E ovviamente e’ la ricerca che ci insegna le parole per descrivere lo splendore delle stelle, il silenzio dei pesci, il sorriso e lo sconforto, la fine del mondo e la luce dell’estate. Abbiamo un compito, a parte baciare labbra; sai per caso come si dice “ti desidero” in latino? E come si dice in islandese? (165)

Questa sera desidero parlare dei possibili confini dell’universo, dei possibili confini dell’esistenza.
Ti puoi immaginare come tutti drizzammo le orecchie.
D’altra parte e’ presumibile che ben pochi di noi avrebbero desiderato sprecare la serata a meditare su questioni del genere, abbiamo gia’ abbastanza da fare nel nostro tempo libero, oltretutto gli studi dimostrano che questo genere di elucubrazioni favorisce l’alcolismo e l’abuso di sonniferi e antidepressivi. L’Astronomo disse che l’uomo non capira’ mai la vita, non si orientera’ mai nelle sue dimensioni, la sua essenza va oltre l’immaginazione eppure allo stesso tempo e’ cosi’ ovvia, cosi’ semplice che non c’e’ modo di afferrarla. Gia’ a quelle parole ci venne il capogiro. (169-70)

… come spesso vanno le cose, il mondo e’ pieno di sogni che non si avverano, svaniscono e si depositano come rugiada nel cielo e si trasformano in stelle nella notte. (171)

E’ rischioso avvicinarsi troppo ai propri sogni, possono renderti fiacco nei confronti della vita, sostituirsi alla volonta’, e cos’e’ un uomo senza volonta’? (198)

… non riesco a liberarmi dal sospetto che sia il caso a governare ogni cosa, che tutto nasca da li’, perfino goni senso ed ogni scopo; gli uccelli continuano a volare alti nel cielo, perche’ dovremmo preoccuparci di una cultura, di una civilta’ sopra di noi? (201)

E gli uccelli dipinti sono cosi’ vivi che il gatto del vicinato, un diavolo giallognolo che ci ha privato di ben piu’ volatili di quanto ce ne fosse bisogno, ha continuato a saltare contro il muro per intere settimane, glielo vedevi chiaramente sul muso, e da allora non e’ piu’ stato il cacciatore di una volta, e poi si dice che l’arte non abbia influenza sulla vita. (219)

Ma la vita fugge in ogni direzione e si conclude a meta’ frase, e allora non c’e’ niente di meglio che svegliarsi presto la mattina e guardare la superficie del mare, e lasciar scorrere il tempo.
Il mare, una tazza di caffe’, l’edredone (anatra marina) che cicaleccia, le rocce che si immergono, e poi riemergono a respirare. Due sono le cose che faccio - respirare e pensare a te. (258-9)

… resta li’ a riflettere, guarda il panorama inospitale, scrive: Vado a londra, ci pensa su a lungo, poi mette un punto esclamativo ma se ne pente subito, la frase diventa cosi’ goffa, come se fosse una gran notizia andare dove migliaia di islandesi vanno ogni anno. Sbuffa, si alza, si affretta a comprare un’altra cartolina, ci scrive il nome di lei e poi: Vado a Londra. Punto, niente punto esclamativo. Poi bisogna dare qualche spiegazione, scrive: Il mondo e’ grande. Punto, che dopo averci pensato parecchio trasforma in una virgola: ed e’ ovvio che uno voglia vederne almeno un pezzo. Cosi’ va bene, si appoggia all’indietro soddisfatto, si fa una lunga sorsata di bitta … (280)

Benedikt e’ in un pub con una pinta di birra in mano, guarda la gente che passa fuori, la potenza dei fiumi di vita, pensa alle dimensioni della citta’, alla storia, alla mummia, beve la birra ed e’ completamente spiazzato perche’ tutto questo, la mummia, la moltitudine, la storia, non e’ che una scemenza, niente di niente in confronto ad un’unica donna in un minuscolo paese in una terra lontana da tutto ma vicini all’inverno eterno e al buio soffocante, una terra che sarebbe completamente disabitata se una corrente calda dell’oceano non la lambisse. … Che senso avrebbe il mondo se lei non ci fosse, che cosa ce ne faremmo delle mummie, della storia, della gente, dell’aria azzurra? (283)
Sull’utilita’ e il danno della storia per la vita:
“Chi non sa sedersi sulla soglia dell'attimo, dimenticando tutto il passato, chi non sa stare ritto su un punto senza vertigini e paura come una dea della vittoria non saprà mai cos'è la felicità, e peggio ancora non farà mai qualcosa che rende felici gli altri." Nietzsche





I migliori: Cos'e' analogo al termine "fine del mondo" e Che senso avrebbe il mondo senza di lei?

… (more)
 
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NewLibrary78 | 15 other reviews | Jul 22, 2023 |

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Saul Reichlin Narrator
Éric Boury Translator
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