Il libro dei se non lo scriverò mai. Sarei banale e ci vorrebbe il metodo. Ma questo libro non ce l’ho e di banalità ce n’è troppa. Ma se gli indiani avessero scoperto l’Europa e oggi noi fossimo raccontati come gli indiani d’Europa e i libri li pubblicassero loro sui nostri miti, parlando di Gesù o di Maometto, come sarebbe il mondo? Per una risposta ci vuole fantasia. E quella, forse, ci sta. Ma ci vuole anche tempo. E, insomma, la scoperta l’abbiamo fatto noi o no? Ed il tempo per noi non c’è. Perché noi veniamo dopo. Per gli indiani no. L’uomo è nel tempo, è nella natura, ne fa parte, ne è parte; e se si muore ci si muove, ci si sposta. Si va di qua e si va di là. E l’origine del mondo non è l’origine dell’uomo, ma è l’origine della vita, di tutti gli animali, della natura. Altro che la pecora di Pecoraro che ignora il significato della vita. Loro la natura non la rispettano, gli indiani la vivono; lui ci vive della natura, che non conosce new o old age. Non c’è bisogno di maschi e di nani per la vita. C’è solo bisogno di avere coraggio. Che è diverso dalla prepotenza dei conquistatori. Stupendi due brani. Immenso il racconto della morte del bambino. Non è un libro semplice.; o meglio è semplice e qualche volta rischia di diventare ripetitivo. Ma è questione di tempo, giusto?… (more)
This site uses cookies to deliver our services, improve performance, for analytics, and (if not signed in) for advertising. By using LibraryThing you acknowledge that you have read and understand our Terms of Service and Privacy Policy. Your use of the site and services is subject to these policies and terms.